LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

Gli Americani e gli Europei hanno provato con la voce della ragione e hanno fallito. Ormai devono rivolgersi ad Israele con il linguaggio che capisce meglio (e non è l’ebraico).

Se una comunità internazionale esiste, lo faccia sapere in fretta. Perché al momento è chiaro che non c’è più alcun intervento internazionale in Israele. Gli Americani hanno fatto i bagagli, gli Europei hanno rinunciato, gli Israeliani se ne rallegrano e i Palestinesi sono disperati.

Ogni tanto, un papa o un ministro degli esteri viene a fare un giretto (quello della Norvegia era qui la settimana scorsa), pronuncia a fior di labbra qualche parola, per la pace, contro il terrorismo e le colonie, poi com’era venuto scompare. Al termine del cammino il re è stato rimpiazzato da un clown (vedi Shakespeare). Lasciano il conflitto ai sospiri dei Palestinesi e l’occupazione nelle mani di Israele, di cui ci si può fidare perché la faccia rendere con mano ancor più salda.

Questo ritiro dell’umanità è inaccettabile: la comunità internazionale non ha il diritto di lasciare le cose come stanno, anche se questo è il desiderio più ardente di Israele.

La situazione attuale non è accettabile nel 21° secolo. Effettivamente c’è di che stancarsi se si tratta di tracciare sempre lo stesso solco e di lanciare le stesse battute di scherno ad un sordo. Lo scacco americano mostra che è ora di adottare un altro metodo, mai tentato finora. Il messaggio, e il modo di farlo capire, devono cambiare. Il messaggio deve riguardare i diritti civili e per farlo capire si deve ricorrere alle sanzioni.

Dopo la campagna di pressione, la Gates Foundation ha venduto la maggior parte della sua quota azionaria investita nella più grande Compagnia Privata Militare di Sicurezza al mondo, la G4S. Più di 100 organizzazioni palestinesi ed internazionali, inclusa War on Want, avevano lanciato una campagna chiedendo alla Gates Foundation di ritirare il suo investimento di 100 milioni di £ nella compagnia. Grazie a tutti quelli che si sono uniti alla campagna, firmato la petizione e partecipato alle manifestazioni di protesta. 

“Siamo felici che la pressione portata alla Gates Foundation affinchè disinvestisse dalla G4S stia cominciando a fare effetto. Sollecitiamo la fondazione a vendere anche qualsiasi parte rimanente della quota azionaria che detiene ancora e a rilasciare un comunicato pubblico in cui promette di non investire in corporazioni che traggono profitto dall’occupazione militare israeliana,” ha affermato Rafeef Ziadah, attivista organizzatrice di War on Want.

Di Adri Nieuwhof

Durante gli ultimi anni, il parlamento israeliano, il Knesset, ha discusso varie misure finalizzate a criminalizzare gli attivisti che esprimono la propria solidarietà coi palestinesi. Il risultato di queste discussioni è stata la legge approvata nel 2011, che da il via libera alla persecuzione degli israeliani che incitano al boicottaggio dei prodotti e delle istituzioni israeliane. 

Ronnie Barkan è il tipo di attivista direttamente colpito da questa legge. E’ membro fondatore di Boycott from Within, un gruppo israeliano che supporta attivamente l’appello palestinese per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS) contro Israele.

Barkan è stato in Olanda, la scorsa settimana, e l’ho intervistato ad Utrecht. 

La società civile israeliana ed i pacifisti israeliani non possono promuovere la pace se la UE continua ad ignorare le gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale effettuate da Israele. E‘ tempo per un vero dialogo.

Per arrivare ad una soluzione pacifica per palestinesi e israeliani, è necessario un coordinamento degli sforzi interni ed esterni. Il fatto è che il governo israeliano – sia che al potere ci sia la destra, sia che ci sia il centro-sinistra - non ha interesse a porre termine al proprio dominio sulle terre e sul popolo palestinesi. Questo è chiaro agli europei e anche all'amministrazione americana. Tragicamente, i "colloqui di pace" sono cinicamente visti dai politici israeliani come strumento utile a prender tempo per costruire sempre più insediamenti illegali.

Sono stata attiva nella lotta per la pace per un decennio. In questo breve periodo, i gruppi israeliani per i diritti umani e la pace hanno provato quasi tutte le strategie possibili: cercando di arrivare al pubblico israeliano, lanciando programmi educativi, facendo lobbying sui leader politici, inviando petizioni in tribunale ed esercitando pressioni a livello internazionale. Nonostante tutti i nostri sforzi, le violazioni dei diritti umani continuano. La documentazione meticolosa di queste violazioni, raccolta dai gruppi impegnati nella lotta per i diritti umani, riesce a fare molto poco per evitare la morte di civili e le violenze quotidiane.

La restrizione su tali importazioni è in linea con una nota in calce agli orientamenti dell'Unione europea che sono entrati in vigore a gennaio, limitando affari e commerci con entità israeliane situate in Cisgiordania.

L'Unione Europea ha recentemente informato il Ministero dell'Agricoltura israeliano che non riconosce i controlli veterinari del ministero al di là della Linea Verde e si rifiuta di importare pollame e uova da insediamenti in Cisgiordania, come riporta il sito israeliano Walla.

Victoria Brittain

La nuova generazione di giovani attivisti negli Stati Uniti è in gran parte il risultato della molteplicità e della coerenza di una narrazione che emerge nei nuovi media da parte di una nuova generazione di palestinesi istruiti e sicuri di sé. 

Nel 2010, questa intervista è stata fatta al Dr. Haidar Eid come iniziativa del gruppo BDS Gaza e del One Democratic State Group (ODSG), ma non è mai stata pubblicata per via di motivi tecnici. E’ stata recentemente modificata per essere pubblicata, poichè questa intervista va a colpire alcuni dei più recenti, importanti e puntuali problemi. Eid introduce alcune profonde analisi e resoconti sulle deterioranti condizioni in Palestina. E sebbene questa intervista abbia qualche anno, Eid è impegnato in un vivace dialogo su domande relative al presente.   

Inizia sottolineando le manifestazioni quotidiane nella Striscia di Gaza incessantemente sotto assedio, il massacro del 2008-2009 e la prolungata ed illegale punizione collettiva dei suoi abitanti perpetrata da Israele, che ha trasformato la Striscia in una prigione a cielo aperto. Non ci sono comunicazioni tra la Striscia di Gaza e il mondo, a causa di svariate restrizioni imposte al diritto di libertà di movimento dei palestinesi.

del Cantore Michael Davis, religioso, attivista, professore in un seminario rabbinico

Israele si è ritirato ancora una volta dai colloqui di pace con i palestinesi. Dove dovremo riporre, allora, le nostre speranze per una soluzione pacifica e giusta in Israele-Palestina? Io ho scelto di accogliere l'appello palestinese per le campagne di boicottaggio contro Israele. Fino a quando Israele non riconoscerà ai cittadini palestinesi gli stessi diritti che riserva ai suoi cittadini ebrei, non risponderà alle legittime rimostranze dei rifugiati palestinesi e, ancora più urgente, non porrà fine all'occupazione della Cisgiordania, questa è la nostra migliore opzione. Una vasta coalizione della società civile palestinese ha chiesto il nostro supporto alla campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS). Sostenere campagne contro le aziende, le istituzioni e le persone israeliane che sono complici dell'occupazione e della discriminazione contro i palestinesi è un modo per affermare il nostro impegno per la giustizia e l'uguaglianza.

La mia posizione non dovrebbe sorprendere nessuno, meno di tutti, i leader ebrei, miei colleghi. Come ebrei, siamo chiamati ad ascoltare gli oppressi e a ricordare, come la Bibbia e le nostre preghiere affermano ripetutamente, l'imperativo morale che " un tempo siamo stati schiavi in Egitto".

Un altro geniale video di Apartheid Adventures:

{youtube}http://www.youtube.com/watch?v=VUOK0HAXl3E&feature=youtu.be&hl=it&cc_lang_pref=it&cc=1{/youtube}

(se non si vedono i sottotitoli in italiano, clicca sulll'icona sottotitoli per attivarli)

Progettare insediamenti è un deliberato tentativo di espropriare i palestinesi della loro terra.

di Abe Hayeem

I nove anni di lunga campagna per rendere gli architetti israeliani responsabili per il loro ruolo nelle pratiche di espropriazione delle terre dei palestinesi hanno raggiunto una tappa importante il 19 marzo. Il Royal Institute of British Architects (RIBA) ha approvato l'invito a sospendere il suo equivalente israeliano dall' Unione Internazionale degli Architetti.

Questa decisione ha un importante precedente. Nel 1978, il RIBA protestò contro l'apartheid in Sud Africa recidendo i suoi legami con le scuole di Architettura sudafricane.