Notizie BDS
Notizie internazionali del movimento globale BDS.
L’agenzia Anadolu ha riferito domenica che partiti di sinistra norvegesi hanno dato il loro sostegno ad un appello di un membro del parlamento per il boicottaggio dei prodotti israeliani, sulla scia del mortale assalto israeliano alla Striscia di Gaza.
Anniken Huitfeldt, deputata del Partito Laburista e Presidente della Commissione della Difesa e degli Affari Esteri nel Parlamento Norvegese, aveva chiesto il boicottaggio dei prodotti israeliani che Israele produce nei territori occupati.
Lunedì, gli attivisti irlandesi in solidarietà con la Palestina hanno festeggiato a Dublino.
Il Consiglio della città ha approvato una mozione che chiede sanzioni commerciali e un embargo sugli armamenti ad Israele in risposta all’ultima furia omicida di Israele contro la Striscia di Gaza, condannandola come “il terzo massiccio attacco su una popolazione civile di 1,8 milioni di persone largamente indifese nel giro di cinque anni e mezzo.”
La risoluzione chiede un “embargo sugli armamenti” e la sospensione di Israele dall’accordo di commercio preferenziale Euro-Med. Inoltre, autorizza anche il Consiglio comunale ad inviare una delegazione al Ministero degli Affari Esteri irlandese per “incoraggiare il governo irlandese ad intraprendere azioni immediate e concrete” riguardo queste sanzioni.
Leggi: Il Consiglio Comunale di Dublino chiede sanzioni contro Israele e l'embargo degli armamenti
Il seguente comunicato stampa è stato rilasciato oggi dal gruppo London Palestine Action:
Più di 30 attivisti pro Palestina hanno occupato l’Ufficio di Gabinetto questo pomeriggio chiedendo la fine del proficuo commercio di armamenti e della cooperazione militare del Regno Unito con Israele.
Gli attivisti del gruppo London Palestine Action hanno occupato l’edificio per più di 45 minuti. Tre persone si sono incatenate alle ringhiere dell’edificio mentre le altre intonavano slogan che chiedevano al governo inglese di imporre un embargo militare ad Israele.
Un membro del gruppo London Palestine Action ha affermato:
Nel corso degli ultimi dieci giorni, l'esercito israeliano ha continuato ad intensificare i suoi bombardamenti del territorio palestinese della Striscia di Gaza, causando la morte di centinaia di civili palestinesi, compresi i bambini. L'esercito israeliano ha avviato un’invasione di terra che sicuramente porterà ad una perdita ancora maggiore di vite palestinesi.
Noi, movimenti sociali, organizzazioni per la giustizia climatica, organizzazioni popolari, ONG, gruppi di giovani, donne e popoli indigeni che rappresentiamo milioni di cittadini di ogni colore, credo, nazionalità, fede religiosa e non credenti - da America Latina, Asia, Africa, Europa, Nord America e il Medio Oriente che ci incontriamo in Venezuela al raduno Social preCOP della società civile sulla crisi globale climatica – siamo uniti nel condannare questi orribili attacchi contro uomini, donne e bambini assediati a Gaza.
Chiediamo alla comunità internazionale di fare pressione per far cessare questa ondata di violenza mortale e perché sia revocato immediatamente il blocco israeliano della Striscia di Gaza. Chiediamo ai nostri concittadini e alle organizzazioni della società civile di aggiungere le loro voci a quelle di milioni di persone che già protestano per le strade di ogni capitale disgustati da questo attacco da parte dello Stato di Israele.
Il Cile ha sospeso le negoziazione per l’Accordo di Libero Scambio (FTA) con Israele e sta considerando il ritiro del proprio Ambasciatore da Tel Aviv per protesta contro la campagna di bombardamenti israeliani sui civili palestinesi nella Striscia di Gaza.
Il gruppo parlamentare cileno-palestinese ha riferito ad HispanTV che il governo cileno si adopererà anche per la condanna di Israele al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) dopo il meeting con Heraldo Munoz.
“Nutrire il pianeta”, questo il tema conduttore dell'Expo 2015 che si terrà a Milano il prossimo anno. Sarà, prevediamo, la fiera dell'ipocrisia e della menzogna. I grandi affamatori del pianeta e delle popolazioni del mondo saranno fra i principali “ospiti” ovvero i protagonisti di questa kermesse.
Grandi multinazionali e stati asserviti ai loro interessi che, attraverso guerre di rapina delle risorse dei popoli e di sfruttamento, si presenteranno come “i salvatori” dell'umanità. L'Expo oltre ad essere un'opera già di per sé conveniente alla devastazione dei territori, alla connivenza con le mafie e per lo spudorato ricorso al lavoro precario super-sfruttato, lo è ancora di più per l'ulteriore inganno che rappresenta.
La presenza in pompa magna di Israele nell'Expo conferma che dietro il tema “nutrire il pianeta” si nascondono coloro che si muovono in senso esattamente opposto. Il padiglione dello stato sionista, denominato “Campi di domani”, sarà situato in una posizione privilegiata, a fianco di quello italiano – paese organizzatore, a dimostrazione dei saldi legami tra i due stati - all'incrocio fra i due assi principali dell'Esposizione e, con una dimensione di 2.400 metri quadrati intenderà propagandare le “eccellenze” dell'Occupazione israeliana, come l'agricoltura e lo sfruttamento delle risorse idriche arabo-palestinesi.
Leggi: Appello: No Expo No Israele 2015. Assemblea nazionale, Milano 19 ottobre 2014
Centinaia di persone si sono ritrovate in largo Corrado Ricci a Roma per protestare contro il massacro della popolazione palestinese a Gaza e dire basta con i bombradamenti israeliani che hanno provocato ad oggi 100 morti e più di 600 feriti che gli ospedali palestinesi non riescono più a curare.
In piazza numerosi interventi: dalla comunità palestinese alla campagna Bds, dall'ambasciatrice palestinese alle reti di solidarietà. La tensione e la rabbia sono tangibili. Il muro di cartone allestito per ricordare i dieci anni dalla sentenza di condanna della Corte Penale Internazionale verso il Muro dell'Apartheid israeliano viene frantumato e dietro compare lo striscione che invoca "Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni verso Israele". Ma rimanere fermi in piazza diventa insopportabile ai tanti e tante che hanno riempito largo Ricci. Inizia una lunga trattativa con la polizia ed alla fine si riesce a partire in corteo. Via dei Fori Imperiali si riempie di bandiere palestinesi e striscioni che inneggiano alla resistenza palestinese. Lentamente la manifestazione scorre fino al Colosseo dove dopo alcuni interventi di scioglie. Oggi la cartolina per i turisti ha visto e parlato di altre cose, del dramma di un popolo chiuso in una gabbia a cielo aperto da dove non si può fuggire e costretto a rimanere sotto le bombe israeliane. "Nessuna equidistanza è accettabile tra l'apparato militare israeliano e i raffazzonati razzi con cui si difendono i palestinesi" viene sottolineato. "C'è una sola violenza che la comunità internazionale si rifiuta di riconoscere, quella dell'occupazione israeliana che dura ormai da troppi anni e che i palestinesi non sopportano più". La mobilitazione prosegue. Altre città si sono mobilitate oggi, altre lo faranno nella giornata di domani.
Fonte: ControPiano
Gli attivisti sudafricani stanno chiedendo l’espulsione dell’ambasciatore israeliano a seguito dell’attuale violento attacco militare di Israele alla Striscia di Gaza.
“Invitiamo il governo del Sud Africa in primis a richiamare il nostro ambasciatore da Tel Aviv, e poi di espellere l’ambasciatore israeliano dal Sud Africa,” ha affermato Giovedì alla Anadolu Agency (AA) Ibrahim Vawda, ricercatore veterano per Media Review Network, un gruppo di patrocinio.
Ha detto che il governo del Sud Africa dovrebbe prendere misure rigide contro Israele per i crimini che sta commettendo contro i palestinesi.
Leggi: I sudafricani chiedono l'espulsione dell'ambasciatore israeliano
- Le misure prese sono benvenute, ma le persistenti violazioni dei diritti dell’uomo da parte di Israele devono andare incontro a conseguenze più effettive.
Giovedì e Venerdi, almeno 12 governi europei hanno pubblicato delle direttive online che mettono in guardia i propri cittadini e le proprie imprese dai rischi che legami commerciali o altre relazioni economiche con gli insediamenti illegali israeliani implicano, portando il numero di paesi che hanno pubblicato tali avvisi a 17.
Le dichiarazioni avvertono le imprese dei rischi legali, economici e alla reputazione che I legami economici con gli insediamenti israeliani comportano, e affermano che le aziende dovrebbero essere consce dei “possibili abusi dei diritti degli individui” a cui che tali attività potrebbero contribuire.
di Heike Schotten, Professoressa Associata di Scienze Politiche alla University of Massachusetts a Boston, dove insegna teoria politica, teoria femminista e teoria dell’omosessualità (le sue pubblicazioni sono disponibili qui). E’ attiva nel movimento di solidarietà con la Palestina dal 2006.
E' iniziato tutto come qualunque risposta di ogni altra università. O, almeno, è così che sembrava in quel momento.
Come ricorderete, lo scorso Dicembre, l'American Studies Association ha votato per appoggiare il boicottaggio accademico delle università israeliane. Anche se l'ASA non è stata la prima associazione professionale accademica a farlo, la sua tanto lodata (e, ad essere sinceri, tanto criticata) decisione è stata ampiamente vista come un punto di svolta negli Stati Uniti, sia per il movimento BDS, nonché per il più ampio discorso pubblico su Palestina/Israele. (Avevo parlato di questo evento epocale precedentemente in questo articolo; vedere qui per un’eccellente tavola rotonda sulla decisione di boicottaggio dell’ASA e le sue conseguenze).
Leggi: Dibattito, dissenso e politiche divisorie: il boicottaggio come libertà accademica