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Il celebre regista teatrale Peter Brook, la cui compagnia teatrale Bouffes du Nord avrebbe dovuto esibirsi in Israele alla fine dell’anno, ha annunciato martedì la cancellazione della sua visita. Si tratta di un altro successo per l’appello palestinese del 2005 per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele fino a quando quest'ultimo non sia conforme al diritto internazionale.

Funzionari del Teatro Cameri, che avrebbe dovuto ospitare Brook a dicembre al Festival Internazionale del Teatro, hanno espresso rabbia per la decisione di Brook. Il periodico di Tel Aviv Akhbar Hair ha riferito che il Consiglio di Amministrazione del Teatro Cameri ha tenuto una riunione di emergenza martedì per discutere sulle possibilità di presentare una causa legale contro Brook.

Fonte: Alternative Information Center

Traduzione di BDS Italia

Il gruppo libanese di fama internazionale Mashrou' Leila ha postato su twitter: "non ci esibiremo al concerto con i Red Hot Chili Peppers, il 6 settembre a Beirut." 

Questa decisione – annunciata anche sulla loro pagina Facebook - fa seguito ai crescenti appelli al gruppo di ritirarsi dal concerto dopo che i Red Hot Chili Peppers hanno respinto le richieste del movimento palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele ad annullare il loro spettacolo del 10 settembre a Tel Aviv.

I Red Hot Chili Peppers rifiutano gli appelli al boicottaggio

Già la scorsa primavera cominciarono a circolare petizioni e appelli ai Red Hot Chili Peppers di annullare il concerto. 

Tuttavia i Red Hot Chili Peppers li hanno respinti, apparendo in un breve video il 28 giugno in cui hanno ribadito la loro "gioia, piacere ed emozioni" a suonare a Tel Aviv e il loro "grande amore per Israele." 

Era l'ultima serata del tanto atteso spettacolo di tre giorni al Festival Internazionale di Edimburgo della Batsheva Dance Company. Lo spettacolo, Hora, aveva ricevuto recensioni da cinque stelle dovunque era stato messo in scena, in modo che il Festival sembrava un luogo perfetto per l’ultima performance della compagnia prima di tornare in Israele.

Lo spettacolo si era concluso, il pubblico era andato via, e Ohad Naharin, direttore della compagnia, stava solo per strada fuori dal teatro, stanco e terreo in volto. Perché non stava dietro le quinte con il resto della troupe, facendo saltare il tappo dello champagne e festeggiando la fine delle performance presso il prestigioso Festival?

Era perché attivisti per i diritti umani erano stati presenti - sia all'esterno che all'interno del teatro - per tutti i tre giorni, invitando il pubblico a boicottare gli spettacoli e chiedendo al direttore del Festival, Johnathan Mills, di annullare le performance rimanenti.

La protesta contro la Compagnia di Danza israeliana 'Batsheva', ospite in questi giorni al Festival Internazionale di Edimburgo, ha avuto il supporto di diverse figure provenienti dal mondo contemporaneo della danza, tra cui Alain Platel, fondatore della Compagnia di Danza belga Les Ballets C de la B, e il coreografo britannico Jonhatan Burrows.

Entrambi hanno dichiarato di opporsi all'esibizione della Compagnia Batsheva in quanto parte integrante della Brand Israel Campaign (Campagna del Marchio Israele), iniziata nel 2005, la quale utilizza esplicitamente la cultura come mezzo di propaganda con lo scopo di distogliere l'attenzione dai brutali trattamenti che Israele riserva alla popolazione palestinese.

Il musicista 'metà ebreo e metà nero” annulla il suo spettacolo in Israele a causa di precedenti impegni legati allo svolgimento delle riprese di un film, reportage di Channel 2.

Secondo quanto ha riportato Channel 2 News martedì sera Lenny Kravitz ha deciso di annullare il suo concerto in Israele a causa di precedenti impegni.

Il veterano della musica americana aveva previsto di terminare la stagione estiva in gran stile con il suo debutto il 6 ottobre in Israele.

Kravitz ha inoltre cancellato altre date del suo tour europeo, incluse le tappe di Kiev, Bucarest, Zagabria e Istanbul, dice il notiziario.

The Jerusalem Post non ha potuto confermare in modo indipendente la veridicità di questa notizia.

“Let's work together
We are one big family
Joined forever like the branches of a tree
In this world we are neighbors
There is no immunity
Hurt a member, you hurt the whole community”

“Lavoriamo insieme
Siamo una grande famiglia
Uniti per sempre come i rami di un albero
In questo mondo siamo tutti vicini di casa
Non c'è immunità
Fare un torto ad una persona, significa far del male a tutta la comunità”

Caro Lenny Kravitz,

Siamo dei cittadini dello Stato di Israele che si oppongono alle sue politiche di razzismo, di occupazione e di apartheid nei confronti della popolazione palestinese. Sosteniamo l'appello della società civile palestinese per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) contro lo Stato di Israele, le sue istituzioni e i suoi meccanismi d'oppressione. Abbiamo saputo che suonerà in Israele nel mese di ottobre. Nonostante il nostro desiderio di partecipare ad un suo concerto, le chiediamo di rispettare l'appello e di annullare il suo spettacolo.

Le scriviamo in un momento in cui il razzismo dello Stato israeliano verso le persone 'di colore' ha raggiunto il suo livello più critico. [2]. Siamo convinti che l'incapacità di Israele di riconoscere un minimo di umanità alle persone di origine africana – che siano essi migranti, rifugiati, bambini, donne o uomini – sia la conseguenza della completa impunità con cui Israele agisce, ora e da sempre, nei riguardi dei palestinesi. All'azione di pulizia etnica di metà della popolazione avvenuta dal 1947 al 1948 [3] ha avuto seguito l'occupazione militare e la colonizzazione della Cisgiordania nel 1967 [4], la quale continua fino ai nostri giorni con un susseguirsi di azioni quali l'accaparramento di terre, le espropriazioni e le espulsioni [5].

Questa lettera è stata pubblicata con il permesso dell'autrice

9 giugno 2012

Caro Editore Yediot,

Vi ringrazio molto per il vostro desiderio di pubblicare il mio romanzo Il colore viola. Non è possibile per me dare il permesso in questo momento per il seguente motivo: come forse saprete, lo scorso autunno in Sud Africa, il Tribunale Russell sulla Palestina ha stabilito che Israele è colpevole di Apartheid e della persecuzione del popolo palestinese, sia all'interno di Israele che nei Territori palestinesi occupati. La testimonianza che abbiamo sentito, sia da israeliani che da palestinesi (ero una giurista) è stata devastante. Sono cresciuta sotto l'apartheid statunitense e quella israeliana è di gran lunga peggiore. Infatti, molti sudafricani che hanno partecipato, tra cui Desmond Tutu, consideravano la versione israeliana di questi crimini peggiore persino di quella che hanno subito sotto i regimi di supremazia bianca che hanno dominato a lungo il Sud Africa.

La mia speranza è che il movimento nonviolento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni), di cui faccio parte, avrà un impatto sulla società civile israeliana tale da cambiare la situazione.

Una vittoria importante per il boicottaggio culturale di Israele. Il regista inglese, John Michael McDonagh, ha cancellato la sua partecipazione al Haifa International Film Festival. 

mcdonaghMcDonagh, che avrebbe dovuto partecipare al Festival per la proiezione del suo film "The Guard", ha comunicato al responsabile per il boicottaggio culturale della Palestine Solidarity Campaign-Irlanda (IPSC), Raymond Deane, che non ci sarà "a causa della situazione politica".

Anche se il suo film, "The Guard", verrà comunque proiettato, tali vittorie sono importanti e dimostrano come partecipare a eventi culturali in Israele sta diventando sempre più sconveniente per artisti, musicisti, registi ed altri. La campagna per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) sta crescendo in termini di numeri e di forza.

Una campagna internazionale è stata organizzata per informare McDonagh sull'appello per il boicottaggio di Israele. La Campagna Palestinese per il Boicottaggio Culturale ed Accademico di Israele (PACBI) e la IPSC in Irlanda, insieme alle pagine Facebook "Don't Play Apartheid Israel" e "Haifa International Film Festival: A Call to Boycott", nonché gli sforzi di tanti attivisti per i diritti umani, hanno contribuito a convincere John Michael McDonagh che "la situazione politica" di apartheid non è cosa da sostenere.

Fonte: PACBI

Seguite le campagne sulle pagine Facebook:
Don't Play Apartheid Israel - http://www.facebook.com/dontplayapartheidisrael
Haifa International Film Festival: A Call to Boycott - http://www.facebook.com/Boycott.Haifa.International.Film.Festival

seegerIl mito della musica folk Pete Seeger ha annunciato il proprio sostegno al crescente movimento palestinese per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele come un piano per la giustizia per i palestinesi e una via per la pace in Medio Oriente.

Seeger, 92 anni, aveva partecipato alla manifestazione on-line dello scorso novembre "Con la terra, insieme", promossa dall'Istituto Arava, un organizzazione ambientalista israeliana, e dall'Associazione Amici dell'Istituto Arava. L'Istituto Arava conta tra i suoi partner più stretti e i suoi maggiori finanziatori il Fondo Nazionale Ebraico, responsabile sin dal 1901 di appropriarsi delle terre in Palestina per l'uso di soli ebrei, espropriandole ai palestinesi. Nonostante l'appello da parte di gruppi attivi nel movimento BDS a livello mondiale di ritirare la sua partecipazione alla manifestazione, Seeger ha ritenuto di poter mandare un messaggio forte per la pace e la giustizia durante l'evento.

Nel corso di una riunione a gennaio nella sua casa a Beacon, NY con i rappresentanti del Comitato israeliano contro la demolizione delle case (ICAHD) e Adalah-NY, Pete Seeger ha spiegato, "ho partecipato a questa manifestazione virtuale perché da molti anni credo che la gente dovrebbe parlare con le persone con le quali non si trova d'accordo. Ma è finito per sembrare che io sostenessi il Fondo Nazionale Ebraico. Ho frainteso il leader dell'Istituto Arava perché non mi ero reso conto fino a che punto il Fondo Nazionale Ebraico sostenesse Arava. Ora che so di più, do il mio sostegno al movimento BDS per quanto mi è possibile".


Dave Randall di Faithless: "20 anni fa non avrei suonato in Sud Africa. Oggi rifiuto di suonare in Israele".