Articolo di marzo 2014, tradotto in italiano in occasione della partecipazione di Mohammad Dahlan al convegno Mediterraneo e Golfo tenutosi a Cagliari.
Nota della redazione di Intifada Palestina: Al Jazeera English ha ancora una volta rimosso, qualche ora dopo la pubblicazione, un articolo del professore della Columbia University Joseph Massad. Intitolato "Il fattore Dahlan" questo contributo è apparso solo per qualche ora, questa mattina a questo link sul sito Web dell'emittente del Qatar, ma è stato poi rimosso senza alcuna spiegazione (la versione integrale dell'articolo è ripubblicata di seguito)
Vedi anche Al Jazeera censura ancora una volta l’articolo di Joseph Massad sulla Palestina di Ali Abunimah del 24 marzo 2014.
Fattore Dahlan
di Professore Joseph Massad, 24 marzo 2014
La recente risurrezione di Mohammad Dahlan da parte di alcuni governi arabi, di Israele e degli Stati Uniti rappresenta un elemento importante per il futuro della causa palestinese, dei negoziati tra l’autorità palestinese e Israele, e di Gaza sotto il governo di Hamas. Dahlan è infatti considerato da molti palestinesi come il funzionario più corrotto della storia del movimento nazionale palestinese (e bisogna considerare che ci sarebbero molti candidati per questo titolo!).
Dahlan è l'uomo dell’autorità palestinese al quale, dopo la sottoscrizione degli accordi di Oslo, è stato affidato l’incarico di comandare a Gaza un gruppo di sicurezza palestinese di 20.000 uomini, che rispondevano alla CIA e all'intelligence israeliana. Negli anni novanta, queste forze torturarono i membri di Hamas nelle prigioni dell’autorità palestinese.
In quel periodo, la sua corruzione era tale che si ritiene abbia versato nel suo conto personale oltre il 40 per cento delle imposte riscosse dai palestinesi, in quello che divenne noto nel 1997 come lo “Scandalo di Karni Crossing”.
Dahlan, accusato ripetutamente sia da Hamas sia da Fatah di essere un agente dell'intelligence israeliana, egiziana, giordana e statunitense, avrebbe anche tentato di mettere in scena, nel 2007 a Gaza, un colpo di stato organizzato dagli Stati Uniti contro il governo democraticamente eletto di Hamas. Un tentativo che è fallito e che si è concluso con la sua cacciata dalla striscia (io avevo avvertito della possibilità che si verificasse questo colpo di stato diversi mesi prima del suo tentativo di realizzazione).
Allo stesso tempo invece in Cisgiordania fu portato a termine un colpo di stato guidato da Abbas e dalle sue forze di sicurezza sostenute da Israele e dagli Stati Uniti, un colpo di Stato che destituì dal potere le forze di Hamas, regolarmente elette. Dahlan si ritirò allora sotto la protezione degli Stati Uniti e di Israele, ovvero in quella Cisgiordania controllata dall’autorità palestinese, dove iniziò a covare nuovi complotti per minare non solo il potere di Hamas, ma anche quello di Abbas, che ricopriva una posizione da lui fortemente invidiata e ambita.
Infatti gli americani e l'Unione Europea (quest'ultima asservita agli ordini degli Stati Uniti) hanno esercitato una forte pressione su Abbas affinché egli nominasse Dahlan come suo vice, ribadendo con forza la loro volontà di vedere Dahlan succedere a Abbas. Tuttavia, Abbas riuscì a resistere alla pressione e a rifiutare.
Nel frattempo, Dahlan è stato accusato da Hamas e dall’Autorità Palestinese di progettare numerosi tentativi di omicidio, finalizzati all’eliminazione di diversi funzionari palestinesi, tra cui il primo ministro di Hamas Ismail Haniyyah e alcuni ministri di Fatah, membri dell’autorità Palestinese. Accuse che ovviamente egli ha sempre negato. Nonostante il coinvolgimento di due dei suoi uomini (successivamente arrestati dalle autorità di Dubai), egli ha anche negato il suo coinvolgimento nel 2010 nell'assassinio compiuto a Dubai per mano del Mossad di un funzionario di Hamas. Inoltre, nel 2005 un gruppo di esperti israeliani ha stimato la sua ricchezza personale attorno ai 120 milioni di dollari.
Novità
Una volta che i piani di Dahlan diventarono troppo evidenti per essere ignorati, Abbas lo privò del potere e nel 2010 lo cacciò dalla Green Zone di Ramallah. Dahlan si trasferì allora nell’Egitto di Mubarak e in seguito, dopo la cacciata di Mubarak, andò a Dubai (e occasionalmente in Europa) dove rimase fino alla sua recente riesumazione per opera degli eredi di Mubarak, oggi al potere in Egitto.
Un uomo per tanti padroni
Il potere di Dahlan consiste nella sua abilità di servire e soddisfare le richieste di numerosi padroni. Per gli israeliani egli è un uomo spietato, corrotto e assettato di potere, disposto a esaudire ogni loro richiesta pur di assumere il comando a Gaza o in Cisgiordania. Sia per gli americani sia per gli israeliani egli è l’uomo disposto a firmare senza esitazione un accordo con Netanyahu, sponsorizzato dagli Stati Uniti.
Per gli egiziani e per le monarchie del Golfo (con le quali egli è anche socio in affari) Dahlan è un fedele alleato, in grado di occuparsi dei loro interessi e di obbedire ai loro ordini, eliminando qualsiasi resistenza a una resa finale palestinese a Israele imposta dagli USA e cancellando definitivamente Hamas.
Per i capi del colpo di stato egiziano, che fu esattamente una replica, ma questa volta riuscita, del colpo di stato pianificato nel 2007 da Dahlan a Gaza, egli può liberarli da Hamas, considerata come un'estensione del potere della Fratellanza Musulmana, e può rendere i loro rapporti con Israele ancora più vicini di quanto già non lo siano. Ma il ruolo più importante di Dahlan è quello che gli americani hanno scelto per lui, ovvero la sostituzione di Abbas, nel caso in cui quest’ultimo rifiuti di firmare la resa finale preparata nei mesi scorsi da Barack Obama e John Kerry per volere di Netanyahu.
Così come George Bush Jr e Bill Clinton hanno liquidato Arafat dopo che quest'ultimo non ha voluto firmare, a Camp David nell'estate del 2000, la resa finale palestinese (una volontà che senza dubbio gli costò la vita, per ordine degli israeliani e degli americani, e per mano di Abbas o di Dahlan – la versione cambia seconda con quale dei due parliate), allo stesso modo Obama liquiderà Abbas se egli non firmerà quella resa incondizionata, sponsorizzata dagli Stati Uniti. Inoltre, anche se Abbas decidesse di firmare, egli è ormai prossimo al suo ottantesimo compleanno, e Dahlan sarà subito pronto a prenderne il posto dopo la morte.
In questo contesto, gli alti dirigenti dell’esercito egiziano hanno di recente visitato Israele per una intera settimana, mentre la televisione privata egiziana Dream (di proprietà dell’uomo d’affari Ahmad Bahgat, alleato di Mubarak) mandava in onda un'intervista in cui Dahlan attaccava Abbas, in un ennesimo sforzo per delegittimarlo.
Dahlan ha incassato anche il supporto dell’imprenditore egiziano Naguib Sawiris (tristemente famoso per avere tagliato, al Cairo durante la rivolta nel gennaio 2011, le linee dei cellulari su ordine dell'apparato di sicurezza di Mubarak). Naguib Sawiris ha elogiato Dahlan (allo steso modo di Mohammad Rashid, anche noto come Khaled Salam, un ex assistente di Arafat e un altro presunto corrotto per appropriazione indebita) come uno degli imprenditori più onesti con il quale abbia mai lavorato e poi ha definito Abbas un "bugiardo". Infatti Sawiris, che aveva fatto in precedenza numerosi investimenti in Israele, ha affermato che se la Palestina avesse solo tre uomini come Dahlan “sarebbe stata libera ormai da tempo”.
Nel frattempo, dopo mesi di chiusura dei confini con Gaza e vessazioni nei confronti dei palestinesi in Egitto per opera degli eredi di Mubarak, la figlia del defunto leader egiziano Gamal Abdel Nasser, Huda, che, come anche i suoi suoi fratelli, aveva già garantito obbedienza ai golpisti, ha pubblicato una lettera rivolta al primo ministro di Hamas Ismail Haniyyah, accusando lui e Hamas di terrorismo nei confronti dei soldati egiziani in Sinai.
Inoltre, con l'eliminazione della Siria come rifugio per i leader di Hamas esiliati, i sauditi e gli Emirati Arabi Uniti stanno stringendo la morsa intorno al Qatar, la nuova base per la leadership di Hamas in esilio e sponsor della Fratellanza Musulmana. Sperano anche che le concessioni richieste all’Iran per il suo nuovo rapporto con gli Stati Uniti includano anche la fine del sostegno iraniano ad Hamas.
Il piano per l’ascesa al potere
Un tribunale egiziano ha di recente sposato la tesi di Israele e degli Stati Uniti vietando Hamas nel paese e accusando Hamas di essere un'organizzazione terroristica, e allo stesso tempo Israele ha ribadito la necessità imminente di invadere Gaza, ecco che il piano per l’ascesa al potere di Dahlan si realizza in maniera lenta ma inesorabile. Agli occhi di Abbas tutto ciò è apparso come una grave minaccia, così ha invitato i suoi sostenitori a scendere in piazza a Ramallah per dimostrare agli americani e agli israeliani che può godere ancora di un certo sostegno in Cisgiordania.
La competizione (rivalità) tra Abbas e Dahlan si caratterizza perlopiù su chi dei due riesca a mostrare maggiore servilismo verso gli interessi degli israeliani, degli statunitensi, degli egiziani e delle potenze del Golfo e allo stesso tempo sia capace di mantenere una sorta di legittimità e di pieno controllo sul popolo palestinese.
I dettagli del complotto non sono chiari. Essi potrebbero implicare un'invasione di Gaza dall’Egitto e da Israele (poche settimane fa gli egiziani hanno già minacciato un'invasione), un colpo di stato in Cisgiordania, e persino l’assassinio di Haniyyah e/o di Abbas.
Per ora tutte queste possibilità potrebbero verificarsi, poiché Abbas, così come Arafat in passato, sta offrendo un’obbedienza totale ai diktat statunitensi e israeliani e probabilmente si spingerà ben oltre Arafat, ma egli è consapevole che firmando l’umiliante resa tanto voluta da USA e Israele perderà ogni legittimità e ogni potere di controllo. Invece, Dahlan non ha di certo queste preoccupazioni.
Per quanto riguarda Hamas, che, a differenza della fratellanza musulmana, è un movimento di resistenza e non un partito politico, bisogna considerare che non può essere schiacciato così facilmente, e che l’ingresso di Dahlan a Gaza, figuriamoci in Cisgiordania, causerebbe una guerra civile che potrebbe condurlo ancora una volta alla sconfitta. Solo un'invasione israeliana totale di Gaza potrebbe riportarlo al potere (Dahlan è stato anche accusato dall’autorità palestinese di collaborazionismo con gli israeliani durante l’invasione di Gaza nel 2008 e di recente è stato accusato di favoreggiamento della controrivoluzione in Egitto).
Lo stesso scenario potrebbe ripetersi in Cisgiordania.
Il futuro del popolo palestinese è in pericolo e i nemici lo circondano dentro e fuori la Palestina. I piani di Obama, degli israeliani, degli egiziani, e del Golfo per liquidare i loro diritti e la loro causa sono sempre in atto.
Tuttavia, proprio come in passato i dirigenti palestinesi corrotti non sono riusciti a liquidare i diritti dei palestinesi e la loro causa; la scommessa di Israele e degli Stati Uniti sul cavallo Dahlan non farà altro che aumentare la volontà e la forza del popolo palestinese e dei loro sostenitori. La resistenza palestinese cesserà soltanto dopo la liquidazione definitiva del razzismo e del colonialismo di stato israeliano in tutte le sue manifestazioni nell’intera Palestina storica.
Fonte: Intifada Palestine
Traduzione di BDS Sardegna