LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

Cactus, la maggiore catena di generi alimentari del Lussemburgo, ha deciso di interrompere la commercializzazione di frutta e verdura importati da Israele fin quando non venga accertato che non provengono da colonie israeliane costruite su territori palestinesi occupati.

Il giornale israeliano Yediot Ahronot ha affermato che il leader della distribuzione di generi alimentari in Lussemburgo si è piegato alle pressioni pro-Palestina, provenienti soprattutto dall’organizzazione Just Peace in the Middle East, che per mesi ha portato avanti proteste facendo pressione sulla Cactus per interrompere la commercializzazione di prodotti israeliani.

Il giornale ha riferito che la rete di distribuzione alimentare avrebbe detto che i prodotti israeliani quali frutta e verdure generano un guadagno marginale; per evitare proteste fuori dalle proprie filiali avrebbe quindi deciso di interromperne la commercializzazione.

Il giornale ha segnalato che il console onorario israeliano in Lussemburgo, Daniel Schneider, ha interpellato la direzione dell’azienda per convincerla a rivedere la propria decisione di interrompere la commercializzazione di frutta e verdura israeliane.

Fonte: Middle East Monitor

Traduzione di BDS Italia

Il sindacato United Electrical, Radio and Machine Workers [sindacato unitario dei lavoratori del settore elettrico, della radio e metalmeccanico] vota in favore del boicottaggio di Israele, sostenendo l'accordo con l'Iran.

Uno dei più importanti sindacati dell'industria degli Stati Uniti ha votato a favore del sostegno agli obiettivi del movimento internazionale per il boicottaggio, disinvestimento, sanzioni (BDS) contro Israele, facendo riferimento alla “ sua lunga storia di violazioni dei diritti umani dei palestinesi” ed è così diventato presumibilmente il primo sindacato a livello nazionale a fare ciò. 

Il congresso nazionale di "United Electrical" si è svolto a Baltimora la settimana scorsa e ha votato una serie di mozioni riguardanti temi di politica interna e di politica estera, compreso l'appello al boicottaggio di Israele e il sostegno al trattato nucleare con l'Iran.

Secondo quanto riportato dal suo sito, il sindacato ha votato a favore “della giustizia e della pace per i popoli di Palestina e Israele” citando l'indecente record israeliano in termini di [violazione] dei diritti umani “ ad iniziare dalla pulizia etnica di 750.000 palestinesi nel 1947-1948, che ha trasformato gran parte della Palestina nello Stato di Israele”.

Presidio in Piazza de'Ciompi
Venerdì 28 agosto, ore 18

A poco più di un anno dall’ultimo massacro israeliano a Gaza, quando le strade di Firenze si riempirono di manifestanti per chiedere la fine dell’aggressione sionista contro la popolazione della Striscia, quella stessa città che ha a cuore la pace, i diritti umani e il rispetto del Diritto Internazionale, dichiara ospite non gradito il criminale Netanyahu, che nell’estate del 2014 ordinò l’operazione “Margine Protettivo” contro Gaza, costata la vita a più di 2000 civili palestinesi e un numero incalcolabile di feriti.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu visiterà Firenze su invito del premier Renzi, che nel suo recente viaggio in Israele ha ribadito i legami eccellenti tra i due paese in materia di sicurezza e cooperazione scientifico-militare. Nel suo tentativo di revisionismo del conflitto israeliano- palestinese Renzi non ha mancato di sottolineare come Israele, nato nel 1948, rappresenti addirittura le nostre radici e il nostro futuro. La Firenze antifascista, antirazzista e antisionista ritiene di non aver niente in comune con chi ha fatto delle aggressioni militari, dell’apartheid, della pulizia etnica e dell’occupazione la cifra della propria azione politica.

Lo scorso anno c'è stato un notevole aumento della solidarietà tra afroamericani e palestinesi. Dal terrorismo nei nostri confronti - dai numerosi attacchi contro la vita di afroamericani fino alla brutale guerra di Israele contro Gaza e la repressione in Cisgiordania –sono emerse una maggiore resilienza e una lotta comune tra i nostri due movimenti. Su Twitter i palestinesi sono stati tra i primi a fornire un appoggio internazionale a chi protestava a Ferguson, dove i palestinesi residenti a St. Louis si sono mobilitati sul posto. Lo scorso novembre una delegazione di studenti palestinesi ha visitato attivisti afroamericani a St. Louis, Atlanta, Detroit e in altre città, pochi mesi prima che i "Dream Defenders" [gruppo anticapitalista statunitense. N.d.tr.] hanno organizzato una delegazione in Palestina di rappresentanti del movimento "Black Lives Matter" [movimento contro la violenza della polizia nei confronti degli afroamericani], di Ferguson e di altri gruppi per la giustizia razziale. Durante tutto l'anno i palestinesi ci hanno inviato molte lettere di solidarietà durante le proteste a Ferguson, New York e Baltimora. Noi proponiamo i seguenti punti per proseguire il dialogo tra i nostri movimenti:

Nell'anniversario del massacro di Gaza della scorsa estate, nel 48esimo anno dell'occupazione israeliana, nel 67esimo anno della Nakba (il nome arabo che designa la pulizia etnica da parte di Israele) palestinese, che continua tuttora, e nel quarto secolo dell'oppressione dei neri negli Stati Uniti contemporanei, noi, i sottoscritti attivisti, artisti, studiosi, scrittori e prigionieri politici afroamericani, vi inviamo questa lettera per riconfermare la nostra solidarietà con la lotta e l'impegno palestinese per la liberazione della terra e del popolo palestinesi.

Non possiamo perdonare né dimenticare la violenza della scorsa estate. Siamo ancora indignati per la brutalità che Israele ha scatenato su Gaza con l'assedio per terra, cielo e mare e con tre offensive militari in sei anni. Siamo ancora disgustati dal fatto che Israele abbia preso di mira case, scuole, rifugi dell'ONU, moschee, ambulanze ed ospedali. Siamo ancora affranti e indignati per il numero di bambini che Israele ha ucciso in un'operazione che ha definito "difensiva". Rifiutiamo che Israele si dipinga come "vittima". Chiunque guardi onestamente alla distruzione di vite e proprietà a Gaza può vedere che Israele ha commesso un massacro unilaterale. Con 100.000 persone ancora senza casa a Gaza, gli effetti del massacro continuano per Gaza devastata tuttora e continueranno nei prossimi anni.

Le Forze di Difesa Israeliana si occupa di controllare i gruppi stranieri, mentre i gruppi locali che supportano BDS vengono monitorati dallo Shin Bet.

L’IDF raccoglie quotidianamente informazioni sulle organizzazioni straniere e di sinistra ritenute attive nel lavoro di delegittimazione dello stato d’Israele, si apprende da Haaretz.

Il Dipartimento Delegittimazione della Divisione di Ricerca Militare dei servizi segreti è stato istituito per scongiurare l’incidente della Freedom Flotilla, nel 2010. Come Haaretz ha rivelato nel 2011, questo dipartimento si concentra sullo studio e il monitoraggio delle attività di gruppi anti-israeliani che operano all'estero, tra i quali i promotori delle sanzioni su Israele. Nel 2010, nove cittadini stranieri vennero uccisi quando un commando IDF salì a bordo della Mavi Marmara, parte di una flottiglia che cercava di rompere l'embargo su Gaza. In seguito, nel 2014, un decimo attivista morì dopo essere stato in coma per quattro anni.

Nell'ambito delle sue attività, il Dipartimento Delegittimazione ha raccolto prove di violazioni di Hamas del diritto internazionale nel corso dell’Operazione Margine di Protezione a Gaza, nel 2014.

Il movimento BDS conduce campagne intese a promuovere il boicottaggio di Israele e ad azioni di persuasione alle aziende per il ritiro degli investimenti dal paese.

di Enrico Bartolomei

«Ed è la falsa accusa di antisemitismo spesso rivolta da Israele e dai suoi sostenitori come tattica di intimidazione contro chiunque critichi le politiche israeliane o il sionismo che ci spinge ad alzare la nostra voce di dissenso, identificandoci come ebrei»
Rete italiana degli ebrei contro l’occupazione

Lunedì 27 luglio Il Fatto Quotidiano ospita il “commento” di Furio Colombo a Gaza e l’industria israeliana della violenza, edito da DeriveApprodi (2015), e di cui sono co-autore insieme a A. D. Arcostanzo, D. Carminati e A. Tradardi. La sfuriata del Colombo, che quando non tratta di Israele è conosciuto per la mitezza del suo ragionare, non poggia su argomentazioni di merito, ma ripete uno schema ormai consolidato di propaganda filo-israeliana che implica l'uso dell'antisemitismo come arma ideologica per delegittimare ogni critica a Israele e al sionismo.

Visto il peso dell’accusa, e una certa ricorrenza dello schema della propaganda nei mezzi d’informazione italiani, prima replichiamo alle ingiurie e poi sveliamo il funzionamento della macchina propagandistica attraverso l’esempio di Furio Colombo.

I media locali israeliani hanno riferito che il settore bancario israeliano è profondamente preoccupato in merito alla raccomandazione di una commissione consultiva dell'Unione Europea, che richiamerebbe al boicottaggio delle banche coinvolte nelle politiche di insediamento.

Il quotidiano israeliano Maariv ha riportato le seguenti parole di un funzionario israeliano del settore bancario : "Ci sono forti preoccupazioni nel settore bancario israeliano a seguito della notizia che l'UE potrebbe adottare raccomandazioni concernenti il boicottaggio delle banche israeliane coinvolte in attività di insediamento e nella concessione di prestiti per l'acquisto di case negli insediamenti".

Il funzionario ha avvertito che questo potrebbe causare un grave problema, in quanto tutte le banche israeliane sono legate agli insediamenti. "Questo non è un boicottaggio di qualche prodotto, ma di tutto il settore bancario, che è in gran parte e direttamente collegato all'Unione europea."

Secondo il funzionario, le autorità israeliane devono rendersi conto dell'impatto che un boicottaggio europeo causerebbe alle banche israeliane.

"Questo significa congelare le proprietà delle banche israeliane all'estero", ha detto il funzionario. "Qualsiasi banca che concede prestiti per l'acquisto di case a Gerusalemme Est verrebbe messa su una lista nera."

Fonte: Middle East Monitor

Traduzione BDS Italia

BDS Milano ha partecipato, l'otto agosto, a un seminario rivolto a giovani studenti italiani di origine palestinese, spiegando loro l'importanza del BDS, cosa è, come funziona.

Il seminario, della durata di tre giorni, era focalizzato sulla spiegazione agli studenti di tutti gli strumenti necessari per supportare al meglio la questione palestinese.

Vedi video e foto della manifestazione e leggi il comunicato di BDS France

di Julien Salingue, dottorato in scienze politiche e membro del Nuovo Partito Anticapitalista

In Cisgiordania i soprusi commessi dai coloni israeliani si moltiplicano, fino ad avere, recentemente, portato alla morte di un neonato e di suo padre nell'incendio doloso della loro casa. A Gaza, un anno dopo l'offensiva omicida dell'estate 2014, il blocco continua e si è appena saputo da un rapporto dell'ONU che per la prima volta da 50 anni la mortalità infantile è in aumento. A Parigi, per denunciare questi crimini, si organizza una grande festa sulle rive della Senna, in onore di Tel Aviv. Non vi sembra un'indecenza?

Tel Aviv è Israele

«Ma non bisogna confondere Tel Aviv, una città, con Israele, uno Stato!» ci dicono. Quest'argomentazione potrebbe far sorridere se la situazione non fosse così grave. Bisogna ricordare agli organizzatori dell'iniziativa che Tel Aviv è la sola capitale internazionalmente riconosciuta di Israele, sede di quasi tutte le ambasciate? Bisogna precisare che l'agglomerato urbano di Tel Aviv (il "Gush Dan" [Area della tribù di Dan, ossia l'area metropolitana di Tel Aviv. N.d.tr.]) è di gran lunga il più popolato del Paese, con i suoi 3,5 milioni di abitanti, cioè quasi la metà della popolazione totale? Infine, bisogna ricordare che Tel Aviv è la capitale economica e finanziaria di Israele ed anche la sua capitale tecnologica, dove si elabora una gran quantità delle piccole meraviglie destinate all'esercito israeliano? No, Anne Hidalgo [la sindaca di Parigi. N.d.tr.], Tel Aviv non è una repubblica autonoma.

Gentile Primo Ministro Renzi,

a seguito della sua prima visita ufficiale in Israele e Palestina raccogliamo con interesse la priorità data dal nostro Governo a quest’area, segnata anche dalla visita di poche settimane fa del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Gentiloni. Tuttavia, dopo quanto emerso nei discorsi pubblici pronunciati durante la sua visita, vogliamo condividere con lei alcune riflessioni. Nel corso della sua visita lei ha ricordato che l’Italia è “leader per gli investimenti nella cooperazione in Palestina” e si è posto come obiettivo quello di “realizzare progetti di sviluppo per questa terra”. In linea con l’impegno economico a favore della Palestina da parte della Cooperazione Italiana, che vede tale Paese incluso nella lista dei 20 Paesi prioritari per il triennio 2014-2016, e perché si possa parlare di un reale sviluppo a Gaza e in Cisgiordania, chiediamo che il nostro Governo  esprima posizioni chiare e coerenti a favore del rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale e che dopo la sua visita l’Italia se ne faccia portavoce con ancora più forza presso tutte le sedi rilevanti. Se, come da lei espresso, la sicurezza di Israele rappresenta anche la nostra sicurezza, allora le misure per promuoverla devono essere orientate a prevenire un’ulteriore escalation del conflitto. 

Ci rivolgiamo pertanto a lei affinché il Governo Italiano:

1. Esiga il rispetto da parte di Israele del diritto internazionale e del diritto umanitario nel territorio palestinese occupato, a partire dalla fine del blocco su Gaza, che costituisce una punizione collettiva in aperta violazione della IV Convenzione di Ginevra.

2. Svolga un ruolo attivo affinché i Paesi donatori mantengano le promesse di aiuto a favore dei Palestinesi di Gaza e chiedano ad Israele di garantire un accesso senza restrizioni per i materiali necessari alla ricostruzione.

3. Faccia pressioni affinché Israele ponga fine alle demolizioni e agli sgomberi in Area C e a Gerusalemme Est, annullando tutti gli ordini di demolizione esistenti e garantendo il diritto dei Palestinesi a vivere e risiedere a Gerusalemme.