Notizie BDS
Notizie internazionali del movimento globale BDS.
Il fondo pensione norvegese KLP ($65 miliardi) ha annunciato la scorsa settimana che escluderà le società Heidelberg Cement e Cemex dai loro portafogli di investimento.
Il motivo dell'esclusione è l'estrazione da parte delle società delle risorse naturali in Cisgiordania, territorio palestinese occupato da Israele. Entrambe le società gestiscono cave con licenze israeliane nei territori occupati. Ciò priva i palestinesi del controllo e dei benefici delle proprie risorse ed è una violazione del diritto internazionale.
“Siamo felici che il KLP abbia dimostrato responsabilità etica e che escluderà quelle aziende. Sarebbe stato inaccettabile che le pensioni dei dipendenti dei comuni e delle contee norvegesi fossero investite in società che contribuiscono a privare i palestinesi delle loro risorse”, dice Mette Nord, presidente del Sindacato della Norvegia.
Nel rapporto del 2012 "Le relazioni pericolose: legami norvegesi con l'occupazione israeliana" il Fagforbundet, Sindacato norvegese dei lavoratori degli enti locali e dei servizi, e il Norwegian People’s Aid avevano esortato le banche norvegesi e a i gestori di fondi ad escludere Heidelberg Cement e Cemex dai loro portafogli.
“Siamo lieti che il KLP abbia ascoltato i nostri consigli e che con questa decisione sostenga il diritto internazionale. Il loro lavoro diligente e le motivazioni pubblicate sono esemplari. Si tratta di un passo nella giusta direzione per ottenere che le banche norvegesi evitino investimenti che contribuiscano all'occupazione della Palestina. La banca norvegese Nordea ha già escluso Cemex per gli stessi motivi,” ha detto Liv Torres, segretario generale di Norwegian People’s Aid.
“Non vi è alcun dubbio che altre banche, per non parlare del Fondo Pensione Statale, dovrebbero fare lo stesso”, sostiene Liv Torres.
Fonte: Norwegians People’s Aid
Traduzione di BDS Italia
Calcio, telefonia, prodotti agricoli, gas: negli ultimi tempi la campagna internazionale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni ha ottenuto i primi risultati a favore dei palestinesi
Da anni i palestinesi e i sostenitori della loro causa dicono che l’unico modo per mettere fine all’occupazione illegale della Palestina è renderla troppo costosa per Israele. Oggi sta succedendo proprio questo grazie alla campagna internazionale Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (Bds), che attraverso le pressioni economiche su Israele mira a ottenere il riconoscimento di alcuni diritti dei palestinesi.
Gli operatori di telecomunicazioni israeliani, per esempio, lavorano liberamente nei Territori occupati, dove forniscono servizi di telefonia mobile 3g e 4g. Israele, però, non permette alle aziende palestinesi di fare lo stesso. In seguito alle pressioni del movimento Bds in Egitto, il colosso della telefonia francese Orange ha messo in dubbio la possibilità di restare sul mercato israeliano, mentre l’azienda locale che detiene la licenza sul marchio Orange ha scoperto che le attività illegali nei Territori hanno un prezzo.
di Michele Giorgio
Il governo israeliano si prepara ad usare il pugno di ferro contro il Bds, le attività dei movimenti e gruppi che promuovono nel mondo il boicottaggio e le sanzioni contro Israele per le sue politiche nei confronti dei palestinesi sotto occupazione. Quello che hanno in mente il premier Netanyahu, i suoi ministri e buona parte della Knesset non è solo una campagna diplomatica. In via di definizione, scrivono i giornali, c’è una controffensiva molto articolata che sarà finanziata con 26 milioni di dollari. E se in passato sono state prese di mira quelle organizzazioni e gli attivisti che all’interno del Paese promuovono il boicottaggio, ora l’attenzione si sposta tutta all’estero, sulle associazioni straniere legate al Bds. Un deputato ieri ha presentato in parlamento un disegno di legge che prevede il divieto d’ingresso in Israele per tutti i cittadini stranieri che saranno segnalati come sostenitori del boicottaggio.
Che Netanyahu sia molto determinato lo dimostra la furia con la quale ha attaccato Stephane Richard, l’amministratore delegato del colosso francese della telefonia Orange che qualche giorno fa al Cairo aveva affermato di essere pronto a ritirare «anche domani» la sua compagnia da Israele. Netanyahu ha chiesto una dichiarazione di sostegno al governo francese, giunta subito, e Richard è stato messo nell’angolo. L’ad della Orange subito dopo ha affermato di «amare Israele» e, di fronte al rifiuto dell’ambasciatore dello Stato ebraico a Parigi di riceverlo, ha deciso che nei prossimi giorni arriverà a Tel Aviv per chiarire le affermazioni che aveva fatto al Cairo.
Leggi: Netanyahu lancia l’offensiva contro il BDS finanziata con 26 milioni di dollari
di Joseph Massad
"Per quanto molti attivisti siano sinceri nel loro sostegno alla causa, resta la preoccupazione della 'solidarietà turistica' per la quale gli occidentali sono stati particolarmente portati nel corso del XX secolo: sui principi che guidano il supporto alla lotta di liberazione ci dovrebbe essere chiarezza, e nessun compromesso possibile".
Sin dai primi anni Novanta, dopo il collasso dell’Unione Sovietica e la collaborazione dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) con Stati Uniti e Israele per liquidare la lotta anti-coloniale palestinese attraverso gli Accordi di Oslo, la solidarietà con il popolo palestinese a livello internazionale si è gradualmente ripiegata su se stessa.
In anni recenti, tuttavia, questa solidarietà è tornata a riemergere grazie al coinvolgimento sempre più vasto di attivisti nella Campagna palestinese per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni verso Israele (BDS).
Leggi: I palestinesi e il dilemma della solidarietà. Fondamentali chiarezza e nessun compromesso.
di Asa Winstanley
Da quando il mese scorso la nuova coalizione governativa israeliana di estrema destra ha preso il potere, aleggiano due grandi spauracchi: l'Iran e il BDS, il movimento per boicottare, disinvestire e sanzionare Israele fino a quando non riconosca i diritti fondamentali dei palestinesi.
Ma ora, come Ali Abunimah [direttore di “Electronic Intifada” n.d.t.] sostiene, [la questione del] BDS come la maggiore “minaccia”nei confronti di Israele sembra orientata a superare quella dell'Iran. Dando come perduta la battaglia contro il riavvicinamento di Obama con l'Iran, sembra che questa sarà “l'era del BDS” nelle parole di un opinionista sionista di sinistra moderata.
Il movimento del BDS formalmente definito come movimento palestinese, compie dieci anni esattamente il prossimo mese. In linea di massima, in questo periodo, il comportamento di Israele ha seguito la direzione del vecchio detto di Gandhi: prima ti ignorano, poi ti ridicolizzano, poi ti combattono, poi tu vinci. Adesso siamo nella fase della guerra, probabilmente quella che sarà la più lunga.
La compagnia francese ha annunciato di voler interrompere le relazioni commerciali con il partner israeliano, seppur l’operazione richiederà tempo. Reagisce l’establishment politico: “Ipocriti”, dice Lapid.
AGGIORNAMENTO ORE 14.45
Il governo israeliano si prepara a reagire contro la Orange dopo che Stephane Richard, amministratore delegato del colosso della telefonia mobile francese, ha sostenuto in una conferenza ieri al Cairo di essere pronto “anche domani” a tagliare i legami con la partner israeliana Orange perchè garantisce servizi ai coloni e ai soldati nei Territori Palestinesi Occupati. Lo ha comunicato il ministro dell’educazione, l’ultrazionalista Naftali Bennett
Stop delle relazioni commerciali con l’operatore israeliano della Orange. Così la compagnia francese Orange SA, tra le più grandi società di telefonia al mondo, ha preventivato la chiusura del contratto con la filiale israeliana, una delle tre compagnie telefoniche locali più grandi e note del paese.
Parlando ad una conferenza al Cairo l’amministratore delegato, Stephane Richard, ha fatto sapere che la compagnia intende ritirarsi da Israele il prima possibile. “Sono pronto ad abbandonarlo domani mattina, ma il punto è che voglio essere sicuro dei rischi legali per la compagnia. Voglio mettere fine a questo [rapporto], ma non voglio esporre la Orange a un rischio o a penalità”.
Leggi: Il movimento BDS preme sulla Orange, i francesi annunciano l'abbandono di Israele
Gli studenti ebraici contro la mozione - che si limita a chiedere il voto per l'adesione al BDS - dice: 'Stanno facendo un gran polverone molto più in Israele che in Gran Bretagna.'
La leadership dell'Unione Nazionale degli Studenti della Gran Bretagna (NUS), ha votato Martedì di boicottare Israele e si è affiliato con il movimento BDS (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni). La mozione, che è passata per 19 a 14 nel Consiglio del Direttivo Nazionale dell'unione, non era nuova; conferma un voto simile dello scorso agosto durante il conflitto di Gaza.
Il voto, chiesto dall'unione degli studenti presso la Scuola di Studi Orientali e Africani di Londra, è stato criticato dall'Unione degli studenti ebrei, ma anche da esponenti del NUS, compreso il suo vice-presidente, Joe Vinson, che ha twittato dopo il voto che " L'antisemitismo è come un virus, si muta e infetta tutto ciò che tocca. E' mutato in BDS e NUS è infetto ".
Leader degli studenti ebrei hanno attaccato il voto, accusando il consiglio esecutivo dell'unione nazionale di essere diretta da esponenti radicali della sinistra. Lo scorso ottobre lo stesso consiglio esecutivo ha rifiutato di votare una condanna dello Stato islamico, noto anche come ISIS, sulla base del fatto che una tale mossa sarebbe "islamofoba". L'Unione degli studenti ebrei ha detto in una dichiarazione che la NUS "sta giocando alla politica".
Leggi: L'Unione Studentesca Nazionale britannica aderisce al movimento BDS
Erdan ha postato su facebook un lungo testo nel quale spiega le proprie ragioni dell'adesione alla coalizione [di governo]
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha completato la formazione del suo quarto governo lunedì [25] quando il suo numero 2 del Likud, on. Gilad Erdan è stato nominato ministro della pubblica sicurezza, degli affari strategici e della diplomazia, 11 giorni dopo la costituzione del governo.
La nomina è stata approvata all'unanimità con una votazione telefonica tra i ministri e alla Knesset [il parlamento israeliano n.d.t.] con 58 voti favorevoli e 55 contrari.
Il ministro del turismo Yariv Levin ha volontariamente ceduto il portafoglio della pubblica sicurezza e il ministro dell'accoglienza degli immigrati Ze'ev Elkin ha rinunciato con riluttanza al ministero degli affari strategici. Elkin ha perfino protestato votando contro la proroga della scadenza per approvare il bilancio dello Stato e boicottando la riunione del lunedì del gruppo del Likud. Stando a quel che si dice Elkin ha chiesto come compensazione il portafoglio degli affari riguardanti Gerusalemme, ma il sindaco Nir Barkat ha tentato di bloccare la nomina.
Lunedì scorso non è stato chiarito se i partner del Likud [appartenenti] alla coalizione avrebbero permesso che il Likud mantenesse 13 ministri oppure se il ministro senza portafoglio Bennie Begin verrebbe costretto a dimettersi. Begin è rientrato con molto scalpore nella lista del Likud dopo che Netanyahu gli ha assegnato un posto sulla lista riservato ai candidati scelti dal capo del partito.
Leggi: La risposta israeliana al movimento BDS: la nomina di Gilad Erdan
di Alex Kane
Al Congresso [il parlamento USA n.d.t.] Democratici e Repubblicani stanno tentando di inserire nel mega trattato segreto tra l'Europa e gli USA un progetto di legge contro il boicottaggio [di Israele]. Negli Stati del Tennessee e dell'Indiana, i governanti dello Stato hanno approvato una delibera contraria al movimento del boicottaggio , disinvestimento e sanzioni (BDS) considerato come antisemita. Nell'Illinois, i legislatori sono pronti ad approvare una legge contraria al BDS per permettere ai fondi pensione statali di togliere finanziamenti a quelle società che boicottano Israele o disinvestono [dalle società] israeliane.
Tutto ciò si configura come un forte attacco al movimento del BDS negli Stati Uniti. I metodi differiscono: alcune risoluzioni sono ininfluenti, mentre altre mostrano i denti. Ma sono tutte unite nel provare a bloccare il movimento del BDS come se stesse dietro l'angolo.
Le iniziative fanno parte di un tentativo in tutta la nazione per fermare il movimento che ha avuto un successo simbolico nei campus universitari e qualche successo concreto nel costringere fondazioni e chiese a disinvestire dalle multinazionali che fanno affari con il sistema militare israeliano. [Il movimento del] BDS non è riuscito a isolare Israele. Ma i governanti filo israeliani degli Stati Uniti vogliono fermare il movimento prima che sia sul punto di arrecare danno allo Stato [di Israele].
Leggi: Il Congresso USA e i legislatori degli Stati sul piede di guerra contro il BDS
Onorevole Federica Mogherini
Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Gentilissima Onorevole,
Ci rivolgiamo alla sua persona per sottoporle quanto segue e richiederle una sua risposta.
Il Trattato sulla Unione Europea (TEU) stabilisce che le azioni esterne della Unione Europea debbano essere guidate dai principi della democrazia, della legalità, della universalità dei diritti umani, di uguaglianza e solidarietà, e dal rispetto della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale.
A partire da questo, noi firmatari, appartenenti a gruppi per i diritti umani, sindacati e organizzazioni di solidarietà italiani, Le scriviamo per richiedere che l'Unione Europea aderisca alla lettera e allo spirito del Trattato (TEU) mettendo in atto passi conseguenti nei confronti di Israele in quanto responsabile di gravi violazioni del diritto internazionale.
La scorsa estate Israele ha condotto a Gaza un massacro con oltre 2000 vittime. I più recenti rapporti delle organizzazioni dei diritti umani internazionali ed israeliani hanno rivelato che Israele nel corso del suo ultimo attacco a Gaza ha deliberatamente preso di mira civili e infrastrutture civili. Inoltre Israele continua a costruire insediamenti illegali su terra arbitrariamente espropriata ai legittimi proprietari e a praticare una politica di trasferimenti forzati della popolazione palestinese.
Leggi: La Rete della Pace a Mogherini: Sospenda l'Accordo di Associazione UE-Israele