Gentile Primo Ministro Renzi,
a seguito della sua prima visita ufficiale in Israele e Palestina raccogliamo con interesse la priorità data dal nostro Governo a quest’area, segnata anche dalla visita di poche settimane fa del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Gentiloni. Tuttavia, dopo quanto emerso nei discorsi pubblici pronunciati durante la sua visita, vogliamo condividere con lei alcune riflessioni. Nel corso della sua visita lei ha ricordato che l’Italia è “leader per gli investimenti nella cooperazione in Palestina” e si è posto come obiettivo quello di “realizzare progetti di sviluppo per questa terra”. In linea con l’impegno economico a favore della Palestina da parte della Cooperazione Italiana, che vede tale Paese incluso nella lista dei 20 Paesi prioritari per il triennio 2014-2016, e perché si possa parlare di un reale sviluppo a Gaza e in Cisgiordania, chiediamo che il nostro Governo esprima posizioni chiare e coerenti a favore del rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale e che dopo la sua visita l’Italia se ne faccia portavoce con ancora più forza presso tutte le sedi rilevanti. Se, come da lei espresso, la sicurezza di Israele rappresenta anche la nostra sicurezza, allora le misure per promuoverla devono essere orientate a prevenire un’ulteriore escalation del conflitto.
Ci rivolgiamo pertanto a lei affinché il Governo Italiano:
1. Esiga il rispetto da parte di Israele del diritto internazionale e del diritto umanitario nel territorio palestinese occupato, a partire dalla fine del blocco su Gaza, che costituisce una punizione collettiva in aperta violazione della IV Convenzione di Ginevra.
2. Svolga un ruolo attivo affinché i Paesi donatori mantengano le promesse di aiuto a favore dei Palestinesi di Gaza e chiedano ad Israele di garantire un accesso senza restrizioni per i materiali necessari alla ricostruzione.
3. Faccia pressioni affinché Israele ponga fine alle demolizioni e agli sgomberi in Area C e a Gerusalemme Est, annullando tutti gli ordini di demolizione esistenti e garantendo il diritto dei Palestinesi a vivere e risiedere a Gerusalemme.
4. Chieda, assieme agli altri Paesi donatori, al governo israeliano di fornire spiegazioni ufficiali nei casi di distruzioni, demolizioni o confische di infrastrutture e aiuti umanitari, istituendo un meccanismo di reporting collettivo, trasparente e pubblico per monitorare i danni provocati e presentare immediate e formali richieste di risarcimento per i danni subiti dai progetti finanziati dai loro cittadini.
5. Esiga il congelamento degli insediamenti e l’annullamento della pianificazione di nuove unità abitative negli stessi.
6. Intraprenda iniziative affinché l’Unione europea renda esecutive le disposizioni dell’Accordo di associazione Ue-Israele e le Linee guida dell’Unione europea sull’attuazione del Diritto internazionale umanitario, e condizioni la collaborazione con Israele alla piena osservanza dello stesso e dei diritti umani, come previsto dall’art.2 dell’Accordo di associazione.
7. Rinnovi il proprio impegno affinché le Linee guida dell’Unione europa vengano attuate da parte degli Stati membri a partire dall’etichettatura dei prodotti provenienti dalle colonie israeliane.
Un ruolo italiano (ed internazionale) attivo rispetto ai punti che abbiamo elencato è una condizione sine qua non perché gli aiuti umanitari diventino attività ponte per instaurare condizioni di vita accettabili per la popolazione civile e perché la Cooperazione allo sviluppo diventi effettivamente tale.
Le Ong firmatarie: Terre des Hommes Italia, Oxfam Italia, ARCS, COSPE, CRIC, Nexus, Educaid, GVC, Overseas, Vento di Terra, Peacegames, VIS, CISS.
Fonte: COSPE