La protesta contro la Compagnia di Danza israeliana 'Batsheva', ospite in questi giorni al Festival Internazionale di Edimburgo, ha avuto il supporto di diverse figure provenienti dal mondo contemporaneo della danza, tra cui Alain Platel, fondatore della Compagnia di Danza belga Les Ballets C de la B, e il coreografo britannico Jonhatan Burrows.
Entrambi hanno dichiarato di opporsi all'esibizione della Compagnia Batsheva in quanto parte integrante della Brand Israel Campaign (Campagna del Marchio Israele), iniziata nel 2005, la quale utilizza esplicitamente la cultura come mezzo di propaganda con lo scopo di distogliere l'attenzione dai brutali trattamenti che Israele riserva alla popolazione palestinese.
I Palestinesi e i loro sostenitori hanno risposto tramite un appello al boicottaggio modellato sulla campagna anti-apartheid che aiutò a porre fine alla supremazia dei bianchi in Sud Africa. Tiffany Jenkis ha dichiarato al The Scotsman che le campagne di boicottaggio, inclusa la campagna contro l'apartheid, minacciano di soffocare l'espressione artistica. È rimasta colpita dall'asserzione del direttore artistico Ohad Nharinn, il quale ha dichiarato la totale indipendenza della Compagnia Batsheva dal governo, nonostante siano noti i finanziamenti statali di cui usufruiscono.
La supposta indipendenza non corrisponde alla realtà. Qualunque cosa possa pensare Mr. Naharin, il governo israeliano considera la sua Compagnia come 'un ambasciatore mondiale di massima importanza'. Inoltre l'ambasciata israeliana di Londra ha celebrato il tour della compagnia Batsheva considerandolo un esempio di 'proficuo legame' portato avanti dalla cultura.
Per decenni Israele ha usufruito di legami culturali con l'Europa senza che accadesse nulla che potesse essere definito 'proficuo', tanto meno per i Palestinesi. Accogliere i danzatori e i musicisti israeliani non risolve i problemi della confisca delle terre palestinesi, del destino dei loro rifugiati, dell'assedio di Gaza, dell'occupazione della West Bank e di Gerusalemme Est o della conseguente soppressione della cultura palestinese.
I sostenitori del boicottaggio riconoscono che il lavoro di Batsheva è di altissimo livello.
Tuttavia, Batsheva è immischiata nel meccanismo 'Marchio Israele'. Continuando a considerare questa condizione come 'normale', rassicura solamente gli israeliani e il loro governo sul fatto che nessun cambiamento è necessario.
Fino a quando Batsheva permane nel suo ruolo di ambasciatore retribuito per il Ministro degli Esteri Israeliano, dovrà aspettarsi di essere sfidata dagli attivisti della Campagna per il Boicottaggio.
Naomi Wimborne-Idrissi è la coordinatrice del gruppo di lavoro per il boicottaggio culturale presso il Boycott Israel Network.
Fonte: The Scotsman
Traduzione di BDS Italia