LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

Gli attivisti della San Francisco Bay Area non hanno permesso ad una imbarcazione della più grande compagnia israeliana di spedizione marittima di attraccare e scaricare al porto di Oakland per Quattro giorni consecutivi.

Martedì 19 Agosto alle 6:45 del mattino, gli attivisti hanno dichiarato un’ulteriore vittoria contro la Zim Line, che sta tentando di attraccare al porto di Oakland da Sabato 16 Agosto.

Lara Kiswani, direttrice esecutiva dell’Arab Resource and Organizing Center locale, ha riferito a The Electronic Intifada che aspetteranno di sentire se oggi la Zim Line abbandonerà l’area del Porto di Oakland con il carico che trasporta. “Altrimenti,” scrive Kiswani in una mail, “continueremo la nostra mobilitazione finchè non lo fa.”

Gli sforzi palestinesi per incoraggiare il boicottaggio di Israele, modellato sulla campagna mondiale del Sud Africa anti-apartheid, sta guadagnando popolarità come movimento democratico.

Il 9 Agosto, centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo sono scese nelle strade in risposta alla chiamata della società civile palestinese nella Striscia di Gaza occupata ed assediata, e del Comitato Nazionale per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BNC) per una “Giornata della Rabbia.”

Questa mobilitazione è avvenuto mentre cresce la pressione delle campagne di massa sui governi occidentali complici per l’imposizione di un embargo militare su Israele. Nella sua chiamata per la “Giornata della Rabbia”, la società civile palestinese ha reso assolutamente chiaro che:

“Mentre stiamo affrontando la piena potenza dell’arsenale militare di Israele, finanziato e rifornito dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, ci appelliamo alla società civile e alle persone di coscienza in tutto il mondo affinché mettano pressioni ai loro governi per sanzionare Israele e per l’imposizione un embargo immediato e totale sugli armamenti, Scendete nelle strade… con una richiesta unita di sanzioni contro Israele.”

Ramallah, Cisgiordania occupata – Arrabbiati a causa dei bombardamenti su Gaza, i palestinesi in Cisgiordania stanno cominciando a rigettare i prodotti israeliani.

In passato, sono stati compiuti sforzi concertati per liberare il mercato palestinese dai prodotti originari degli insediamenti ebraici costruiti illegalmente nella Cisgiordania occupata - ma mai prodotti provenienti da Israele. La scorsa settimana, le grandi catene di supermercati hanno iniziato a svuotare i loro scaffali dai prodotti israeliani, promettendo ai clienti che li avrebbero sostituiti con prodotti palestinesi o importati.

Salem Hmeidat ha detto che il supermercato per cui lavora a Ramallah stava lentamente sostituendo le merci israeliane. "Stiamo partendo con prodotti freschi e alimentari", ha detto Hmeidat. "Il nostro progresso dipende da come i nostri clienti saranno ricettivi a questi cambiamenti."

Mentre palestinesi e israeliani si stanno confrontando al Cairo per concordare un cessate il fuoco, l’orrore internazionale per il selvaggio assalto militare di Israele contro i civili di Gaza sta crescendo.

Con la realtà della vita dei palestinesi trasmessa al pubblico di tutto il mondo, il movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) spera di riuscire a prendere vantaggio dallo slancio ed ottenere un più ampio sostegno.

I sostenitori del BDS ritengono che la chiave per porre fine all'aggressione israeliana contro la Palestina sia attraverso il boicottaggio di Israele, per mettere pressione allo Stato affinchè si attenga a tutte le rilevanti leggi internazionali.

In una lettera recentemente inviata dal Ministero delle Politiche Agricole ai produttori lattiero-caseari  israeliani, agli agricoltori israeliani è stato detto di iniziare a dividere i loro prodotti che provengono da oltre la linea verde, di fronte al boicottaggio dell'Unione europea dei prodotti lattiero-caseari, di pollami, uova e carne che provengono dalla Cisgiordania e dalle Alture del Golan. I prodotti separati non saranno quindi inviati all'Unione Europea.
 
Il divieto dell'UE è designato per i prodotti provenienti dalla Cisgiordania e dalle Alture del Golan, ma dovrebbe tecnicamente includere alcune parti di Gerusalemme, sebbene nessuna merce israeliana è più prodotto lì.

Il regime israeliano di occupazione, colonialismo ed apartheid sta ancora una volta commettendo un atroce massacro sulla popolazione palestinese di Gaza.

Israele gode dell’impunità per i suoi crimini a causa del diretto supporto dei governi del Nord America e dell’Europa, ma anche da parte delle corporazioni che sono implicate nell’occupazione e nelle vergognose violazioni dei diritti umani da parte di Israele.

Ci sono dozzine di compagnie che giocano un ruolo attivo ed attuale nel facilitare l’apartheid israeliano. Alla luce del massacro spaventosamente sanguinoso che Israele sta commettendo a Gaza, il Comitato Nazionale Palestinese BDS (BNC) suggerisce agli attivisti BDS e alle persone di coscienza ed organizzazioni in tutto al mondo di prendere di mira, con urgenza, le sette seguenti compagnie. [1]

I maggiori esportatori di generi alimentari israeliani stanno affrontando un’ondata senza precedenti di cancellazione degli ordini dall’Europa come risultato del più recente massacro dei palestinesi a Gaza ad opera di Israele.

SuperValu, la più grande catena di distribuzione alimentare in Irlanda, ha riferito la scorsa settimana ai media irlandesi che ha ritirato i prodotti israeliani dai suoi negozi.

E i media israeliani suggeriscono che altri grandi rivenditori europei hanno preso decisioni simili senza annunciarle pubblicamente.

Le compagnie israeliane d’esportazione frutta e verdura hanno affrontato cancellazioni degli ordini dalla Scandinavia, Regno Unito, Francia, Belgio e Irlanda.

Garnier si è scusata. A nome della sua filiale israeliana, la multinazionale dei prodotti per il benessere si è detta profondamente rammaricata per il pacco omaggio con shampoo, balsamo e make-up, inviato la scorsa settimana alle soldatesse dell’Idf. L’iniziativa annunciata dalla Garnier israeliana con uno status su Fb, diventato presto virale, aveva fatto infuriare mezzo mondo: ”La spedizione di un pacco con prodotti per la cura della persona è stato inviato alle nostre ragazze che stanno difendendo Israele. Abbiamo incluso anche anche saponi per il viso e minerali, così potranno rimanere belle anche quando sono sul fronte a difenderci” recitava il post originale, poi cancellato, su Facebook.

All’indignazione delle prime ore è seguita una chiamata al boicottaggio dei prodotti Garnier; argomento tanto forte da aver costretto la società francese ad un rapido retromarcia per evitare di rimanere incagliati nella potente (ed efficiente) rete del B.d.s. (Boycott, Divestment and Sanction) l’organizzazione che dal 2005 promuove campagne di boicottaggio nel mondo di prodotti israeliani per costringere lo stato ebraico ad adeguarsi alle risoluzioni delle organizzazioni internazionali sulla questione palestinese.

L'arcivescovo emerito Desmond Tutu, in un articolo esclusivo per Haaretz, chiede un boicottaggio globale contro Israele e invita gli israeliani e i palestinesi a guardare oltre i rispettivi leader per una soluzione duratura della crisi nella Terra Santa.

Le scorse settimane hanno visto iniziative senza precedenti da parte dei membri della società civile in tutto il mondo contro l'ingiusta, sproporzionata e brutale risposta di Israele al lancio di missili dalla Palestina.

Se si mettessero insieme tutte le persone che lo scorso fine settimana si sono riunite per chiedere giustizia in Israele e Palestina - a Città del Capo, a Washington, a New York, a Nuova Delhi, a Londra, a Dublino e a Sidney e in tutte le altre città - si tratterebbe probabilmente della più grande protesta attiva da parte di cittadini a favore di una singola causa che ci sia mai stata nella storia del mondo.

Il recente comunicato della Giunta delle Comunità Ebraiche Italiane che dichiara necessaria un'azione “intensa, decisa, equilibrata” delle stesse di fronte all' “attacco delle forze terroristiche che controllano Gaza”, presenta i recenti fatti di Gaza sotto una luce distorta e per noi inaccettabile.

Sembra quasi che Israele sia aggredito da potenti terroristi, invece di essere il potente aggressore di una popolazione in mezzo alla quale sono attivi un numero imprecisato, ma piccolo, di combattenti palestinesi. L’attacco è stato israeliano, ed è avvenuto in un periodo in cui sembrava aprirsi la prospettiva di un governo di unità nazionale tra Hamas e l'Autorità Palestinese. Dopo la scomparsa e l’omicidio di tre ragazzi israeliani nei Territori Occupati, Israele, senza fornire prove della responsabilità di Hamas, ha iniziato un’escalation, ha compiuto uccisioni e arresti in massa, e alla prevedibile risposta con lancio di razzi ha iniziato il terribile attacco a Gaza causando quasi 2000 morti fra la loro popolazione, vittime per lo più innocenti, migliaia di feriti, mezzo milione di sfollati e la devastazione di interi quartieri.