LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

Mentre palestinesi e israeliani si stanno confrontando al Cairo per concordare un cessate il fuoco, l’orrore internazionale per il selvaggio assalto militare di Israele contro i civili di Gaza sta crescendo.

Con la realtà della vita dei palestinesi trasmessa al pubblico di tutto il mondo, il movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) spera di riuscire a prendere vantaggio dallo slancio ed ottenere un più ampio sostegno.

I sostenitori del BDS ritengono che la chiave per porre fine all'aggressione israeliana contro la Palestina sia attraverso il boicottaggio di Israele, per mettere pressione allo Stato affinchè si attenga a tutte le rilevanti leggi internazionali.

In una lettera recentemente inviata dal Ministero delle Politiche Agricole ai produttori lattiero-caseari  israeliani, agli agricoltori israeliani è stato detto di iniziare a dividere i loro prodotti che provengono da oltre la linea verde, di fronte al boicottaggio dell'Unione europea dei prodotti lattiero-caseari, di pollami, uova e carne che provengono dalla Cisgiordania e dalle Alture del Golan. I prodotti separati non saranno quindi inviati all'Unione Europea.
 
Il divieto dell'UE è designato per i prodotti provenienti dalla Cisgiordania e dalle Alture del Golan, ma dovrebbe tecnicamente includere alcune parti di Gerusalemme, sebbene nessuna merce israeliana è più prodotto lì.

Il regime israeliano di occupazione, colonialismo ed apartheid sta ancora una volta commettendo un atroce massacro sulla popolazione palestinese di Gaza.

Israele gode dell’impunità per i suoi crimini a causa del diretto supporto dei governi del Nord America e dell’Europa, ma anche da parte delle corporazioni che sono implicate nell’occupazione e nelle vergognose violazioni dei diritti umani da parte di Israele.

Ci sono dozzine di compagnie che giocano un ruolo attivo ed attuale nel facilitare l’apartheid israeliano. Alla luce del massacro spaventosamente sanguinoso che Israele sta commettendo a Gaza, il Comitato Nazionale Palestinese BDS (BNC) suggerisce agli attivisti BDS e alle persone di coscienza ed organizzazioni in tutto al mondo di prendere di mira, con urgenza, le sette seguenti compagnie. [1]

I maggiori esportatori di generi alimentari israeliani stanno affrontando un’ondata senza precedenti di cancellazione degli ordini dall’Europa come risultato del più recente massacro dei palestinesi a Gaza ad opera di Israele.

SuperValu, la più grande catena di distribuzione alimentare in Irlanda, ha riferito la scorsa settimana ai media irlandesi che ha ritirato i prodotti israeliani dai suoi negozi.

E i media israeliani suggeriscono che altri grandi rivenditori europei hanno preso decisioni simili senza annunciarle pubblicamente.

Le compagnie israeliane d’esportazione frutta e verdura hanno affrontato cancellazioni degli ordini dalla Scandinavia, Regno Unito, Francia, Belgio e Irlanda.

Garnier si è scusata. A nome della sua filiale israeliana, la multinazionale dei prodotti per il benessere si è detta profondamente rammaricata per il pacco omaggio con shampoo, balsamo e make-up, inviato la scorsa settimana alle soldatesse dell’Idf. L’iniziativa annunciata dalla Garnier israeliana con uno status su Fb, diventato presto virale, aveva fatto infuriare mezzo mondo: ”La spedizione di un pacco con prodotti per la cura della persona è stato inviato alle nostre ragazze che stanno difendendo Israele. Abbiamo incluso anche anche saponi per il viso e minerali, così potranno rimanere belle anche quando sono sul fronte a difenderci” recitava il post originale, poi cancellato, su Facebook.

All’indignazione delle prime ore è seguita una chiamata al boicottaggio dei prodotti Garnier; argomento tanto forte da aver costretto la società francese ad un rapido retromarcia per evitare di rimanere incagliati nella potente (ed efficiente) rete del B.d.s. (Boycott, Divestment and Sanction) l’organizzazione che dal 2005 promuove campagne di boicottaggio nel mondo di prodotti israeliani per costringere lo stato ebraico ad adeguarsi alle risoluzioni delle organizzazioni internazionali sulla questione palestinese.

L'arcivescovo emerito Desmond Tutu, in un articolo esclusivo per Haaretz, chiede un boicottaggio globale contro Israele e invita gli israeliani e i palestinesi a guardare oltre i rispettivi leader per una soluzione duratura della crisi nella Terra Santa.

Le scorse settimane hanno visto iniziative senza precedenti da parte dei membri della società civile in tutto il mondo contro l'ingiusta, sproporzionata e brutale risposta di Israele al lancio di missili dalla Palestina.

Se si mettessero insieme tutte le persone che lo scorso fine settimana si sono riunite per chiedere giustizia in Israele e Palestina - a Città del Capo, a Washington, a New York, a Nuova Delhi, a Londra, a Dublino e a Sidney e in tutte le altre città - si tratterebbe probabilmente della più grande protesta attiva da parte di cittadini a favore di una singola causa che ci sia mai stata nella storia del mondo.

Il recente comunicato della Giunta delle Comunità Ebraiche Italiane che dichiara necessaria un'azione “intensa, decisa, equilibrata” delle stesse di fronte all' “attacco delle forze terroristiche che controllano Gaza”, presenta i recenti fatti di Gaza sotto una luce distorta e per noi inaccettabile.

Sembra quasi che Israele sia aggredito da potenti terroristi, invece di essere il potente aggressore di una popolazione in mezzo alla quale sono attivi un numero imprecisato, ma piccolo, di combattenti palestinesi. L’attacco è stato israeliano, ed è avvenuto in un periodo in cui sembrava aprirsi la prospettiva di un governo di unità nazionale tra Hamas e l'Autorità Palestinese. Dopo la scomparsa e l’omicidio di tre ragazzi israeliani nei Territori Occupati, Israele, senza fornire prove della responsabilità di Hamas, ha iniziato un’escalation, ha compiuto uccisioni e arresti in massa, e alla prevedibile risposta con lancio di razzi ha iniziato il terribile attacco a Gaza causando quasi 2000 morti fra la loro popolazione, vittime per lo più innocenti, migliaia di feriti, mezzo milione di sfollati e la devastazione di interi quartieri.

ANTISIONISMO E’ ANTIFASCISMO

Noi giovani del Fronte Popolare di Aida Camp, Betlemme, Palestina, rigettiamo al mittente ogni parallelismo tra la lotta di liberazione del popolo palestinese e la feccia fascista.

Sionismo e fascismo sono due facce della stessa medaglia, il capitalismo, quindi rifiutiamo in blocco qualsiasi tipo di sostegno da chi da sempre si è posto come braccio armato del padronato e a difesa del capitale.

Non accettiamo perciò alcun sostegno da chi sfrutta il dramma del popolo gazawi, quindi palestinese, solamente per propagare odio razziale e antigiudaico fine a sostenere i suoi meschini interessi.

Da sempre combattiamo e combatteremo l’occupazione sionista, non la presenza ebraica in Palestina.

CONOSCIAMO BENE I NOSTRI NEMICI!
INTIFADA FINO ALLA VITTORIA!

Giovani del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina - Aida Camp

Come ebrei sopravvissuti al genocidio nazista e i nostri discendenti condanniamo inequivocalbilmente il massacro di Palestinesi a Gaza e l'occupazione e colonizzazione della Palestina storica. Condanniamo anche gli Stati Uniti perchè provvede a Israele i fondi per portare avanti l'attacco, e gli Stati occidentali in modo generale per usare le sue strutture diplomatiche per proteggere Israele dall'essere condannato. Il genocidio inizia con il silenzio del mondo.

Siamo allarmati per la estrema e razzista disumanizzazione dei palestinesi nella società israeliana, che ha raggiunto l'apice. In Israele i politici e gli opinionisti del 'Times of Israel' e del 'Jerusalem Post' chiamano apertamente al genocidio del palestinesi e gli israeliani di destra adottano gli emblemi neo-nazisti.

Inoltre, siamo disgustati ed indignati per gli abusi della nostra storia a mano di Elie Wiesel nelle pagine che promuovono palesemente delle falsità per giustificare l'ingiustificabile: lo sforzo totale d'Israele per distruggere Gaza e l'assassinio di circa 2000 palestinesi, tra cui centinaia di bambini. Niente può giustificare il bombardamento dei rifugi ONU, di case private, di ospedali ed università. Niente può giustificare il privare le persone di elettricità ed acqua.

Dobbiamo alzare la nostra voce collettivamente ed usare il nostro potere collettivo per finire ogni forma di razzismo, compreso l'attuale genocidio del popolo palestinese. Chiediamo la fine immediata dell'assedio e del blocco contro Gaza. Chiamiamo al totale boicottaggio economico, culturale ed accademico di Israele. 'Mai più' dev'essere MAI PIÙ PER TUTTI! 

La campagna “Long live Palestine boycott Israel” è cresciuta da poche centinaia di utenti ai primi di luglio a oltre duecentocinquantamila oggi.

Le ostilità a Gaza sembrano avere determinato una forte crescita della campagna di boicottaggio contro Israele – o almeno di quella parte che usa gli app per individuare i prodotti da colpire.

Buycott, un app che cataloga i marchi e i loro derivati e permette agli utenti di iniziare una campagna per sostenere o boicottare, riferisce che il numero delle persone che usa il suo gruppo “Long live Palestine boycott Israel” è improvvisamente salito nel mese scorso - da poche centinaia di utenti ai primi di luglio ad oltre duecentocinquantamila oggi.

Long live Palestine” è il gruppo più seguito sui siti del boicottaggio. Il secondo più seguito è "Avoid Israeli Settlement Products". Entrambi stanno rapidamente crescendo, secondo quanto riferisce l'International Business Times.

Attualmente vi è solamente una campagna pro Israele su Buycott. Nonostante sia stato creato più di un anno fa, ha solo 1380 sostenitori.