E’ stato un periodo molto intenso per le persone solidali con la Palestina ad Albuquerque. Cinque anni e mezzo fa, dopo il massacro israeliana a Gaza del 2008-09, la Coalizione Stop$30Billion to Israel, un gruppo di movimento di massa di normali cittadini, lanciò una campagna in cui eresse 10 cartelloni pubblicitari per la città, ed ispirò campagne simili a Chicago, New York, San Francisco, Portland, Washington DC, Boston, Arizona, e Seattle, giusto per menzionarne alcune.
Sono tornati. Lo scorso Lunedì 8 Settembre, la Coalizione ha esposto il suo primo cartellone pubblicitario digitale in risposta al recente massacro di Gaza. Lo stesso giorno un editoriale aperto intitolato Judaism, nationalism or an insurance plan? di Iris Keltz, membro fondatore di Jewish Voice for Peace-ABQ, è apparso nel giornale di Albuquerque. L’editoriale di Keltz fatto colpo, andando a sfidare ciò che essere pro-Israele significa veramente.
La posizione filo-israeliana di solito si riferisce al sostegno acritico basata sulla religione o etnia. La mia famiglia non ha mai messo in discussione che Dio diede Israele agli ebrei, o che una terra vuota abbia aspettato per migliaia di anni per quando noi fossimo tornati. Le credenze non sono sempre basate su fatti, ma sono potenti e difficili da cambiare, soprattutto quando sono rinforzate al pulpito.
All'inizio dell’attacco di Israele contro Gaza, la nostra famiglia festeggiava il 99esimo compleanno di mia madre in una sinagoga addobbata con bandiere israeliane. Il rabbino ha pregato per lo Stato ebraico in tempo di guerra, per il ritorno sicuro dei soldati e per gli aerei che atterrassero in sicurezza all'aeroporto internazionale Ben Gurion. Gli orrori che accadono alla popolazione civile di Gaza non sono mai stati menzionati.
La maggior parte di noi nella sinagoga era americana. Non eravamo in Sederot di fronte a razzi in arrivo, o in Tel Aviv in attesa che le sirene si fermassero. Non avevamo figli adulti nell'esercito israeliano e l'idea di trasferirci in Israele era uno degli scenari peggiori. Se la vita degli ebrei in America andasse a rotoli, potremmo sempre andare in Israele, il nostro paese di seconda scelta, ma, grazie a Dio, per ora, gli Stati Uniti ci ha accolti.
Questo è ebraismo, nazionalismo o un piano di assicurazione?
Oggi JVP-ABQ ha tenuto un piccolo evento di commemorazione al Jewish Community Center (sede della Federazione ebraica del NM); per la prima volta da anni un tale evento si è svolto davanti alla JCC "per sfidare l’impulsivo sostegno ad Israele” e per leggere i nomi dei morti.
Ecco una sbirciatina al cartellone digitale, questa volta illuminando il cielo serale.
Fonte: mondoweiss.net
Traduzione: BDS Italia