Comunicati

  • L'Alta Corte del Regno Unito si è pronunciata a favore dei consigli comunali che hanno adottato misure in solidarietà con il popolo palestinese.
  • Un comune francese nei pressi di Parigi sceglie di boicottare i prodotti delle colonie israeliane illegali.

L'Alta Corte del Regno Unito ha inferto un duro colpo a un raggruppamento pro-Israele che  ha tentato di impedire ai consigli comunali di agire in solidarietà con il popolo palestinese e ha deciso a favore di tre assemblee comunali che hanno approvato risoluzioni a sostegno di boicottaggi mirati dell' occupazione israeliana.

Il cosiddetto Jewish Human Rights Watch (JHRW), una lobby israeliana, ha sfidato sul piano giudiziario il consiglio comunale di Leicester, il consiglio comunale di Swansea  e il consiglio di Gwynedd su risoluzioni democraticamente assunte a sostegno di un boicottaggio dei prodotti degli insediamenti illegali israeliani.

Il giudice Simon ha respinto tutte le accuse fatte dal JHRW, tra cui l'affermazione che le risoluzioni hanno violato obblighi di legge sulla parità, e non ha ritenuto di prendere in considerazione "la necessità di eliminare le discriminazioni e molestie nei confronti di ebrei."

  • Rapporto tecnico: recenti continui attacchi informatici contro i siti BDSmovement.net dimostrano che si è trattato di aggressioni complesse e coordinate
  • Nel gennaio 2016 Israele ha annunciato piani per utilizzare la guerra informatica contro il BDS
  • La guerra cibernetica ben finanziata contro il BDS riflette il fallimento dei tentativi di bloccare la costante crescita del movimento negli ultimi anni

Un rapporto tecnico diffuso oggi [2 giugno] dal servizio no-profit di sicurezza in rete eQualit.ie evidenzia importanti prove che gli attacchi del tipo Distributed Denial of Service (DDoS) [attacchi informatici che bloccano l'accesso a siti. Ndtr.] portati contro il principale sito del movimento BDS e di altri gruppi critici verso l'occupazione e la violazione dei diritti umani da parte di Israele sono complessi e molto coordinati.

La tecnologia molto sofisticata utilizzata per gli attacchi e le dimensioni dei botnet [reti di dispositivi informatici infettati. Ndtr] coinvolti potrebbe indicare che Israele sia stato direttamente implicato. Israele aveva già affermato di aver intenzione di utilizzare la guerra informatica per sabotare il movimento BDS.

Anche i siti web di circa sei organizzazioni del BDS in Nord America e in Europa hanno subito attacchi di sospensione del servizio in febbraio e marzo, contemporaneamente all'attacco contro il sito BDSmovement.net.

Sedici organizzazioni in tutto il mondo, che sostengono il boicottaggio accademico e culturale di Israele, hanno scritto una lettera che condanna la persecuzione del governo israeliano nei confronti del co-fondatore del movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni, Omar Barghouti. La lettera è stata inviata ai ministri degli Affari Esteri di Argentina, Australia, Belgio, Canada, Francia, India, Italia, Norvegia, Pakistan, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti.

Di seguito la traduzione del comunicato del Coordinamento Europeo dei Comitati e Associazioni per la Palestina (ECCP), promotore della lettera alla Commissione UE sul diritto di boicottare Israele

  • 352 organizzazioni dei diritti umani, gruppi religiosi, sindacati e partiti politici europei invitano l'UE a sostenere il diritto a partecipare al movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) nei confronti di Israele
  • Tra le firme italiane: Fiom/CGIL, Un ponte per, Servizio Civile Internazionale, ARCI, Confederazione Cobas, Ebrei Contro l'Occupazione
  • Israele ha lanciato un attacco senza precedenti contro il movimento BDS
  • Amnesty International esprime preoccupazione "per l'incolumità e la libertà" del co-fondatore del movimento BDS

Più di 300 organizzazioni dei diritti umani e di solidarietà, gruppi religiosi, sindacati e partiti politici di tutta Europa hanno invitato l'UE a sostenere le proprie responsabilità legali, a rendere Israele responsabile delle sue violazioni delle leggi internazionali e a difendere il diritto di individui ed istituzioni a partecipare al movimento per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni, guidato dai palestinesi, per la giustizia e l'uguaglianza.

I firmatari della lettera chiedono alla commissione UE di "proporre le linee guida per i diritti umani che garantiscono la libertà di parola e il diritto al boicottaggio ed a utilizzare ogni altro mezzo a disposizione per appoggiare i cittadini europei nella loro lotta a sostegno dei diritti umani fondamentali."

Il governo Israeliano ha confermato che lo status di residente di Omar "è al vaglio del ministro della giustizia". Una portavoce del Ministero dell'Interno ha detto all'AFP che il ministro dell'interno sta esaminando lo status di residente permanente di Omar e che "le sue attività (in relazione al BDS) sono parte di questo". È la dimostrazione che le misure contro Omar sono profondamente politiche. Un portavoce di Human Rights Watch ha condannato il divieto di viaggiare imposto a Omar.

Dichiarazione del Comitato nazionale palestinese BDS (BNC)

Rispondendo alle osservazioni formulate oggi da Lars Faaborg-Andersen, ambasciatore dell'UE in Israele, che “i prodotti delle colonie sono benvenuti sul mercato europeo", Mahmoud Nawajaa, un portavoce del Comitato nazionale BDS palestinese ha dichiarato:

“L'Unione Europea ancora una volta ha abbandonato le proprie politiche che considerano illegali le colonie israeliane. L'UE, non votando al Consiglio dei diritti umani presso le NU per la redazione di una lista di aziende coinvolte nel regime di occupazione di Israele e unendosi alla lotta del governo israeliano di estrema destra contro il movimento BDS, il più grande movimento non violento sui diritti dei palestinesi a guida palestinese, sta ribadendo la già ben nota ipocrisia e il suo disinteresse nei confronti dei diritti umani."

Nawajaa ha aggiunto, “la sfacciata complicità dell'UE nel proteggere e mantenere il regime di occupazione di Israele, il colonialismo degli insediamenti e la discriminazione (apartheid) conferma la necessità di intensificare le campagne BDS della società civile contro questo regime così come contro le aziende e le istituzioni che sono coinvolte nelle violazioni dei diritti umani di Israele. Come nella lotta contro l'apartheid in Sudafrica, quando i governi non sostengono la giustizia, i cittadini devono agire."

Dichiarazione del Comitato Nazionale Palestinese per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BNC)

Il movimento internazionale a sostegno del diritto del popolo palestinese alla libertà, alla giustizia e all'uguaglianza negli ultimi anni ha fatto impressionanti progressi nel contesto politico dominante. 

L'impegno da parte del movimento per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS), guidato dai palestinesi, per rendere Israele responsabile delle sue gravi violazioni del diritto internazionale e per mettere fine alla complicità internazionale in queste violazioni è ampiamente appoggiato ed efficace come mai in precedenza. 

L'attuale governo israeliano, il più razzista di sempre, ha lasciato cadere ogni pretesa di "progressismo" e di "democrazia". 

Ciò ha permesso di mettere in luce come non mai il regime israeliano di occupazione, di colonialismo e di apartheid presso l'opinione pubblica mondiale. In questo contesto, e data la rapida diffusione del BDS negli ultimi anni, Israele ha fatto di tutto, ma non è riuscito a frenare il suo sempre più netto isolamento internazionale negli ambiti accademico, culturale, sportivo e, in misura minore, economico. 

A differenza di quanto sostengono i media, in Palestina, oramai, quella che poteva essere definita come occupazione, avendo acquisito carattere permanente, oggi si configura come apartheid. Così in occasione della XII edizione mondiale di IAW (Israeli Apartheid Week), presso la Facoltà di Economia dell'Università La Sapienza, il Collettivo Economia Sapienza ha organizzato due giornate per denunciare la condizione in cui il popolo palestinese è costretto a vivere.

In questo ambito Mercoledì 2 marzo è stato proiettato il docu-film "Un sogno a Gaza", con l’intervento della regista Franca Marini e di Bassam Saleh. Venerdì 4 marzo si terrà il secondo incontro con il BDS Roma e con la firmataria dell'appello per il boicottaggio accademico della Campagna StopTechnion Simona Borioni.

Purtroppo, dopo l’annullamento di un evento analogo all’Università di Cagliari, abbiamo letto sul sito Moked di pressioni dell’ambasciata israeliana su La Sapienza per negarci gli spazi per l’incontro. Non è una novità dato che, sempre sotto la pressione dell’ambasciata israeliana, già l’anno scorso sono stati negati gli spazi a Roma Tre per un incontro con lo storico israeliano Ilan Pappé. È in questo contesto di ingerenze e di repressione del dissenso che si collocano le posizioni del rettore Gaudio esposte a Pagine Ebraiche, in cui afferma di non voler concedere alcuno spazio a chi critichi Israele.

Il comunicato approvato dalla maggioranza del Consiglio studenti ieri, per esprimere solidarietà verso i ragazzi di Progetto Palestina. Il testo è stato inviato al Rettore e al direttore della Scuola di scienze giuridche, politiche ed economico-sociali Professor Ferrara.

Gentilissimi,

Con la presente ci rivolgiamo a voi per esprimere la nostra riprovazione per i fatti recentemente occorsi in relazione alla richiesta del collettivo Progetto Palestina di ospitare presso un’aula del Campus Luigi Einaudi un’assemblea sul tema del bds (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) nei confronti dello Stato di Israele. Come Consiglio Studenti non possiamo che dirci sorpresi e fortemente contrari alla decisione della Scuola di revocare la concessione dell’aula per l’assemblea, il cui svolgimento è previsto in data giovedì 3 marzo 2016.

Non vediamo infatti, nella richiesta di Progetto Palestina, nulla che non soddisfi le richieste della Scuola in merito al profilo dell’assemblea e degli invitati (uno dei quali è docente incardinato presso il Dipartimento di Culture, politica e società); allo stesso modo non comprendiamo la giustificazione data dalla Scuola per motivare la revoca dello spazio inizialmente concesso: la presenza di un contradditorio, ci pare, non rappresenta prerequisito necessario per un dibattito per altro non di carattere puramente informativo ma politico e programmatico; non comprendiamo inoltre come l’assemblea possa danneggiare il decoro dell’Università degli studi di Torino, dal momento che non aveva lo scopo di propagandare messaggi o contenuti in alcun modo violenti o, per citare il Professor Volli sulla cronaca torinese della Stampa di oggi “antisemiti” quanto piuttosto ricordare le inumane condizioni patite dal popolo palestinese e immaginare un percorso aperto, democratico e condiviso in materia di boicottaggio di prodotti e istituzioni israeliane (pratica per altro fatta propria da diversi enti universitari e pubblici nel mondo).

"L'Ateneo ha tra i suoi valori fondanti il pluralismo, la libertà da ogni condizionamento ideologico, confessionale e politico e il pieno rispetto delle pari opportunità anche tra differenti posizioni culturali. Per questo motivo le autorizzazioni all'utilizzo di aule, locali o spazi dell'Università di Cagliari devono intendersi revocate con effetto immediato.”

Con queste parole, il rettore Maria Del Zompo nega la possibilità dello svolgimento dell’Israeli Apartheid Week 2016, iniziativa annuale organizzata nelle città e nei campus di tutto il mondo. Conferenze, eventi multimediali e spettacoli culturali hanno lo scopo di mostrare alle persone la natura dell’apartheid israeliana e la sua ricaduta sui palestinesi dei Territori Occupati e di Israele. Informazione ma non solo. I punti saldi di questa campagna vanno dal boicottaggio di ogni tipo di prodotto proveniente dal territorio israeliano, alla richiesta di piena uguaglianza dei cittadini arabo-palestinesi di Israele, alla fine dell’occupazione e della pulizia etnica nei territori arabi, allo smantellamento del Muro, al rilascio dei prigionieri politici, sino ad arrivare al diritto di ritorno da parte dei rifugiati palestinesi.