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Comunicato del Comitato Nazionale Palestinese del BDS

L'organizzazione palestinese che dirige il movimento per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) attualmente attaccato da nuove norme del governo britannico afferma che il primo ministro David Cameron sta facendo un grave errore, simile all'appoggio incondizionato di Margaret Thatcher all'apartheid in Sud Africa.

Le nuove norme, destinate ad essere annunciate questa settimana durante una visita in Israele del capo di Gabinetto Matt Hancock, renderanno più difficile per le amministrazioni locali e altri enti pubblici, comprese le università, fare appalti o prendere decisioni sugli investimenti con criteri etici. Il governo afferma che questi cambiamenti intendono contrastare il crescente movimento BDS.

Rafeef Ziadah, un portavoce dalla Gran Bretagna per il Comitato Nazionale Palestinese per il BDS, ha detto:

"Invece di impegnarsi a fare in modo che Israele sia chiamato a rispondere per le sue continue violazioni dei diritti umani, i ministri britannici continuano il commercio delle armi con Israele e attaccano la democrazia locale per proteggerlo da ogni critica."

"Che razza di messaggio questa decisione manda alle imprese britanniche come "G4S"  e JCB che aiutano e appoggiano le violazioni dei diritti umani da parte di Israele?"

Dichiarazione del Palestinian Human Rights Organizations Council (PHROC) 

Per decenni Israele non ha rispettato i propri obblighi in quanto potenza occupante e invece ha intensificato l’occupazione e il proprio regime di colonialismo e di apartheid. Le violazioni dei diritti umani, che costituiscono crimini internazionali, compresi uccisioni illegali, torture, trasferimento forzato, e altre forme di punizione collettiva, sono diventati la norma. Invece di rispettare le proprie responsabilità in base al diritto internazionale e adottare misure per ritenere Israele responsabile, stati terzi hanno in gran parte chiuso un occhio.

Mentre ad alcuni governi del mondo e in organismi ed enti internazionali e regionali, come le Nazioni Unite e l’Unione europea, manca ancora la volontà politica di ritenere Israele responsabile, il movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) è cresciuto fino a fornire un’importante contro-narrativa non violenta e un’alternativa per raggiungere il godimento e l’esercizio della libertà, della dignità e della giustizia per i palestinesi.

L’appello per il BDS del 2005, rilasciato dalla società civile palestinese, e il Comitato Nazionale Palestinese del BDS (BNC), che guida il movimento internazionale, affermano che il movimento BDS è inclusivo, rifiuta tutte le forme di razzismo e discriminazione e non prende di mira nessuna persona fisica o giuridica in base alla sua identità. Piuttosto, il movimento prende di mira l’occupazione e l’oppressione dei palestinesi da parte di Israele. Le aziende e le istituzioni che facilitano, aiutano o traggono profitto dalla negazione dei diritti umani dei palestinesi da parte di Israele rientrano nell’ambito di competenza del movimento.

Così come cresce l’impatto di BDS, aumentano anche gli sforzi da parte di Israele, dei suoi gruppi di pressione e dei suoi sostenitori per denigrare, diffamare e tentare di criminalizzare il movimento. Molte di questi sforzi cercano di associare falsamente il movimento non violento BDS alla discriminazione o all’antisemitismo; tali affermazioni non sono solo infondate, ma calpestano ingiustamente, tra gli altri, anche i diritti alla libertà di espressione e di protesta.

Di conseguenza, è diventato imperativo per il Consiglio delle Organizzazioni Palestinesi dei Diritti Umani (PHROC) ribadire l’universalità di questi diritti umani. Il PHROC afferma il diritto di tutti gli individui a partecipare al boicottaggio, al disinvestimento e alle azioni di sanzione e di sostenerle, e invita gli Stati e le imprese di tener fede alle loro rispettive responsabilità legali.

Spett. Sindaco,

Le scrivo a proposito del convegno di Trieste organizzato da Salaam ragazzi dell'Olivo, nella quale è intervenuto pesantemente un diplomatico straniero per bloccare l'iniziativa. 

Innanzitutto vorrei sottolineare come le interferenze negli affari interni di un paese sia una grave violazione dei protocolli internazionali che regolano gli accordi diplomatici, e che come tale dovrebbe essere segnalato al Ministro competente.

Avendo "una certa età", ho partecipato con convinzione al boicottaggio mondiale contro il regime sudafricano dell'Apartheid alla fine degli anni 60, Nel mio paese, Irlanda, questo consisteva nel boicottare i prodotti sudafricani, ma anche nel boicottare la squadra sudafricana di rugby, che vietava l'ingresso ai giocatori non bianchi. 

Lei è senz'altro al corrente della svolta democratica del Sud Africa dopo la fine del orribile pratica chiamata Apartheid. Difficilmente questo risultato si sarebbe ottenuto senza l'isolamento del Sud Africa come conseguenza del boicottaggio economico, culturale e sportivo del paese.

Io non vedo differenza alcuna fra la legittimità del boicottaggio del regime dell'Apartheid in Sud Africa e quello contro le politiche espansionistiche e di pulizia etnica di Israele nei confronti del popolo indigeno della Palestina. Anzi, a detta di molti osservatori sudafricani, la situazione in Palestina è addirittura peggio, in quanto Israele dispone di armi e tecnologie che non esita ad usare contro un popolo inerme, nonché dell'appoggio incondizionato degli Stati Uniti. Inoltre, il Sud Africa non disponeva di un budget enorme per le pubbliche relazioni, come Israele oggi.

Spero che in futuro il suo Comune abbia la forza ed il coraggio di rispingere qualsiasi tentativo, interno o esterno, di bloccare simile iniziative democratiche.

Sheila Donohoe
ex funzionaria ONU
Roma

Di seguito alcune lettere in merito al convegno "Palestina tra diritti negati e prospettive future" a Trieste e le accuse dell'ambasciatore di IsraeleVedi anche Rispedite al mittente le accuse al movimento BDS dell’Ambasciata israeliana in Italia

» La lettera di Salaam Ragazzi dell'Olivo Comitato di Trieste, ad oggi non ancora pubblicata: 

Facciamo riferimento agli articoli apparsi sul giornale tra il 29 novembre e il 4 dicembre per esprimere, come soggetti interessati, alcune osservazioni.

Sabato 28 novembre, i cittadini e le cittadine di Trieste hanno avuto un'occasione unica per questa città: la possibilità di seguire i lavori del Convegno internazionale "Palestina tra diritti negati e prospettive future", promosso dalla nostra Associazione con il supporto del Comune.

L'iniziativa ha visto, al mattino, attorno allo stesso tavolo prestigiosi relatori, testimoni autorevoli e attenti della realtà dei rispettivi Paesi: Ghada Karmi, scrittrice e saggista palestinese residente a Londra, Gideon Levy israeliano, noto giornalista dell'importante quotidiano Haaretz eWasim Dahmash, palestinese residente in Italia, saggista e docente di lingua e letteratura araba.

Al pomeriggio si sono aggiunti altri ospiti per la tavola rotonda: Fausto Gianelli italiano, avvocato esperto di diritto internazionale e coordinatore dei giuristidemocraticidi Modena,Widad Tamimi, residente a Lubiana,scrittrice, che ha conseguito un master in diritto internazionale a Londra, Fulvio Salimbeni, docente di storia contemporanea all'Università di Udine e Stephanie Westbrook, statunitense residente a Roma, attivista dei diritti umani e sostenitrice del BDS (pratica non violenta di boicottaggio già utilizzata contro il Sud Africa razzista).

Salaam Ragazzi dell'Olivosi è impegnata per assicurare al Convegno le migliori condizioni ambientali, dalla sede prestigiosa con l'Auditorium del Museo Revoltella, alla disponibilità di materiale informativo di supporto, al sistema di traduzione simultanea curato da tre professioniste e, non ultimo, ha scelto una data significativa per i palestinesi, ricorrendo il 29 novembre il terzo anniversario del riconoscimento ONU alla Palestina di stato osservatore non membro.

Egregio Sindaco,

Il 28 novembre ho avuto il piacere di partecipare insieme ad un folto pubblico al convegno »Palestina tra diritti negati e prospettive future« organizzato, in modo oserei dire perfetto, dall'associazione Salaam Ragazzi dell'Olivo di Trieste.

La giornata del convegno che vedeva tra i partecipanti nomi illustri del giornalismo israeliano, del mondo accademico sia italiano che britannico, la rappresentante del movimento BDS Italia, nonche' il rappresentante dei Giuristi Democratici e' stata segnata da una stonatura. Infatti, all'inizio dei lavori il pubblico e' stato informato del fatto che il Comune di Trieste aveva deciso pressocche' all'ultimo momento di ritirare il proprio ruolo di coorganizzatore in quanto informato dall'ambasciatore israeliano che tra i partecipanti al convegno ci fossero rappresentanti di organizzazioni legate a gruppi terroristici. Accusa gravissima.

Lettera pubblicata sabato 12 dicembre da Il Piccolo in merito alle gravi accuse di legami con organizzazioni terroristiche fatte dall'Ambasciata israeliana in Italia al movimento BDS

Il 28 novembre, ho avuto il piacere di partecipare al convegno “Palestina tra diritti negati e prospettive future”, organizzato egregiamente dall’associazione triestina Salaam ragazzi dell'olivo.

In una giornata di dibattito e confronto, strideva la lettera dell’ambasciata israeliana al sindaco Cosolini nella quale chiedeva al comune di ritirare il proprio sostegno al convegno. Nel motivare la richiesta, l’ambasciata fa gravi accuse di legami con organizzazioni terroristiche al movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele nel quale sono impegnata da anni.

Ancora più preoccupante delle ingerenze da parte Israele, che purtroppo non risultano essere le prime, né in Italia né in Europa, è il modo in cui il Comune abbia ciecamente accolto la richiesta senza approfondire.

Ci sarebbe voluto molto poco per sapere che il BDS è un movimento non violento lanciato nel 2005 da 170 organizzazioni della società civile palestinese. Si ispira all’analogo movimento contro l’apartheid in Sud Africa e nasce dal fallimento delle istituzioni internazionali ad adempiere ai loro obblighi di porre fine alle violazioni israeliane dei diritti dei palestinesi. Israele agisce con impunità perché gli stati e le istituzioni glielo permettono. E le imprese, anche Italiane, continuano a fare affari con l’occupazione israeliana.