Notizie BDS
Notizie internazionali del movimento globale BDS.
Abbandonata la scuola, fanno un lavoro pericoloso per una misera paga
In un rapporto presentato oggi Human Rights Watch sostiene che le fattorie delle colonie israeliane in Cisgiordania utilizzano lavoro minorile palestinese per la coltivazione, la raccolta e l'impacchettamento dei prodotti agricoli, molti dei quali esportati. Le fattorie pagano ai bambini bassi salari e li sottomettono a condizioni di lavoro pericolose in violazione degli standard internazionali.
Il rapporto di 74 pagine "Maturi per gli abusi: il lavoro minorile palestinese nelle colonie agricole israeliane in Cisgiordania" documenta che bambini anche di 11 anni lavorano in alcune fattorie delle colonie, spesso ad alte temperature. I bambini trasportano carichi pesanti, sono esposti a pesticidi pericolosi ed in alcuni casi devono pagarsi i trattamenti medici per ferite o malattie dovute al lavoro.
"Le colonie israeliane stanno traendo profitto dalle violazioni dei diritti contro i bambini palestinesi," afferma Sarah Leah Whitson, direttrice per il Medio Oriente e il Nord Africa. "I bambini delle comunità impoverite dalle discriminazioni di Israele e dalle politiche di colonizzazione stanno lasciando la scuola e accettando lavori pericolosi perché sentono di non avere alternative, mentre Israele fa finta di niente."
Human Rights Watch ha intervistato 38 bambini e 12 adulti che lavorano in sette fattorie delle colonie nella zona della valle del Giordano, che rappresenta circa il 30% della Cisgiordania e dove si trovano i maggiori insediamenti agricoli.
Leggi: Human Rights Watch: L'agricoltura delle colonie israeliane danneggia i bambini palestinesi
Presentata dai parlamentari Peter Roskam (repubblicano) e Juan Vargas (democratico), il disegno di legge, oltre ad ostacolare la campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, scoraggerebbe i potenziali partner commerciali degli Stati Uniti dal partecipare o promuovere azioni contro l’economia israeliana.
di Raffaele Angius
Mentre da un lato i rapporti tra l’amministrazione Obama e Netanyahu non sono mai stati così freddi, dall’altra al Congresso americano arriva una proposta di legge finalizzata a strutturare meccanismi di difesa dell’economia israeliana sfruttando il TTIP (Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti) che nasce con l’obiettivo di rafforzare l’asse commerciale Europa – Stati Uniti.
La “Legge sull’Incremento commerciale e lo scambio tra Israele e Stati Uniti”, presentata dai parlamentari Peter Roskam (repubblicano) e Juan Vargas (democratico) intende colpire esplicitamente la campagna BDS – Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni – la quale promuove misure di boicottaggio delle merci e dell’economia israeliana con l’obiettivo di forzare la fine dell’occupazione dei Territori Palestinesi e delle politiche di segregazione contro il popolo palestinese.
Leggi: Al Congresso degli Stati Uniti una proposta per colpire il movimento BDS
Comunicato del Comitato nazionale palestinese per il BDS
La campagna del BDS ha costato alla Veolia miliardi di dollari in contratti. Ma la Veolia è ancora coinvolta nella gestione della metropolitana leggera di Gerusalemme. Va quindi continuata la campagna di boicottaggio.
Gli attivisti della società civile palestinese hanno salutato la decisione della grande impresa francese Veolia di vendere quasi completamente le sue partecipazioni finanziarie in Israele come un' importante vittoria del movimento globale del Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni. La vendita è la conseguenza di una campagna internazionale contro il ruolo della società nelle illegali colonie israeliane, che costa all'impresa miliardi di dollari in contratti persi.
La campagna di boicottaggio contro la Veolia è partita nel novembre del 2008 a Bilbao, nel Paese basco, per costringere la società a chiudere la sua partecipazione nei progetti illegali israeliani che forniscono servizi alle colonie nei territori palestinesi occupati (TPO).
Sotto la pressione del BDS, la Veolia non è riuscita a vincere l'appalto di un grande numero di commesse con enti locali europei, degli USA e del Kuwait. Consigli comunali europei hanno approvato delibere che escludono dalle gare d'appalto la società in quanto coinvolta nelle violazioni israeliane dei diritti umani.
Leggi: Veolia vende attività in Israele oggetto di campagne di boicottaggio lanciate dai palestinesi
L'azienda israeliana di cosmesi Ahava ha annullato il Twitter Festival previsto per lo scorso giovedì a seguito delle azioni degli attivisti per il BDS in solidarietà con la Palestina, che hanno sabotato l'iniziativa raccontando e diffondendo "la verità su Ahava e i sui affari con l'Occupazione".
Un annuncio pubblicato Giovedì dichiarava "Il Twitter party sarà rimandato: vi terremo aggiornati sulla nuova data". Ahava Dead Sea Laboratories è una società di cosmetici israeliana che dal 2009 è stata il bersaglio di una campagna di boicottaggio internazionale, a causa delle sue pratiche illegali e della sua connivenza con il sistema di occupazione israeliano.
L'impianto di produzione principale ed il centro dei visitatori della società si trovano in un insediamento israeliano illegale nella Cisgiordania occupata, dove si saccheggia il fango dalle rive occupate del Mar Morto da utilizzare esclusivamente per profitti dell'azienda. Inoltre, le etichette applicate sui suoi prodotti riportano la dicitura "Made in Israel", mentre in realtà vengono realizzati nella Cisgiordania occupata.
Maggiori informazioni sulla campagna in corso contro l'azienda Ahava: www.stolenbeauty.org
Fonte: AIC Italiano
Imprese francesi si ritirano dal progetto per la funivia a Gerusalemme dopo avvertimenti del governo
Attivisti palestinesi hanno accolto con favore oggi la notizia che due imprese francesi, Safege e Poma, hanno annullato la loro partecipazione nel progetto per una funivia a Gerusalemme, che collegherebbe gli insediamenti illegali di Israele, dopo essere state messe in guardia sugli associati rischi giuridici dai ministeri francesi della finanza e degli esteri.
Reti di solidarietà in tutta Europa avevano sollecitato la Safege e la Poma di ritirarsi dal progetto.
Mahmoud Nawajaa, un portavoce per il Comitato nazionale palestinese per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BNC), l'ampia coalizione di organizzazioni della società civile palestinese che lavora per sostenere il movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), ha detto:
"Safege e Poma hanno preso l'unica decisione sensata e hanno così evitato di partecipare nella colonizzazione israeliana della terra palestinese. In questo modo hanno anche evitato di diventare obiettivi del movimento internazionale per il BDS".
"La campagna BDS contro altre due società francesi, Veolia e Alstom, che ha condotto alla perdita di miliardi di dollari di contratti in tutto il mondo, ha creato un precedente per altre aziende multinazionali, insegnando che la complicità con la colonizzazione israeliana della terra palestinese viene ad un costo pesante."
Commento di Omar Barghouti sull'editoriale "Il vero vincitore delle elezioni israeliane: il BDS", pubblicato su Haaretz.
E’ raro leggere qualcosa di sincero che venga da personaggi legati alla lobby israeliana, dentro o fuori dalle università, soprattutto negli USA, in quanto disinformazione, propaganda a ruota libera e libelli menzogneri sono diventati il pane quotidiano dei dirigenti sionisti e dei loro portavoce – nella grande maggioranza stipendiati – negli USA.
Il potere corrompe. Il potere che si basa sul perfezionare un sistema di corruzione politica, intimidazione, distribuzione di denaro senza ritegno e spietata repressione dei dissidenti per ridurli al silenzio corrompe più di ogni altro.
Perdi semplicemente il contatto con la realtà e cominci a credere alle tue stesse menzogne secondo le quali la gente non critica Israele o tollera i suoi crimini perché “ami” realmente la nazione delle “start up” (o degli "stuck up" [presuntuosi]), e costoro sono convinti che il mondo non abbia possibilità di sopravvivere senza Israele.
Bene, difendere un ossimoro quale lo Stato “ebreo e democratico” richiede mezzi talmente sordidi come mentire e intimidire le persone per farle tacere.
Per cercare di nascondere o rifarsi un’immagine (a favore dei gay, dell’ambiente, delle nuove tecnologie, della religione, ecc.) il regime israeliano di occupazione, colonialismo di popolamento e apartheid deve abbandonare ogni senso di decenza morale, di logica e, molto spesso, di senso comune.
Così, quando un dirigente dell’irrimediabilmente sionista (ossia razzista) e inevitabilmente repressiva Hillel, un’organizzazione che per decenni è diventata dipendente dalle menzogne, che fa il tifo per ogni massacro e crimine di guerra israeliano e che partecipa alle più abiette prepotenze e intimidazioni contro chiunque abbia osato criticare l’unico apartheid che rimane nel mondo, prova a dire la verità, o almeno una parte della verità, vale la pena di citarlo e forse anche di riconoscerne il merito.
Deve essere un’esperienza esaltante e liberatrice il fatto di riuscire finalmente a far cadere alcuni miti e discorsi propagandistici e tirar fuori un po’ di coraggio…
Ancora una volta, non si può che dare atto a Netanyahu per l’impagabile appoggio che ha involontariamente offerto al movimento BDS.
E la gente si meraviglia che Jewish Voice for Peace [Voce Ebraica per la Pace, organizzazione pacifista ebrea nordamericana. N.d.tr.] stia conquistando i giovani ebrei americani nelle università e altrove!
Omar Barghouti
Il vero vincitore delle elezioni israeliane: il BDS
La rielezione di Netanyahu ha tolto agli studenti filo- israeliani l'arma più potente: un governo favorevole alla pace.
di Avinoam Baral
Nel suo discorso nel 2014 all'AIPAC [American Israel Public Affairs Committee la potente lobby filo-israeliana negli USA. N.d.tr.], il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato con forza di come il movimento del Boicottaggio, Disinvestimento , Sanzioni, focolizzato solamente su Israele, l'unico Stato ebraico, sia un movimento “antisemita”. Il suo discorso è stato così bene accolto che, quando ha lasciato il palco , Bibi ha ricevuto la più calorosa e forte ovazione della conferenza. In qualità di studente ebreo e attivista a favore di Israele all' UCLA [Università della California, con sede a Los Angeles. N.d.tr.], non ho potuto far altro che lasciare che queste parole mi toccassero nel profondo. In un mondo totalmente apatico, suona falsa l'ossessione solo per tenere il conto del rispetto dei diritti umani da parte di Israele . E data l'antica storia di individuare gli ebrei come capro espiatorio, non posso fare a meno di sentire che il movimento del BDS rappresenta un ulteriore capitolo di questa storia.
Ho passato una quantità infinita del mio tempo a lottare nella mia università direttamente o indirettamente contro il BDS – sia nel consiglio direttivo dell'associazione Bruins for Israel [associazione presente nell'UCLA che intende rafforzare i legami con Israele. N.d.tr.] sia nel direttivo degli studenti di cui ora sono presidente. Uno dei maggiori ostacoli che debbo affrontare in qualità di leader a favore di Israele è la risposta alla domanda: “Quale alternativa esiste al BDS”? È una giusta domanda, a cui dovrei sapere rispondere senza esitazione.
Dobbiamo intensificare la campagna BDS, dichiarare la fine degli accordi di Oslo e della soluzione dei due stati, e impegnarci a favore di uno stato democratico unitario
di Haidar Eid
Ma guarda un po’! Contro ogni previsione, il capo del Likud Benjamin Netanyahu formerà il prossimo governo israeliano. Il blocco di destra del Likud ha ottenuto la maggioranza. Nella comunità internazionale molti, incluso il governo degli Stati Uniti, speravano che Isaac Herzog, capo dell’Unione Sionista, avrebbe prevalso e sarebbe diventato primo ministro perché lo vedono come il candidato di "pace", convenientemente ignorando il fatto che l’Unione Sionista aveva nel proprio programma il mantenimento dei principali blocchi di insediamenti illegali israeliani.
In realtà, tuttavia, pur parlando di trattative Herzog rappresenta la continuità con le passate politiche israeliane di pulizia etnica in corso nei confronti dei palestinesi, proprio come Netanyahu. Sia il Likud che l’Unione Sionista non lasceranno ai membri della comunità internazionale impegnati per i diritti umani che un'unica risposta adeguata - Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni (BDS).
Leggi: La risposta palestinese alla vittoria di Netanyahu: intensificare la campagna BDS
«Con questo voto, Israele ha perso la maschera», dice al manifesto Omar Barghouti, ricercatore indipendente laureato all’Università di Tel Aviv e attivista dei diritti umani palestinese. Ingegnere elettronico, filosofo e opinionista – sui articoli sono apparti sul Guardian, New York Times, Bbc, Cnn... – è autore del libro: Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni: La lotta globale per i diritti palestinesi (Haymarket Books, 2011). E’ cofondatore dell’organizzazione Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (Bds), proveniente dalla società civile palestinese.
Come valuta i risultati delle elezioni parlamentari in Israele?
Come una vittoria per l’estrema destra, per i coloni, per il razzismo e l’apartheid. I palestinesi sanno che dovranno soffrire ancora di più. Speriamo almeno che, vedendo il vero volto del regime israeliano, il mondo reagisca e sostenga gli sforzi del movimento Bds per isolarlo, fino al riconoscimento dei nostri diritti inalienabili. Israele, una potenza nucleare bellicosa incurante del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali, ora avrà al governo i peggiori fanatici, con gravi conseguenze per i palestinesi e per la pace nel mondo. I grandi perdenti sono i partiti di destra che indossano maschere di sinistra, come il Labor e il partito di Tzipi Livni. Entrambi sono colpevoli di cementare l’occupazione, gli insediamenti e il regime dell’apartheid, entrambi sono colpevoli di gravi crimini di guerra contro il popolo palestinese. Pur rifiutando il diritto fondamentale alla parità per i palestinesi, sono riusciti a mantenere una falsa facciata di “moderatezza” e persino tendenze “sinistra”. La maschera è caduta. Vi è un consenso sionista, senza eccezioni, contro l’uguaglianza per i palestinesi in Israele, contro il diritto dei profughi di ritornare alle loro terre e alle case da cui sono stati scacciati per via della pulizia etnica, e un’adesione piena al completamento del sistema unico di occupazione, colonizzazione e apartheid. Le Nazioni unite e i governi del mondo devono assumersi una parte di colpa nell’esito di queste elezioni: perché non hanno ritenuto Israele responsabile nei confronti del diritto internazionale e non gli hanno imposto sanzioni com’è stato fatto invece contro l’apartheid in Sud Africa. Hanno rifiutato di appoggiare la pressione dell’opinione pubblica mondiale per fermare l’ultima strage di Israele nella Striscia di Gaza assediata, nell’estate del 2014, e la continua e selvaggia colonizzazione della Cisgiordania, in particolare all’interno e intorno a Gerusalemme est e nella Valle del Giordano. Sono rimasti indifferenti quando Israele ha adottato leggi ancora più razziste che hanno istituzionalizzato quello che l’Onu definisce un regime di apartheid. Nell’opinione pubblica mondiale, Israele non ha più alcun credito, ma i governi mondiali devono ancora far rispettare il dettato delle loro costituzioni per porre fine all’impunità di Israele e imporgli sanzioni significative, a partire da un embargo militare.
di Amena Saleem
Nel Regno Unito è stato vietato all’Ufficio turistico del governo di Israele di utilizzare una pubblicità che implica che la città vecchia di Gerusalemme è parte di Israele.
La pubblicità mostra una foto panoramica della città vecchia con la didascalia “Israele ha tutto”. La pubblicità è apparsa in un opuscolo prodotto dall’Ufficio turistico del governo di Israele (IGTO).
La scorsa settimana, l’autorità di vigilanza del Regno Unito (ASA) ha accolto una dununcia contro la pubblicità e ha vietato che essa possa apparire nuovamente nella sua forma attuale.
Non è questa la prima volta che una campagna pubblicitaria dell’IGTO è sanzionata dal garante.
L’Ufficio turistico del governo israeliano produce da diverso tempo annunci pubblicitari che o cancellano la Cisgiordania occupata e Gaza dalla carta geografica o eliminano fisicamente ogni traccia della storia e del patrimonio culturale palestinese al fine di promuovere Israele come meta turistica.
L’ultima pubblicazione dell’IGTO è una brochure patinata di 32 pagine, dal titolo "Sapore di Israele", distribuita nel mese di febbraio dalla catena di supermercati Waitrose.
di Charlotte Kates
Lo scorso mercoledi 4 marzo molti studenti hanno gremito una intera sala per assistere alla conferenza tenuta via Skype dalla parlamentare palestinese di sinistra Khalida Jarrar alla Vrije Universiateit Brussels (la Libera Universita' di Bruxelles), dopo che gli organizzatori hanno sconfitto il tentativo dell' ambasciatore israeliano in Belgio di impedire la “Settimana dell' Apartheid Israeliana” programmata all' universita' in lingua olandese della capitale belga.
Dopo che la stampa locale ha diffuso la notizia che l'Ambasciatore di Israele in Belgio e Lussemburgo, Jacques Revah, si e' lamentato con il rettore della VUB, Paul De Knop, circa l' opportunita' di organizzare la Settimana dell' Apartheid Israeliana nel campus, una piccola tempesta si e' scatenata sui mezzi di comunicazione all' interno dell' universita. In particolare, Revah, raccogliendo le proteste espresse in precedenza da un gruppo di pressione sionista locale, la Lega belga contro l' Antisemitismo (BLAA), si e'scagliato contro la conferenza della Jarrar cosi' come aveva gia' fatto riguardo la partecipazione in programma dell' ex pilota dell'aviazione militare israeliana, Yonatan Shapira, un coraggioso “Refusenik”. Joel Rubinstein della BLAA aveva gia' minacciato azioni legali contro l' universita' per aver concesso la parola alla Jarrar, dirigente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, una formazione politica palestinese di sinistra, inserita nella lista delle “organizzazioni terroriste” dall' Unione Europea.