LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

L'azienda israeliana di cosmesi Ahava ha annullato il Twitter Festival previsto per lo scorso giovedì a seguito delle azioni degli attivisti per il BDS in solidarietà con la Palestina, che hanno sabotato l'iniziativa raccontando e diffondendo "la verità su Ahava e i sui affari con l'Occupazione".

Un annuncio pubblicato Giovedì dichiarava "Il Twitter party sarà rimandato: vi terremo aggiornati sulla nuova data". Ahava Dead Sea Laboratories è una società di cosmetici israeliana che dal 2009 è stata il bersaglio di una campagna di boicottaggio internazionale, a causa delle sue pratiche illegali e della sua connivenza con il sistema di occupazione israeliano.

L'impianto di produzione principale ed il centro dei visitatori della società si trovano in un insediamento israeliano illegale nella Cisgiordania occupata, dove si saccheggia il fango dalle rive occupate del Mar Morto da utilizzare esclusivamente per profitti dell'azienda. Inoltre, le etichette applicate sui suoi prodotti riportano la dicitura "Made in Israel", mentre in realtà vengono realizzati nella Cisgiordania occupata.

Maggiori informazioni sulla campagna in corso contro l'azienda Ahava: www.stolenbeauty.org

Fonte: AIC Italiano

Attivisti palestinesi hanno accolto con favore oggi la notizia che due imprese francesi, Safege e Poma, hanno annullato la loro partecipazione nel progetto per una funivia a Gerusalemme, che collegherebbe gli insediamenti illegali di Israele, dopo essere state messe in guardia sugli associati rischi giuridici dai ministeri francesi della finanza e degli esteri.

Reti di solidarietà in tutta Europa avevano sollecitato la Safege e la Poma di ritirarsi dal progetto.

Mahmoud Nawajaa, un portavoce per il Comitato nazionale palestinese per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BNC), l'ampia coalizione di organizzazioni della società civile palestinese che lavora per sostenere il movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), ha detto:

"Safege e Poma hanno preso l'unica decisione sensata e hanno così evitato di partecipare nella colonizzazione israeliana della terra palestinese. In questo modo hanno anche evitato di diventare obiettivi del movimento internazionale per il BDS".

"La campagna BDS contro altre due società francesi, Veolia e Alstom, che ha condotto alla perdita di miliardi di dollari di contratti in tutto il mondo, ha creato un precedente per altre aziende multinazionali, insegnando che la complicità con la colonizzazione israeliana della terra palestinese viene ad un costo pesante."

Commento di Omar Barghouti sull'editoriale "Il vero vincitore delle elezioni israeliane: il BDS", pubblicato su Haaretz.

E’ raro leggere qualcosa di sincero che venga da personaggi legati alla lobby israeliana, dentro o fuori dalle università, soprattutto negli USA, in quanto disinformazione, propaganda a ruota libera e libelli menzogneri sono diventati il pane quotidiano dei dirigenti sionisti e dei loro portavoce – nella grande maggioranza stipendiati – negli USA.

Il potere corrompe. Il potere che si basa sul perfezionare un sistema di corruzione politica, intimidazione, distribuzione di denaro senza ritegno e spietata repressione dei dissidenti per ridurli al silenzio corrompe più di ogni altro.

Perdi semplicemente il contatto con la realtà e cominci a credere alle tue stesse menzogne secondo le quali la gente non critica Israele o tollera i suoi crimini perché “ami” realmente la nazione delle “start up” (o degli "stuck up" [presuntuosi]), e costoro sono convinti che il mondo non abbia possibilità di sopravvivere senza Israele.

Bene, difendere un ossimoro quale lo Stato “ebreo e democratico” richiede mezzi talmente sordidi come mentire e intimidire le persone per farle tacere.

Per cercare di nascondere o rifarsi un’immagine (a favore dei gay, dell’ambiente, delle nuove tecnologie, della religione, ecc.) il regime israeliano di occupazione, colonialismo di popolamento e apartheid deve abbandonare ogni senso di decenza morale, di logica e, molto spesso, di senso comune.

Così, quando un dirigente dell’irrimediabilmente sionista (ossia razzista) e inevitabilmente repressiva Hillel, un’organizzazione che per decenni è diventata dipendente dalle menzogne, che fa il tifo per ogni massacro e crimine di guerra israeliano e che partecipa alle più abiette prepotenze e intimidazioni contro chiunque abbia osato criticare l’unico apartheid che rimane nel mondo, prova a dire la verità, o almeno una parte della verità, vale la pena di citarlo e forse anche di riconoscerne il merito.

Deve essere un’esperienza esaltante e liberatrice il fatto di riuscire finalmente a far cadere alcuni miti e discorsi propagandistici e tirar fuori un po’ di coraggio…

Ancora una volta, non si può che dare atto  a  Netanyahu per l’impagabile appoggio che ha involontariamente offerto al movimento BDS.

E la gente si meraviglia che Jewish Voice for Peace [Voce Ebraica per la Pace, organizzazione pacifista ebrea nordamericana. N.d.tr.] stia conquistando i giovani ebrei americani nelle università e altrove!

Omar Barghouti 

Il vero vincitore delle elezioni israeliane: il BDS
La rielezione di Netanyahu ha tolto agli studenti filo- israeliani l'arma più potente: un governo favorevole alla pace.

di Avinoam Baral

Nel suo discorso nel 2014 all'AIPAC [American Israel Public Affairs Committee la potente lobby filo-israeliana negli USA. N.d.tr.], il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato con forza di come il movimento del Boicottaggio, Disinvestimento , Sanzioni, focolizzato solamente su Israele, l'unico Stato ebraico, sia un movimento “antisemita”. Il suo discorso è stato così bene accolto che, quando ha lasciato il palco , Bibi ha ricevuto la più calorosa e  forte ovazione della conferenza. In qualità di studente ebreo e attivista a favore di Israele all' UCLA [Università della California, con sede a Los Angeles. N.d.tr.],  non ho potuto far altro che lasciare che queste parole mi toccassero nel profondo. In un mondo  totalmente apatico, suona falsa l'ossessione  solo per tenere il conto del rispetto dei diritti umani da parte di Israele . E data l'antica storia di individuare gli ebrei come capro espiatorio, non posso  fare a meno di sentire che il movimento del BDS rappresenta  un ulteriore capitolo di questa storia.

Ho passato una quantità infinita del mio tempo a lottare  nella mia università direttamente o indirettamente contro il BDS – sia nel consiglio direttivo dell'associazione Bruins for Israel [associazione presente nell'UCLA  che intende rafforzare i legami con Israele. N.d.tr.] sia nel direttivo degli studenti di cui ora sono presidente. Uno dei maggiori ostacoli che debbo affrontare in qualità di leader a favore di Israele è la risposta alla domanda: “Quale alternativa esiste al  BDS”? È una giusta domanda, a cui dovrei sapere rispondere senza esitazione.

Dobbiamo intensificare la campagna BDS, dichiarare la fine degli accordi di Oslo e della soluzione dei due stati, e impegnarci a favore di uno stato democratico unitario

di Haidar Eid

Ma guarda un po’! Contro ogni previsione, il capo del Likud Benjamin Netanyahu formerà il prossimo governo israeliano. Il blocco di destra del Likud ha ottenuto la maggioranza. Nella comunità internazionale molti, incluso il governo degli Stati Uniti, speravano che Isaac Herzog, capo dell’Unione Sionista, avrebbe prevalso e sarebbe diventato primo ministro perché lo vedono come il candidato di "pace", convenientemente ignorando il fatto che l’Unione Sionista aveva nel proprio programma il mantenimento dei principali blocchi di insediamenti illegali israeliani.

In realtà, tuttavia, pur parlando di trattative Herzog rappresenta la continuità con le passate politiche israeliane di pulizia etnica in corso nei confronti dei palestinesi, proprio come Netanyahu. Sia il Likud che l’Unione Sionista non lasceranno ai membri della comunità internazionale impegnati per i diritti umani che un'unica risposta adeguata - Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni (BDS).

«Con que­sto voto, Israele ha perso la maschera», dice al mani­fe­sto Omar Bar­ghouti, ricer­ca­tore indi­pen­dente lau­reato all’Università di Tel Aviv e atti­vi­sta dei diritti umani pale­sti­nese. Inge­gnere elet­tro­nico, filo­sofo e opi­nio­ni­sta – sui arti­coli sono apparti sul Guar­dian, New York Times, Bbc, Cnn... – è autore del libro: Boi­cot­tag­gio, Disin­ve­sti­mento, San­zioni: La lotta glo­bale per i diritti pale­sti­nesi (Hay­mar­ket Books, 2011). E’ cofon­da­tore dell’organizzazione Boi­cot­tag­gio, disin­ve­sti­mento e san­zioni (Bds), pro­ve­niente dalla società civile palestinese.

Come valuta i risul­tati delle ele­zioni par­la­men­tari in Israele?
Come una vit­to­ria per l’estrema destra, per i coloni, per il raz­zi­smo e l’apartheid. I pale­sti­nesi sanno che dovranno sof­frire ancora di più. Spe­riamo almeno che, vedendo il vero volto del regime israe­liano, il mondo rea­gi­sca e sostenga gli sforzi del movi­mento Bds per iso­larlo, fino al rico­no­sci­mento dei nostri diritti ina­lie­na­bili. Israele, una potenza nucleare bel­li­cosa incu­rante del diritto inter­na­zio­nale e dei diritti umani fon­da­men­tali, ora avrà al governo i peg­giori fana­tici, con gravi con­se­guenze per i pale­sti­nesi e per la pace nel mondo. I grandi per­denti sono i par­titi di destra che indos­sano maschere di sini­stra, come il Labor e il par­tito di Tzipi Livni. Entrambi sono col­pe­voli di cemen­tare l’occupazione, gli inse­dia­menti e il regime dell’apartheid, entrambi sono col­pe­voli di gravi cri­mini di guerra con­tro il popolo pale­sti­nese. Pur rifiu­tando il diritto fon­da­men­tale alla parità per i pale­sti­nesi, sono riu­sciti a man­te­nere una falsa fac­ciata di “mode­ra­tezza” e per­sino ten­denze “sini­stra”. La maschera è caduta. Vi è un con­senso sio­ni­sta, senza ecce­zioni, con­tro l’uguaglianza per i pale­sti­nesi in Israele, con­tro il diritto dei pro­fu­ghi di ritor­nare alle loro terre e alle case da cui sono stati scac­ciati per via della puli­zia etnica, e un’adesione piena al com­ple­ta­mento del sistema unico di occu­pa­zione, colo­niz­za­zione e apar­theid. Le Nazioni unite e i governi del mondo devono assu­mersi una parte di colpa nell’esito di que­ste ele­zioni: per­ché non hanno rite­nuto Israele respon­sa­bile nei con­fronti del diritto inter­na­zio­nale e non gli hanno impo­sto san­zioni com’è stato fatto invece con­tro l’apartheid in Sud Africa. Hanno rifiu­tato di appog­giare la pres­sione dell’opinione pub­blica mon­diale per fer­mare l’ultima strage di Israele nella Stri­scia di Gaza asse­diata, nell’estate del 2014, e la con­ti­nua e sel­vag­gia colo­niz­za­zione della Cisgior­da­nia, in par­ti­co­lare all’interno e intorno a Geru­sa­lemme est e nella Valle del Gior­dano. Sono rima­sti indif­fe­renti quando Israele ha adot­tato leggi ancora più raz­zi­ste che hanno isti­tu­zio­na­liz­zato quello che l’Onu defi­ni­sce un regime di apar­theid. Nell’opinione pub­blica mon­diale, Israele non ha più alcun cre­dito, ma i governi mon­diali devono ancora far rispet­tare il det­tato delle loro costi­tu­zioni per porre fine all’impunità di Israele e impor­gli san­zioni signi­fi­ca­tive, a par­tire da un embargo militare.

di Amena Saleem

Nel Regno Unito è stato vietato all’Ufficio turistico del governo di Israele di utilizzare una pubblicità che implica che la città vecchia di Gerusalemme è parte di Israele.

La pubblicità mostra una foto panoramica della città vecchia con la didascalia “Israele ha tutto”. La pubblicità è apparsa in un opuscolo prodotto dall’Ufficio turistico del governo di Israele (IGTO). 

La scorsa settimana, l’autorità di vigilanza del Regno Unito (ASA) ha accolto una dununcia contro la pubblicità e ha vietato che essa possa apparire nuovamente nella sua forma attuale.

Non è questa la prima volta che una campagna pubblicitaria dell’IGTO è sanzionata dal garante.

L’Ufficio turistico del governo israeliano produce da diverso tempo annunci pubblicitari che o cancellano la Cisgiordania occupata e Gaza dalla carta geografica o eliminano fisicamente ogni traccia della storia e del patrimonio culturale palestinese al fine di promuovere Israele come meta turistica.

L’ultima pubblicazione dell’IGTO è una brochure patinata di 32 pagine, dal titolo "Sapore di Israele", distribuita nel mese di febbraio dalla catena di supermercati Waitrose.

di Charlotte Kates

Lo scorso mercoledi 4 marzo molti studenti hanno gremito una intera sala per assistere alla conferenza tenuta via Skype dalla parlamentare palestinese di sinistra Khalida Jarrar alla Vrije Universiateit Brussels (la Libera Universita' di Bruxelles), dopo che gli organizzatori hanno sconfitto il tentativo dell' ambasciatore israeliano in Belgio di impedire la “Settimana dell' Apartheid Israeliana” programmata all' universita' in lingua olandese della capitale belga.

Dopo che la stampa locale ha diffuso la notizia che l'Ambasciatore di Israele in Belgio e Lussemburgo, Jacques Revah, si e' lamentato con il rettore della VUB, Paul De Knop, circa l' opportunita' di organizzare la Settimana dell' Apartheid Israeliana nel campus, una piccola tempesta si e' scatenata sui mezzi di comunicazione all' interno dell' universita. In particolare, Revah, raccogliendo le proteste espresse in precedenza da un gruppo di pressione sionista locale, la Lega belga contro l' Antisemitismo (BLAA), si e'scagliato contro la conferenza della Jarrar cosi' come aveva gia' fatto riguardo la partecipazione in programma dell' ex pilota dell'aviazione militare israeliana, Yonatan Shapira, un coraggioso “Refusenik”. Joel Rubinstein della BLAA aveva gia' minacciato azioni legali contro l' universita' per aver concesso la parola alla Jarrar, dirigente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, una formazione politica palestinese di sinistra, inserita nella lista delle “organizzazioni terroriste” dall' Unione Europea.

Un nuovo rapporto del team di giornalismo investigativo DanWatch evidenzia in modo inquietante il modo in cui le imprese danesi aiutano ad alimentare l’occupazione militare israeliana in Palestina.

Il rapporto sostiene che fondi di investimento danesi investono 689 milioni di corone danesi (circa 94 milioni di euro) in società che hanno attività negli insediamenti illegali israeliani in Cisgiordania. Questi fondi, quindi, contribuiscono al mantenimento dell'apparato dell'occupazione israeliana, tra cui la il muro di separazione ("Apartheid") e gli insediamenti.

Inoltre, dice DanWatch, i fondi pensione danesi investono più di 1 miliardo di corone in società coinvolte nella costruzione o nella cooperazione con i posti di blocco militari, il Muro e gli insediamenti. Questi investimenti sono stati evidenziati in una precedente relazione di DanWatch. Sebbene non abbiano l’intenzione di disinvestire completamente, aziende come G4S e ISS hanno ridotto le loro attività nei territori occupati in seguito alla denuncia internazionale del loro sostegno  all'occupazione. Secondo il diritto danese, gli investimenti in società che traggono profitto dall'occupazione sono illegali.

Comune di Salice Salentino (LE)

All’Associazione Nazionale “Città del Vino”
Al Movimento BDS Italia

OGGETTO: Richiesta di sospendere viaggio di studio CdV in Israele.

In riferimento alla nota di pari oggetto del Movimento BDS datata 31.01.2015 acquisita all’Ente in data 04.02.2015 con prot. Nr. 1364, in qualità di Sindaco di un Comune associato all’Associazione Nazionale “CITTÀ DEL VINO”, comunica di condividere i contenuti della citata lettera del movimento BDS e pertanto si associa all’iniziativa di cancellare il viaggio-studio organizzato dalla Vs. Associazione.

Cordiali saluti.

IL SINDACO
Dott. Giuseppe TONDO

L’establishment militare israeliano è di nuovo all’offensiva, ma invece di armi ad alta tecnologia e di missili, usa schermi di computer, tastiere e connessioni wireless veloci per combattere ciò che rappresentanti dell’esercito israeliano hanno etichettato come “nuova guerra mediatica.”

Ai primi di febbraio, il portavoce militare Avi Benayahu ha annunciato che circa 1,6 milioni di dollari sarebbero stati investiti nella formazione di più di un centinaio di “guerrieri mediatici” israeliani all’uso dei social media per diffondere la propaganda israeliana in tutto il mondo.

“Dobbiamo conseguire la fiducia del pubblico e assistere il ministro degli affari esteri ad ottenere la legittimazione necessaria al nostro esercito per effettuare operazioni militari, al nord come al sud”. Così Benayahu ha presentato questa nuova campagna mediatica durante l’undicesima conferenza annuale sulla sicurezza di Herzliya all’inizio di febbraio.

La conferenza, che si tiene presso il Centro Interdisciplinare di Herzliya, vicino a Tel Aviv, è soprattutto un raduno della destra neo-conservatrice, che riunisce principalmente i governi israeliano e statunitense oltre a personalità accademiche e del mondo degli affari per discutere della politica israeliana e di questioni regionali e globali. La conferenza di quest’anno, oggetto di questo reportage, aveva come tema “L’equilibrio tra la forza e la sicurezza nazionale di Israele”.