LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

di Charlotte Kates

Lo scorso mercoledi 4 marzo molti studenti hanno gremito una intera sala per assistere alla conferenza tenuta via Skype dalla parlamentare palestinese di sinistra Khalida Jarrar alla Vrije Universiateit Brussels (la Libera Universita' di Bruxelles), dopo che gli organizzatori hanno sconfitto il tentativo dell' ambasciatore israeliano in Belgio di impedire la “Settimana dell' Apartheid Israeliana” programmata all' universita' in lingua olandese della capitale belga.

Dopo che la stampa locale ha diffuso la notizia che l'Ambasciatore di Israele in Belgio e Lussemburgo, Jacques Revah, si e' lamentato con il rettore della VUB, Paul De Knop, circa l' opportunita' di organizzare la Settimana dell' Apartheid Israeliana nel campus, una piccola tempesta si e' scatenata sui mezzi di comunicazione all' interno dell' universita. In particolare, Revah, raccogliendo le proteste espresse in precedenza da un gruppo di pressione sionista locale, la Lega belga contro l' Antisemitismo (BLAA), si e'scagliato contro la conferenza della Jarrar cosi' come aveva gia' fatto riguardo la partecipazione in programma dell' ex pilota dell'aviazione militare israeliana, Yonatan Shapira, un coraggioso “Refusenik”. Joel Rubinstein della BLAA aveva gia' minacciato azioni legali contro l' universita' per aver concesso la parola alla Jarrar, dirigente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, una formazione politica palestinese di sinistra, inserita nella lista delle “organizzazioni terroriste” dall' Unione Europea.

Creando ancora maggiore tensione, il rettore De Knop stabiliva che la “Settimana” sarebbe stata cancellata, o , in alternativa, avrebbe potuto svolgersi solo inserendo un relatore scelto dall' Ambasciata israeliana, o comunque un' altra voce pro-sionista. La Settimana dell' Apartheid Israeliana alla Libera Universita' era organizzata dal COMAC, l' organizzazione giovanile del Partito dei Lavoratori belga, assieme a gruppi palestinesi ed altre organizzazioni studentesche. Tutte hanno immediatamente rifiutato la proposta del Rettore.

Sostenitori della IAW hanno lanciato una petizione on-line che ha raccolto oltre 700 adesioni, indirizzati al rettore, a supporto dell' evento, mentre altre organizzazioni belghe e internazionali hanno sostenuto a gran voce il loro appoggio all' iniziativa degli studenti della VUB e alla loro liberta' di parola e di espressione. In particolare, il fatto che questa censura provenisse come richiesta ufficiale dall'Ambasciata israeliana, la rendeva ancora piu' insopportabile agli occhi dei membri della associazione universitaria. “Molti studenti sono rimasti stupiti proprio dal fatto che l' ambasciata Israeliana potesse avere tanto potere e influenza. Gli studenti hanno tutto il diritto di organizzare incontri senza dover subire interferenze e pressioni politiche” ha dichiarato Sanae, studente del VUB, uno degli organizzatori della IAW. “I principi della nostra libera universita', liberta' d' insegnamento e liberta' di ricerca, sarebbero violati da questa interferenza dell' Ambasciata israeliana”.

Il 2 marzo, il primo appuntamento programmato della IAW, un dibattito con l' autore Lucas Catherine, e' stato annullato e sostituito da un dibattito su liberta' d' insegnamento e ingerenza dell' Ambasciata israeliana. “Dapprima il nostro dibattito fu cancellato dalla VUB per “ragioni amministrative” (!) “- ci ha dichiarato Kamel Badarneh, membro della Gioventu' progressista Palestinese a Bruxelles. “Dopo una serie di incontri tra gli organizzatori e il rettore, questi decise di non cancellare l' evento, stabilendo pero' al tempo stesso, che sarebbe dovuto intervenire un membro dell' Ambasciata. A quel punto abbiamo deciso di annullare il dibattito piuttosto che cedere ad una pressione indebita. Lo stesso Lucas Catherine ha rifiutato di prendere parte a un qualsiasi evento alle condizioni poste dai diplomatici israeliani”, ha sottolineato Badarneh.

“La VUB adotta come suoi principi fondativi la liberta' di parola e di ricerca. La “V” della sigla sta per “vrige” (libera). Quindi l' Universita' non puo' permettere ad alcuna forza politica esterna di interferire negli affari degli studenti. Tantomeno l' ambasciata di uno stato coinvolto in azioni di repressione su larga scala e accusato di crimini di guerra” ha proseguito Bardeneh. Il successivo 3 marzo, il rettore De Knop ha accettato le richieste degli studenti: la IAW si sarebbe svolta secondo il programma originario, compresi gli incontri con Jarrar e Shapira.

“Abbiamo considerato questi fatti come un tentativo di estendere l' apartheid sull' organizzazione studentesca e sulla liberta' di opinione, non solo nelle Universita di Haifa e Bir Zeit, ma anche alla VUB” ha dichiarato Mohammad Khatib, militante della Gioventu' Progressista Palestinese a Bruxelles. “Questo attacco e' stato respinto solo grazie alla volonta' della comunita' studentesca organizzata, di resistere alla censura e all' oppressione. Questo non e' altro che un piccolo episodio della quotidiana e costante apartheid contro il nostro popolo in Palestina”.

Khatib ha messo in relazione gli attacchi alla IAW con le continue lotte economiche e sociali che si svolgono dentro l' universita': “Come palestinesi, sosteniamo le lotte studentesche per la democrazia nell' universita' e per liberarla dalle politiche neo-liberiste di austerita' che vanno di pari passo con il sostegno distruttivo e repressivo al colonialismo e l' occupazione nei territori, compresi i progetti congiunti sulla ricerca militare” aggiunge Khatib. “Questo e' un aspetto di una battaglia piu' grande fra giustizia e ingiustizia. Quando richiediamo il boicottaggio d' Israele, questo significa allo stesso tempo chiedere piu' risorse per l' educazione e non per l' occupazione”

Gli organizzatori della IAW hanno sottolineato come concentrare l' attenzione sulla partecipazione della Jarrar sia stato un tentativo esplicito di censura politica, condotto dalla lobby sionista in concorso con l' Ambasciata israeliana a Bruxelles. “ Un attacco diretto contro la linea politica progressista che Khalida Jarrar rappresenta, volta a costruire una Palestina libera e democratica, uno stato per tutti i suoi popoli, sull' intera terra di una Palestina libera. Esattamente quello su cui non vogliono che ci si concentri, le parole che non vogliono che il popolo ascolti” afferma Khatib.

La Jarrar, rappresentante palestinese al Consiglio d' Europa e membro del PLC (Consiglio Legislativo Palestinese), si e' vista in passato rifiutare il permesso di spostarsi per cure mediche urgenti, ed e' stata in precedenza oggetto di un ordine di espulsione da parte dei militari israeliani, cosi' come milioni di palestinesi nella West Bank e a Gaza, le terre della dispora del 1948” dice Badarneh. “La Jarrar è stata invitata a parlare alla IAW prima di tutto proprio perche' palestinese e lo scopo della nostra iniziativa e' quello di mettere in luce le pratiche di apartheid in Israele.

L' evento del mercoledi' prevedeva una discussione con lo scrittore belga Ludo de Brabander, per parlare assieme a Jarrar di della resistenza palestinese. Gli incontri della Settimana si sono conclusi nella serata di giovedi' con la presentazione di Shapira, dopo una serie di manifestazioni di protesta nel campus attorno ad un finto muro che simboleggiava l' apartheid.

“Dite no al razzismo, all' ingiustizia. Dite no alla diseguaglianza e tenete ben alta la testa quando sostenete le iniziative di BDS nelle vostre comunita'” ha detto Jarrar nel suo intervento. “Appena il mondo si erse in piedi contro l' Apartheid in Sudafrica quando quel regime era molto forte e aveva tanti sostenitori, alla fine cadde. Furono i popoli del modo a vincere quella lotta, assieme alla resistenza del popolo nero in Sudafrica. Anche noi metteremo fine a queste politiche razziste del regime dell' Apartheid.

Gli attivisti dell' IAW si rendevano conto man mano che il pubblico era interessato e attratto e la serata e' scorsa senza interruzioni o disordini. “I tentativi della lobby sionista e dell' Ambasciata in Belgio di ridurre al silenzio le voci che ripudiano l' occupazione e i crimini continui contro il nostro popolo sono falliti grazie alla lotta studentesca. Questi attacchi non fanno altro che accrescere la nostra determinazione nel continuare a combattere e resistere all' occupazione, fino alla vittoria” ha detto Jarrar alla fine del suo discorso.

Nel settembre del 2014 si e' conquistata un sostegno mondiale, compresi inviti da oltre duecento organizzazioni internazionali; visite da parlamentari europei durante il suo sit-in fuori dal Palestinian Legislative Council, risoluzioni e mozioni passate in tutto il mondo, dopo che 50 militari israeliani entrarono in casa sua in agosto, mostrandole un ordine di espulsione di 6 mesi nella citta' di Gerico. Rifiutatasi di riconoscere e accettare l' ordine, Jarrar mise in atto un sit-in permanente appena fuori l' edificio del PLC a Ramallah, finche' l' ordine di espulsione non fu ritirato.

Quello di quest' anno non e' stato il primo degli ' incidenti” di questo tipo durante la Settimana dell' apartheid israeliana all' Universita' di Bruxelles; gia' nel 2011 in un evento nel corso della IAW che ospitava lo scrittore David Cronin e l' autore palestinese Azzam Tamimi, fu imposto un oratore sionista da parte della amministrazione universitaria, a seguito delle proteste della lobby sionista. “Si sono opposti ad entrambi, sia ad Azzam Tamimi che a me” commento' Cronin. “Alla fine le autorita' della VUB ammonirono gli organizzatori che il nostro incontro poteva proseguire solo se accettavano la partecipazione di un sionista. Questo era davvero bizzarro!

Sarebbe come se durante l' iniziativa di un gruppo ambientalista gli venisse detto che possono parlare solo se accettano di dare spazio agli inquinatori! Perche', dunque, vengono imposte queste condizioni agli eventi di solidarieta' verso i palestinesi? Noi, attivisti in solidarieta' ai palestinesi, veniamo spesso accusati di emarginare Israele. Di fatto e' esattamente il contrario. Sono le attivita' in solidarieta' alla Palestina ad essere discriminate attraverso la censura e mettendo bavagli”.

L' attacco condotto dalla lobby sionista al programma della IAW e in particolare a Khalida Jarrar, dimostra quanto questa lobby sia preoccupata proprio da questo tipo di manifestazioni. Il che significa che le iniziative studentesche in solidarieta' al popolo palestinese devono essere incrementate” ha dichiarato Badarneh. “Questa vittoria contro la lobby sionista dimostra che i mezzi da loro impiegati non possono ancora durare a lungo, perche' provengono dalla parte sbagliata, quella immorale, quella degli occupanti; quella parte che non potra' mai vincere. Questa e' la vittoria di tutti coloro che sostengono l' indipendenza, la giustizia e l' uguaglianza in Palestina, e di tutti coloro che affermano la liberta' di parola e di attivita' accademica.

Fonte: Mondoweiss

Traduzione di BDS Italia