di Amena Saleem
Nel Regno Unito è stato vietato all’Ufficio turistico del governo di Israele di utilizzare una pubblicità che implica che la città vecchia di Gerusalemme è parte di Israele.
La pubblicità mostra una foto panoramica della città vecchia con la didascalia “Israele ha tutto”. La pubblicità è apparsa in un opuscolo prodotto dall’Ufficio turistico del governo di Israele (IGTO).
La scorsa settimana, l’autorità di vigilanza del Regno Unito (ASA) ha accolto una dununcia contro la pubblicità e ha vietato che essa possa apparire nuovamente nella sua forma attuale.
Non è questa la prima volta che una campagna pubblicitaria dell’IGTO è sanzionata dal garante.
L’Ufficio turistico del governo israeliano produce da diverso tempo annunci pubblicitari che o cancellano la Cisgiordania occupata e Gaza dalla carta geografica o eliminano fisicamente ogni traccia della storia e del patrimonio culturale palestinese al fine di promuovere Israele come meta turistica.
L’ultima pubblicazione dell’IGTO è una brochure patinata di 32 pagine, dal titolo "Sapore di Israele", distribuita nel mese di febbraio dalla catena di supermercati Waitrose.
La cancellazione della Palestina
Una sezione della brochure si chiama “Israele dalla A alla Z”. Nell’introduzione si legge: “Pensi di andare in Israele? Israele dalla A alla Z ti fa conoscere i principali ingredienti della cucina israeliana. Una guida per mangiare e bere come uno del posto.”
La guida prosegue elencando una serie di prodotti tradizionali palestinesi e arabi come il tahini, lo zaatar, l’arak e le kubbeh, classificati come “principali ingredienti della cucina israeliana”.
Si tratta di un esempio lampante di appropriazione della cultura palestinese, in questo caso il cibo, da parte di Israele, nel tentativo di cancellare fisicamente la memoria della Palestina storica. Oltre a sostenere che Gerusalemme Est occupata “appartiene” a Israele, la brochure nega la storia delle città e dei villaggi palestinesi che si trovano all’interno dei confini odierni di Israele.
Una “guida lampo a Akko” [Acre] guida il lettore attraverso la storia ottomana e crociata della città costiera prima di arrivare rapidamente al presente israeliano.
Non si parla della storia palestinese di Acri, né della pulizia etnica dei suoi abitanti palestinesi durante la creazione di Israele nel 1948. Il governo israeliano semplicemente cancella con l’aerografo i palestinesi dalla lunga storia di Acri.
In altre sezioni, “Sapore di Israele” continua a rivendicare il Golan (che è territorio siriano occupato) e tutta Gerusalemme come territorio israeliano.
Rabbia
La distribuzione della brochure nella catena di supermercati Waitrosen, che sostiene di attenersi a "linee guida etiche", ha provocato commenti furibondi, in gran parte postati sulla pagina Facebook del supermercato.
Un post di Ayman Abuawwad inizia con: “Io sono un palestinese di Gaza. Come osa Waitrose promuovere il furto della mia storia, della mia cultura e della mia cucina e chiamarlo israeliano?”
La scorsa settimana, il Palestine Solidarity Campaign (PSC) ha presentato una denuncia all’ASA sulla brochure “Sapore di Israele” per il fatto che le sue imprecisioni geografiche, la cancellazione della storia palestinese e il tentativo di far passare la cucina palestinese per israeliana costituiscono pubblicità ingannevole.
Il PSC aveva già in passato denunciato l’IGTO, e l’ASA aveva accolto le denunce.
Nel 2011, insieme alle organizzazioni Amici di Al-Aqsa e Ebrei per la giustizia per i palestinesi, il PCS aveva segnalato all’ASA un opuscolo di tre pagine prodotto dalla IGTO, dal titolo “All’inizio“.
L’opuscolo utilizzava mappe che davano l’impressione che Gaza, la Cisgiordania e le alture del Golan fossero in Israele, e chiamavano la Cisgiordania “Giudea e Samaria” (nomi usati dai coloni israeliani).
L’opuscolo era allegato come supplemento a quotidiani nazionali, tra cui The Guardian, che a sua volta è stato sommerso da così tante lamentele che ha dichiarato che non avrebbe più pubblicato annunci dall’IGTO.
Ingannevole
Nel marzo 2012, tre mesi dopo aver ricevuto le denunce, l’ASA si è pronunciato contro l’IGTO sulla base del fatto che le mappe erano fuorvianti e che “Giudea e Samaria” non sono toponimi legalmente riconosciuti.
Nel 2010, una campagna stampa dell’IGTO stato vietato dall’ASA perché utilizzava immagini di Gerusalemme Est occupata con lo slogan “Si può viaggiare da un capo all’altro di Israele in sei ore”, implicando con questo che Gerusalemme Est è parte di Israele.
E nel 2009, il CPS ha denunciato con successo dei manifesti dell’IGTO esposti sulla metropolitana di Londra. I manifesti, parte della lunga campagna pubblicitaria “Think Israel”, ancora una volta utilizzavano una mappa in cui i confini della Cisgiordania, di Gaza e delle Alture del Golan erano così deboli da essere invisibili.
Anche prima che l’ASA condannasse i manifesti, l’IGTO li ha rimossi dalla metropolitana di Londra dopo l’azienda dei trasporti che sovrintende al sistema ferroviario aveva ricevuto quasi 600 reclami.
Tuttavia, nonostante queste sentenze e la messa al bando della pubblicità illegale, l’IGTO continua a produrne altra, cercando di vendere Israele ai turisti attraverso l’appropriazione della terra, della cultura e della storia palestinese, ignorando la realtà della brutale occupazione militare e del regime di apartheid di Israele.
Sarah Colborne, direttore del PSC, ha detto: “Essendo un braccio di propaganda del governo israeliano, l’IGTO ha dimostrato che le sue pubblicazioni e i suoi manifesti non sono assolutamente affidabili. E’ quindi compito delle aziende, compresi i giornali e i supermercati come Waitrose, rendersi conto di quale macchina di propaganda sia l’IGTO, e di smetterla di distribuire la sua pubblicità ingannevole”.
Fonte: Electronic Intifada
Traduzione di Federico Zanettin