LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Comunicati

Comunicati di BDS Italia, del Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC) e della Campagna palestinese per il boicottaggio accademic e culturale di Israele (PACBI)

- L'Unione Europea deve resistere alle pressioni degli Stati Uniti e soddisfare i suoi obblighi di rispettare le leggi internazionali
- L'Unione Europea dovrebbe prendere ulteriori provvedimenti per porre fine alla complicità con l'apartheid, il colonialismo e l'occupazione israeliani
- Il governo olandese ha dimostrato come uno Stato può evitare il proprio coinvolgimento negli affari con gli illegali progetti israeliani nei Territori Palestinesi Occupati [1] [2]

La società civile palestinese condanna aspramente il Segretario di Stato degli Stati Uniti John Kerry per aver incitato l'Europa ad accantonare le nuove linee guida, mirate al non riconoscimento dell'UE della sovranità israeliana sui Territori Palestinesi Occupati nel 1967, e chiede la loro piena applicazione.

Gentile Catherine Ashton

ci rivolgiamo a Lei per quanto riguarda le Linee Guida pubblicate di recente dalla UE in materia di ammissibilità degli enti israeliani al sostegno finanziario della UE finalizzate ad evitare che i progetti negli insediamenti illegali israeliani ricevano finanziamenti dal Consiglio Europeo della Ricerca e da Horizon 2020, il prossimo programma di finanziamento della ricerca europea.

Le linee guida sono state accolte con grande soddisfazione(in italiano è meglio) da ricercatori e cittadini profondamente preoccupati del fatto che l'Unione europea stava incoraggiando e finanziando  collaborazioni tra università europee e aziende israeliane come Ahava che operano negli insediamenti illegali israeliani. Gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati sono illegali secondo il diritto internazionale e la loro esistenza ed espansione comportano  gravi violazioni dei diritti umani dei palestinesi.

Siamo consapevoli che i negoziati sulla partecipazione di Israele al programma Horizon 2020 inizieranno giovedì, e abbiamo letto che si spera di trovare il modo per attuare le nuove linee guida in modo "sensibile". Abbiamo anche letto che il Segretario di Stato statunitense John Kerry sta facendo pressione sulla UE per annullare le nuove linee guida.

BDS Italia, distaccamento italiano del movimento globale BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele finchè quest'ultimo non rispetterà le leggi internazionali e i diritti umani) lanciato nel 2005 da un appello della società civile palestinese, a seguito dei recenti fatti che hanno visto esponenti del movimento No Tav accusati di terrorismo ed eversione, e valutando che:

  • dalla Palestina alla Val di Susa, è palese come sia facile ed erroneo macchiare con l'accusa di terrorismo individui che non fanno altro che adoperarsi contro l'esproprio delle proprie terre e per la difesa del proprio territorio;

  • dalla Palestina alla Val di Susa, la repressione dei movimenti di protesta avvenga tramite la militarizzazione del territorio, grazie anche alla collaborazione tra i due stati Italiano ed Israeliano (il filo spinato usato nella repressione valsusina è fornito da Israele ed impiegato dall'esercito israeliano nelle più disparate situazioni nei Territori Palestinesi Occupati, ndr);

  • dalla Palestina alla Val di Susa, vengono portate avanti campagne quasi gemellari, contro la costruzione di linee ferroviarie ad alta velocità. (Stop That Train [1] è una campagna del movimento BDS che si oppone alla costruzione della linea ad alta velocità tra Tel Aviv e Gerusalemme, progetto che vede la partecipazione dell'impresa italiana Pizzarotti e che andrebbe a delinearsi per 6,5 km all'interno dei Territori Palestinesi Occupati, in piena violazione delle leggi internazionali e della IV Convenzione di Ginevra a favore unicamente delle popolazione civile israeliana, rivelando così il suo vero aspetto di infrastruttura parte di un più ampio di sistema coloniale e di apartheid); 

esprime piena solidarietà non solo ai membri No Tav recentemente fermati ed indagati per accuse di terrorismo ed eversione, ma anche all'intero movimento valsusino.

[1] Campagna Stop that train

La Banca europea per gli investimenti (BEI) sospenderà i prestiti a “quasi tutte" le aziende ed enti pubblici israeliani

Comunicato del Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC)

Le nuove linee guida dell'Unione Europea impediranno ministeri, enti pubblici e imprese israeliani che operano nei Territori palestinesi occupati di ricevere prestiti per un valore di centinaia di milioni di euro ogni anno dalla Banca europea per gli investimenti (BEI), è emerso oggi. L'UE interromperà anche i finanziamenti concessi ai ministeri, enti pubblici e imprese private israeliani per le attività che svolgono nei Territori palestinesi occupati, anche se hanno sede all'interno dei confini pre-1967 di Israele.

Secondo una versione trapelata delle linee guida, l'UE mira a garantire che le proprie istituzioni rispettino l'obbligo di non riconoscere la sovranità di Israele nei territori palestinesi occupati da Israele dal 1967, tra cui la Cisgiordania, Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza, così come le alture del Golan siriano.

Le nuove linee guida escludono qualsiasi entità israeliana con attività nei Territori occupati palestinesi dagli strumenti finanziari dell'UE, come i prestiti. Tra coloro che sono esclusi dal ricevere prestiti della BEI sono le principali banche israeliane tra cui Bank Hapoalim, Mizrahi Tefahot Bank e Bank Leumi, perché tutti operano illegalmente nei Territori palestinesi occupati ( TPO), anche con filiali negli insediamenti illegali israeliani. Bank Hapoalim ha ricevuto una linea di credito di € 75 milioni dalla BEI nel 2006 ed è probabile che ha utilizzato una parte di quella somma per le sue operazioni di finanziamento degli insediamenti di ampio respiro.

Palestina Occupata. 9 Luglio 2013 – Il Comitato Nazionale Palestinese del BDS (BNC) condanna il razzista e coloniale “Piano Prawer” adottato dal governo israeliano come politica ufficiale e approvato dal parlamento (Knesset) alla prima lettura. Questo piano chiede esplicitamente la pulizia etnica di decine di migliaia di beduini palestinesi cittadini di Israele attraverso la confisca di centinaia di migliaia di dunum di terra che questi beduini hanno posseduto per generazioni nel Negev, portando alla distruzione delle loro abitazioni e delle loro comunità per espandere nell'area le colonie esclusivamente ebraiche.

Come oltre 150 organizzazioni di solidarietà con la Palestina e per la giustizia sociale di tutto il mondo, siamo solidali con le attiviste e gli attivisti francesi che si battono per i diritti dei palestinesi e che stanno affrontando azioni legali e repressione per aver partecipato a manifestazioni che chiedevano il boicottaggio di Israele.

Le attiviste e gli attivisti francesi hanno dovuto far fronte ad accuse penali per la loro attività di solidarietà sin dal 2009. Nonostante una precedente sentenza sostenga che il boicottaggio non è illegale e dovrebbe essere consentito, come parte del diritto alla libertà di espressione, tre attivisti sono stati processati all'inizio di questo mese a Perpignan, altri sette saranno in tribunale il 27 giugno ad Alencon e altri processi si svolgeranno entro la fine dell'anno.

In tutti questi casi, attiviste e attivisti sono stati accusati di "incitamento, provocazione alla discriminazione, all'odio o alla violenza contro una persona o un gruppo di persone, a causa della loro origine etnica, razza, religione o nazione" per aver partecipato ad azioni nei supermercati chiedendo il boicottaggio delle merci israeliane.

Ramallah – L’8 giugno 2013 il Comitato Nazionale BDS [1] ha tenuto la “Quarta Conferenza Nazionale BDS” all’Università di Betlemme, con lo slogan: “Boicottare Israele e Opporsi alla normalizzazione come contributo alla Liberazione, al Ritorno dei Rifugiati e all’Auto-Determinazione”. Con i suoi 700 partecipanti, la maggior parte dei quali rappresentanti dei Comitati Nazionali, compresi partiti politici, sindacati, organizzazioni di donne, gruppi di studenti e di giovani e altre organizzazioni della società civile, la conferenza è stata definita da molti commentatori come un “punto di svolta” per il lavoro del locale movimento BDS. Il merito va agli sforzi disinteressati di decine di volontari, per la maggior parte giovani, che hanno lavorato per molte settimane con dedizione e  talento all’organizzazione di ogni aspetto della conferenza.

Anche membri del Consiglio Legislativo Palestinese e del Comitato Esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Palestinian Liberation Organization, PLO) hanno partecipato alla conferenza, sottolineando il riconoscimento ufficiale dell’influenza e dell’efficacia crescenti del movimento BDS.

La conferenza si è rivelata un’ottima piattaforma per scambiare idee tra giovani attivisti e studenti palestinesi, sindacalisti, donne, decisori politici, intellettuali, accademici, rappresentanti del settore privato e le principali reti delle Organizzazioni non-governative.

BDS Italia tra le 31 organizzazioni che hanno firmato la lettera aperta al presidente del Parlamento Europeo 

M. Martin Schulz
Presidente, Parlamento europeo
60 Rue Wiertz
1047 Bruxelles
Belgium

Parigi, 28 aprile 2013

Re.: Visita di Richard Freedman a vari siti sponsorizzati dal KKL (Keren Kayemeth Leisrael/Jewish National Fund- JNF/Fondo Nazionale Ebraico

Signor Presidente,

Le nostre organizzazioni hanno appreso con stupore e sgomento che due settimane fa, su invito del Fondo Nazionale Ebraico, uno dei vostri rappresentanti ha visitato diversi siti simbolici allestiti in Israele..

Secondo informazioni di fonte israeliana, Richard Freedman ha compiuto un giro di sei giorni durante i quali ha visitato Israele e, in particolare, la Foresta Yatir e il Wadi Attir, due progetti che sono presentati ufficialmente come "iniziative volte a far conoscere la bellezza e l'equilibrio ecologico di Israele". Siamo francamente allibi di fronte al fatto che l'Unione Europea, per mezzo di questa visita, collabori alla pulizia etnica della popolazione beduina del Negev.

I palestinesi stanno ricordando oggi con diverse azioni la Giornata della Terra, dal giorno del 1976 in cui forze militari israeliane spararono e uccisero sei giovani palestinesi cittadini di Israele. Questi coraggiosi giovani erano tra le migliaia che protestavano contro l'espropriazione della terra palestinese da parte del governo israeliano. Molte delle stesse politiche di furto di terra e lenta pulizia etnica dei palestinesi sono ancora fortemente portate avanti dal governo israeliano, soprattutto a Gerusalemme, nella Valle del Giordano e nel Naqab (Negev). Grandi manifestazioni per ricordare la Giornata della Terra stanno avendo luogo in tutta la Palestina storica e tra le comunità dei profughi palestinesi in esilio.

I sostenitori internazionali della lotta palestinese per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza stanno caratterizzando la Giornata della Terra con azioni e iniziative per la campagna per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS) contro Israele. Tra queste azioni ricordiamo:

-        all'attuale World Social Forum a Tunisi, la Giornata della Terra è stata denominata “Giornata della Palestina” e sarà segnata da una grande manifestazione in Palestina e da una serie di eventi per discutere e sviluppare le campagne BDS;

-        in sei città della Francia, manifestazioni si appellano ai supermercati per interrompere il commercio con Mehadrin e altre compagnie agricole esportatrici israeliane che partecipano direttamente all'appropriazione di terra palestinese e vendono prodotti provenienti dalle colonie illegali. Le organizzazioni agricole palestinesi si sono recentemente appellate per richiedere azioni per smettere il commercio internazionale con le compagnie agricole israeliane complici con l'occupazione;

-        azioni e manifestazioni in supporto delle campagne BDS in varie città del mondo tra cui Dublino e Cork (Irlanda), Brighton e Liverpool (Regno Unito), Torino (Italia), Seattle, St. Louis, Richardson e Dallas (Usa). La lista completa delle città in cui si sono svolte azioni e resoconti dettagliati verrà pubblicata su bdsmovement.net 

17 aprile - Giornata dei Prigionieri Palestinesi

Iniziative in Italia:
ROMA: Dal 15 al 17 Aprile 2013: Iniziative in supporto di Marwan Barghouti e detenuti palestinesi
ROMA: 16 aprile, Roma incontra la Palestina - Libertà per le prigioniere e i prigionieri palestinesi
ROMA: 17 aprile Sit-in al Colosseo, Libertà per i prigionieri politici palestinesi
BOLOGNA: 17 aprile, Made in Israel: Il nuovo alfabeto della tortura nei regimi democratici
TORINO: 16 aprile, insieme fino alla mezzanotte per la Giornata di solidarietà internazionale con i prigionieri politici palestinesi
MILANO: 17 aprile, Giornata internazionale di solidarietà coi prigionieri palestinesi
JESI: 19 aprile, Giornata globale dei prigionieri palestinesi
GENOVA: 19 aprile, Giornata Internazionle di Solidarieta' con i Prigionieri Politici Palestinesi, Piazza Posta Vecchia dalle 18:00
TRIESTE: 20 aprile, l'iniziativa per i prigionieri palestinesi (presidio con volantinaggio) si terrà sabato 20 in via delle Torri a partire dalle ore 10

Appello di Addameer

Addameer invita gli attivisti e le persone di coscienza a solidalizzare con tutti i prigionieri politici e di unirsi alla prossima campagna internazionale organizzata dalle associazioni per i diritti umani contro la detenzione amministrativa.

In Israele sono detenuti attualmente più di 4.743 palestinesi, 10 dei quali sono donne, 193 bambini e 178 di loro sono in detenzione amministrativa, una vecchia politica che Israele usa per detenere i palestinesi a tempo indeterminato sulla base di presunte informazioni segrete senza mai portarli in giudizio.

Non solo questi prigionieri sono detenuti arbitrariamente, ma l'uso che Israele fa della detenzione amministrativa viola diverse norme internazionali, attraverso azioni come la deportazione dei palestinesi nei territori occupati da Israele, la negazione delle visite dei familiari regolari e la non considerazione dell'interesse superiore del bambini detenuti, come richiesto dal diritto internazionale.