Palestina Occupata. 9 Luglio 2013 – Il Comitato Nazionale Palestinese del BDS (BNC) condanna il razzista e coloniale “Piano Prawer” adottato dal governo israeliano come politica ufficiale e approvato dal parlamento (Knesset) alla prima lettura. Questo piano chiede esplicitamente la pulizia etnica di decine di migliaia di beduini palestinesi cittadini di Israele attraverso la confisca di centinaia di migliaia di dunum di terra che questi beduini hanno posseduto per generazioni nel Negev, portando alla distruzione delle loro abitazioni e delle loro comunità per espandere nell'area le colonie esclusivamente ebraiche.
Oggi, ottavo anniversario dell'appello palestinese per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni, il BNC (la più grande coalizione della società palestinese) riconferma il suo risoluto sostegno per la lotta del nostro popolo nei territori del 1948 contro l'apartheid e le leggi razziste israeliane [2], e dà un caloroso benvenuto al supporto di buoni principi offerto dagli ebrei israeliani antisionisti. Il BNC si appella alla gente di coscienza di tutto il mondo per intensificare le campagne BDS contro lo stato di Israele e le sue istituzioni, responsabili di questo ultimo capitolo di pulizia etnica contro la nostra gente.
In risposta all'approvazione alla prima lettura del razzista “Piano Prawer” da parte del parlamento israeliano, e tenendo conto delle decine di leggi razziste promulgate in passato, la società civile palestinese rappresentata dal BNC chiede all'Unione Inter-Parlamentare [3] di congelare l'iscrizione del Knesset finchè non ritirerà tutte le sue leggi razziste, che sono incompatibili con le leggi internazionali e i principi e gli obiettivi delle Nazioni Unite e dell'Unione Inter-Parlamentare stessa, in particolare nella regola di “proteggere e promuovere i diritti umani”.
Il “Piano Prawer” è un nuovo capitolo della continua Nakba (catastrofe) contro i palestinesi autoctoni che inizio nel 1948, quando le milizie sioniste, e più tardi il neo fondato Stato di Israele, sradicarono ed espropriarono la maggior parte dei palestinesi dlla loro terra.
L'obiettivo principale del Piano Prawer è troncare il legame storico che vincola le comunità di beduini palestinesi alla loro terra.
Piano Prawer che evidenzia irrefutabilmente sia la natura colonialista del sionismo nella teoria e nella pratica, sia la natura del sistema di apartheid che il regime israeliano impone sul nostro popolo nei territori del 1948, che raggiunge il suo picco nel mantenimento di un'identità esclusivamente “ebraica” che relega i palestinesi del luogo ad uno status inferiore de iure. Questo aspetto del regime israeliano riporta alla mente le caratteristiche pricipali su cui si fondava l'apartheid del Sud Africa e le leggi Jim Crow negli Stati Uniti meridionali.
Il Piano Prawer vìola i principi universali dei diritti umani, quali l'uguaglianza e l'effettiva partecipazione nelle deliberazioni riguardanti la vita umana e il benessere della persona. E, nello specifico, vìola la Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni delle Nazioni Unite [3], il cui art.8 dichiara che “i popoli e le persone autoctone hanno il diritto di non essere soggiogate con l'assimilazione forzata o la distruzione della propria cultura; inclusa ogni azione mirata [o che porta a] all'espropriazione dei propri territori e delle proprie risorse e ogni forma di trasferimento forzato della popolazione atto a vìolare o compromettere qualsiasi loro diritto”
Il piano vìola anche l'art. 10 della suddetta Dichiarazione che proibisce esplicitamente l'allontanamento delle persone autoctone dalla loro terra e dalle loro case: “I popoli indigeni non devono essere cacciati con la forza dalla loro terra. Nessuna rilocazione delle persone può avere luogo senza il precedente consenso libero ed informato dei soggetti interessati e senza la sottoscrizione di un accordo su un giusto e chiaro risarcimento, e dove possibile, senza l'opzione di poter tornare alla propria terra.”
Tutti i palestinesi dei territori del 1948, indipendemente dalle loro ideologie e dalle loro appartenenze politiche, stanno affrontando un battaglia con determinazione ed unità contro il regime di apartheid israeliana a cui sono sottoposti per preservare ciò che rimane delle loro terre. Dalla Nakba del 1948, i governi israeliani che si sono susseguiti hanno rubato ed espropriato illegalmente la maggior parte della terra posseduta dai palestinesi, i quali sono forzosamente diventati cittadini dello stato di Israele; cosa che a sua volta ha rafforzato il già esistente sistema di apartheid che privilegia de iure in maniera razzista i cittadini ebrei rispetto ai cittadini palestinesi (siano cristiani o musulmani). Il parlamento e il sistema giudiziario israeliano condividono entrambi la loro diretta responsabilità nell'indispensabile ruolo chehanno avuto nel continuo processo di espropriazione e di pulizia etnica della minoranza palestinese in Israele.
La strategia di mettere consistente pressione agli stati canaglia, dimostratasi efficace sul lungo periodo, per obbligarsi ad attenersi al rispetto delle leggi internazionali (inclusi i principi dei diritti umani), dovrebbe essere maggiormente applicata contro Israele, che è un regime di occupazione, colonialismo e apartheid contro la popolazione palestinese. Il BDS è una delle principali forme di lotta delle resistenza popolare e civile palestinese che mira a guadagnare nostri basilari diritti, sia collettivi che individuali, inclusi i diritti di circa 1,5 mln di palestinesi nei territori del 1948.
Negli ultimi 8 anni il BDS ha dimostrato essere la più efficace forma di solidarietà internazionale con la lotta palestinese per l'uguaglianza, la giustizia e la libertà.
I grandi obiettivi raggiunti dal Bds negli ultimi mesi, come il boicottaggio da parte di Stephen Hawking di una conferenza israeliana organizzata da Shimon Peres, e la frenetica reazione dell'estabilishment israeliano alla crescita esponenziale del movimento BDS nel mondo hanno sottolineato la vulnerabilità di Israele a questo movimento non violento, basato sui diritti umani e saldamente ancorato alle leggi internazionali, inclusa la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
[1] 1 dunam = 1000 m2
[2] Il Protocollo di Roma del Codice Penale Internazionale del 2002 definisce l'apartheid come un “azioni disumane di natura simile a quelli del paragrafo 1, commessi in un contesto di un regime istituzionalizzato di oppressione e dominazione sistematica di un gruppo etnico finalizzati al mantenimento di tale regime.” http://untreaty.un.org/cod/icc/statute/romefra.htm
Il regime israeliano sui propri cittadini palestinesi si inserisce in questa definizione, visto il mantenimento di più di 50 decreti legislativi che li discriminano http://adalah.org/eng/Israeli-Discriminatory-Law-Database
[3] http://en.wikipedia.org/wiki/Inter-Parliamentary_Union
[4] http://www.un.org/esa/socdev/unpfii/documents/DRIPS_en.pdf
Fonte: bdsmovevement.net
Traduzione: BDS Italia