Comunicati

Scarica la lettera in PDF e consegnala ai bar e ai ristoranti della tua zona. 

Gentile Esercente,

avrà forse ricevuto informazioni o proposte commerciali relative ai prodotti Sodastream, una società israeliana produttrice di apparecchi per la trasformazione dell’acqua di rubinetto in acqua gassata. Con l’acquisto della romagnola CEM Industries, ora Sodastream Professional, questa ditta punta ad estendersi sul mercato dei bar, ristoranti e hotel con impianti per l’erogazione di acqua gasata.

La campagna pubblicitaria promuove l’efficacia e i vantaggi che l’uso di questa tecnologia riveste in termini di rispetto dell’ambiente. Proprio per questi presunti vantaggi Sodastream aveva inizialmente ottenuto la sponsorizzazione di organizzazioni come Legambiente e WWF e l’appoggio di testimonial di successo come Paola Maugeri, da sempre sensibile alle battaglie ecologiste. Tuttavia, in seguito, Legambiente e WWF hanno negato ogni tipo di supporto a Sodastream e Oxfam Italia ha interrotto i rapporti con Paola Maugeri per via del suo ruolo di testimonial per Sodastream. Anche il Comune di Trieste ha recentemente ritirato un prodotto Sodastream previsto come premio per un concorso sulla raccolta differenziata.

Questo perché, dietro ad un finto ambientalismo, Sodastream porta avanti in Palestina una serie di vere violazioni dei diritti umani. 

English version

BDS Italia si associa alla denuncia del Forum Italiano Movimenti per l’Acqua contro il Festival dell’Acqua “privatizzata” che si svolge a L’Aquila in questi giorni, organizzato da Federutility, federazione che ha sempre remato contro il referendum per l’acqua pubblica. I movimenti per l’acqua contestano questa operazione di maquillage volta a creare un’immagine positiva di chi punta alla mercificazione del prezioso bene comune.

Uno sguardo agli sponsor del festival rivela anche aziende che sono complici e traggono profitti dalla violazione dei diritti umani e della legalità internazionale: Sodastream e Veolia.

Sodastream è un’azienda israeliana che produce gasatori per l'acqua dal rubinetto, il cui principale stabilimento produttivo si trova nella colonia israeliana di Ma'aleh Adumim nei Territori palestinesi occupati. Le colonie israeliane sono ritenute illegali in quanto violano il diritto internazionale secondo il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la Corte Internazionale di Giustizia, la Croce Rossa Internazionale e tutte le istituzioni europee.

Al Comune di Longiano (Forlì-Cesena)

Caro Sindaco, cari Consiglieri Comunali,

vi scriviamo come campagna Stop Sodastream Italia per esprimere il nostro sostegno alla mozione presentata in data 21 agosto 2013 dalla lista civica Aria Fresca che chiede una moratoria all’installazione di un erogatore pubblico di acqua naturale e gasata da parte di Adriatica Acque, Romagna Acque, Hera SpA ed Unica Reti fino a quando vengano mantenute rapporti commerciali tra queste ditte e la Sodastream Professional, già CEM Industries.[1]

Sodastream, ditta privata israeliana, ha la sua principale fabbrica di produzione nell’insediamento illegale di Mishor Adumim nei Territori palestinesi occupati.Per questo motivo non solo trae profitti da una violazione del diritto internazionale ma rafforza e radica l’occupazione stessa.

Sodastream è perciò oggetto di una campagna internazionale di boicottaggio, che rientra nel più ampio movimento globale del BDS (Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni) promosso dalla società civile palestinese per spingere Israele a rispettare le norme del diritto internazionale.[2]

In Italia, la campagna Stop Sodastream punta a far emergere gli aspetti poco etici di questa ditta e a promuoverne il boicottaggio dei prodotti. Già quasi 1400 persone, insieme a più di 30 gruppi, ONG e associazioni, hanno firmato un appello contro la vendita di prodotti Sodastream nei negozi italiani.[3] Le due principali organizzazioni ambientaliste, Legambiente e WWF, insieme ad Oxfam Italia, hanno interrotto i rapporti con la Sodastream a causa della sua complicità nella violazione dei diritti del popolo palestinese.[4]

In occasione dell’inaugurazione del Festival di Cannes, una coalizione internazionale per i diritti umani ha contestato la scelta dell’American Pavilion di avere Sodastream come sponsor. Sodastream, produttore israeliano di macchine per l’acqua gasata in casa, si promuove come una ditta socialmente responsabile. Invece la ditta viene criticata in quanto i suoi principali impianti di produzione si trovano nell’insediamento israeliano di Ma’aleh Adumim, costruito nei Territori palestinesi occupati della Cisgiordania in violazione del diritto internazionale e in contrasto con la politica ufficiale dell’Unione europea e del governo degli Stati Uniti.

"Mentre apprezziamo il desiderio dell’American Pavilion ad essere più rispettoso dell’ambiente e socialmente responsabile, evitando lo spreco di lattine, questi sforzi sono completamente negati e oscurati nel momento che accetta la sponsorship da parte di una società come SodaStream, complice di gravi violazioni dei diritti umani," ha detto Donna Hicks della coalizione interreligiosa Interfaith Boycott Coalition. "Ci auguriamo che Julie Sisk, fondatrice dell’American Pavilion, si renderà conto che un’impegno per l’ambiente non può essere disgiunto dal rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale".

Giornata nazionale della campagna Stop Sodastream

Sabato 22 dicembre in diverse città (tra le altre Roma, Milano, Bologna, Pisa, Parma e Trieste) attiviste/i di BDS Italia hanno messo in atto azioni di boicottaggio nei punti vendita dei prodotti Sodastream. Le azioni hanno puntato a informare e sensibilizzare rivenditori e potenziali clienti sulle vere violazioni dei diritti umani che si nascondono dietro il finto ambientalismo di Sodastream.

Sodastream ditta israeliana che produce gasatori per l'acqua di rubinetto, spacciati per prodotti "eco-chic", nasconde una brutta verità: opera in palese violazione del diritto internazionale. Infatti il principale impianto di produzione di Sodastream si trova nei Territori palestinesi occupati, nella colonia israeliana di Ma'aleh Adumim, costruita illegalmente secondo il Diritto Internazionale.

Di seguito i dettagli, foto e video sulle principali azioni svolte

Oltre 1200 persone, insieme a 30 comitati, ONG, associazioni e collettivi, hanno firmata la lettera ai rivenditori italiani chiedendo la sospensione della vendita dei prodotti Sodastream. Firma la petizione contro la vendita dei prodotti Sodastream e scarica la lettera da consegnare ai punti vendita. Firma anche la lettera a Paola Maugeri per convincerla che fare da testimonial per Sodastream non è ad impatto zero!

Comunicato stampa della campagna Stop Sodastream

Oxfam Italia sceglie la coerenza e sospende i rapporti con Paola Maugeri
Il suo coinvolgimento con Sodastream in contrasto con la posizione di Oxfam sugli insediamenti israeliani

Continua a dare risultati la campagna di pressione nei confronti di promotori di Sodastream, ditta privata israeliana produttrice di gasatori per l'acqua di rubinetto il cui principale impianto di produzione è situato nell’insediamento israeliano di Mishor Adumim, costruito illegalmente nei Territori palestinesi occupati in violazione del diritto internazionale e dei diritti umani [1].

In seguito a una lettera di denuncia della Campagna Stop Sodastream [2], Oxfam Italia ha sospeso i rapporti con Paola Maugeri, “PR Ambassador” per Sodastream, che era stata precedentemente coinvolta come testimonial in una raccolta fondi dell’organizzazione per la campagna “Un futuro senza fame”.

Il video promozionale in cui compariva Paola Maugeri, noto personaggio radiofonico e autrice del libro “La mia vita ad impatto zero”, è stato rimosso da Oxfam Italia[3]. L’organizzazione non governativa ha confermato di avere comunicato alla Maugeri le motivazioni di questa scelta, impegnandosi a convincerla di interrompere la collaborazione con Sodastream, come chiesto nella lettera della Campagna. Nella risposta alla lettera di Stop Sodastream, Roberto Barbieri, Direttore Generale di Oxfam Italia aveva ribadito la loro posizione “contro la commercializzazione dei prodotti dagli insediamenti nei territori occupati, ritenuti questi illegali secondo il diritto internazionale e considerati uno degli ostacoli principali per il raggiungimento di una pace giusta, duratura e stabile nell’area”, ritenendo “la commercializzazione di tali prodotti uno strumento per legittimare l’esistenza dagli insediamenti”.

L'Associazione di solidarietà con la Palestina - Svezia, con 1000 membri e 16 gruppi locali, scrive a Paola Maugeri per chiederle di interrompere i suoi rapporti con Sodastream. Segnala questa lettera a Paola via Facebook e Twitter. Firma anche la lettera di Stop Sodastream indirizzata a Paola.

Cara Paola Maugeri,

In Svezia siamo rimasti piacevolmente sorpresi di sapere della sua ammirazione per il nostro senso di etica e di valori e che le visite che lei fa ogni anno al nostro paese, che chiama i suoi "due mesi di civiltà", sono state un fattore chiave nello sviluppo del suo rispetto per l'ambiente.

Ci ha sconcertato, quindi, apprendere che in Italia lei ha accettato di essere la "PR Ambassador " per la società israeliana Sodastream, i cui principali impianti di produzione si trovano nell’insediamento israeliano di Mishor Adumim, costruito illegalmente nei territori occupati palestinesi. Questa è una violazione molto chiara del diritto internazionale e dei diritti umani, e ancora peggio, Sodastream ne trae cospicui profitti.

Lo stesso senso di etica e di valori, per cui lei ha espresso la sua ammirazione, non solo ci ha portato a condannare tali attività immorali e illegali, ma ha anche indotto ampi settori della società civile svedese ad adottare misure concrete volte a fare pressione su compagnie e istituzioni israeliane per porre fine a tali attività e rispettare il diritto internazionale.

Cara Oxfam Italia,

abbiamo appreso dal vostro sito che, per il lancio della campagna “Un futuro senza fame”, avete coinvolto come promotrice Paola Maugeri, nota per il suo impegno per la sostenibilità ambientale.

Conoscendo l’impegno dell’Oxfam per sradicare povertà, ingiustizia e le loro cause, nel mondo e in particolare in Palestina, ci preme informarvi che Paola Maugeri svolge anche il ruolo di "PR Ambassador" per Sodastream, ditta privata israeliana con principale fabbrica in un insediamento illegale nei Territori palestinesi occupati.[1]

Come campagna Stop Sodastream, siamo impegnati a far conoscere la verità su questa ditta e a promuovere boicottaggi dei suoi prodotti. La nostra campagna fa parte del movimento globale, lanciato dalla società civile palestinese, per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele fino a quando non rispetti il diritto internazionale.[2] Oltre 1200 persone, insieme a più di 30 gruppi, ONG e associazioni, hanno firmato un appello contro la vendita di prodotti Sodastream in Italia.[3]

Cittadini israeliani, tutti vegani, scrivono a Paola Maugeri per chiederle di interrompere i suoi rapporti con Sodastream. Segnala questa lettera a Paola via Facebook e Twitter. Firma anche la lettera di Stop Sodastream indirizzata a Paola.

Cara Paola Maugeri,

Ti scriviamo come cittadini e residenti di Israele che credono di condividere valori simili per quanto riguarda la natura umana e l'importanza di assumere responsabilità e essere proattivi nel mondo che viviamo. È giunto alla nostra attenzione che, mentre promuovi uno stile di vita a impatto zero rispettoso dei diritti degli animali e dell'ambiente, hai anche assunto il compito di promuovere Sodastream - una società con fabbrica su terra rubata e occupata, che è direttamente coinvolta in attività contro tutti i valori di cui sopra. Siamo sconcertati da questa tua scelta e vorremo cogliere l'occasione di offrire la nostra visione per l'ambiente, gli animali e le persone che vivono in questa regione.

Gentile Redazione di Radio Popolare,

Apprendiamo con stupore che la vostra emittente sta mandando in onda spot radiofonici per la Sodastream.

Ci stupisce vedere Radio Popolare vendere spazi pubblicitari ad un’azienda che opera in palese violazione dei diritti umani e della legalità internazionale: Sodastream ha il suo principale impianto di produzione nei Territori palestinesi occupati nell’insediamento israeliano illegale di Ma'aleh Adumim.

I rapporti commerciali che Radio Popolare ha intrapreso con Sodastream rischiano, quindi, di essere oggettivamente un atto di complicità con l’occupazione militare israeliana, attraverso il sostegno diretto ad un’azienda che produce in un insediamento illegale e trae profitti dalla sistematica violazione dei diritti umani basilari del popolo palestinese.