Giornata nazionale della campagna Stop Sodastream
Sabato 22 dicembre in diverse città (tra le altre Roma, Milano, Bologna, Pisa, Parma e Trieste) attiviste/i di BDS Italia hanno messo in atto azioni di boicottaggio nei punti vendita dei prodotti Sodastream. Le azioni hanno puntato a informare e sensibilizzare rivenditori e potenziali clienti sulle vere violazioni dei diritti umani che si nascondono dietro il finto ambientalismo di Sodastream.
Sodastream ditta israeliana che produce gasatori per l'acqua di rubinetto, spacciati per prodotti "eco-chic", nasconde una brutta verità: opera in palese violazione del diritto internazionale. Infatti il principale impianto di produzione di Sodastream si trova nei Territori palestinesi occupati, nella colonia israeliana di Ma'aleh Adumim, costruita illegalmente secondo il Diritto Internazionale.
Di seguito i dettagli, foto e video sulle principali azioni svolte
Oltre 1200 persone, insieme a 30 comitati, ONG, associazioni e collettivi, hanno firmata la lettera ai rivenditori italiani chiedendo la sospensione della vendita dei prodotti Sodastream. Firma la petizione contro la vendita dei prodotti Sodastream e scarica la lettera da consegnare ai punti vendita. Firma anche la lettera a Paola Maugeri per convincerla che fare da testimonial per Sodastream non è ad impatto zero!
Decine di lettere di clienti che si associano alla richiesta di sospendere le vendite dei prodotti Sodastream sono state consegnate ai direttori delle filiali di COIN, MEDIAWORLD e ESSELUNGA, che hanno trasmesso la segnalazione ai rispettivi uffici commerciali nazionali e hanno solidarizzato a titolo personale con le ragioni della campagna. Alcuni attivisti hanno esposto bandiere della pace e palestinesi accanto allo scaffale Sodastream di COIN, spiegando ai clienti le pratiche illegali di questa azienda.
BDS Milano ha effettuato un’azione nei locali di Media World, annessa a una COOP dove aveva già fatto un’azione il 18 dicembre. L’azione è consistita in deshelving, megafono, volantinaggio (volantino di Stop Sodastream), esibizione di materiale. L’azione ha creato una forte agitazione fra il personale di Media World e la security, c’è stata qualche discussione animata ma non si è andati oltre, grazie anche alla freddezza con cui si sono evitate provocazioni. BDS Milano ha quindi fatto durare l’azione almeno un quarto d’ora, sempre occupando il centro di Media World. Non riuscendo a liberarsi de manifestanti hanno avvertito i carabinieri: all’uscita le attivisti e gli attivisti sono stati intercettati da alcuni graduati che li hanno tranquillamente chiesto informazioni sull’iniziativa, che è stato tranquillamente fornito insieme ai volantini.
Presidio all'entrata del centro commerciale "Le Torri" di via Svevo
Attivist* del Coordinamento Campagna BDS Bologna hanno messo in atto incursioni informative in diversi negozi che commercializzano i prodotti Sodastream. Gli scaffali e gli espositori di Sodastream sono stati "addobbati" con adesivi e volantini rivolti ai potenziali clienti.
L'adesivo stravolge il logo riportato sugli espositori e sulle confezioni "ELETTO PRODOTTO DELL'ANNO 2012 - I consumatori premiano l'innovazione" in "ELETTO PRODOTTO DI APARTHEID - I consumatori premiano l'Occupazione Israeliana dal 1948".
Il volantino intitolato PER UN NATALE SENZA APARTHEID, BOICOTTA SODASTREAM spiega le ragioni del boicottaggio di questa azienda che opera nei territori occupati palestinesi in violazione del diritto internazionale e invita a non regalare Sodastream a Natale.
L'azione è stata effettuata in undici punti vendita: Ipercoop - Centrolame; Expert - Centro Commerciale Navile; Mercatone Uno - Centro Commerciale Navile; Ipercoop - Centroborgo; Esselunga - Via Emilia Ponente; Esselunga - Centro Commerciale La Meridiana; Carrefour - Centro Commerciale Shopville; Mediaworld - Centro Commerciale Shopville; Coop&Coop - Centro Commerciale Meraville; Mediaworld - Centro Commerciale Meraville; Expert - Centroborgo.
Il Gruppo d’Azione per la Palestina si unisce agli altri gruppi italiani filopalestinesi nella giornata di mobilitazione ed azione per il boicottaggio delle merci israeliane. Da stamattina infatti sulle entrate dei supermercati della nostra città sono attaccati i nostri manifesti, con le chiare indicazioni dei prodotti da evitare e con le giuste ragioni che ci spingono a sostenere questa iniziativa.
Non acquistare consapevolmente prodotti israeliani significa dichiararsi estranei e contrari al regime di apartheid sionista; comperarli invece dimostra che lo si sostiene, se non consapevolmente, quanto meno da un punto di vista economico (quello che più interessa allo Stato di Israele).
Boicottaggio accademico e boicottaggio economico: due forme di pressione volte a colpire il governo di Tel Aviv, nella sua immagine pubblica e nei suoi (lauti) affari; due forme di lotta che, per la loro naturale capacità di essere praticate, possono essere fatte proprie da migliaia di persone, e dare un contributo concreto alla causa palestinese.
A Roma, alla COIN di San Giovanni, attiviste e attivisti del movimento BDS hanno denunciato la vendita di prodotti Sodastream all'interno del negozio attraverso la simbolica rimozione dei prodotti dagli scaffali, e la richiesta di un incontro con il direttore, al quale è stata consegnata una lettera sulle ragioni del boicottaggio. Il personale si è più volte detto solidale con la denuncia e lo stesso direttore si è impegnato a valutare la questione ed attivarsi. L'azione è stata accompagnata dalla distribuzione di volantini, sia dentro che fuori il grande magazzino.
Nel pomeriggio, alcune attiviste sono intervenute durante un workshop di Paola Maugeri, testimonial di Sodastream, informando il pubblico di questa attività di ambassador, e soprattutto sottolineandone la mancanza di coerenza rispetto al messaggio ecologista di cui Mauigeri si fa portavoce e alle sue scelte di vita, dichiaratamente improntate alla sostenibilità. Con l'occasione, le è stata di nuovo consegnata la lettera in precedenza inviatale, firmata da più 800 persone, rinnovando la richiesta di una risposta chiarificatrice (finora mancata) e una presa di distanza dall' azienda israeliana.