Caro Yves Béhar,

abbiamo recentemente appreso della sua collaborazione con Sodastream, il produttore israeliano di gasatori domestici, per il quale presenterà un nuovo design al MOST di Milano.

Come attivisti per i diritti umani e sostenitori del BDS, appello palestinese del 2005 per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele[1], ci preme informarla che, dietro l'immagine di azienda socialmente responsabile ed ambientalista propagandata da Sodastream, si nasconde un'azienda che opera in piena violazione dei diritti umani e del diritto internazionale.

Così come evidenziato nella relazione annuale della società, i principali impianti produttivi di Sodastream si trovano in un insediamento israeliano costruito illegalmente nei territori palestinesi occupati.[2]

Sodastream dal 1996 sostiene direttamente l'insediamento illegale di Ma'aleh Adumim, attraverso le imposte comunali, tasse destinate esclusivamente alla crescita e allo sviluppo dell'insediamento.[3]

Inoltre Sodastream contribuisce all’inquinamento di acque e terre palestinesi. Ma’aleh Adumim gestisce la famigerata discarica di Abu Dis[4], anche questa costruita su terre confiscate ai Palestinesi, dove ogni giorno vengono scaricate oltre 1.100 tonnellate di rifiuti provenienti da Gerusalemme e dagli insediamenti israeliani. Lo stesso ministero israeliano per l'Ambiente ha dichiarato che la discarica sta "inquinando fiumi e terreni vicini".[5]

Per utilizzare uno dei suoi motti, questo non è etico, quindi non può essere bello!

Per questi motivi la invitiamo quindi a interrompere il suo rapporto con Sodastream, concretizzando così il suo concetto di Design: “Design per il Bene'" con "una responsabilità verso il mondo che ci circonda."

Un impegno per la sostenibilità non può essere disgiunto dal rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale.

Per le ragioni elencate sopra, Sodastream è, divenuta oggetto di una campagna di boicottaggio internazionale, dal Nord America all'Europa all’Oceania.

In Italia, una lettera inviata ai rivenditori per invitarli a sospendere le vendite di Sodastream, è stata firmata da oltre 1100 persone e da più di 30 gruppi, ONG e associazioni.[6]

La più grande associazione ambientalista italiana, Legambiente, che in passato aveva accettato di sponsorizzare i prodotti Sodastream, ha annullato il contratto nel 2010 dopo essere venuta a conoscenza delle gravi violazioni della società. Nel febbraio di quest'anno, dopo il reiterato uso improprio del logo dell'associazione da parte dell’azienda, Legambiente ha inviato una diffida a Sodastream, intimando il ricorso a un’azione legale nel caso in cui l’uso del proprio logo non fosse cessato immediatamente.

È lecito pensare che Sodastream abbia scelto di affidarsi al suo nome non soltanto per il suo talento e per l’indubbia qualità dei suoi lavori pluripremiati, ma anche per il suo impegno a "creare progetti che siano profondamente in sintonia con le esigenze di un futuro sostenibile", servendosi così delle sue giuste convinzioni per costruirsi un’immagine positiva e ambientalista e nascondere la complicità della società con la brutale occupazione del governo israeliano.

Se realmente crede che "il design è un vero agente per il cambiamento", le chiediamo allora di essere quell’agente di cambiamento e di rescindere il rapporto con Sodastream.

Stop Sodastream – Italia
BDS Italia

CODEPINK: Women for Peace (USA)
Sacramento BDS (USA)
Veterans for Peace, Chapter 87, Sacramento, CA (USA)
Critical Jewish Voice (Austria)
Women in Black Vienna (Austria)
Arab American Student Union, Wayne State University (USA)
Palestine Human Rights Campaign, Auckland (Aotearoa-New Zealand)
Auckland University Students for Justice in Palestine (Aotearoa-New Zealand)
Students for Justice in Palestine, Victoria University, Wellington (Aotearoa-New Zealand)
Jews for Israeli-Palestinian Peace (Sweden)
Adalah-NY: The New York Campaign for the Boycott of Israel (USA)
Sacramento Area Peace Action (USA)
Philly BDS (USA)
Boycott Israeli Apartheid Campaign - Vancouver (Canada)
US Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel (USA)
Solidarity (USA)
Canada Palestine Support Network (Canada)
Palestine Israel Action Group of Ann Arbor Friends Meeting, Ann Arbor, Michigan (USA)
InterDenominational Advocates for Peace (IDAP) of Ann Arbor, Michigan (USA)
Boston Coalition for Palestinian Rights (USA)
BDS Group Berlin (Germany)
German Palestinian Association (Germany)
International Jewish Anti-Zionist Network
University of Toledo Students for Justice in Palestine (USA)
Jewish Voice for Peace-Detroit (USA)
Vermonters for a Just Peace in Palestine/Israel (USA)
Boycott Israel Network (UK) 
Jewish Voice for Peace (USA) 
Australians for Palestine (Australia)
Palestine Solidarity Association (Sweden) 
Middle East Crisis Response (USA) 
BDS France (France) 
Jewish Voice for Peace, Sacramento (USA) 


[1] Introducing the Boycott, Divestment and Sanctions Movement
[2] Sodastream International Ltd. Annual Report for the Fiscal Year Ended December 31, 2010
[3] SodaStream: A Case Study for Corporate Activity in Illegal Israeli Settlements, Coalition of Women for Peace – Israel, January 2011
[4] Ma’aleh Adumim Industrial Park
[5] Jerusalem refuses to stop using Abu Dis landfill , 14.06.2011
[6] No alle bollicine di SodastreamLa risposta della Sodastream non convince