Boicottaggio sportivo

Il giocatore professionista ha parlato di Colin Kaepernick e del conflitto israelo-palestinese a Washington 

Foto Gabriella Demczuk per The Undefeated

Michael Bennett, dei Seattle Seahawks, uomo di linea di difesa, insieme a Dave Zirin e Noura Erakat, accoglie le domande del pubblico in un incontro a Busboys and Poets a Washington il 10 aprile. 

Comunicato stampa

FIFA condannata da difensori dei diritti umani per la mancata espulsione delle squadre israeliane delle colonie illegali

Palestinesi chiedono lo scioglimento del Comitato di monitoraggio della FIFA su Israele e Palestina, che FIFA utilizza per evitare misure sulle colonie israeliane

9 marzo 2017- Una vasta coalizione di organizzazioni palestinesi ed internazionali ha denunciato il mancato intervento del presidente della Fifa Gianni Infantino per costringere l’associazione calcistica israeliana ad escludere sei squadre di calcio con sede nelle illegali colonie israeliane e ha chiesto lo scioglimento del Comitato di Monitoraggio della FIFA su Israele e Palestina. La mancata volontà da parte della FIFA di agire contro le squadre delle colonie israeliane la rende complice delle violazioni israeliane del diritto internazionale, violando il proprio statuto, che vieta ad associazioni membri di giocare nel territorio di un'altra associazione membro senza l'autorizzazione di quest'ultimo.

Il Comitato di monitoraggio FIFA su Israele e Palestina, istituito nel maggio del 2015 e presieduto da Tokyo Sexwale, avrebbe dovuto presentare la sua relazione al Consiglio della FIFA nell'ottobre del2016. I funzionari del governo israeliano hanno agito sul Comitato per ammorbidire le sue raccomandazioni e per prevenire l'esclusione delle squadre delle colonie dalle proprie leghe calcistiche.

Nonostante le promesse di assumere le proprie responsabilità, sembra che la FIFA abbia ceduto alle pressioni di Israele e stia rimandando a tempo indeterminato la pubblicazione della relazione del Comitato, rendendo così più difficile prendere provvedimenti sulla questione al prossimo Congresso della FIFA del maggio 2017.

Sharaf Qutaifan, della Campagna Palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI), ha detto: "Il Comitato di monitoraggio della FIFA su Israele e Palestina non è riuscito a rispettare il suo mandato e deve essere sciolto. La FIFA e il Comitato hanno ceduto alle pressioni politiche, rifiutando di prendere misure significative per porre fine alle violazione della Federcalcio israeliana degli statuti della FIFA. La FIFA attua una discriminazione verso la Palestina violando il proprio principio di neutralità. Infantino ha abbandonato la sua promessa di prendere le distanze dal suo predecessore Sepp Blatter sulla corruzione, e invece sta seguendo le sue orme".

Israele distrugge deliberatamente gli stadi di calcio palestinesi e tiene in prigione i giocatori palestinesi.  Nel frattempo Israele permette a sei squadre che hanno sede negli insediamenti illegali di giocare nel suo campionato nazionale.

La FIFA, l'organo di governo del calcio mondiale, non è riuscita a prendere provvedimenti contro la Federcalcio israeliana per quanto riguarda l’inclusione di queste squadre che hanno sede nei territori occupati illegalmente. Omettendo di agire, la FIFA non solo ignora i propri statuti, ma è complice delle violazioni israeliane del diritto internazionale.

firma

La FIFA dovrebbe esigere che l’associazione calcistica israeliana escluda le squadre che hanno sede negli insediamenti illegali dalle sue leghe e dovrebbe sospendere l’associazione calcistica israeliana se si rifiuta di rispettare le sue regole.

Caro Diego,

ben tornato a casa tua! Sappiamo che il tuo tempo è prezioso e ci rivolgiamo a te sperando che tu non sia cambiato, con il tuo genio e la tua passione, con cui hai lottato contro la corrotta FIFA per venti anni.

Crediamo che tuo nuovo impegno nella FIFA di Gianni Infantino dipenda dal tentativo serio di riformarla profondamente e speriamo che tu voglia indirizzarlo ad avvicinarla al sentire dei popoli e all’impegno del rispetto dei loro diritti. Lo sport è un mezzo di trasmissione di valori universali che non devono essere violati. Avevi detto di te “sono il primo fan del popolo palestinese, lo rispetto e solidarizzo con lui. Sostengo la Palestina senza nessuna paura”.

I Palestinesi continuano a subire una feroce occupazione e colonizzazione (illegale) in tutta la Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, dove negli ultimi anni la violenta sottrazione delle terre, la demolizione delle case palestinesi e l’oppressione della popolazione nativa sono enormemente cresciute.  Mentre Gaza è chiusa in un assedio che la soffoca e la lascia isolata senza acqua né luce, al freddo. Inoltre, la vita sportiva è impedita con distruzioni di infrastrutture e forti limitazioni al movimento di atleti e suppellettili sportive. I calciatori sono presi particolarmente di mira, non raramente feriti o imprigionati senza capo d’accusa. (1)

Ad un anno dalla rinuncia alla richiesta di sospendere Israele, nuove pressioni sulla Fifa perché impedisca a sei team di giocare negli insediamenti israeliani in Cisgiordania

Passa di nuovo per un campo di calcio la lotta palestinese contro la colonizzazione israeliana. Si ritenta la via della Fifa dopo il tradimento in diretta da parte di Jibril Rajoub, falco di Fatah, ex campo dei servizi interni e oggi presidente della Federazione Calcio Palestinese: lo scorso anno dopo, a fine maggio 2015, dopo mesi di campagna internazionale, Rajoub rinunciò a chiedere la sospensione di Israele dalla Fifa durante l’assemblea dell’organizzazione.

Uno schiaffo in faccia ai tantissimi palestinesi che avevano sperato in un atto dal forte valore simbolico, apice di proteste popolari e campagne locali. Ora ci si riprova, stavolta sulla base di un rapporto pubblicato pochi giorni fa da Human Rights Watch e sulla richiesta di inizio settembre presentata da 66 parlamentari europei: la Fifa vieti alle squadre israeliane di giocare in stadi costruiti all’interno di colonie nella Cisgiordania occupata.

Nello specifico Hrw analizza i casi di sei club israeliani basati in Cisgiordania (nelle colonie di Ariel, Givat Ze’ev, Ma’ale Adumim, Oranit e in Valle del Giordano), in terre che l’organizzazione definisce “rubate”: “Queste squadre vanno trasferite dentro Israele”, richiesta che si fonda sullo statuto stesso della Fifa che vieta ad un’associazione membro di giocare nel territorio di un’altra federazione membro senza il suo consenso.

Grande la partecipazione all’iniziativa sui social per la partita delle qualificazioni per i mondiali 2018 tra Israele e Italia.

Seguendo l’eccellente esempio dei tifosi del Celtic, abbiamo riempito i social di bandiere palestinesi e usato gli hashtag per la partita per parlare della Palestina e chiedere l’espulsione di Israele dalla Fifa.

Nelle word cloud di seguito, si vedono gli hashtag più tweetati durante partita, tra cui #palestinalibera, #freepalestine, #redcard4israel, #apartheidisrael e #bds.

 

partita wordcloud2

partita wordcloud1

Il Thunderclap, tweet/post collettivo, ha avuto un impatto sociale di quasi un milione (986.424).

Sotto una piccola rassegna dei tantissimi tweet:

BDS Italia

Il calcio rispetti i diritti umani

Evento Facebook

Il prossimo 15 settembre, in occasione della partita di Europa League Inter - Be'er Sheva, a partire dalle 18:00 si terrà un presidio di protesta davanti allo stadio S. Siro per sollecitare UEFA e FIFA ad espellere la federazione calcistica israeliana da ogni competizione sportiva, fino a quando Israele non rispetterà i diritti dei palestinesi e la legalità internazionale.

Lo sport, contrario ad ogni forma di razzismo e violenza, non può tollerare, salvo invalidare quegli stessi principi, uno Stato che, oltre a praticare il colonialismo e l'apartheid contro l'intera popolazione palestinese, uccide, ferisce, arresta e impedisce la libertà di movimento ai giocatori palestinesi, senza alcun motivo né diritto a farlo; distrugge vandalicamente le strutture sportive e comprende, nella sua federazione sportiva, sei squadre di calcio che hanno sede negli insediamenti abusivi costruiti in violazione del diritto internazionale su terre illegalmente confiscate ai palestinesi. 

Coordinamento per i diritti del popolo palestinese

Di seguito il volantino dell'iniziativa e la lettera inviata alla dirigenza dell'Inter


IL CALCIO RISPETTII DIRITTI UMANI

Nel calcio internazionale, il Fair Play, da un punto di vista formale, è l'impegno ufficiale assunto dalla Fédération Internationale de Football Association (FIFA) per promuovere l'etica nel calcio e prevenire violenza e discriminazione, principio esteso successivamente ad altri sport.

LO SPORT, DUNQUE, È CONSIDERATO UN MEZZO DI TRASMISSIONE DI VALORI UNIVERSALI CHE NON DOVREBBEROESSERE VIOLATI.

MaIsraele, paese accolto nella FIFA e nella UEFA (pur non essendo paese europeo), oltre a praticare il colonialismo e l’apartheid contro l’intera popolazione palestinese, ha palesemente calpestato questi valori, uccidendo, ferendo o arrestando, sempre senza alcun motivo ne’ diritto a farlo, diversi giocatori palestinesi, distruggendo vandalicamente le strutture sportive, come nel novembre 2012 a Gaza, quando vennero demoliti lo stadio di calcio e la sede del Comitato nazionale paraolimpico, impedendo la libertà di movimento e facendo incursioni devastatricinella sede della Federcalcio Palestinese.

Bambini palestinesi di 11-12 anni, con addosso la maglia della loro squadra preferita, sono stati falciati dall'artiglieria israeliana, semplicementementre giocavano a calcio, sport amatissimo in Palestina.

La feroce occupazione militare israeliana, forte della colpevole indifferenza della comunità internazionale, da quasi 70 anni ha in spregio i più elementari diritti umani.

Ricordate che nelle recenti Olimpiadi di Rio de Janeiro, Israele ha ostacolato la partecipazione degli atleti palestinesi, costringendolia partire senza le divise sportive?

Con l’arroganza consentitagli dalla complicità internazionale, ha sequestrato “per motivi di sicurezza” le divise, gli abiti per la cerimonia di apertura e le bandiere palestinesi.

E LA FIFA E LA UEFA TUTTO QUESTO LO SANNO!

Inoltre, la Federazione israeliana di calcio comprende sei squadre che hanno sede negli insediamenti abusivi, costruiti in violazione del diritto internazionale su terre illegalmente confiscateai palestinesi.

Ricordiamo che nel 1976 la Fifa espulse il Sudafrica a causa delle sue politiche di Apartheid.

OGGI CHIEDIAMO

alla Federazione Internazionale ed a quella europea di sospendere la FederCalcio israeliana fino a quando Israele non rispetterà i diritti dei palestinesi e la legalità internazionale.

Quel che chiediamo è un atto dovuto anche per rispetto dei principi fondativi della stessa FIFA e della UEFA, che non possono accogliere, salvo invalidare quegli stessi principi, uno Stato che discrimina i ragazzi palestinesi che vogliono muoversi liberamente e fare sport come tutti gli altri ragazzi del mondo né possono ammettere, per Statuto, la partecipazione di squadre residenti nelle colonie.

Per informazioni su campagne e iniziative a livello nazionale e locale, visitate la pagina www.bdsitalia.org

COORDINAMENTO PER I DIRITTI DEL POPOLO PALESTINESE

Milano, 15 settembre 2016


Spettabile

Inter – F.C. Internazionale Milano spa

Davide Civoli – Staff della comunicazione
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Luigi Crippa - Capo Ufficio Stampa Resp. Rapporti con i Media ed Eventi di Comunicazione
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Andrea Dal Canton
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Daria Nicoli
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Leo Picchi
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Roberto Scarpini - Comunicazione Dir. Resp. Inter Channel
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Cari dirigenti e cari sostenitori dell’Inter,

il 15 settembre la vostra squadra del cuore si dovrebbe incontrare con una squadra israeliana. Nel calcio internazionale, il Fair Play, da un punto di vista formale, è l'impegno ufficiale assunto dalla Fédération Internationale de Football Association (FIFA) per promuovere l'etica nel calcio e prevenire violenza e discriminazione, principio esteso successivamente ad altri sport.

Lo sport, dunque, è considerato un mezzo di trasmissione di valori universali che non possono essere violati.

Oltre a praticare il colonialismo e l’apartheid contro l’intera popolazione palestinese, Israele ha frequentemente palesato disprezzo per questi valori, uccidendo, ferendo o arrestando diversi giocatori palestinesi, distruggendo stadi e centri sportivi, impedendo la libertà di movimento e facendo incursioni nella sede della Federcalcio Palestinese.

La feroce occupazione militare israeliana, forte della colpevole indifferenza della comunità internazionale, da quasi 70 anni ha in spregio i più elementari diritti umani: anche solo dal primo ottobre 2015 è salito a 236 il numero di palestinesi vittime delle forze armate israeliane.

Il numero dei palestinesi feriti da pallottole vere sta aumentando, e i ragazzi che tirano pietre dicono che viene loro comunicato che sfidare i soldati può renderli zoppi per tutta la vita, non potranno giocare a calcio, non potranno proseguire in una normale vita. Le leggi israeliane prevedono sino a 20 anni di carcere per chi è anche solo sospettato di avere lanciato pietre, indipendentemente dalle conseguenze del lancio; in carcere non si ha alcun diritto, tantomeno si può giocare a pallone.

La squadra di calcio di Israele che voi avete in programma di affrontare sul campo di S. Siro partecipa abusivamente al campionato europeo, perché Israele non fa parte della Comunità Europea: la partecipazione è, per Israele, un atto politico inteso ad affermare che Israele ha diritto in quanto è in grado di imporsi contro ogni diritto internazionale, contro il rispetto dei diritti umani e civili dei Palestinesi. Voi non dovete accettarlo, come italiani, come europei e come persone civili che tengono in gran conto la giustizia e l'umanità.

Coordinamento per i diritti del popolo palestinese – milano, 11 settembre 2016

English version

Il 5 settembre, ad Haifa, l’Italia gioca contro Israele nelle qualificazioni per i mondiali di calcio 2018.

Questa partita non dovrebbe svolgersi, perché, secondo le regole del Fair Play, la Fifa dovrebbe sospendere la Federazione calcistica d'Israele.

Oltre a praticare il colonialismo e l’apartheid contro l’intera popolazione palestinese, Israele ha ucciso e ferito giocatori palestinesi, ma anche ragazzi mentre giocavano a pallone, ha distrutto stadi e centri sportivi, ha impedito il movimento, arrestato calciatori palestinesi e ha fatto incursione nella sede della FederCalcio Palestinese. Quest’estate Israele ha bloccato l’arrivo delle bandiere e delle divise per la squadra palestinese alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Inoltre, la Federazione calcistica israeliana comprende ben sei squadre con sedi nelle colonie costruite in violazione del diritto internazionale su terre rubate ai palestinesi.

Come è successo nel 1964, quando la Fifa sospese il Sudafrica a causa delle sue politiche di Apartheid, decisione mantenuta fino alla fine del regime di Apartheid, oggi chiediamo alla FIFA di sospendere la Federazione calcistica d'Israele fino a quando Israele non rispetterà i diritti dei palestinesi e il diritto internazionale.

Seguiamo l’eccellente esempio di centinaia di fan del Celtic, che hanno rifiutato il divieto di portare bandiere palestinesi alla partita con l’israeliana Hapoel, riempendo lo stadio. Anche in Francia, alla partita tra St Etienne e Beitar Jerusalem sventalavano tante bandiere palestinesi.

Il 5 settembre, a partire dalle ore 20.45 durante la partita Italia-Israele, manifestiamo la nostra solidarietà alla Palestina.

Tifiamo per i diritti dei palestinesi!
Mostriamo il cartellino rosso all’apartheid israeliana!

  • Unisciti subito al Thunderclap per un tweet/post collettivo durante la partita.
  • Durante la partita, riempiamo i social media di bandiere palestinesi. Scarica immagini qua oppure dai spazio alla tua creatività. Utilizza gli hashtag #IsraeleItalia, #IsrIta e #WorldCup. Segui @bdsitalia per altri hashtag.
  • Firma la petizione alla FIFA, già sottoscritta da oltre 150.000 persone per chiedere la sospensione di Israele.
  • Partecipa al Crowdfunding dei tifosi del Celtic, che in pochi giorni ha raccolto oltre 150.000 sterline per Medical Aid for Palestinians e il centro Lajee del campo profughi Aida.

BDS Italia

di Michele Giorgio

I dirigenti della Federcalcio palestinese hanno rinviato di 48 ore, a domani sera, la partita di ritorno della finale della Coppa di Palestina in programma ieri allo stadio di Hebron. Negoziati febbrili vanno avanti da due giorni per permettere a tutti i calciatori dello Shebab di Khan Yunis, un club di Gaza, di raggiungere Hebron. Nessuno è in grado di fare previsioni sulle decisioni delle autorità israeliane che, tornando alla linea mantenuta fino ad un anno fa, a prima dell’accordo raggiunto con i palestinesi nella sede della Fifa a Zurigo, questa settimana hanno negato, per presunte “ragioni di sicurezza”, il passaggio al valico di Erez di nove dei 19 tesserati del Khan Yunis. La squadra di Gaza perciò è rimasta con 10 calciatori e non può scendere in campo per tentare di ribaltare il risultato dell’andata che ha visto prevalere l’Ahly di Hebron per 1 a 0. Il titolo in palio è importante. Chi riuscirà ad aggiudicarselo parteciperà ai Giochi d’Asia e ad altre competizioni regionali. A decidere l’esito della Coppa di Palestina perciò potrebbe essere Israele che, dopo l’inizio dell’Intifada di Gerusalemme, lo scorso ottobre, ha introdotto nuove restrizioni ai movimenti dei palestinesi più giovani, calciatori inclusi, rimangiandosi le garanzie che aveva offerto alla Federcalcio palestinese.

La squadra spagnola vincitrice della Coppa Uefa 2015, il Siviglia, ha rifiutato un contratto di 5 milioni di euro per uno sponsor che avrebbe pubblicizzato il turismo in Israele.

I motivi per cui la società andalusa ha rifiutato l’offertà sono da ricercare nella “connotazione politica” nell’apparire sostenitori di Israele, per quello che ha rilevato la rivista sportiva “Mundo Deportivo”. Ma c’è dell’altro: secondo il sito web “ElDesmarque”, in base a fonti provenienti dal club, sembrerebbe che lo sponsor Israeliano “potrebbe essere dannoso per Siviglia, tenendo conto delle questioni politiche attuali relative al conflitto arabo – israeliano”. Ricordiamo che nel gennaio 2009, Frederic Kanoutè, allora importante giocatore del Siviglia, venne multato dalla federazione calcistica spagnola per aver indossato una maglietta con la scritta “Palestina”, durante un match contro il Deportivo La Coruna. Il gennaio 2009 era il periodo del massiccio bombardamento perpetuato da Israele in Palestina attraverso l'operazione denominata "Piombo Fuso". I soldi avrebbero di certo fatto comodo al Siviglia, dato che il ministero israeliano del turismo ha offerto più del doppio della somma di un accordo di sponsorizzazione stipulato in Malesia, che però ha preferito optare per un ragionamento più politico, sicuramente apprezzabile.

Fonte: Sport alla Rovescia