Boicottaggio sportivo
Uno striscione enorme "Free Palestine", tanti bandiere palestinesi e cartelli BDS alla partita tra Athletic Bilbao e Israeli Hapoel.
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Firmate la lettera a Michel Platini, Presidente UEFA
Una precedente lettera a Voi indirizzata e firmata da eminenti figure tra cui l'ex leggenda del calcio Eric Cantona, il regista Ken Loach, Michael Mansfield, QC, l'arcivescovo Desmond Tutu e la scrittrice Alice Walker (1), era riferita all'oppressione razzista in Israele, come esemplificato dal trattamento riservato al calciatore palestinese Mahmoud Sarsak e richiedeva la fine dell'impunità d'Israele. Siamo grati a nome di Sarsak per qualsiasi intervento abbiate fatto e accogliamo con favore la notizia di un accordo che ha visto il rilascio del giocatore il 10 luglio 2012.
Si è ottenuta un'enorme pressione internazionale e condanna in risposta ai tre mesi dello sciopero della fame di Mahmoud Sarsak per forzare le autorità israeliane a giungere all'accordo. Questi è uno sportivo che è stato trattenuto per tre anni senza accusa o processo, secondo la "Legge dei Combattenti Illegali", che è illegale per il diritto internazionale (2). Sarsak ha sentito così fortemente l'ingiustizia del suo caso che ha voluto morire per mettere in luce la violazione in corso dei diritti umani.
Signor Platini,
Noi, calciatori palestinesi, atleti, organizzazioni e funzionari sportivi, siamo costernati nel vedere che Israele è stato premiato, per la sua continua impunità e per la violenta oppressione del nostro popolo, conferendogli l'onore di ospitare il torneo UEFA Under-21 nel 2013. Questa decisione rappresenta una netta inversione rispetto alla coraggiosa posizione da lei presa, appena un anno fa, contro gli attacchi israeliani allo sport palestinese e le sue persistenti violazioni dei principi universali dei diritti umani. Lei,infatti, aveva detto: "Li abbiamo accettati in Europa ed abbiamo loro chiarito le condizioni per l'adesione, quindi devono attenersi a quanto previsto dalle leggi e dai regolamenti internazionali, altrimenti non c'è alcuna giustificazione alla loro permanenza in Europa. Israele deve scegliere tra permettere allo sport palestinese di continuare e prosperare o essere costretto ad affrontare le conseguenze dei propri comportamenti". Scriviamo oggi per ricordare i fatti che senza dubbio hanno informato il suo atteggiamento coraggioso e la esortiamo a fare tutti i passi necessari affinché il torneo 2013 non si tenga in Israele.
Se questo torneo andrà avanti come previsto, gli appassionati di calcio, fuori e dentro l’Europa, avranno l'impressione che Israele sia un paese come qualsiasi altro, e non invece un paese che pratica una combinazione unica di occupazione, di colonizzazione e di apartheid contro la popolazione palestinese indigena. I giochi potranno svolgersi nello Stadio Ramat Gan, che è stato costruito sui terreni dai villaggi palestinesi di Jarisha e al-Jammasin al-Sharqi sequestrati in base alla legge del 1950 sulla proprietà degli assenti. Il calcio non dovrebbe precludere ai rifugiati originari di questi villaggi di tornare alle loro terre, così come sancito dalle risoluzioni ONU.
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