Israele griderà allo scandalo, ma la sua sospensione dalle gare internazionali di calcio potrebbe realmente portare ad un cambiamento del gioco.
di Gideon Levy
Fin dall'inizio va detta la verità: spero che Israele sia sospesa dalla FIFA . Il 29 maggio, potrebbero fare una mossa che cambierebbe il gioco. Potrebbe iniziare una reazione a catena di cui sarebbe difficile prevedere l'esito. Se la Federazione internazionale mostrasse a Israele il cartellino rosso, come chiedono i palestinesi, vorrebbe dire che il calcio metterebbe in moto il processo del cambiamento.
Vorrebbe dire che è arrivato finalmente il momento per Israele di pagare per i crimini della sua occupazione. Che gli israeliani comincino ad essere penalizzati per quello che è stato fatto in loro nome, con il loro coinvolgimento, con la loro approvazione e con il loro appoggio finanziario. Che stracciare continuamente il diritto internazionale da parte di Israele – in modo arrogante e burlandosene volgarmente – ha un prezzo. Quale migliore prezzo se non impedire ad Israele di partecipare alle competizioni internazionali di calcio fino a quando non cambierà la sua condotta? Ha funzionato benissimo nel passato con il Sud Africa, il mentore di Israele in parecchi ambiti – il boicottaggio internazionale degli sport dell'apartheid è stato uno degli elementi decisivi che hanno portato alla caduta del regime – e può funzionare egualmente con Israele.
La prima risposta alla decisione di sospendere Israele sarà ovviamente da parte sua gridare allo scandalo, assumendo il ruolo della vittima, serrando le fila e lanciando il contrattacco: vedete cosa ci stanno facendo, quegli antisemiti, quella gente che odia Israele; siamo una nazione rimasta sola, tutto il mondo è contro di noi! Naturalmente useranno la memoria dell'olocausto. I politici e gli intrallazzatori proveranno a superarsi a vicenda con affermazioni indignate. Il capo dell'Unione Sionista on. Isaac Herzog proclamerà che in un simile caso, non vi sarà differenza tra l'opposizione e la coalizione [di governo] ma un solo popolo. Israele dichiarerà illegale con la forza il calcio palestinese con una direttiva generale dell'IDF [l'esercito israeliano n.d.t.]: ogni ragazzo con un pallone verrà arrestato; forse lo stadio di Gaza verrà bombardato in base al fatto di essere un deposito di armi; l'ufficio a Ramallah di Jibril Rajoub presidente della federazione calcio palestinese verrà devastato (non per la prima volta).
La Repubblica Ceca e il Canada proporranno partite amichevoli con Israele; Shimon Peres organizzerà una partita tra la Micronesia e la Palestina.
Ma pochi mesi dopo ciò, asciugate le lacrime e in preda allo scoraggiamento, privati di [partecipare ] alle gare internazionali di calcio e senza un prospettiva diplomatica internazionale, sorgeranno le domande e i dubbi. Cosa potrà fare Israele per finire di commettere ingiustizie? Perché ha fatto veramente tutto quello? E, soprattutto, ne valeva la pena? Vale la pena continuare l'occupazione e pagarne il prezzo, che continuerà solamente a crescere? Vale la pena essere messi al bando per le colonie di Itamar e Yitzhar?
Le sanzioni e i divieti non si fermeranno a Zurigo: la FIFA fischierà l'inizio del gioco che in qualche parte del mondo stanno proprio aspettando.
Allora,quando il prezzo sarà insopportabile, un numero sempre maggiore di israeliani si sveglierà dall' indifferenza. Non c’è speranza che lo facciano prima: non hanno nessuna ragione per farlo – stanno bene, la società chiude gli occhi, [funziona] il lavaggio del cervello.
Una sanzione al calcio non uccide nessuno. Non si versa sangue con il boicottaggio. È un'arma legittima per realizzare la giustizia e applicare il diritto internazionale. Israele ha sostenuto e sostiene il boicottaggio e lo favorisce: contro Hamas, contro Gaza e naturalmente contro l'Iran. Ha perfino aderito al boicottaggio del Sud Africa sebbene [fosse] a dispetto di se stesso. Ora è arrivato il suo turno.
Qualcuno può confutare che il cartellino giallo è stato mostrato un numero infinito di volte e che [Israele] ha continuato come se nulla fosse accaduto? Non andrebbe mostrato il cartellino rosso per tenere imprigionati milioni di gazawi compresi i giocatori di calcio?
Si ricorda il presidente della FIFA Sepp Blatter a Ramallah di avere pronosticato al campo Al-Amari un futuro brillante al giocatore di calcio Mohammed al Qatari , studente dell'Accademia di calcio Blatter? Ha saputo che Qatari è stato ucciso da una pallottola dell'IDF dritto nel petto da una distanza di 70 metri mentre protestava contro l'ultima guerra a Gaza? Non è questo un crimine?
Israele sta assumendo un atteggiamento diplomatico di stupore e di offesa cercando senza posa di prevenire la nefasta decisione. Potrebbe perfino anche questa volta cavarsela. Ma non è arrivato il momento che ci domandiamo ancora per quanto?
Gideon Levy twitta a @levy_haaretz
Fonte: Haaretz
Traduzione di BDS Italia