Comunicato stampa

FIFA condannata da difensori dei diritti umani per la mancata espulsione delle squadre israeliane delle colonie illegali

Palestinesi chiedono lo scioglimento del Comitato di monitoraggio della FIFA su Israele e Palestina, che FIFA utilizza per evitare misure sulle colonie israeliane

9 marzo 2017- Una vasta coalizione di organizzazioni palestinesi ed internazionali ha denunciato il mancato intervento del presidente della Fifa Gianni Infantino per costringere l’associazione calcistica israeliana ad escludere sei squadre di calcio con sede nelle illegali colonie israeliane e ha chiesto lo scioglimento del Comitato di Monitoraggio della FIFA su Israele e Palestina. La mancata volontà da parte della FIFA di agire contro le squadre delle colonie israeliane la rende complice delle violazioni israeliane del diritto internazionale, violando il proprio statuto, che vieta ad associazioni membri di giocare nel territorio di un'altra associazione membro senza l'autorizzazione di quest'ultimo.

Il Comitato di monitoraggio FIFA su Israele e Palestina, istituito nel maggio del 2015 e presieduto da Tokyo Sexwale, avrebbe dovuto presentare la sua relazione al Consiglio della FIFA nell'ottobre del2016. I funzionari del governo israeliano hanno agito sul Comitato per ammorbidire le sue raccomandazioni e per prevenire l'esclusione delle squadre delle colonie dalle proprie leghe calcistiche.

Nonostante le promesse di assumere le proprie responsabilità, sembra che la FIFA abbia ceduto alle pressioni di Israele e stia rimandando a tempo indeterminato la pubblicazione della relazione del Comitato, rendendo così più difficile prendere provvedimenti sulla questione al prossimo Congresso della FIFA del maggio 2017.

Sharaf Qutaifan, della Campagna Palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI), ha detto: "Il Comitato di monitoraggio della FIFA su Israele e Palestina non è riuscito a rispettare il suo mandato e deve essere sciolto. La FIFA e il Comitato hanno ceduto alle pressioni politiche, rifiutando di prendere misure significative per porre fine alle violazione della Federcalcio israeliana degli statuti della FIFA. La FIFA attua una discriminazione verso la Palestina violando il proprio principio di neutralità. Infantino ha abbandonato la sua promessa di prendere le distanze dal suo predecessore Sepp Blatter sulla corruzione, e invece sta seguendo le sue orme".

L’Associazione calcistica palestinese, gli attivisti palestinesi e internazionali, Human Rights Watch, europarlamentari e il Consulente speciale delle Nazioni Unite sullo Sport per lo Sviluppo e la Pace Wilfried Lemke hanno da tempo sollecitato la FIFA a garantire che le squadre di calcio con sede nelle colonie illegali israeliane siano escluse dalle leghe israeliane di calcio. Hanno chiesto alla FIFA di sospendere l’Associazione calcistica israeliana (IFA), se rifiuti di prendere tale azione. Quasi diecimila appassionati di calcio hanno scritto lo scorso mese al presidente della FIFA, Gianni Infantino, chiedendo un intervento urgente sulle colonie israeliane.

Kwara Kekana di BDS Sud Africa ha detto, "I sudafricani sanno fin troppo bene come ‘l’impegno costruttivo’ ha contribuito a perpetuare l'apartheid e la sofferenza dei neri sudafricani. Allo stesso modo, la falsa premessa del Comitato di monitoraggio della FIFA su Israele e Palestina è che le parti possono risolvere i problemi parlandone, ma non esiste una via di mezzo quando si tratta del diritto internazionale e delle proprie regole della FIFA. La FIFA deve porre fine a questo processo farsesco dei comitati o sarà oggetto di una massiccia protesta e di una condanna per il suo doppio standard".

Dr. Geoffrey Lee, coordinatore di Cartellino Rosso al Razzismo Israeliano UK, ha detto, "È difficile trovare una ragione logica per ritardare la decisione sulle squadre israeliane delle colonie illegali e sugli attacchi persistenti di Israele contro il calcio palestinese. Lo statuto della FIFA è chiarissimo. Questo è un altro esempio delle tattiche di intimidazione politica di Israele di negare i diritti umani dei palestinesi".

Nel 2014 Gianni Infantino, allora segretario generale dell'Unione delle associazioni europee di calcio (UEFA), l'organo di governo del calcio in Europa, ha vietato alle squadre della Crimea di giocare nelle competizioni in Russia. Raffaele Spiga, un attivista per i diritti umani di Bologna e membro di BDS Italia, ha detto: "Stiamo assistendo ad un doppio standard applicato da Infantino. Parla di proteggere il calcio da interferenze politiche, ma lui stesso sta rendendo la questione delle squadre delle colonie israeliane una questione politica invece di applicare le regole della FIFA. La sua riluttanza ad agire getta il discredito sul calcio".

Romano Vonwil, un attivista di solidarietà con la Palestina di Berna e membro di BDS Svizzera, ha detto, "Continueremo a sollevare in ogni possibile occasione la questione degli attacchi israeliani al calcio palestinese. La FIFA sta legittimando le colonie, considerate dal diritto internazionale crimini di guerra, e sta permettendo che il razzismo e la discriminazione persistano nel mondo del calcio, contraddicendo la promessa di Infantino di ripulirlo".

La campagna Cartellino Rosso contro Israele si è diffusa nei paesi arabi che hanno seggi nel Consiglio della Fifa, con i tifosi che chiedono alle loro federazioni di proporre una risoluzione che chieda la sospensione di Israele. Batoul Al Mehdar, un’appassionata di calcio al Cairo e membro del BDS Egitto, ha concluso, "Chiediamo al Consiglio della Fifa di sanzionare Infantino per non aver mantenuto le sue promesse e per non essere riuscito ad agire in base alle sue responsabilità. Nel mondo arabo i tifosi di calcio stanno tenendo d’occhio la FIFA e si aspettano che Israele sia trattato come tutti gli altri. Denunciamo l’approccio eurocentrico della FIFA, che privilegia gli interessi dei suoi membri europei a scapito degli interessi del calcio. A Israele non deve essere dato un lasciapassare".

Gli antefatti:

  • Da tempo i palestinesi si sono lamentati con la FIFA per gli attacchi israeliani contro giocatori palestinesi. Israele ha arrestato e torturato atleti palestinesi, ha negato loro la libertà di movimento, ha bombardato gli stadi di calcio. Questo oltre ai continui ostacoli posti da Israele agli sforzi dei palestinesi per importare le necessarie attrezzature di calcio. Nel calcio israeliano il razzismo dilaga, ne sono prova le leghe giovanili segregati con giocatori ebrei separati dai giocatori non ebrei, e il violento razzismo anti-palestinese della squadra e dei tifosi del Beitar Jerusalem, noti per il canto "Morte agli arabi".
     
  • Nell'aprile del 2016, un rapporto di John Ruggie, già Rappresentante speciale delle Nazioni Unite per le Imprese e i Diritti Umani, ha invitato la FIFA a fare di più per fare rispettare i diritti umani. Le raccomandazioni hanno portato la FIFA a inserire nel proprio statuto l'impegno per i diritti umani. La recente risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha ribadito l'illegalità degli insediamenti israeliani, permettendo così di aumentare  gli sforzi contro le squadre delle colonie nella FIFA.
     
  • In base al diritto internazionale umanitario le colonie israeliane non sono solo illegali, ma contribuiscono anche a gravi violazioni dei diritti umani. Le squadre delle colonie disputano le partite su campi illegalmente sottratti ai palestinesi. Le colonie sono anche una causa diretta delle severe restrizioni rispetto alla libertà di movimento dei palestinesi, all'accesso alle risorse naturali e alla capacità di gestione delle imprese o alla costruzione case. Il diritto internazionale considera le colonie un crimine di guerra.
     
  • Il documento strategico "FIFA 2.0: La visione del futuro", pubblicato dalla FIFA nel ottobre del 2016, promette che l'organizzazione sarà regolata dai principi di trasparenza, responsabilità, inclusione e cooperazione: http://resources.fifa.com/mm/document/affederation/generic/02/84/35/01/fifa_2.0_vision_e_neutral.pdf   

La Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI) è stata lanciata nel 2004 per contribuire alla lotta palestinese per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza. Promuove il boicottaggio delle istituzioni accademiche e culturali israeliane a causa della loro totale e persistente complicità nel negare diritti dei palestinesi stabiliti dalla legalità internazionale. Twitter @PACBI

BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all'appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale. Twitter @BDSItalia

Fonte: PACBI

Traduzione di BDS Italia