Boicottaggio sportivo
Oltre 60 giocatori di calcio delle principali leghe europee hanno firmato una dichiarazione che contesta la decisione di svolgere la Coppa UEFA Under 21 del 2013 in Israele. I calciatori affermano che verrà visto come premiare Israele “per azioni che sono contrarie ai valori dello sport.” Nel recente assalto a Gaza sono stati uccisi oltre 100 civili, tra cui 4 ragazzi che giocavano a calcio, e bombardati impianti sportivi. I giocatori hanno anche criticato la detenzione da parte di Israele di due calciatori palestinesi senza capi d’accusa né processo.
Tra i firmatari, Frédéric Kanouté, Eden Hazard del Chelsea, Abou Diaby dell'Arsenal, Abdoulaye Baldé della squadra italiana AC Lumezzane e cinque giocatori del Newcastle, Papiss Cissé, Cheick Tioté, Sylvain Marveaux, Yohan Cabaye e Demba Ba.
Si intensifica così la mobilitazione in tutta Europa per spostare la Coppa Uefa Under 21 da Israele.
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COMMUNICATO STAMPA
Oggi, mercoledì, 28 novembre,giornata del sorteggio a Tel Aviv per la Coppa UEFA Under-21 2013, si è svolto un presidio davanti alla sede nazionale della Federazione Italiana Giuoco Calcio per esigere che il campionato venga spostato da Israele.
Il presidio è stato organizzato dalla campagna "Cartellino rosso all'Apartheid israeliana", ed una delegazione è stata ricevuta dal Direttore Generale di Federcalcio Antonello Valentini, insieme all'Ufficio stampa.
Nell'incontro è stato chiesto di fare pressione sulla UEFA affinché ad Israele non sia concesso il privilegio di ospitare il campionato, sottolineando che qualora questo avvenisse contrasterebbe fortemente con tutti i principi dello sport dato che Israele occupa militarmente da decenni i territori palestinesi, ponendosi di fatto al di fuori dalla legalità internazionale.
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Tra la vasta distruzione e l'orrore del massacro israeliano che ha lasciato 162 morti - in gran parte civili disarmati - a Gaza tra il 14-22 novembre, la notizia della distruzione della sede del Comitato Paraolimpico nazionale palestinese e di altre infrastrutture sportive a Gaza è passata quasi inosservata.
Il 21 novembre, il sito ufficiale del Comitato Paraolimpico Internazionale ha riportato questa notizia:
Lunedi mattina (19 novembre), gli uffici del Comitato Paraolimpico palestinese a Gaza sono stati sottoposti a bombardamenti pesanti che hanno distrutto l'edificio e le infrastrutture della sede Paraolimpica della nazione.
Lo Stadio Palestina e le strutture sportive accessibili per disabili sono state completamente distrutte. Gli impianti sportivi sono stati utilizzati sia da atleti che si allenavano per i Giochi Paraolimpici di Londra 2012 sia da atleti disabili che vivono vicino alla Striscia di Gaza.
Un grido ancora più forte che si leva dopo l’ennesima aggressione dello stato israeliano verso la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, costretta dopo anni di assedio permanente a subire un’altra ondata di bombardamenti dal cielo, dal mare e dalla terra.
Gli All Reds rugby Roma e Spartaco rugby che si sono incontrati nel campionato di serie C, sono scesi in campo indossando kefie e bandiere palestinesi, esponendo durante il saluto iniziale uno striscione con su scritto "Don’t Play for Israeli Apartheid, Palestina Libera". le due squadre hanno deciso di rispettare un minuto di silenzio in ricordo di tutte le vittime dei bombardamenti di questi giorni e dell’occupazione militare che da più di sessanta anni colpisce la popolazione Palestinese.
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Roma, Mercoledì 28 novembre, data dei sorteggi a Tel Aviv, ore 11,30
Sit-in di protesta sotto la sede nazionale della Federazione Italiana Giuoco Calcio
(via Gregorio Allegri 14)
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Nel giugno 2013 è prevista la fase finale degli Europei di calcio Under 21 in Israele, un privilegio questo, che contrasta fortemente con tutti i principi dello sport. Israele infatti occupa illegalmente da decenni territori palestinesi, impedendo al popolo di Palestina la possibilità di avere un futuro, di autodeterminarsi e più in generale di vivere. Una occupazione sanguinaria e crudele che si sostanzia con quotidiane privazioni di libertà e diritti. I giovani palestinesi, infatti, non possono studiare, muoversi, lavorare e fare sport come i loro coetanei di tutto il mondo. Emblematico è stato nei mesi scorsi il caso di Mahmoud Sarsak, un giovane calciatore palestinese che ha giocato per la squadra nazionale del suo paese e che per questo ha scontato nelle prigioni israeliane tre anni di reclusione, riuscendo ad uscirne solo dopo 92 giorni di sciopero della fame ed una significativa mobilitazione del mondo dello sport internazionale.
Leggi: No alla Coppa Uefa Under 21 in Israele - "Cartellino rosso all'apartheid"
Lunedì, 19 novembre al 40° del primo tempo alla partita Roma-Torino allo Stadio Olimpico, nella curva sud lo striscione "Free Gaza" insieme a bandiere Palestinesi apparse in diversi settori.
Firmate la lettera a Michel Platini: No alla Coppa UEFA Under 21 in Israele
Mahmoud Sarsak è un calciatore palestinese che ha giocato per la squadra nazionale palestinese. È stato rilasciato dal carcere israeliano nel mese di luglio, dopo tre anni di detenzione e 92 giorni di sciopero della fame. Ha avuto il sostegno di persone di coscienza in tutto il mondo, tra cui figure di spicco del calcio. Fa appello per azioni di pressione sull’UEFA perché neghi ad Israele l’onore di ospitare importanti campionati di calcio. I campionati europei Under 21 maschile e Under 19 femminile si terranno in Israele rispettivamente nel 2013 e nel 2015 . Firma la lettera a Michel Platini: No alla Coppa Uefa Under 21 in Israele
Il 10 luglio di quest'anno sono stato rilasciato dopo tre anni di reclusione da parte delle forze di occupazione israeliane e dopo 92 giorni di sciopero della fame. La mobilitazione da parte di persone di coscienza in tutto il mondo e le dichiarazioni e i commenti da parte di organizzazioni calcistiche come FIFPro, calciatori professionisti del passato e del presente come Eric Cantona e Frederic Kanoute, figure di spicco del calcio come Sepp Blatter e altri personaggi pubblici di rilievo, sono stati sia fonte di ispirazione che immensamente utili per mantenere la pressione su Israele e una delle principali ragioni per il mio rilascio.
Giovani di Gaza ringraziano Mahmoud Sarsak, giocatore della nazionale palestinese di calcio, per aver rifiutato un invito da parte del FC Barcelona alla partita con Real Madrid, un invito esteso a Sarsak solo dopo che si sono sollevate le proteste per l’invito all'ex soldato israeliano Gilad Shalit. Sarsak è stato recentemente rilasciato da un carcere israeliano, dove ha trascorso tre anni un isolamento senza accusa né processo, dopo 96 giorni di sciopero della fame.
di Ali Abunimah
L'attaccante della nazionale palestinese Mahmoud Sarsak avrebbe, secondo varie fonti, respinto l'invito della FC Barcellona di assistere a "El Clásico" contro il Real Madrid il 7 ottobre prossimo, insieme al soldato dell'occupazione israeliana ed ex-prigioniero di guerra Gilad Shalit.
In una dichiarazione del 27 settembre, la FC Barcelona ha invitato il calciatore palestinese insieme a due dirigenti dell'ANP, nel tentativo di placare la rabbia crescente a seguito dell'invito rivolto a Shalit, condannato da decine di squadre di calcio palestinesi e associazioni sportive e dagli attivisti spagnoli solidali con la Palestina.
In risposta all'invito, Sarsak ha detto al blogger di EI Shahd Abusalama di aver respinto l'offerta. Dopo aver parlato con Sarsak, Abusalama ha pubblicato su Twitter un post: "Sarsak mi ha detto che respingerà definitivamente l'invito della FC Barcelona se Shalit sarà lì, definendo questo tentativo normalizzazione".
Caro Presidente Sandro Rossell,
Noi, calciatori palestinesi, atleti, funzionari ed organizzazioni sportive, apprendiamo costernati che la grande squadra del Barcellona ospiterà Gilad Shalit per il "Classico", Barcellona-Real Madrid il 7 Ottobre, mentre più di 5.000 prigionieri politici continuano a marcire in carcere, molti dei quali in isolamento, molti senza poter essere visitati, molti in sciopero della fame senza alcun tipo di attenzione e sollecitudine affinché vengano rilasciati.
L'arresto arbitrario di migliaia di palestinesi - tra questi anche l'astro di Gaza della Nazionale palestinese di calcio Mahmoud Kamel As-Sarsak, detenuto senza processo e senza che il suo arresto venisse pubblicamente motivato - è prassi quotidiana dell'Occupazione israeliana. Mahmoud è stato rilasciato soltanto dopo 95 giorni di sciopero della fame. Mentre noi scriviamo molti altri sono in una prigione israeliana in sciopero della fame ed alcuni sono prossimi a morire. Mahmoud As-Sarsek ha perso tre anni della sua carriera calcistica ed è stato sul punto di morire protestando con gli unici mezzi a sua disposizione. Merita di essere ospitato!
Joseph S. Blatter, Presidente della Fifa (Fédération Internationale de Football Association) ha espresso "grave preoccupazione" per le pratiche e le restrizioni adottate da Israele nei confronti dei giocatori palestinesi, in particolar modo quelli incarcerati nelle prigioni israeliane, a cui è impedito di aggregarsi alla Nazionale. Michele Platini ha dichiarato: «Israele deve scegliere se permettere allo sport palestinese di continuare e di crescere o essere costretta ad affrontare le conseguenze a causa del suo comportamento».
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