La scelta di Boateng e del Milan di abbandonare il campo di Busto Arsizio costringendo l’arbitro a sospendere l’amichevole con la Pro Patria per i continui “buuu” contro il centrocampista ghanese, Niang e Muntari ha fatto tornare alla ribalta nazionale e non solo il tema del razzismo nel calcio. Un brutto fenomeno sociale che l’Uefa e la Fifa combattono e condannano da anni, ma poi chiudono gli occhi davanti alle continue e quotidiane violazioni del diritto internazionale compiute da Israele.

“Non ha mai rispettato le 73 risoluzioni Onu – recita il volantino del Comitato BDS Campania – continua a creare ed ampliare colonie, tutte illegali per il diritto internazionale e come rappresaglia per il riconoscimento di Stato Osservatore all’Onu ottenuto dall’Autorità palestinese, annuncia ufficialmente di voler costruire altre 3600 abitazioni in territorio palestinese. Ha innalzato il muro dell’apartheid, impedisce il movimento ai palestinesi, distrugge le loro case, si prende la loro acqua e le loro terre; distrugge anche le loro strutture sportive e della vita sociale e culturale, creando condizioni di vita impossibile per spingere questo popolo ad andare via dalla terra in cui vive da milioni”.

Azioni che tanti conoscono, ma diversi negano. Per diffonderli e non solo è nata la campagna “Cartellino rosso contro l’Apartheid” con cui il comitado BDS Campania e 42 tra associazioni e figure dello sport palestinese hanno chiesto al presidente dell’Uefa Platini di non far svolgere in Israele l’edizione 2013 dell’Europeo Under 21. Competizione cui sicuramente non assisteranno gli spettatori palestinesi cui l’ingresso allo stadio è impedito.

Le molte firme finora raccolte non sono bastate per ottenere il cambio di sede, ma il comitato BDS Campania non molla e, questo pomeriggio, dalle ore 18.30 presidierà l’esterno dello stadio San Paolo di Fuorigrotta per sensibilizzare i tifosi che assisteranno al match di serie A tra il Napoli e la Roma.

Saranno distribuiti volantini informativi in cui si ricorda anche l’uccisione di Ahmed Younis Khader Abu Daqqa durante gli 8 giorni di bombardamento su Gaza del novembre scorso che provocarono più di 177 vittime, tra cui 50 bambini. In quei giorni fu distrutto anche lo stadio Olimpico, già colpito nel periodo tra il dicembre 2008 ed il gennaio 2009.

Fonte: Risonanze Mediatiche