LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Boicottaggio sportivo

Eventi sportivi che celebrano la cultura fisica e la competizione hanno a lungo avuto sostegno per motivi politici e sociali. Dalle antiche Olimpiadi greche e dalle lotte dei gladiatori a Roma fino agli elitari campi da polo e agli incontri clandestini di boxe della Gran Bretagna vittoriana.

Tutti i settori sono serviti a mantenere una certa immagine di quella società e dei suoi valori fondamentali. Con la comparsa di eventi sportivi internazionali negli ultimi 150 anni, c’è stata una nuova serie di principi collegati alle motivazioni politiche sottostanti, riguardante la parità etnica, religiosa e politica in una società civile globale emergente. Al fine di far parte di questa società civile, lo Stato nazionale deve rispettare le regole del fair play e della tolleranza.

Quest'anno Israele ospiterà il Campionato Europeo Under 21. La decisione della UEFA di assegnarlo ad Israele arriva quattro anni dopo che lo Stato ebraico ha tentato, bombardando la striscia di Gaza, di farla tornare all'età della pietra

Non si può sostenere il razzismo nel nome dello sport!

MEDITERRANEO ANTIRAZZISTA intende lo sport come strumento per abbattere frontiere e costruire diritti e non vuol girare lo sguardo da un'altra parte di fronte al muro che nel 2004 la Corte Internazionale di Giustizia ha condannato e che ha comportato la sottrazione illegale di terreni di proprietà palestinese e la separazione tra villaggi e città palestinesi, costringendo la popolazione autoctona in aree anguste e violandone il diritto alla mobilità. Né può accettare che lo sport venga utilizzato per coprire una simile realtà. Quale scambio potrebbe mai essere favorito, quando sono violati i più elementari diritti e lo stesso sport diventa un privilegio? Tante volte bambini palestinesi sono stati uccisi mentre giocavano a calcio in campetti improvvisati dietro casa, com'è successo anche al piccolo Ahmed Younis Khader Abu Daqqa lo scorso novembre.

Mentre la squadra inglese Under 21 prosegue nei preparativi per le finali Under 21 di giugno, Kenny Fryde riferisce di come si sta intensificando la campagna 'Cartellino Rosso al razzismo israeliano' (RCIR) contro la scelta di Israele, come paese ospitante del torneo.

Attivisti della campagna 'Cartellino Rosso al razzismo israeliano' manifesteranno al prossimo Congresso UEFA, che si terrà a Londra il 24 maggio, chiedendo che il calciatore palestinese Mahmoud Sarsak possa fare un intervento al Congresso. Sarsak divenne famoso quando, durante il suo sciopero della fame prolungato lanciato al terzo anno di detenzione senza accusa da parte di Israele, ottenne il sostegno di Sepp Blatter, Eric Cantona e altri, finché non fu rilasciato lo scorso luglio.

La UEFA non deve organizzare gli Under 21 (2013) in Israele. Qui deve intervenire il boicottaggio. La UEFA deve prima impegnarsi a costruire uno stadio e ad organizzare delle amichevoli in Palestina.

Il 10 Novembre 2012, Israele bombarda lo stadio Palestium e uccide quattro giovani adolescenti. Basta! Il mondo dello sport non può restare a braccia incrociate senza reagire. Noi sosteniamo ogni azione che chiama alla dignità, alla libertà e alla sicurezza in Palestina. Dobbiamo attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sui vari eventi che si sono verificati a Gaza, in particolare la detenzione dal febbraio 2012 di due calciatori palestinesi in Israele. La FIFA - a differenza della UEFA – è stato uno dei primi a reagire e ha promesso di ricostruire lo stadio il più presto possibile. Queste azioni coincidono con l'ingresso della Palestina come osservatore presso le Nazioni Unite, nonostante l'opposizione degli Stati Uniti, di Israele e di altri sette paesi. Questo nuovo status deve essere accompagnato dal riconoscimento di tutte le squadre sportive palestinesi in tutte le competizioni internazionali. Durante la festa dell'Humanité nel 2011 (corrisponde alla nostra festa dell'Unità) molti comunisti e repubblicani eletti hanno partecipato ad una gara di beneficenza per sostenere il progetto dell'associazione "Uno stadio per Gaza”. Ha preso parte al torneo una squadra composta da giovani comunisti e dai membri del Comitato per lo Sport del Partito comunista francese. Fedeli ai nostri impegni, rimaniamo a disposizione di tutte e tutti coloro che vogliano mobilitarsi nel nostro paese con l'obiettivo di unirsi, nell'ambito sportivo e oltre, per la pace in Palestina e per il diritto dei bambini palestinesi di crescere con lo sport e la cultura e, perché no, con delle partite nello stadio di Gaza.

Nicolas Bonnet, capo del Comitato Sportivo del PCF, Vice Sindaco del 12° arrondissement di Parigi

Il Comitato BDS Campania (Boicottaggio Disinvestimenti Sanzioni), sezione partenopea dell'omonimo movimento politico non violento, nato dalla Società Civile palestinese nel 2005 per ottenere il rispetto del diritto internazionale e dei diritti del popolo palestinese, ha partecipato all'iniziativa calcistica organizzata dall'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), allo stadio Collana del Vomero, per commemorare la Resistenza e la vittoria sul nazifascismo.

Gli attivisti del BDS hanno illustrato ai partecipanti le condizioni di vita del popolo palestinese e la lotta non violenta che i prigionieri politici palestinesi stanno sostenendo attraverso un eroico sciopero della fame. Un esempio su tutti, la resistenza di Samer Issawi, senza mangiare già da otto mesi consecutivi, imprigionato per essersi rifiutato di lasciare la sua terra, Gerusalemme. Queste le sue toccanti parole dalla detenzione amministrativa: "Preferisco morire nel mio letto d'ospedale che essere espulso da Gerusalemme. Gerusalemme è la mia anima, la mia vita, e se venissi strappato da lì, sarebbe come se la mia anima fosse strappata al mio corpo. Non c'è vita senza Gerusalemme."

L’associazione Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese, ritiene gravemente lesivo della dignità di ogni essere umano libero - nonché dei principi ispiratori della Dichiarazione dei Diritti Umani e della Carta dell’ Onu - far svolgere una manifestazione sportiva di rilevanza internazionale in un paese in cui non vengono rispettati i diritti umani, in cui è praticata l’apartheid, in cui si hanno palesemente in spregio numerosissime Risoluzioni Onu, in cui si uccidono,  in casi troppo frequenti per essere “errori”,  ragazzini che stanno giocando a pallone  e in cui si vieta l’entrata a normali cittadini solo in quanto palestinesi o sostenitori dei diritti dei palestinesi.

Riteniamo che la funzione educativa dello sport venga totalmente svilita se il Paese colpevole di tali violazioni non viene richiamato al rispetto della legalità internazionale e non viene sanzionato per i suoi crimini ma, al contrario, viene assecondato, se non premiato, finanche dalle istituzioni sportive le quali, in tal modo, si pongono indiscutibilmente  a sostegno del regime di apartheid  che caratterizza  questo Paese. 

L'Unione Dipartimentale CGT NORD (Confederazione Generale del Lavoro - Francia) si impegna per il boicottaggio del campionato europeo under 21 in Israele.

20/04/2013

Coppa UEFA Under 21 in Israele: la direzione dell'UD CGT Nord conferma di aver preso contatto con l'associazione 'France Palestine' per essere signataria dell'appello al boicottaggio e chiama i suoi sindacati a firmarlo e a farlo sottoscrivere.

Leggi la dichiarazione al sito: www.cgtnord.fr

Fonte: Carton Rouge Pour l'Apartheid Israélien

Traduzione di BDS Italia

Dichiarazione della campagna europea contro la coppa Uefa Under 21 in Israele

Nel giugno 2011, 42 squadre di calcio palestinese hanno invitato il presidente della UEFA Michel Platini a cambiare la decisione di tenere in Israele il campionato maschile Under 21 del 2013, un paese che impone un’occupazione militare, una colonizzazione e un sistema di apartheid in Palestina.[1]

Da quel momento, in tutta Europa e in tutto il mondo, sono in constante aumento appelli all’UEFA per rimuovere la coppa Under 21 da Israele. Da petizioni online con oltre 13.000 firme, alla dichiarazione di 50 stelle del calcio europeo, alla lettera di Marie-George Buffet, già ministro francese dello Sport, è chiaro che dai fan del calcio e dei diritti umani la concessione a Israele dell'onore di ospitare un evento sportivo internazionale è vista come un premio immeritato per i suoi comportamenti contrari ai valori sportivi.[2]

Una coalizione europea di organizzazioni antirazziste sta conducendo una campagna per alzare il cartellino rosso contro Israele per il mancato risetto del diritto internazionale e per la violazione dei diritti umani dei Palestinesi. La campagna contesta la decisione della UEFA di tenere competizioni sportive in Israele e lavora per assicurare che il potenziale positivo dello sport sia utilizzato per fare pressione su Israele per porre fine agli abusi dei diritti umani, piuttosto che favorirli attraverso impunità e premi. La campagna fa parte del movimento globale BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) lanciato dalla società civile palestinese nel 2005, che trae ispirazione dal movimento anti-apartheid in Sud Africa, nel quale il boicottaggio sportivo ha svolto un ruolo decisivo.[3]

Giornata dei prigionieri palestinesi

Parigi. Mercoledì 17 aprile 2013 una quarantina di persone ha occupato la Federazione Francese di Calcio (Fédération Française de Football, FFF) in occasione della giornata internazionale per il sostegno dei prigionieri palestinesi, chiedendo notizie di Omar Abu Rouis e Mohamed Nemer, calciatori della squadra nazionale palestinese imprigionati da più di un anno da Israele in detenzione "amministrativa".

Il Presidente della FFF Noël Le Graët aveva rifiutato di ricevere Mahoud Sarsak durante il suo soggiorno in Francia, quando invece voleva affrontare con i responsabili della FFF la questione di questi sportivi palestinesi.

Inoltre, lo stesso Noël Le Graët ha rifiutato di riceverci per darci notizie di questi due giocatori professionisti, sebbene si sia preoccupato di informarsi presso i suoi omologhi israeliani...