Il 26 marzo, in vista della prossima riunione del Comitato esecutivo UEFA del 28 marzo a Sofia in Bulgaria, la campagna Cartellino rosso all’Apartheid israeliana ha inviato la lettera di seguito alla Federcalcio per esigere che si faccia pressione sull’UEFA per rimuovere la coppa Under 21 da Israele. 

Gentile Federazione Italiana Giuoco Calcio,

vi scriviamo per conto della campagna Cartellino rosso all’Apartheid israeliana in vista della riunione del Comitato esecutivo UEFA del 28 marzo a Sofia in Bulgaria. Dato che finora l’UEFA non ha dato ascolto al crescente numero di appelli, in Italia e in tutta l’Europa, per togliere ad Israele il privilegio di ospitare un campionato internazionale, chiediamo di nuovo alla Federcalcio di farsi portavoce di chi si oppone a questo riconoscimento che contrasta fortemente con i principi dello sport.

Israele occupa militarmente da decenni i territori palestinesi, ponendosi di fatto al di fuori dalla legalità internazionale. Ha bombardato stadi di calcio e sparato colpi di artiglieria su un parco uccidendo ragazzi che giocavano a pallone. Ha arbitrariamente detenuto figure dello sport palestinesi e nega costantemente la libertà di movimento agli atleti palestinesi in viaggio per l’addestramento o per gare, sia dentro i Territori Palestinesi Occupati che verso l’estero. Lo sport in Palestina rappresenta un microcosmo della realtà che tutto il popolo palestinese vive da decenni.

Per questi motivi, più di 13000 tifosi del calcio e dei diritti umani in tutta l’Europa, tra cui tanti italiani, hanno firmato la lettera a Michel Platini, presidente dell’UEFA, per esigere che la coppa UEFA Under 21 per il 2013 venga spostata da Israele.[1]

Inoltre, in una lettera del 7 marzo indirizzata sempre a Michel Platini, Marie-George Buffet, deputato francese e già Ministro dello Sport, sostiene che le restrizioni israeliane alla libertà di movimento per gli atleti palestinesi e l'incarcerazione senza accuse di giocatori di calcio della squadra nazionale palestinese "sono incompatibili con i valori dello sport che devono essere rispettati quando si organizza un campionato internazionale di grande rilievo".[2]

A fine novembre dell’anno scorso, oltre 50 calciatori internazionali, tra i quali Frederic Kanoute, Demba Ba, Abou Diaby, Pape Diop e Moussa Sow e Abdoulaye Baldé del AC Lumezzane hanno firmato una dichiarazione condannando gli attacchi israeliani su Gaza del novembre 2012 che hanno ucciso più di 140 palestinesi, tra cui giovani ragazzi che giocavano a calcio, e distrutto infrastrutture sportive. I calciatori affermano che svolgere il campionato europeo UEFA Under 21 in Israele verrà visto come un premio “per azioni che sono contrarie ai valori dello sport”.[3]

Le grandi potenzialità dello sport devono essere utilizzate per convincere Israele a porre fine alle sue continue violazione del diritto internazionale e dei diritti dei palestinesi invece di incoraggiarle attraverso impunità e premi.

La campagna Cartellino rosso all’Apartheid israeliana chiede alla Federcalcio di intervenire sull’UEFA: negare ad Israele la possibilità di ospitare la coppa UEFA Under 21 significherebbe mandare il messaggio forte che nel calcio non c’è posto per la sistematica violazione dei diritti umani.

Cordiali saluti,

Cartellino rosso all’Apartheid israeliana 

Note:

[1] UEFA President Michel Platini: Remove UEFA 2013 European Under-21 Championship from Israel
M. Platini - Président de l'UEFA: Revenez sur votre décision d'organiser l'Euro Espoirs 2013 en Israël

[2] Coupe d'Europe de football en Israël, Marie Georges Buffet écrit à Platini

[3] Des footballeurs europeens soutiennent la Palestine