LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

Due fonti vicine a quanto sta accadendo hanno riferito a BuzzFeed News che la più potente organizzazione lobbystica pro Israele, l’AIPAC, sta lavorando alla stesura di una legislazione che avrebbe lo scopo di contrastare il movimento di Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni (BDS) contro Israele.

La legislazione, che non è ancora stata presentata ed è stata in corso di elaborazione per mesi, avrebbe lo scopo di evitare che le imprese statunitensi partecipino alla campagna senza violare i diritti degli americani alla libertà di parola politica sanciti dal Primo Emendamento. La legislazione cercherebbe anche di rendere la negoziazione della Partnership sugli Investimenti e sul Commercio Transatlantico tra Stati Uniti ed Unione Europea condizionata dal fatto se l’UE attui misure per fermare il movimento BDS.

A partire dalla prima bomba israeliana che ha distrutto abitazioni palestinesi come parte del recente attacco militare a Gaza, numerose organizzazioni per i diritti umani hanno sollevato accuse di crimini di guerra israeliani. 

Ad esempio, Human Rights Watch ha documentato testimonianze di civili palestinesi che sono stati sparati uccisi mentre stavano scappando da Khuza’a, un villaggio vicino alla linea di separazione tra Israele e Gaza. Il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha istituito un’indagine per analizzare le accuse di crimini di guerra da entrambe le parti.

I Membri del Parlamento Europea di Sinistra Unita Europea / Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL) hanno oggi avuto un incontro costruttivo con rappresentanti del movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) in Palestina.

Il movimento palestinese BDS è una coalizione per i diritti umani consenso di vasto consenso delle più grandi organizzazioni, sindacati, reti e ONG palestinesi. Propone la fine dell’apartheid e della discriminazione contro tutti i palestinesi, la fine dell’occupazione e la difesa del diritto al ritorno dei profughi, che rappresentano il 69% di tutti i palestinesi.

Fin dall'inizio dell'assalto israeliano a Gaza, sono emerse per tutta la Cisgiordania una raffica di campagne popolari che chiedono il boicottaggio dei prodotti israeliani.

Molti negozi hanno tolto dagli scaffali le merci israeliane e le hanno sostituite con gli equivalenti locali, mentre altri negozi hanno continuato a tenerle in magazzino ma evidenziando le merci palestinesi con allegre bandiere nazionali posti più visibili sugli scaffali.

Dopo quasi un decennio dal lancio della campagna mondiale di boicottaggio di Israele, gli ultimi due mesi hanno finalmente visto in tutta la Cisgiordania una massiccia effusione di entusiasmo per fermare "il sostegno al tuo occupante.”

Tuttavia, nonostante i manifesti celebrativi e gli scaffali riarrangiati, l'improvvisa ascesa del movimento di boicottaggio ha sollevato più ampie domande su quanto possa essere efficace un possibile boicottaggio all'interno del territorio occupato da Israele.

Dopo una visita all'ospedale Makassed Islamic Charitable di Gerusalemme Est, dove Membri del Parlamento Europeo della Sinistra Europea Unita / Sinistra Verde Nordica hanno incontrato le vittime dell’ultimo attacco israeliano a Gaza, tra cui un padre e il suo figlio di 3 anni che hanno entrambi perduto gli arti, i deputati hanno chiesto che la Corte Penale Internazionale (CPI) indaghi su questi crimini di guerra.

Israele, col suo prendere direttamente di mira i civili e il suo spericolato provocare morti tra di essi, viola chiaramente il diritto internazionale e i diritti umani.

Questo pomeriggio, attivisti di solidarietà con la Palestina ed anti-NATO hanno occupato una filiale della banca Barclays a Newport, sulla High Street. Gli attivisti chiedono che la Barclays PLC disinvesta il proprio pacchetto azionario investito nella Elbit Systems, la compagnia israeliana produttrice di droni che fabbrica gli aeromobili senza pilota utilizzati per attaccare la popolazione di Gaza. Barclays possiede quasi 60.000 azioni della Elbit.

I manifestanti hanno intonato gli slogan “Basta armare Israele” e “Barclays, disinvesti dal commercio delle armi.” Tre manifestanti si sono incollati all'interno della banca.

Non c'è alcun dubbio sull’immenso successo dell’evento di protesta Block the Boat al porto di Oakland, guidato Arab Resource and Organizing Center (AROC) e organizzato con l'aiuto di innumerevoli organizzazioni. A meno che tu sia un sostenitore di Israele o un giornalista dell’Oakland Tribune. Migliaia di manifestanti – una stima di 5.000 persone - hanno marciato verso il porto di Oakland il 16 Agosto, ed hanno impedito all’imbarcazione Zim Pireus di scaricare i propri container, impedendo ai lavoratori di oltrepassare il loro picchetto ed entrare nel porto per ben 4 storici giorni, il che, secondo AROC, ha portato quest’azione a causare il “più lungo blocco di una nave israeliana.”

L’Oakland Tribune, Haaretz, e una serie di altre testate giornalistiche, hanno riferito che la Zim Pireus, di proprietà israeliana, ha scaricato il proprio carico dopo diversi "ritardi", ma dopo aver parlato con un certo numero di distributori il cui carico veniva trasportato da Zim Pireus ho scoperto che quanto riportato dai giornali era inequivocabilmente falso e fuorviante.

L’orribile carneficina che abbiamo visto scatenata a Gaza nelle ultime settimane - una catastrofe umanitaria - non sarebbe stata politicamente o economicamente conveniente senza la tacita acquiescenza del settore della gioielleria mondiale. Il legame tra i due non è molto conosciuto ed è minimizzato dalle parti interessate del settore della gioielleria.

I diamanti rappresentano il 30% delle esportazioni manifatturiere di Israele. Sono di così grande importanza per l'economia israeliana che i leader dell'industria dei diamanti in Israele e della gioielleria a livello mondiale, hanno probabilmente più influenza sull’élite politica israeliana di qualsiasi altro politico di tutto il mondo, compreso il presidente degli Stati Uniti pressato dalle lobby sioniste Barak Obama, che è stato ripetutamente umiliato dalle azioni del governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu.

Nonostante il fatto che una percentuale elevata dei diamanti venduti in tutto il mondo aiutino a finanziare un regime che molti osservatori ritengono sia colpevole del crimine di genocidio – tra cui sopravvissuti all'Olocausto, lo storico israeliano Ilan Pappe  e il presidente palestinese Mahmoud Abbas  - non vi è stato che un sussurro di disapprovazione da parte dei leader del settore della gioielleria mondiale.

Ogni anno, le esportazioni di diamanti aggiungono oltre 10 miliardi di dollari netti all'economia israeliana. Questo flusso di denaro estero è essenziale al fine di mantenere la stabilità politica necessaria per rafforzare ulteriormente l'occupazione della Palestina, finanziare l’egemonia sionista e randellare i palestinesi che osano resistere.

Parallelamente alla guerra di Gaza quest’estate, i rivenditori palestinesi in Cisgiordania hanno cominciare a rimuovere dai propri scaffali i prodotti israeliani. La campagna mira anche ad educare i consumatori palestinesi a comprare prodotti locali.

Di Yael Marom e Jessica Devaney

Nelle ultime settimane, gli inviti a boicottare prodotti e servizi israeliani stanno guadagnando slancio in tutta la Cisgiordania. Nei negozi, ampie sezioni di scaffali sono state svuotate dai prodotti forniti da aziende israeliane. Dal lancio della campagna di boicottaggio a Jenin, almeno 70 negozi hanno già aderito, e proprietari di negozi in città come Hebron, Nablus, Ramallah, Betlemme e altre città e villaggi in tutta la Cisgiordania e Gerusalemme Est hanno risposto alla chiamata.

L’Unione Europea ha dato ad Israele un preavviso di un mese per fare chiarezza sul luogo d’origine dei prodotti d’allevamento che vengono esportati in Europa.

Alle merci senza una valida documentazione riguardo il loro luogo d’origine e di produzione sarà vietato l’ingresso negli Stati membri dell’Unione Europea, in linea con la decisione dell’Unione di boicottare i prodotti provenienti dagli insediamenti illegali di Israele nella Cisgiordania occupata.

Martedì, il giornale israeliano Maariv ha riportato che l’UE ha reiterate la sua richiesta ad Israele di istituire un meccanismo sufficientemente efficace per differenziare I prodotti che hanno origine nelle zone occupate al di là della Linea Verde del 1967.