Notizie BDS
Notizie internazionali del movimento globale BDS.
L’UE deve porre fine al "sostegno materiale" ai crimini di Israele, affermano i più grandi sindacati
di Michael Deas
Più di 300 partiti politici, sindacati e gruppi di attivisti hanno chiesto la sospensione di un accordo fondamentale tra Israele e l'Unione Europea.
L'appello invita l'UE a bloccare l’"accordo di associazione" con Israele. Tale accordo, entrato in vigore nel 2000, agevola il commercio in gran parte senza restrizioni tra l'UE e Israele e permette ad Israele di partecipare a una vasta gamma di programmi dell'Unione.
L'appello, consegnato al nuovo capo della politica estera dell'UE Federica Mogherini, è una delle affermazioni di più vasto appoggio da parte delle organizzazioni europee alla Palestina fino ad oggi.
I firmatari della dichiarazione provengono da diciannove diversi paesi europei. Essi comprendono Podemos, il partito di sinistra attualmente in testa ai sondaggi in Spagna, il Congresso irlandese dei sindacati e altri importanti organismi sindacali di Spagna, Danimarca, Francia e Belgio.
I principali gruppi anti-povertà, tra cui la coalizione CNCD / 11.11.11. e il Broederlijk Delen in Belgio, Trócaire in Irlanda e War on Want nel Regno Unito, hanno approvato la dichiarazione.
Altri firmatari includono il Parti de Gauche e il Parti Communiste della Francia, Attac (un gruppo che critica l'economia capitalista) in Francia e in Germania e l'organizzazione pacifista Pax Christi Germania.
Un semplice sito web è stato istituito presso freepalestine.eu, attraverso cui le persone possono contattare i membri del Parlamento Europeo (MEP), esortandoli a leggere la dichiarazione e sostenere le sue richieste.
di Alborz Gandanhari, David McCleary, Kumars Salehi e Tory Webster
"Noi, rappresentanti della società civile palestinese, chiediamo alle organizzazioni internazionali della società civile ed alle coscienze degli uomini di tutto il mondo di imporre ampi boicottaggi e realizzare iniziative di disinvestimento contro Israele". Questo appello alla solidarietà fu emanato nel luglio del 2005 da centinaia di organizzazioni palestinesi, comprese le maggiori sigle sindacali. La confisca sistematica della terra, le carcerazioni di massa, le demolizioni e gli attacchi ormai abituali che lasciano senza vita centinaia di civili sono diventati parte integrante della vita di tutti i giorni nella Palestina occupata da Israele. I cosiddetti "colloqui di pace" promossi dagli Stati uniti non hanno fatto altro che la strategia del regime di occupazione israeliano: cioè piuttosto che schierare il proprio esercito all'interno delle città e dei villaggi palestinesi, ora Israele li circonda con i checkpoint e con i muri; ostacola la possibilità da parte dei Palestinesi di lavorare, studiare e viaggiare, assicurandosi che la Palestina rimanga economicamente dipendente da Israele. Una volta preso atto che Israele ha usato i negoziati per normalizzare e mantenere l'occupazione, la società civile palestinese ha adottato la strategia nonviolenta del Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro il proprio oppressore.
Rispetto ai suoi omologhi internazionali, il movimento dei lavoratori statunitense è stato lento ad aderire al BDS. Michael Letwin, cofondatore del gruppo di solidarietà "Labor for Palestine", ritiene che questo possa dipendere dallo storico e ininterrotto sostegno fornito a Israele da parte del movimento dei lavoratori americano. I principali sindacati statunitensi, dice Letwin, tengono depositati centinaia di milioni di dollari in fondi pensione investiti in Israele. I leader sindacali più anziani, per timore di alienarsi le simpatie del Partito democratico e di altri alleati, spesso denunciano il BDS e criticano gli altri sindacati che in giro per il mondo lo sostengono.
Più di 300 gruppi per i diritti umani, sindacati e partiti politici di tutta Europa, compresa l'Italia, hanno fatto appello a Federica Mogherini, la nuova responsabile per la politica estera del'UE, in partenza per Israele e Palestina, di tenere Israele responsabile per il massacro di Gaza di quest'estate e sospendere l'Accordo di associazione UE-Israele, il principale trattato tra l'UE e Israele.
Un appello per la sospensione dell'Accordo di Associazione UE-Israele
Condanniamo fermamente l’ultimo massacro israeliano dei palestinesi nella Striscia di Gaza assediata. Più di 2.160 palestinesi sono stati uccisi, oltre 10.800 i feriti e più di 500.000 i sfollati. Le Nazioni Unite e altri enti internazionali accusano Israele di aver deliberatamente preso di mira civili e infrastrutture civili, compresi scuole e ospedali, così come di aver commesso altri crimini di guerra.
Nelle parole del Commissario generale delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi Pierre Krähenbühl, “Bambini uccisi nel sonno, questo è un affronto per tutti noi, una vergogna di proporzioni universali. Oggi il mondo si trova in disgrazia”.
Eppure le violazioni israeliane del diritto internazionale non sono iniziate con questo suo più recente attacco a Gaza.
Leggi: Oltre 300 gruppi per i diritti umani alla Morgherini: Sospendere il trattato UE-Israele
I coloni hanno cercato in più occasioni di escludere i lavoratori palestinesi pendolari da questi bus ed hanno prodotto un video per chiedere sia loro vietato l'uso.
A seguito di forti pressioni da parte dei coloni, il ministro della Difesa Moshe Ya'alon ha emanato una direttiva che vieta ai lavoratori palestinesi di viaggiare sui mezzi pubblici israeliani in Cisgiordania.
La decisione contraddice la posizione delle Forze di Difesa israeliane, che non considera la presenza dei palestinesi sui bus della Cisgiordania come una minaccia alla sicurezza.
Le nuove linee guida vietano ai lavoratori palestinesi di utilizzare gli autobus che viaggiano direttamente dal centro di Israele in Cisgiordania; invece dovranno arrivare al Eyal Crossing, nei pressi di Qalqilyah e lontano dalle aree popolate di coloni, e continuare verso la destinazione finale da lì.
Il "Comitato dei Coloni di Samaria" e le locali autorità ebraiche hanno condotto una campagna aggressiva in questi ultimi anni per mettere al bando i lavoratori palestinesi dai mezzi pubblici utilizzati dagli israeliani in Cisgiordania.
Leggi: Ministro della difesa vieta l'accesso ai palestinesi sugli autobus israeliani in Cisgiordania
Articolo di marzo 2014, tradotto in italiano in occasione della partecipazione di Mohammad Dahlan al convegno Mediterraneo e Golfo tenutosi a Cagliari.
Nota della redazione di Intifada Palestina: Al Jazeera English ha ancora una volta rimosso, qualche ora dopo la pubblicazione, un articolo del professore della Columbia University Joseph Massad. Intitolato "Il fattore Dahlan" questo contributo è apparso solo per qualche ora, questa mattina a questo link sul sito Web dell'emittente del Qatar, ma è stato poi rimosso senza alcuna spiegazione (la versione integrale dell'articolo è ripubblicata di seguito)
Vedi anche Al Jazeera censura ancora una volta l’articolo di Joseph Massad sulla Palestina di Ali Abunimah del 24 marzo 2014.
Fattore Dahlan
di Professore Joseph Massad, 24 marzo 2014
La recente risurrezione di Mohammad Dahlan da parte di alcuni governi arabi, di Israele e degli Stati Uniti rappresenta un elemento importante per il futuro della causa palestinese, dei negoziati tra l’autorità palestinese e Israele, e di Gaza sotto il governo di Hamas. Dahlan è infatti considerato da molti palestinesi come il funzionario più corrotto della storia del movimento nazionale palestinese (e bisogna considerare che ci sarebbero molti candidati per questo titolo!).
Dahlan è l'uomo dell’autorità palestinese al quale, dopo la sottoscrizione degli accordi di Oslo, è stato affidato l’incarico di comandare a Gaza un gruppo di sicurezza palestinese di 20.000 uomini, che rispondevano alla CIA e all'intelligence israeliana. Negli anni novanta, queste forze torturarono i membri di Hamas nelle prigioni dell’autorità palestinese.
In quel periodo, la sua corruzione era tale che si ritiene abbia versato nel suo conto personale oltre il 40 per cento delle imposte riscosse dai palestinesi, in quello che divenne noto nel 1997 come lo “Scandalo di Karni Crossing”.
Leggi: Il Fattore Dahlan di Prof Joseph Massad. L'articolo scomparso dal sito di Al Jazeera.
di Joe Catron
L’attacco della scorsa estate di Israele contro Gaza, che ha lasciato più di 100.000 Palestinesi senza casa, ha dato un nuovo impulso alle campagne di disinvestimento della chiesa.
La Chiesa Unita di Cristo, nello stato americano del Connecticut ha dichiarato il proprio sostegno alla campagna guidata dai Palestinesi per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele.
Una risoluzione di BDS approvata dai delegati all'incontro annuale della Conferenza della Chiesa nel Connecticut ricalca mosse simili messe in atto da parte dei suoi seguaci a New York, nella California del Nord e nelle regioni del Pacifico centrale e dell’Atlantico centrale.
Di conseguenza, gli organismi ecclesiali sono stati sollecitati a cedere le loro partecipazioni in società che traggono profitto dall'occupazione israeliana in Palestina, tra cui Caterpillar, Motorola, Hewlett-Packard, G4S e Veolia.
Essi chiedono inoltre alla chiesa e ai suoi membri di boicottare le merci prodotte negli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata come i cosmetici Ahava, i distributori di bevande gassate di Sodastream e i datteri Hadiklaim.
di Charlotte Silver
L’attracco di una nave da carico israeliana nel porto di Long Beach, California, è stato ritardato da attivisti solidali con la Palestina.
La coalizione Block the Boat di Los Angeles ha raccolto un’altra vittoria questo week end poiché è riuscita a ritardare di almeno 34 ore l’attracco di una nave da carico israeliana, la Zim Savannah, nel porto di Long Beach.
Cookie Partansky, una degli organizzatori della coalizione Block the Boat LA, ha detto a The Electronic Intifada che circa 150 attivisti si sono ritrovati al porto di Los Angeles alle 6 del mattino di sabato 18 ottobre. L’azione realizzata la mattina del 18 ottobre è seguita a settimane di dialogo con il sindacato dei lavoratori portuali e alle informazioni date ai lavoratori circa la brutale occupazione della Palestina da parte di Israele e le ragioni della coalizione che ha preso di mira la Zim, una compagnia di navigazione israeliana.
La coalizione, che rappresenta diciannove diversi gruppi di attivisti, si è data appuntamento al porto sabato mattina, nonostante il fatto che fosse stata avvertita solo alle 5 da un membro della International Longshore and Warehouse Union (ILWU) Local 13 che la nave non aveva ancora attraccato e che nessun lavoratore era stato chiamato per scaricarla.
Leggi: Gli attivisti di Los Angeles bloccano per due giorni lo scarico di una nave israeliana
di Omar Barghouti
Il voto schiacciante del Parlamento britannico per il riconoscimento di uno "Stato di Palestina" può effettivamente essere un segno di "dove soffia il vento", come ha commentato l'ambasciatore britannico a Tel Aviv – conferma la notevole erosione del sostegno pubblico al regime israeliano di occupazione e negazione dei diritti dei palestinesi. Ma non dovrebbe essere visto in bianco e nero.
Se è un primo passo verso il riconoscimento del diritto inconfutabile del popolo palestinese all'autodeterminazione, allora sarebbe un contributo positivo per stabilire una pace giusta e durevole in conformità con il diritto internazionale.
Ma, se è invece, come sottointeso, esclusivamente destinato a resuscitare la versione comatosa della "soluzione dei due stati", che, come dettato da Israele, omette i diritti fondamentali dei palestinesi, allora sarebbe l'ennesimo atto di complicità britannica nel conferire legittimità al regime ingiusto di Israele.
Leggi: Il riconoscimento di uno Stato palestinese senza pieni diritti è privo di significato
La città di Lille, di cui è sindaco Martine Aubry (PS), ha "congelato temporaneamente" il gemellaggio con la città di Safed in Israele, in risposta ai bombardamenti di Gaza durante l'estate, ha annunciato martedì il consiglio comunale.
La decisione è stata presa "a maggioranza del consiglio di congelare temporaneamente le nostre relazioni istituzionali con la città di Safed," ha detto Marie-Pierre Bresson, Assessore responsabile per la cooperazione internazionale ed europea (gruppo EELV), in una riunione del consiglio comunale tenutasi lunedì sera, secondo il resoconto delle deliberazioni pubblicate sul sito del Municipio.
Questa decisione segue "iniziative prese appositamente dal Parlamento europeo, tra cui il congelamento degli accordi privilegiati con Israele in modo da esercitare pressione (...) sul governo ed accelerare la risoluzione del conflitto", ha aggiunto.
Il gemellaggio non è né interrotto né sospeso, ha detto alla stessa seduta del consiglio il sindaco Martine Aubry (PS), la quale ha ricordato che la città è impegnata da molti anni per promuovere la pace in Medio Oriente e ha preso posizione per la soluzione di due Stati, Israele e Palestina.
Durante l'estate, migliaia di manifestanti hanno marciato per le strade di Lille per chiedere la cessazione dei bombardamenti a Gaza e una petizione è stata lanciata da France-Palestine Solidarité per interrompere il gemellaggio con Safed.
Martine Aubry ha detto di aver "sentito questa emozione", ma ha rifiutato di recidere tutti i legami.
Fonte: Le Figaro
Traduzione di BDS Italia
Piano del governo per privatizzare compagnie statali e incassare 3 miliardi di euro in tre anni. Dagli anni ’80 Tel Aviv ha abbracciato un sistema neoliberista che ha allargato il gap tra classi sociali e gruppi etnici.
[Il piano comprende la Mekorot, ndr]
di Chiara Cruciati
L’ennesima ondata di privatizzazioni sta per stravolgere il sistema economico israeliano, già ostaggio di politiche neoliberiste che negli anni hanno allargato i gap tra classi sociali e gruppi etnici. Domenica il gabinetto socioeconomico ministeriale ha approvato un piano per la privatizzazione totale o parziale di numerose compagnie statali. L’obiettivo, dicono a Tel Aviv, è aumentare l’efficienza, ridurre il debito e combattere la corruzione.
Secondo il ministro delle Finanze Lapid, la manovra permetterà allo Stato di incassare 15 miliardi di shekel (oltre tre miliardi di euro) in tre anni e non supererà la quota del 49%. Ovvero, allo Stato resterà il controllo di maggioranza delle aziende e compagnie considerate strategiche, come elettricità, acqua, gas naturale, aviazione e trasporti pubblici. Tra le imprese interessate, anche quelle militari: la Israel Military Industries sarà privatizzata entro il prossimo anno, la Rafael entro il 2017.
Per le compagnie di minore importanza pubblica la quota statale sarà ancora minore, come nel caso dei porti di Ashdod e Haifa e l’azienda che lavora nel Mar Morto, la Dead Sea Works. Plauso del premier Netanyahu che vede nella riforma il modo “per incrementare le entrate e per garantire maggiore trasparenza”. Gli fa eco Lapid: la campagna di privatizzazioni è “una misura addizionale per porre fine alla politicizzazione delle compagnie e alla corruzione”.
Leggi: Israele, nuova ondata di privatizzazioni. Piano del governo per le compagnie statali