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La sensuale Scarlett Johansson aggiunge un'altra immagine al suo curriculum, quella del nuovo volto per l’Apartheid. Ha firmato un contratto con la SodaStream per la pubblicità al Super Bowl (campionato di football americano, ndt) che andrà in onda il 2 febbraio, data del lancio della nuova campagna pubblicitaria mondiale della società con lo slogan "bolle migliori, fatte da te e Scarlett".
La fabbrica della SodaStream si trova nella zona industriale di Mishor Adumim, nella colonia di Ma'aleh Adumim, uno dei più grandi furti israeliani di terra palestinese nella Cisgiordania occupata. La terra su cui è costruito l'insediamento separa Ramallah da Gerusalemme, Betlemme e Gerico in violazione dei diritti umani e del diritto internazionale. Durante l'annuncio di ieri, la Johansson è comparsa davanti ad uno sfondo che vantava "Libera le bolle".
Leggi: Scarlett Johansson per SodaStream: 'Libera le bolle', ma tiene i palestinesi imbottigliati...
Staples Norvegia ha annunciato oggi la loro intenzione di cessare la vendita di SodaStream nei loro negozi.
In un messaggio Twitter, l’azienda, leader nel mondo per la vendita di prodotti per ufficio, scrive: "Per diversi motivi, Staples eliminerà gradualmente i prodotti SodaStream dai nostri negozi. Ringraziamo @fagforbundet e @norskfolkehjelp per il dialogo proficuo intercorso”.
Il principale impianto di produzione di SodaStream si trova in un insediamento israeliano illegale nella Cisgiordania occupata. Utilizzando le agevolazioni per la produzione [che il governo israeliano concede alle aziende che delocalizzano nei Territori occupati] e versando le tasse all'insediamento, SodaStream sostiene l'occupazione illegale della Palestina.
Norwegian People Aid e Fagforbundet hanno avuto un dialogo proficuo con Staples riguardo alla produzione di SodaStream nei Territori palestinesi occupati. La decisione di interrompere la vendita dei prodotti Sodastream merita un applauso! Ha affermato Liv Torres, Segretario Generale Norwegian People's Aid.
Fonte: Norwegian People's Aid
Traduzione di BDS Firenze
Vuoi acquistare un prodotto con un "messaggio buonista per risparmiare denaro e salvare il pianeta
Allora il consiglio dalla rivista Wired per l’abbuffata di fine anno (nota anche come la "stagione delle vacanze") è quello di acquistare una macchina per la carbonatazione di SodaStream.
Wired nomina Sodastream una delle sue "Scelte da noi" del 2013 senza menzionare il fatto che la macchina per le bevande non alcoliche è prodotta in Maale Adumim, una delle illegali colonie israeliane della Cisgiordania dove i lavoratori palestinesi, con poche altre opzioni sotto la brutale occupazione militare israeliana, hanno affermato di essere trattati "come schiavi".
SodaStream è anche riuscita a ottenere che il suo prodotto venisse promosso come una delle "cose preferite" della star Whoopi Goldberg, ospite dello show ABC The View.
Ma invece che salvare il pianeta, le zone industriali israeliane non regolamentate e costruite illegalmente in territorio palestinese stanno distruggendo l'ambiente e causando malattie nelle vicine comunità palestinesi.
Laureni interviene sul caso Sodastream e AcegasAps cambia uno dei premi per la differenziata.
Non ci saranno bollicine israeliane a Trieste. Lo garantisce l’assessore comunale all’ambiente, Umberto Laureni, che l’ha preteso da AcegasAps, gruppo Hera. Tutto era nato dalla segnalazione al Piccolo [1] di un lettore che chiedeva di fare chiarezza sui distributori pubblici di acqua addizionata di anidride carbonica che il Comune aveva annunciato per la prossima primavera in collaborazione con AcegasAps. La lettera chiedeva di accertare che non vi fosse coinvolta la ditta israeliana Sodastream, leader mondiale nel settore dei gasatori, che ha sede proprio nei Territori palestinesi occupati. Un insediamento considerato illegale dal Consiglio di sicurezza dell’Onu e dalla Corte internazionale di Giustizia. Nei confronti di Sodastream è in atto un boicottaggio a livello internazionale. «L’acqua è limpida, gli affari di Sodastream in Palestina, no: boicotta le bollicine dell’Apartheid istraeliana!».
Leggi: Il Comune di Trieste dribbla le bollicine israeliane, SodaStream rimosso dai premi per la...
A seguito della lettera del Coordinamento BDS Trieste, tre consiglieri comunali e circoscrizionali della Federazione della Sinistra hanno fatto un'interrogazione all'assessore all'ambiente Laureni, il quale ha risposto che la ditta in questione non risulta tra quelle contattate ed ha garantito che la segnalazione verrà tenuta in considerazione per ogni atto successivo, compresa la stesura del bando di gara:
Comunicato stampa con cortese richiesta di pubblicazione
La Federazione della Sinistra aveva presentato, appena saputa l'intenzione di fornire anche Trieste delle casette dell'acqua, un’interrogazione sull'eventuale presenza della ditta Sodastream tra i possibili contraenti. Le perplessità, come evidenziato nell'intervento pubblicato sul Piccolo di sabato, erano quelle legate al fatto che questa ditta ha un proprio stabilimento nei territori occupati della Palestina e che tale stabilimento è di fatto illegale sul piano internazionale.
L'assessore Laureni ha garantito, in risposta alla nostra interrogazione, che la ditta in questione non risulta tra quelle contattate ed ha garantito che la segnalazione verrà tenuta in considerazione per ogni atto successivo, compresa la stesura del bando di gara.
I consiglieri comunali e circoscrizionali
Marino Andolina
Iztok Furlanič
Peter Behrens
All'inizio di ottobre, saputo che anche il Comune di Trieste aveva deciso di installare i distributori comunali di acqua normale e gassata, il coordinamento BDS Trieste ha spedito una lettera all'assessore all'ambiente Laureni e a diversi consiglieri comunali e alla stampa, nella quale si invitava il Comune a non scegliere Sodastream e i suoi gasatori.
Caro assessore,
leggiamo sul quotidiano “Il Piccolo” di venerdì 4 ottobre che il Comune, in collaborazione con AcegasAps installerà nella prossima primavera anche nella nostra città almeno tre stazioni di distribuzione di acqua, sia “normale” che addizionata con anidride carbonica.
Cogliamo l’occasione per sottoporle una questione che a noi, che ci battiamo per la libertà della Palestina dall’occupazione israeliana, sta molto a cuore.
Si chiederà cosa c’entra
Leggi: Interrogazione comunale a Trieste dopo lettera del Coordinamento BDS della città riguardo...
Come il primo inviato per la pace nel Medio Oriente di Barack Obama, è stato compito suo convincere Israele a fermare la costruzione degli insediamenti illegali sulle terre palestinesi occupate.
Ma ora l'ex senatore George Mitchell è apparentemente diventato il loro rappresentante più entusiasta.
Parlando ad una conferenza a Tel Aviv il mese scorso, ospitato dall’azienda di diritto societario e lobbying DLA Piper, Mitchell ha elogiato "la cooperazione israelo-palestinese".
Come riporta il sito web Times of Israel:
"Per esempio, ho visitato Sodastream", il produttore israeliano di gasatori per l’acqua dal rubinetto. Sodastream si trova a Ma’aleh Adumim, e impiega circa 500 palestinesi, ha detto Mitchell.
Ma'aleh Adumim, come Mitchell sicuramente sa, è una colonia israeliana costruita su territorio occupato in violazione del diritto internazionale, un processo che comporta il furto di terra e il trasferimento forzato di palestinesi.
Il negozio EcoStream della ditta israeliana Sodastream vende prodotti etici, ma la sua sede si trova su terra palestinese occupata illegalmente. E ciò ha innescato le proteste pro-Palestina e contro proteste pro-Israele fuori dal negozio.
Quando SodaStream era alla ricerca di un luogo per aprire il primo negozio EcoStream in Gran Bretagna, con l'erogazione di prodotti alimentari, bevande e prodotti per la pulizia etici direttamente nei propri contenitori dei clienti, Brighton deve essere sembrata il posto più ovvio. La città è famosa, infatti, per il consumo etico di ogni tipo e per aver eletto il primo e unico parlamentare dei Verdi della Gran Bretagna.
Quello che forse non hanno preso in considerazione, però, è che Brighton è anche il tipo di luogo in cui la gente sa che il quartier generale di Sodastream si trova in Israele, e che la loro fabbrica a Mishor Adumim è costruita su terra palestinese in Cisgiordania occupata illegalmente. Come risultato, ogni sabato pomeriggio per più di un anno, i consumatori su Western Road possono osservare una protesta a favore del consumo etico contro un negozio che si propone di consumo etico - e, ultimamente, una contro protesta da parte di attivisti pro-Israele, tra cui Julie Burchill e Chelsea Fox, un artista drag a cui piace vestirsi come Grace Jones.
Leggi: Sodastream: il negozio israeliano che divide la città di Brighton (UK)
Venerdì notte l'amministrazione di Longiano ha votato contro la mozione di Aria Fresca, che chiedeva il boicottaggio di Sodastream per evitare la presenza di componenti prodotte dalla multinazionale israeliana nella casa dell'acqua comunale.
La maggioranza ha difeso la sua scelta tra le urla, a corto di argomenti che non fossero sciocchezze in imbarazzante contraddizione con le dichiarazioni sperticate di solidarietà al popolo palestinese pronunciate poco prima.
Hanno parlato sindaco, consiglieri e assessori del PD, mentre Rifondazione Comunista s'è guardata dall'aprire bocca, accodandosi come un cagnolino al voto contro il boicottaggio.
Al Sindaco del Comune di Longiano, Dr. Battistini
E, p. c. agli Assessori e al Consiglio Comunale di Longiano
Signor Sindaco,
come altre centinaia di uomini e donne Le scrivo perché credo che nella Sua ottima iniziativa di fornire la Casa dell’Acqua ai suoi concittadini Lei stia, forse involontariamente, favorendo uno dei più gravi soprusi che da oltre 6 decenni si perpetuano nella martoriata Terra di Palestina.
Sceglierà Lei (e il Consiglio comunale) se ascoltare o meno le tante voci che si sono levate, a partire dalla lista civica Aria Fresca, contro l’uso della componentistica acquistata da Sodastream Professional, braccio italiano di Sodastream.
Io voglio soltanto aggiungere a quelle voci e alla petizione inoltrata a Lei e ai componenti del Consiglio e della Giunta comunale, qualche immagine affinché Lei veda con i suoi occhi cosa significa accreditare un’azienda che, mentre parla di difesa dell’ambiente in Italia, produce direttamente e indirettamente devastazione dell’ambiente laddove ILLEGITTIMAMENTE si è insediata.
Leggi: Lettera aperta al Sindaco di Longiano: Escluda Sodastream dalla Casa dell'Acqua
Petizione in corso contro il Comune di Longiano affinche' fornisca una "Casa dell'Acqua" ai propri cittadini senza calpestare i diritti dei palestinesi
di Manuel Zani e Stephanie Westbrook
Non manca l'acqua in Palestina, manca l'accesso. Una troika di misure legislative insieme a politiche e pratiche istituzionalizzate ha permesso a Israele di esercitare illegalmente un controllo quasi totale sulle risorse idriche palestinesi. È quanto risulta da un recente rapporto dell'organizzazione palestinese per i diritti umani Al Haq, "Acqua per un solo popolo: Accesso discriminatorio e Apartheid dell'Acqua nei Territori palestinesi occupati".
Nella Cisgiordania occupata, i coloni israeliani hanno accesso a circa sei volte più acqua che i palestinesi. E questo senza neanche prendere in considerazione l'acqua utilizzata per l'agricoltura. Infatti, i coloni che vivono negli insediamenti israeliani nella Valle del Giordano e lungo il Mar Morto, dove si trovano le grandi piantagioni, hanno a disposizione fino a 18 volte più acqua. Mentre 50,000 palestinesi vivono con meno di 20 litri al giorno, la quantità minima raccomandata dall'Organizzazione mondiale della sanità in situazioni di emergenza per brevi periodi.
Leggi: Politica dell'acqua, dai Territori occupati al caso Sodastream in Italia