A seguito della lettera del Coordinamento BDS Trieste, tre consiglieri comunali e circoscrizionali della Federazione della Sinistra hanno fatto un'interrogazione all'assessore all'ambiente  Laureni, il quale ha risposto che la ditta in questione non risulta tra quelle contattate ed ha garantito che la segnalazione verrà tenuta in considerazione per ogni atto successivo, compresa la stesura del bando di gara:

Comunicato stampa con cortese richiesta di pubblicazione

La Federazione della Sinistra aveva presentato, appena saputa l'intenzione di fornire anche Trieste delle casette dell'acqua, un’interrogazione sull'eventuale presenza della ditta Sodastream tra i possibili contraenti. Le perplessità, come evidenziato nell'intervento pubblicato sul Piccolo di sabato, erano quelle legate al fatto che questa ditta ha un proprio stabilimento nei territori occupati della Palestina e che tale stabilimento è di fatto illegale sul piano internazionale.

L'assessore Laureni ha garantito, in risposta alla nostra interrogazione, che la ditta in questione non risulta tra quelle contattate ed ha garantito che la segnalazione verrà tenuta in considerazione per ogni atto successivo, compresa la stesura del bando di gara.

 I consiglieri comunali e circoscrizionali

Marino Andolina

Iztok Furlanič

Peter Behrens

 

All'inizio di ottobre, saputo che anche il Comune di Trieste aveva deciso di installare i distributori comunali di acqua normale e gassata, il coordinamento BDS Trieste ha spedito una lettera all'assessore all'ambiente Laureni e a diversi consiglieri comunali e alla stampa, nella quale si invitava il Comune a non scegliere Sodastream e i suoi gasatori.

 Caro assessore,

leggiamo sul quotidiano “Il Piccolo” di venerdì 4 ottobre che il Comune, in collaborazione con AcegasAps installerà nella prossima primavera anche nella nostra città almeno tre stazioni di distribuzione di acqua, sia “normale” che addizionata con anidride carbonica.

Cogliamo l’occasione per sottoporle una questione che a noi, che ci battiamo per la libertà della Palestina dall’occupazione israeliana, sta molto a cuore.

Si chiederà cosa c’entra la Palestina con l’acqua pubblica, è presto detto: una delle maggiori aziende che producono gasatori per l’acqua è l’israeliana Sodastream, il cui principale stabilimento produttivo si trova nella colonia illegale di Mishor Adumin, territorio palestinese occupato, in palese violazione del Diritto Internazionale. L’occupazione illegale delle terre sottratte ai palestinesi infatti è portata avanti non solo con la costruzione di unità abitative per i coloni, ma anche attraverso una pianificazione delle aree industriali israeliane. A questo fine il governo israeliano provvede con una serie di incentivi fiscali e deroghe in materia di rispetto dell’ambiente e delle condizioni di lavoro per le aziende che scelgono di spostare la loro produzione nei Territori Occupati. Le informazioni che qui brevemente riportiamo fanno capo ai dossier di denuncia realizzati dall’ONG israeliana WhoProfits che si occupa di documentare e denunciare le aziende israeliane che realizzano profitti dall’occupazione illegale della Palestina: Sodastream è tra le imprese che hanno scelto di stabilire i loro impianti di produzione in un territorio sotto occupazione militare e trarre profitto da un contesto di assoluta illegalità. Le tasse municipali che versa alla colonia di Ma’aleh Adumim sono destinate sia al mantenimento e all’ulteriore espansione di questo insediamento illegale, sia al sostegno di una grande discarica  israeliana in territorio palestinese, il sito di Abu Dis, che ha gravemente danneggiato le falde acquifere e i corsi d’acqua delle terre circostanti e di Betlemme. [1] [2] 

Non soltanto, l’organizzazione israeliana per i diritti dei lavoratori Kav LaOved ha documentato anche lo sfruttamento dei lavoratori palestinesi, ai quali, già sottoposti a condizioni di lavoro degradanti e a licenziamenti per chi protesta, è corrisposto un salario inferiore alla metà del salario minimo. [3]

Sebbene SodaStream intenda candidarsi come un’azienda che offre prodotti ecologici, destinati ad una clientela sensibile al problema della plastica e a questo fine abbia messo in campo una massiccia campagna pubblicitaria su stampa, TV e web, tuttavia l’operazione truffaldina che intende mascherare di ecologismo la grave questione dell’occupazione israeliana è stata respinta da organizzazioni di assoluto prestigio sia nel campo della tutela dell’ ambiente (WWF, Legambiente) che in quella dei diritti umani (Oxfram Italia). [4]

Inoltre, l’importanza della nostra segnalazione crediamo sia avvalorata anche dalle notizie recentissime relative ai futuri rapporti di cooperazione e commercio tra l’Unione europea e le colonie israeliane. Come Lei saprà, venerdì 19 luglio, è stata pubblicata la direttiva UE, vincolante per i 28 paesi membri, che vieta accordi di cooperazione tra l’Ue e le colonie israeliane situate nei Territori occupati. La norma infatti prevede esplicitamente che gli aiuti provenienti dalla Commissione europea nel periodo 2014-2020 non potranno essere utilizzati per progetti israeliani in Cisgiordania, Gerusalemme est e nelle alture del Golan. E’ una decisione che secondo Bruxelles non fa altro che ribadire “la posizione di lunga data dell’Unione europea che considera gli insediamenti israeliani illegali sotto il profilo del diritto internazionale e non riconosce la sovranità israeliana sui territori occupati”.

Ci auguriamo pertanto che anche il Comune di Trieste prenda atto dell’incompatibilità tra Sodastream e i diritti del popolo palestinese, non stipulando con questa azienda alcun contratto né per questa né per altre iniziative.

Neanche a Trieste vogliamo essere complici dell’occupazione israeliana della Palestina.

In attesa di un suo gentile riscontro,

cordiali saluti

 

Giorgio Catalan per:

Coordinamento BDS (Boicotta-Disinvesti-Sanziona) Trieste

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La lettera del Coordinamento BDS trieste è stata anche pubblicata dal quotidiano locale "Il Piccolo"

 

 

 

 

 

 

[1] http://www.whoprofits.org/content/production-settlements-case-sodastream

[2] http://www.whoprofits.org/content/sodastream-september-2012-update

[3] http://www.bdsitalia.org/index.php/ultime-notizie-stop-sodastream1/732-sodastream-worker

[4] http://bdsitalia.org/index.php/comunicati-stop-sodastream/508-cs-oxfam