Come il primo inviato per la pace nel Medio Oriente di Barack Obama, è stato compito suo convincere Israele a fermare la costruzione degli insediamenti illegali sulle terre palestinesi occupate.
Ma ora l'ex senatore George Mitchell è apparentemente diventato il loro rappresentante più entusiasta.
Parlando ad una conferenza a Tel Aviv il mese scorso, ospitato dall’azienda di diritto societario e lobbying DLA Piper, Mitchell ha elogiato "la cooperazione israelo-palestinese".
Come riporta il sito web Times of Israel:
"Per esempio, ho visitato Sodastream", il produttore israeliano di gasatori per l’acqua dal rubinetto. Sodastream si trova a Ma’aleh Adumim, e impiega circa 500 palestinesi, ha detto Mitchell.
Ma'aleh Adumim, come Mitchell sicuramente sa, è una colonia israeliana costruita su territorio occupato in violazione del diritto internazionale, un processo che comporta il furto di terra e il trasferimento forzato di palestinesi.
Trattati come "schiavi"
Questo esempio stupefacente mostra che Mitchell confonde la "cooperazione" con la colonizzazione illegale, con fare affari con l’occupazione, con la distruzione dell'ambiente e con lo sfruttamento dei lavoratori palestinesi.
Come Stephanie Westbrook ha scritto su The Electronic Intifada a maggio, i lavoratori palestinesi costretti a cercare lavoro nelle colonie israeliane, in mancanza di qualsiasi altra opportunità, sono spesso maltrattati in modo pesante.
Un lavoratore di SodaStream, che per paura non ha voluto rivelare il suo nome, ha detto, "Ci trattano come schiavi. È successo molte volte sulla linea di montaggio: se un lavoratore è malato e vuole prendere il congedo per malattia, il supervisore lo licenzierà il secondo giorno. Non gli daranno né un preavviso né la possibilità di parlare con l'ufficio delle risorse umane, lo licenzieranno immediatamente".
Aziende israeliane spesso localizzano le loro fabbriche nella Cisgiordania occupata proprio perché così sono in grado di operare al di fuori delle leggi israeliane sul lavoro e sull’ambiente.
"Disprezzo per la vita umana"
Come Patrick Strickland ha recentemente scritto su The Electronic Intifada, le zone industriali degli insediamenti israeliani sulle terre palestinesi occupati emettono veleni nell’aria e sul terreno causando gravi problemi di salute per le vicine comunità palestinesi. Strickland osserva:
Secondo un controllo condotto dal Ministero dell'Industria di Israele tra il 2006 e il 2010, in Cisgiordania ci sono circa 20 zone industriali sotto l’amministrazione israeliana. Per quanto riguarda queste zone industriali, il controllore di stato ha notato un "fallimento continuo per anni nella mancanza di sorveglianza sostanziale e di applicazione della normativa in materia di sicurezza ed igiene nelle fabbriche israeliane in Giudea e Samaria [Cisgiordania occupata], che è un’indicazione del continuo disprezzo per la vita umana".
Il gruppo di ricerca Who Profits ha pubblicato una relazione dettagliata su SodaStream come caso di studio evidenziando i numerosi crimini insieme alle violazioni dei diritti dei lavoratori commessi quando le imprese si stabiliscono e producono negli insediamenti israeliani.
È a causa di queste pratiche che SodaStream è diventata un obiettivo importante della campagna per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS).
Trarre profitti dai crimini
Mitchell promuove spudoratamente lo sfruttamento economico dei territori occupati da Israele nonostante questi fatti.
Mitchell è lui stesso un partner ed ex presidente di DLA Piper.
Il Times of Israel descrive l'impresa come "una grande società di private equity USA-UK, che aiuta gli investitori a trovare aziende e progetti in grado di produrre ricavi, occupandosi degli aspetti legali, normativi ed amministrativi legati al fare accordi commerciali".
Mitchell sta usando il suo status, da ex negoziatore di pace dell'Irlanda del Nord e inviato di Obama per ripulire i crimini di Israele nei territori occupati.
E allo stesso tempo la sua ditta sta facendo un bel profitto.
Fonte: Electronic Intifada
Traduzione di BDS Italia