LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Comunicati

Comunicati di BDS Italia, del Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC) e della Campagna palestinese per il boicottaggio accademic e culturale di Israele (PACBI)

Foto di Ryan Rodrick Beiler

Il BNC Accoglie l'Invito delle Organizzazioni Cristiane che Sollecitano il Consiglio Mondiale delle Chiese a Sostenere il Movimento BDS per i Diritti Umani dei Palestinesi

Il BNC accoglie calorosamente una storica lettera aperta della Coalizione Nazionale delle Organizzazioni Cristiane in Palestina (NCCOP) che esorta il Consiglio Mondiale delle Chiese (WCC) a "riconoscere Israele come uno stato di apartheid", a sostenere il movimento mondiale non violento BDS a guida palestinese, ad aiutare ad intensificare le campagne del BDS e a rifiutare attivamente la complicità cristiana nelle continue violazioni israeliane dei diritti umani dei palestinesi.

Come realtà impegnate nella difesa dei diritti del popolo palestinese e dei diritti GLBTQ, apprezziamo il fatto che quest'anno, a differenza degli anni passati, il Lovers Film Festival (ex TGLFF) non abbia tra i suoi partner istituzioni dello stato di Israele, uno stato che da decenni pratica l'apartheid e la pulizia etnica nei confronti del popolo palestinese.

Più registi si ritirano dal TLVFest

Gli artisti rifiutano di lasciare che la loro arte copra le gravi violazioni dei diritti umani di Israele

29 maggio 2017 - Viene riferito che almeno cinque dei dodici relatori internazionali invitati a partecipare al Tel Aviv International LGBT Film Festival dal 1 al 10 giugno si sono stati ritirati dopo che gli attivisti queer palestinesi e i loro alleati nel movimento BDS hanno lanciato l'invito a boicottare la manifestazione di "pinkwashing" (operazione di marketing che strizza l'occhio ai gay, N.d.T.) propagandistico che fornisce una copertura progressista alle continue e gravi violazioni dei diritti umani palestinesi da parte di Israele.

In segno di rispetto per l'invito palestinese a favore di un boicottaggio culturale, il regista sudafricano John Trengove vincitore del premio si è ritirato dall'evento di apertura di TLVFest. In una lettera agli organizzatori, Trengove ha scritto:

Sabato 6 e domenica 7 maggio si è tenuta a Torino l’assemblea nazionale di BDS Italia, la sezione italiana del movimento internazionale a guida palestinese per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS) verso Israele.

Oggi [8 maggio, N.d.T.], lo sciopero della fame di massa dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane entra nella sua critica quarta settimana, e questo significa che per centinaia di scioperanti sarebbe difficile o impossibile reggersi in piedi. Dando ascolto all'appello del 6 maggio del Movimento dei Prigionieri Palestinesi che guida questo sciopero per porre fine alle violazioni israeliane dei diritti dei palestinesi e per garantire dignità e condizioni umane ai prigionieri politici, il Comitato Nazionale Palestinese per il BDS (BNC) lancia un appello:

BDS Italia, la sezione italiana del movimento internazionale per il Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni contro le politiche di colonizzazione, occupazione e apartheid portate avanti da Israele contro il popolo palestinese conferma la sua partecipazione alle manifestazioni del 25 Aprile.

Sostenuto da sindacati, chiese e associazioni in tutto il mondo, il movimento BDS fonda la sua lotta nonviolenta per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza per i Palestinesi sul rispetto del diritto internazionale e sulla tutela dei diritti umani universali. Rifiuta ogni forma di discriminazione razziale, politica, religiosa e di genere. Condanna l’antisemitismo, l’islamofobia e ogni ideologia fondata su presunte supremazie etniche, razziali o religiose.

È ormai tristemente noto come, non solo in Italia, il governo israeliano, attraverso la sua ambasciata e organizzazioni a lui vicine, diffonda false accuse di antisemitismo come arma ideologica per intimidire, delegittimare e silenziare ogni critica rivolta a Israele. Non avendo argomenti per giustificare decenni di occupazione militare e colonialismo e le numerose e ampiamente documentate violazioni dei diritti del popolo palestinese, ricorrono alle calunnie nel tentativo di bloccare le iniziative volte a far conoscere la realtà del popolo palestinese e le azioni della società civile internazionale a sostegno dei suoi diritti.

   UNA SCELTA DI GIUSTIZIA E NONVIOLENZA

La comunità cristiana di base di S. Paolo è nata e si è formata per riflettere sulle Scritture “con in mano il giornale”, come si diceva al Concilio, per significare il nostro interesse alla vita del mondo, letta secondo la prospettiva di una fede che chiama all’amore nonviolento di tutte le sorelle e i fratelli.

“Molti di voi mi hanno chiesto cosa fare per aiutarmi ad affrontare questa nuova persecuzione. La mia risposta è, senza alcuna esitazione...più BDS!” 

Cari amici e colleghi,

Finalmente mi è stato permesso ad accedere alla mia posta elettronica dopo 12 giorni di divieto, durante la fase più intensa del interrogatorio in corso cui sono sottoposto dalle autorità israeliane.

Comunicato del BNC sulla campagna in corso da parte di Israele per mettere sotto silenzio Omar Barghouti e per reprimere il movimento BDS

22 marzo 2017 - Nella mattina di domenica 19 marzo, le autorità fiscali israeliane hanno fatto irruzione a casa di Omar Barghouti, noto difensore dei diritti umani palestinesi e co-fondatore del movimento di Boicottaggio, Divestmento e Sanzioni (BDS) per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza del popolo palestinese. Hanno trattenuto e interrogato Omar e la sua moglie Safa per 16 ore in quel primo giorno. Omar attualmente sta subendo un quarto giorno di interrogatorio.

Qui sotto, la risposta del Comitato Nazionale palestinese per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BNC) a questi sviluppi ed agli sforzi sistematici del governo israeliano per criminalizzare il movimento BDS, intimidire gli attivisti ed impedire la libertà di parola:

Dr. Rima Khalaf, Segretario Esecutivo della Commissione Economica e Sociale delle Nazioni Unite per l'Asia Occidentale (ESCWA) 2010-2017

17 Marzo 2017 – Oggi, la Dottoressa Rima Khalaf, Direttrice della Commissione Economica e Sociale delle Nazioni Unite per l'Asia Occidentale (ESCWA), si è dimessa dal suo incarico a seguito di pressioni esercitate dagli Stati Uniti e da Israele a proposito di una relazione pubblicata questa settimana da ESCWA che documenta le politiche di apartheid di Israele nei confronti del popolo palestinese e incoraggia il sostegno al movimento civile per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS) a favore dei diritti e della libertà dei palestinesi. La Dottoressa Khalaf ha spiegato la sua decisione affermando: “Mi sono dimessa perché è mio dovere non nascondere un crimine evidente, e avallo tutte le conclusioni della relazione.”

In risposta alle dimissioni della Dottoressa Khalaf, Mahmoud Nawajaa, il Coordinatore Generale del Comitato Nazionale Palestinese del BDS (BNC) ha dichiarato:

“Il fatto che un Segretario Generale delle Nazioni Unite abbia ceduto alle minacce e intimidazioni da parte dell'amministrazione Trump rivolte a evitare, ancora una volta, di mettere Israele di fronte alle sue responsabilità, non è certo una novità. La vera novità è che questa volta, Israele, con tutta la sua influenza a Washington, non può rimettere il genio nella bottiglia.

“La relazione storica dell'ESCWA ha centrato due precedenti epocali sulla Palestina. È la prima volta che una qualsiasi agenzia delle Nazioni Unite ha stabilito, attraverso uno studio scrupoloso e rigoroso, che Israele ha imposto un regime di apartheid contro l'intero popolo palestinese. Inoltre, il patrocinio dell’ESCWA a favore del BDS in quanto il più efficace strumento per ritenere Israele responsabile dei suoi crimini di guerra ha creato un precedente importante nel sistema delle Nazioni Unite sottoposto al dominio degli Stati Uniti.

“I Palestinesi sono profondamente grati alla direttrice dell'ESCWA, Dottoressa Rima Khalaf, che ha preferito dimettersi con dignità piuttosto che cedere ai suoi principi di fronte al bullismo di Stati Uniti e Israele. In questo momento buio della nostra storia, con la repressione crescente di Israele, inclusa quella verso i difensori non violenti dei diritti umani, il furto continuo di terra palestinese e il peggioramento delle politiche di apartheid, i palestinesi sperano che questo rapporto rivoluzionario annunci l'avvento di una nuova era in cui si consideri l’ingiusto regime di Israele come responsabile attraverso sanzioni e altre misure, come è stato fatto contro l'apartheid del Sud Africa".

Fonte: Comitato Nazionale Palestinese per il BDS

Traduzione di Aldo Lotta per BDS Italia