Comunicati

La seconda giornata internazionale di azione su AXA (gruppo assicurativo mondiale nato nel 1817 come Mutuelle de l'Assurance, N.d.T.)  è stata caratterizzata da mobilitazioni in tutto il mondo. Questo giorno ha coinciso con la giornata di solidarietà delle Nazioni Unite con il popolo palestinese e con la giornata del 4° sciopero climatico globale.

AXA, sebbene abbia appena promesso un nuovo impegno e nuove politiche climatiche sul carbone, continua ad investire centinaia di milioni di dollari in combustibili fossili e ad assicurare aziende inquinanti. Inoltre, un rapporto di luglio di SumOfUs [organizzazione internazionale impegnata nella verifica degli standard etico-sociali e ambientali delle imprese, specie multinazionali, N.d.T.], "AXA: il finanziamento di crimini di guerra" mostra che AXA investe 91 milioni di dollari nella più grande società di armi privata israeliana, la Elbit Systems, e in cinque banche israeliane che finanziano gli insediamenti illegali israeliani. Le armi di Israele e i suoi insediamenti in espansione stanno distruggendo la vita dei palestinesi e l'ambiente in cui vivono.

Noi firmatari dei sindacati palestinesi, lavoriamo per proteggere i diritti dei lavoratori palestinesi e prendiamo parte alla lotta per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza per tutti. I sindacati hanno la responsabilità e il dovere di proteggere i diritti dei lavoratori nei loro Paesi, ma anche di proteggere gli altri lavoratori in tutto il mondo.

Come palestinesi, non ci è stato permesso di tornare nelle nostre case negli ultimi 70 anni. Viviamo sotto una brutale occupazione militare in Cisgiordania, sotto il blocco di Gaza e come cittadini di seconda classe in Israele – sopportiamo le politiche discriminatorie e razziste di Israele ogni singolo giorno della nostra vita.

I lavoratori palestinesi vengono illegalmente arrestati, uccisi, subiscono le peggiori condizioni di lavoro, vengono fermati ai posti di blocco mentre si recano al lavoro e corrono un rischio maggiore rispetto agli altri di perdere il lavoro.

Israele può mantenere il proprio regime di apartheid, colonialismo e occupazione sul popolo palestinese solo grazie al sostegno istituzionale e delle compagnie.

Dopo aver letto il rapporto “AXA: finanziamento dei crimini di guerra”, abbiamo appreso che AXA sta investendo oltre $ 91 milioni in Elbit Systems e nelle prime cinque banche israeliane. Elbit è la compagnia di sicurezza militare privata di Israele, e fornisce le sue armi all’esercito israeliano per testarle sui palestinesi, e poi le vende nel resto del mondo come “testate sul campo di battaglia”.

BDS Italia aderisce alla Manifestazione contro l’occupazione militare che si svolgerà il 12 ottobre 2019 presso il poligono di Capo Frasca. Oltre 40 comitati, movimenti, associazioni e sindacati manifesteranno insieme in Sardegna contro le esercitazioni e l'occupazione militare.

Le basi militari e i poligoni sfruttano e devastano oltre 35 mila ettari del territorio sardo sotto il vincolo delle servitù militari per attività finalizzate alle sperimentazioni di armamenti e alle esercitazioni militari. Ospitano imprese dell’industria bellica e eserciti militari, inclusi quello israeliano, e hanno dirette conseguenze nelle aggressioni contro altri popoli, come in Palestina e nello Yemen.

Da anni esistono forti legami tra i movimenti anti-militaristi sardi, il movimento BDS e il popolo palestinese.

Nel 2014, mentre Israele bombardava Gaza, in Sardegna si protestava contro le esercitazioni militari in programma, in particolare contro la partecipazione di Israele. Da Gaza arrivavano decine di foto di palestinesi nelle macerie di Gaza, chiedendo all’Italia di non addestrare i piloti che li bombardavano. A seguito di una vasta e partecipata campagna di protesta, Israele venne rimosso dalla lista ufficiale delle forze armate partecipanti.

Il Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC) lancia un appello a boicottare AnyVision, società israeliana di tecnologia di riconoscimento facciale per via della sua innegabile complicità nell’occupazione e nella repressione dei palestinesi da parte di Israele. 

AnyVision trae profitto dalle violazioni israeliane dei diritti umani dei Palestinesi e esporta la sua tecnologia repressiva di sorveglianza a livello globale. 

Con uffici a Tel Aviv, New York, Città del Messico, Londra, Belfast e Singapore, la società fondata nel 2015 ha rapidamente ottenuto investimenti, contratti e joint venture con le forze armate israeliane, governi e imprese a livello internazionale. 

Human Rights Watch ha esortato Microsoft  a rivedere i propri investimenti in AnyVision dato il “rischio legato ai diritti umani associato agli investimenti in una ditta che sta fornendo tecnologia [di riconoscimento facciale] a una potenza occupante.” AnyVision viola i principi  di Microsoft sul riconoscimento facciale perché fornisce una tecnologia utilizzata per la sorveglianza illegale.

In questo grave momento, siamo solidali con la gente del Kashmir. I nostri oppressori sono uniti e le nostre lotte saranno più forti se anche noi saremo uniti.

Il comitato nazionale palestinese per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BNC), la più grande coalizione nella società palestinese, condivide lo shock e la rabbia del Kashmir e delle forze democratiche in India e in tutto il mondo per la decisione autoritaria del governo indiano guidato dal Bharatiya Janta Party di annullare del tutto, dall'oggi al domani, la parziale autonomia dello stato Jammu e Kashmir. Denunciamo l'uso crescente da parte dell'attuale governo indiano di pratiche e politiche in stile israeliano.

Introducendo, con decreto presidenziale, modifiche giuridicamente discutibili della costituzione indiana, il governo di destra a Delhi ha ulteriormente pregiudicato i diritti riconosciuti a livello internazionale del popolo del Kashmir, in particolare il suo diritto di decidere democraticamente sul proprio futuro, senza che [Delhi, N.d.T.] ne venga informata o dia il consenso.

  • Si aggiungono a Bologna e Firenze nel chiedere azioni concrete per esercitare pressione su Israele

  • Il Senato irlandese ha votato per il divieto sulle importazioni di prodotti provenienti delle colonie israeliane

  • L’Internazionale Socialista, che comprende il Partito Socialista Italiano, condanna l’occupazione ed il regime di apartheid israeliani, e invita al BDS.     

Cresce il numero dei consigli comunali italiani che chiedono l’embargo militare verso Israele come azione concreta per fare in modo che Israele risponda delle violazioni dei diritti del popolo palestinese, stabiliti dal diritto internazionale.

Lunedì 9 luglio il Consiglio comunale di Torino ha votato, a larga maggioranza, con 27 voti favorevoli e 1 contrario, un OdG che condanna la “durissima repressione da parte delle Forze Armate israeliane delle proteste pacifiche della popolazione palestinese” che manifestano a Gaza contro “le politiche di occupazione israeliane”, il blocco illegale di Gaza e per il “diritto al ritorno dei rifugiati” come sancito dall’ONU. Esprime “profonda preoccupazione” per “l'uso smisurato della forza da parte dell'esercito israeliano contro la popolazione civile palestinese” e chiede al governo italiano e alle istituzioni europee di “impegnarsi per la sospensione delle forniture di armi e attrezzature militari come chiesto anche da Amnesty International.”

L’OdG è stato votato da Torino in Comune, Movimento 5 Stelle, Lista Civica per Torino e una parte del Partito Democratico.

Mercoledì 11 luglio un analogo OdG, presentato dai consiglieri Langella (Agorà), Coppeto (Napoli in Comune a Sinistra) e Andreozzi (Dema), che chiede “L’avvio del ripristino del Diritto Internazionale Umanitario in Palestina e della cessazione delle complicità italiane, inclusi cooperazione militare e commercio armi e l’utilizzo strumentale dello sport” è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale di Napoli

Nelle premesse del testo, si ricorda “il Segretario Generale dell’ONU, Gueterres ha richiesto l’apertura di una indagine indipendente, richiesta già avanzata dal Kwait nel Consiglio di Sicurezza… e confermata  dalla Risoluzione dell’Assemblea Generale il 13/6/2018 con 120 voti a favore, 8 contrari e 45 astenuti”

Il Consiglio comunale di Napoli “Condanna la decisione degli organizzatori del Giro ciclistico d’Italia 2018 – RCS Mediagroup S.r.l – di avviare la competizione sportiva da Gerusalemme… decisione che ha di fatto avallato l’annessione illegale da parte di Israele della città”.

Negli ultimi mesi, i consigli comunali di Bologna, San Giuliano Terme (Pisa) e Cerreto Guidi (Firenze) hanno approvato simili OdG. Gli ultimi due hanno anche aderito all’appello della società civile palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) per i diritti dei palestinesi.

L’anno scorso il Consiglio comunale di Firenze ha approvato all’unanimità una delibera che chiede la cessazione di “ogni forma di cooperazione” con il dispositivo militare israeliano e le colonie illegali.

Secondo la Rete Disarmo, nel 2014 l’Italia è stata nell’Unione Europea il primo esportatore di armi verso Israele. L’Italia mantiene collaborazioni con l’industria bellica israeliana nonostante che la legge 185 del 1990 vieti la vendita di armi verso paesi “i cui governi sono responsabili di accertate violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti dell’uomo.”

A livello europeo sempre più istituzioni prendono misure per mettere Israele di fronte alle proprie responsabilità rispetto al diritto internazionale.

In Spagna, Barcellona ha votato per l’embargo militare contro Israele, mentre Valencia ha aderito al movimento BDS. 

Mercoledì il senato irlandese ha approvato una mozione che vieta l’importazione di prodotti delle colonie israeliane, che costituiscono un crimine di guerra, ed anche la città di Dublino ha approvato una mozione in cui aderisce al movimento BDS. 

Il 5 luglio il Consiglio dell'Internazionale socialista, che raggruppa 140 partiti politici, tra cui il Partito Socialista Italiano, ha approvato un lungo documento di condanna della occupazione israeliana, e ha invitato i governi e la società civile di impegnarsi in campagne di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) “finché Israele continua la sua politica di occupazione e di apartheid contro il popolo palestinese”.

BDS Italia si congratula con i consigli comunali di Torino e Napoli per l’impegno a far rispettare il diritto internazionale e i diritti umani. In particolare azioni concrete, come l’embargo militare contro Israele, sono più che mai necessarie di fronte al totale disprezzo per la vite dei palestinesi e all’assoluta inosservanza del diritto internazionale da parte di Israele.

Facciamo appello a tutti gli Enti Locali italiani perché seguano l’esempio dei Consigli Comunali italiani ed esteri, approvando mozioni che chiedono misure efficaci e concrete per assicurare il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale da parte di Israele e per fare applicare la legge italiana sulla vendita di armi. Questo non riguarda semplicemente la solidarietà; riguarda gli obblighi giuridici che l’Italia deve rispettare, cessando di aiutare e favorire i crimini di guerra e le gravi violazioni dei diritti umani da parte di Israele.

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BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro l'occupazione e l'apartheid israeliane, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all'appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale. Il movimento BDS sostiene la parità di diritti per tutte e tutti e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa.

Foto: Twitter, Consiglio Comunale di Barcellona

Barcellona diventa la più grande città ad aderire alla richiesta della società civile palestinese di porre fine al commercio di armi e alla cooperazione militare e sulla sicurezza con il regime israeliano di apartheid, colonialismo e occupazione.

Il 25 maggio, con il sostegno della stragrande maggioranza dei suoi membri, il Consiglio comunale di Barcellona ha richiesto un embargo militare generale nei confronti di Israele e ha invitato il governo spagnolo a garantirne l'attuazione.

Ciò costituisce un precedente importante e un rilevante passo in avanti su una strada che porti ad un'interruzione dei legami internazionali con Israele nel campo militare e della sicurezza, fino a quando non si conformerà al diritto internazionale e non rispetterà i diritti umani dei palestinesi.

English version

La città toscana di San Giuliano Terme aderisce al movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) per i diritti dei palestinesi

Lunedì 21 maggio il Consiglio comunale di Bologna ha approvato un ordine del giorno a sostegno di azioni concrete per fare in modo che Israele risponda delle violazioni dei diritti del popolo palestinese, come stabilito dal diritto internazionale. L’OdG esprime preoccupazione “per l’uso smisurato della forza da parte dell’esercito israeliano” e chiede  al governo italiano e alle istituzioni europee di “impegnarsi per la sospensione delle forniture di armi e attrezzature militari come chiesto anche da Amnesty International.”

L’OdG è stato votato a larga maggioranza con 23 voti su 29. Si sono espressi a favore i consiglieri di Coalizione Civica, che ha presentato il documento, del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e di Città Comune.

Nelle premesse del testo, si ricordano gli oltre cento palestinesi uccisi e 10.000 feriti nelle ultime settimane, causati dalla “durissima repressione” da parte di Israele nei confronti delle “proteste pacifiche” di decine di migliaia  palestinesi di Gaza contro l’occupazione, il blocco illegale di Gaza e per il diritto al ritorno dei profughi palestinesi, come sancito dall’ONU.

Il Consiglio richiama inoltre il trasferimento a Gerusalemme dell’ambasciata statunitense, avvenuto nonostante la risoluzione contraria dell’Assemblea Generale dell’ONU, votata a larghissima maggioranza, anche dall’Italia. Ricorda inoltre come la decisione degli organizzatori del Giro d’Italia di far partire la gara da Israele ha suscitato “un’ondata di indignazione” e “ha, di fatto, contribuito a sostenere la posizione di detto paese, avallata dagli USA, che rivendica Gerusalemme unificata come propria capitale in contrasto con il diritto internazionale”.

I consiglieri chiedono inoltre alla comunità internazionale di adoperarsi “per fare assumere a Israele le proprie responsabilità in quanto paese occupante”.

Italia fornisce armi e intrattiene intensi rapporti militari con Israele, anche in attività di ricerca e di intelligence. Secondo la Rete Disarmo, nel 2014 l’Italia è stata nell’Unione Europea il primo esportatore di armi verso Israele. Continua a resce la collaborazione tra le industrie belliche italiana ed israeliana, con il “trasferimento di tecnologie”, mentre proseguono formazione, addestramento e manovre militari congiunti, su territorio italiano e su aree sotto il controllo israeliano. La legge 185 del 1990, tuttavia, vieta all’Italia la vendita di armi a paesi in stato di conflitto armato o verso paesi “i cui governi sono responsabili di accertate violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti dell’uomo”

Bologna diventa così la terza città italiana a chiedere l’embargo militare verso Israele.

Pochi giorni fa il Consiglio comunale di San Giuliano Terme (Pisa) ha approvato un OdGche chiede al parlamento italiano “la cessazione di ogni rapporti militare, di vendita e scambio di materiale bellico con lo stato di Israele” e aderisce all’appello della società civile palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) per i diritti dei palestinesi.

L’anno scorso il Consiglio comunale di Firenze ha approvato all’unanimità una delibera che chiede al governo italiano e all’Unione europea “di cessare ogni forma di cooperazione tecnica ed economica connessa, direttamente o indirettamente, al dispositivo militare israeliano” e alle colonie illegali.

Le prese di posizione da parte dei consigli comunali italiani arrivano in un contesto di simili misure prese a livello internazionale nelle ultime settimane come mezzo efficace per mettere Israele di fronte alle proprie responsabilità rispetto agli standard del diritto internazionale. Il partito spagnolo Podemos ha chiesto l’embargo militare contro Israele, mentre Jeremy Corbyn, leader del partito Labour britannico, ha ribadito l’impegno del suo partito a rivedere la vendita di armi a Israele. In Irlanda, il Consiglio comunale di Dublino ha approvato una mozione in cui aderisce al movimento BDS.             

BDS Italia si congratula con i Consigli comunali di Bologna, San Giuliano Terme e Firenze per l’impegno a far rispettare il diritto internazionale e i diritti umani. In particolare le richieste di azioni concrete, come l’embargo militare contro Israele, sono più che mai necessarie di fronte al totale disprezzo  per la vite dei palestinesi e all’assoluta inosservanza del diritto internazionale da parte di Israele.

Facciamo appello a tutti gli enti locali italiani perché seguano l’esempio dei consigli comunali di Bologna, San Giuliano Terme e Firenze, approvando mozioni simili che chiedono misure efficaci e concrete per assicurare il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale da parte di Israele e per fare applicare la legge italiana sulla vendita di armi. Questo non riguarda semplicemente la solidarietà; riguarda gli obblighi giuridici che l’Italia deve rispettare, cessando di aiutare e favorire i crimini di guerra e le gravi violazioni dei diritti umani da parte di Israele.

BDS Italia
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BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro l'occupazione e l'apartheid israeliane, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all'appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale. Il movimento BDS sostiene la parità di diritti per tutte e tutti e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa.

Oggi [17 aprile, N.d.T.], nella Giornata internazionale della solidarietà con i prigionieri politici palestinesi, oltre 150 sindacati, partiti politici, organizzazioni per i diritti umani e gruppi religiosi di oltre 16 paesi europei hanno lanciato un appello che esorta l'UE ad assumersi le proprie responsabilità legali e ad escludere le aziende militari israeliane dai Programmi Quadro dell'UE.

Quest'invito - accompagnato da un video esplicativo - arriva in un momento in cui almeno 35 palestinesi disarmati sono stati uccisi dai cecchini israeliani durante tre settimane di proteste al confine di Gaza con Israele.

Il Comitato nazionale palestinese del BDS (BNC) sostiene le richieste per un'indagine internazionale indipendente e chiede che vengano prese misure efficaci per mettere Israele di fronte alle proprie responsabilità, in particolare, che sia applicato un embargo militare bidirezionale.

Palestina Occupata, 02/04/2018. Evocando memorie del massacro di manifestanti pacifici da parte del regime dell’apartheid sudafricano a Sharperville nel 1960, le forze armate di Israele hanno commesso un nuovo massacro contro i civili palestinesi mentre stavano commemorando pacificamente la Giornata della Terra Palestinese, chiedendo la fine del brutale blocco israeliano di Gaza e affermando il diritto al ritorno per i rifugiati palestinesi stabilito dalle Nazioni Unite.

Deve finire l'impunità di Israele per l'uccisione di palestinesi, assicurata dall’appoggio di livello mai raggiunto prima da parte della xenofoba amministrazione Trump negli Stati Uniti e dalla continua complicità dell'Unione Europea.

Sostenendo le richieste per un'indagine internazionale indipendente, il Comitato nazionale palestinese del BDS (BNC) - la più ampia coalizione nella società palestinese mai realizzata e guida del movimento globale per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) per i diritti dei palestinesi – fa appello per efficaci misure perché Israele risponda delle proprie responsabilità, in particolare un embargo militare bidirezionale, come quello che fu adottato contro il Sud Africa dell'apartheid.

Mentre decine di migliaia di palestinesi celebravano pacificamente la Giornata della Terra il 30 marzo, nella Striscia di Gaza occupata e assediata, le forze militari israeliane, o quelle che il giornalista israeliano Gideon Levy chiama "le forze di massacro di Israele" hanno aperto il fuoco con munizioni vere, proiettili rivestiti di gomma e gas lacrimogeni, applicando piani deliberati di usare "molta forza". Come risultato, almeno 17 civili sono stati uccisi e oltre 1.400 feriti, per lo più da munizioni vere. Quasi la metà dei feriti sono giovani.

La Giornata della Terra è stata commemorata dai palestinesi ogni anno dal 30 marzo 1976, quando le forze militari israeliane uccisero sei giovani palestinesi durante le manifestazioni pacifiche di massa in Galilea contro la politica israeliana su larga scala di confiscare la loro terra ancestrale per creare insediamenti coloniali esclusivi per soli ebrei.

L'uccisione ed il ferimento di massa di civili palestinesi all'interno della Striscia di Gaza occupata, in un'area che Israele definisce arbitrariamente come la sua "zona cuscinetto", erano premeditati. Israele aveva annunciato lo schieramento di 100 cecchini per colpire manifestanti nonviolenti, ignorando gli allarmi di Amnesty International. Un portavoce militare israeliano ha accidentalmente fornito la prova che il massacro è stato premeditato affermando con orgoglio che "nulla è stato effettuato senza controllo; tutto è stato accurato e misurato. Sappiamo dove è arrivato ogni proiettile".

Le proteste pacifiche nella Giornata della Terra hanno segnato l'inizio di sei settimane di mobilitazione popolare, che culminerà il 15 maggio con il “Giorno della Nakba “, il 70° anniversario della sistematica pulizia etnica da parte di Israele di gran parte della popolazione indigena della Palestina. Proteste e marce sono organizzate da parte dei palestinesi nella Striscia di Gaza occupata e in Cisgiordania, così come da parte dei cittadini palestinesi di Israele e delle comunità di rifugiati palestinesi in tutto il mondo, tutti per sostenere il diritto fondamentale dei profughi palestinesi di tornare alle loro case e alle loro terre, e la fine della politica israeliana di pulizia etnica.

I rifugiati palestinesi, inclusi gli sfollati interni, costituiscono oltre i due terzi del popolo palestinese.

Le proteste popolari palestinesi non sono solo contro le pluridecennali politiche israeliane di pulizia etnica, di assedio e di negazione dei diritti umani. Sono rivolte anche alla amministrazione statunitense, che è pronta a spostare l'ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme, sfidando il consenso internazionale che non riconosce la sovranità di Israele su nessuna parte della città e considera la sua parte est occupata e annessa illegalmente.

Venerdì scorso, Israele ha utilizzato ancora una volta i civili palestinesi come cavie nel suo laboratorio di armi, testando i suoi nuovi droni lancia-lacrimogeni contro i civili di Gaza. L'esportazione della tecnologia militare israeliana, "testata sul campo" sui palestinesi, contribuisce in modo sostanziale a finanziare l'oppressione israeliana dei palestinesi e l'aggressione militare contro altre nazioni.

Il Comitato Nazionale BDS accoglie con favore la recente risoluzione del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite che invita gli stati a garantire il rispetto del diritto internazionale, tra l'altro impedendo il commercio di armi con Israele.

Ribadiamo il nostro appello alle persone di coscienza in tutto il mondo a:

  • Includere la richiesta per tutte le entità private e pubbliche di porre fine a ogni cooperazione e/o commercio con il settore militare e della sicurezza di Israele.
  • Partecipare alle campagne di embargo militare contro le compagnie militari israeliane e altre società coinvolte nel settore militare e della sicurezza di Israele. Esempi includono la campagna contro Elbit Systems, che prova le sue armi sui palestinesi, la campagna contro la compagnia di sicurezza G4S, che addestra la polizia israeliana a imporre l'apartheid israeliana, la campagna di pressione sul gruppo Hewlett Packard (HP) perché ponga fine alla fornitura di tecnologia vitale al sistema dei checkpoint israeliano e alle forze armate israeliane che impongono l'assedio a Gaza.
  • Partecipare a o avviare campagne contro la cooperazione tra la polizia israeliana e le forze di polizia all'estero, attraverso cui le provate dottrine e tecniche israeliane di brutale repressione di proteste pacifiche vengono esportate nel mondo. Un esempio è la campagna "Scambio mortale" condotta da Jewish Voice for Peace.
  • Partecipare a o avviare campagne per porre termine a tutte le transazioni con le banche israeliane e per fare pressione sulle banche internazionali e sui fondi di investimento, come HSBC e Axa, per porre fine alla loro complicità nelle violazioni dei diritti umani da parte di Israele.

Fonte BNC

Traduzione di BDS Italia