Oggi [17 aprile, N.d.T.], nella Giornata internazionale della solidarietà con i prigionieri politici palestinesi, oltre 150 sindacati, partiti politici, organizzazioni per i diritti umani e gruppi religiosi di oltre 16 paesi europei hanno lanciato un appello che esorta l'UE ad assumersi le proprie responsabilità legali e ad escludere le aziende militari israeliane dai Programmi Quadro dell'UE.

Quest'invito - accompagnato da un video esplicativo - arriva in un momento in cui almeno 35 palestinesi disarmati sono stati uccisi dai cecchini israeliani durante tre settimane di proteste al confine di Gaza con Israele.

La lista delle 150 firme comprende 20 firmatari dall'Irlanda, compresi i partiti politici Sinn Féin, Solidarity, People Before Profit e il Communist Party, organizzazioni sindacali come TSSA e le consulte sindacali di Dublino e Derry, ONG come Afri, Africa Centre e il Center for Global Education, gruppi di solidarietà come la Campagna di Solidarietà Irlanda-Palestina, Sadaka e Accademici per la Palestina, e altre organizzazioni contro la guerra, contro il razzismo e per la giustizia sociale.

Dal resto dell'Europa, include, tra gli altri, la Rete Europea Contro il Commercio di Armi - una rete di 18 organizzazioni di 13 paesi europei, la Federazione nazionale dei Lavoratori delle Ferrovie, i Lavoratori dei Trasporti, i Funzionari e gli Impiegati del Lussemburgo, l'Unione norvegese dei Dipendenti municipali e [Dipendenti] generali, Comisiones Obreras e CGT nello Stato Spagnolo, La Centrale Generale FGTB in Belgio, UNISON in Gran Bretagna e Irlanda del Nord, il Partito dei Lavoratori belga, Podemos nello Stato Spagnolo, déi Lénk in Lussemburgo, il movimento pacifista cattolico globale Pax Christi International, Amici della Terra  in Finlandia, Human Rights League in Francia e Kairos Sabeel nei Paesi Bassi e nel Regno Unito. Qui la lettera e la lista completa dei firmatari.

I firmatari sottolineano che "il denaro dei contribuenti europei" viene incanalato verso aziende militari, tra cui molte società israeliane, sotto la maschera della ricerca e di una promessa che le tecnologie e le tecniche sviluppate saranno utilizzate esclusivamente per scopi civili".

La richiesta afferma che "uno dei modi in cui le aziende militari e di produzione di armi hanno ottenuto l'accesso ai finanziamenti dell'UE è attraverso l'attuale programma UE per la ricerca e l'innovazione, Horizon 2020. Questo include molte compagnie militari israeliane. Sebbene l'UE sostenga che i fondi per la ricerca siano stati destinati solo a progetti con applicazioni civili, molti dei progetti approvati sono di duplice natura e servono anche interessi militari. Molti altri servono politiche che ostacolano o violano i diritti dei rifugiati e militarizzano le nostre società"

I firmatari chiedono all'UE di escludere immediatamente tutte le aziende militari e sulla sicurezza israeliane dai programmi quadro dell'UE, dato che un'analisi dei progetti passati ha dimostrato che la loro partecipazione a questi programmi implica intrinsecamente il sostegno dell'UE allo sviluppo, alla legittimazione e allo sfruttamento della tecnologia e della metodologia utilizzate da Israele nel commettere crimini di guerra e violazioni dei diritti umani.

Già nel 2015 una coalizione di 30 sindacati palestinesi e organizzazioni della società civile ha invitato l'UE a escludere le aziende militari israeliane da Horizon 2020. Anche nel 2015, membri del Parlamento europeo hanno espresso un analogo invito.

Ana Sanchez, responsabile delle campagne internazionali per il Comitato Nazionale Palestinese per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BNC), una dei firmatari dell'appello, ha detto: "Gli organismi pubblici e governativi devono rispettare i loro obblighi previsti dal diritto internazionale e dalle loro stesse costituzioni. È tempo che i cittadini europei chiedano che non un centesimo delle loro tasse venga più donato alle aziende e alle istituzioni militari e di sicurezza israeliane. Siamo anche fuori tempo massimo perché i governi nazionali esercitino pressione sull'Unione europea per le sue incoerenze politiche ed etiche e perché l'UE rispetti la propria legislazione".

Aneta Jerska del Coordinamento Europeo dei Comitati e Associazioni per la Palestina ha concluso: "È autorevole e incoraggiante vedere così tanti sindacati europei, organizzazioni della società civile e organismi rappresentativi che chiedono pubblicamente la fine del sostegno dell'UE alle violazioni di Israele del diritto internazionale e degli abusi [contro, N.d.T.] i diritti umani. Questo è un forte segnale che l'opinione pubblica europea è ben consapevole che Israele sta occupando e colonizzando la Palestina con mezzi militari in violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite e del diritto internazionale, e facendo sentire in questo modo la propria voce esprime chiaramente il messaggio che noi ci rifiutiamo di restare complici".

Per saperne di più sui modi in cui l'UE sta finanziando le aziende militari israeliane guardate qui il nostro video

DICHIARAZIONE COMPLETA:

Non un soldo dell'UE a favore dell'industria israeliana delle armi

Un invito a interrompere il ruolo dell'UE nella militarizzazione e nella speculazione sulle violazioni dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati

L'UE sta finanziando da molti anni la ricerca industriale sulla sicurezza. Il bilancio complessivo dell'UE per la ricerca sulla sicurezza è triplicato, passando da 1,4 miliardi di euro, nel precedente periodo di bilancio, a 3,8 miliardi di euro dal 2014 al 2020. Il denaro dei contribuenti europei viene incanalato verso aziende militari, tra cui molte società israeliane, sotto la maschera della ricerca e di una promessa che le tecnologie e le tecniche sviluppate saranno utilizzate esclusivamente a scopi civili.

Uno dei modi in cui le aziende militari e delle armi hanno ottenuto accesso ai finanziamenti dell'UE è attraverso l'attuale programma UE per la ricerca e l'innovazione, Horizon 2020. Questo include molte aziende militari israeliane. Sebbene l'UE sostenga che i fondi per la ricerca siano stati destinati solo a progetti con applicazioni civili, molti dei progetti approvati sono di duplice natura e servono anche interessi militari. Molti altri servono politiche che ostacolano o violano i diritti dei rifugiati e militarizzano le nostre società.

La cooperazione dell'UE con le aziende militari israeliane è la prova che i progetti a duplice uso sono intrinsecamente al servizio anche di scopi militari. Isaac Ben-Israel, presidente dell'Agenzia Spaziale Israeliana, ha detto senza mezzi termini: "poiché siamo un piccolo paese, se realizza una linea di produzione di piccoli satelliti, per esempio presso la IAI (Industria Aerospaziale Israeliana), sarà usata per scopi militari e commerciali". L'ECCP e Stop the Wall hanno intrapreso un'analisi approfondita dei progetti dell'UE che coinvolgono le aziende militari israeliane; l'analisi mostra come vengono attualmente utilizzati fondi pubblici europei per sviluppare, legittimare e trarre profitto dalla tecnologia "testata sul campo" da Israele nella commissione di crimini di guerra e di violazioni dei diritti umani.

Vi sono molte indicazioni secondo cui le politiche di "controllo delle frontiere" dell'UE sono basate su concetti e tecnologie che violano i diritti umani. Dal Transnational Institute e StopWapenhandel un rapporto ben documentato mostra come le aziende israeliane hanno una strategia di commercio unica, che sfrutta il fatto che la tecnologia israeliana è "testata in battaglia" durante le azioni illegali e le politiche di "controllo delle frontiere" e "controllo della popolazione" nel contesto di occupazione e colonizzazione, come il Muro nella Cisgiordania occupata, l'assedio e gli attacchi militari a Gaza, e molti altri esempi.

Le società militari e di sicurezza nazionale israeliane, come la Israel Aerospace Industries, hanno svolto un ruolo nel rafforzare i confini della Bulgaria e dell'Ungheria, nei programmi di sorveglianza marittima dell'UE e nel programma Frontex dell'UE in generale.

L'UE si rifiuta di prendere in considerazione il grave comportamento scorretto delle società, nonché l'origine e la possibile destinazione di tale tecnologia, violando in tal modo le proprie norme e regolamenti.

Nel luglio 2017, 25 esperti di diritto internazionale hanno pubblicato un parere legale sul caso del progetto Horizon 2020 LAW TRAIN, che si basa sulla cooperazione con la polizia israeliana, la quale ha una storia di torture e altre violazioni dei diritti umani. La relazione degli esperti sottolinea la necessità di escludere tali attori manifestamente coinvolti in violazioni sistematiche dei diritti umani. Con il finanziamento di tali progetti, l'UE semplicemente chiude un occhio sulle gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani compiute all'interno o all'esterno dei suoi confini.

Pertanto chiediamo all'UE di:

  1. Limitare i programmi quadro dell'UE rigorosamente alla sicurezza civile e alla ricerca della pace, escludendo anche la ricerca sulla sorveglianza delle frontiere sulle tecnologie a duplice uso, ed evitare qualsiasi collegamento tra i programmi quadro e la Politica sulla Sicurezza e sulla Difesa Comune (PSDC), in particolare l'Agenzia per la Difesa dell'UE (EDA);
  2. Escludere immediatamente tutte le società militari e di sicurezza israeliane dai programmi quadro dell'UE, dato che un'analisi dei progetti passati ha dimostrato che la loro partecipazione a questi programmi implica intrinsecamente il sostegno dell'UE allo sviluppo, alla legittimazione e allo sfruttamento della tecnologia e della metodologia utilizzate da Israele nel contesto di crimini di guerra e di violazioni dei diritti umani;
  1. Garantire la trasparenza e il controllo democratico degli inviti annuali a presentare proposte sui programmi di ricerca dell'UE.

Firmatari:

Piattaforma Europea e internazionale:

European Coordination of Committees and Associations for Palestine

Pax Christi International

European Network Against Arms Trade (ENAAT)

Corporate Europe Observatory

Decolonial International Network (DIN)

Austria:

Women in Black (Vienna)

Antiimperialistische Koordination (AIK)

Society for Austro-Arab Relations (SAAR)

Styrian Peace Platform (Steirische Friedensplattform)

Belgio:

La Centrale Generale FGTB - Sindacato

Socialist Union for Cultural Workers and Media (ACOD Cultuur) - Sindacato

Belgian Workers Party (PVDA - PTB) – Partito politico

LEF-FGE - ONG

11.11.11 - ONG

 Belgian Academic and Cultural Boycott of Israel (BACBI)

Plateforme Watermael-Boitsfort Palestine

Palestine Solidariteit

Association Belgo-Palestinienne

Hand in Hand tegen Racisme

. Partij van de Arbeid

Finlandia:

Communist Party of Finland – Partito politico

Friends of the Earth Finland – ONG

Finnish-Arab Friendship Society

Finnish Peace Committee (Suomen Rauhanpuolustajat)

Physicians for Social Responsibility, Finland

 Spartacus Foundation

 Women for Peace, Finland

 Women Against Nuclear Power, Finland

 Amandamaji rf, Finland

 Committee of 100 in Finland

 Israeli Committee Against House Demolitions Finland

Francia:

 Le Parti Communiste Français (PCF)

 Le Parti des Indigènes de la République (PIR) - Partito politico

 Pax Christi France - ONG

 Ligue des droits de l'Homme (LDH) - ONG

 Plateforme des ONG françaises pour la Palestine - ONG

 Association France Palestine Solidarité (AFPS) - ONG

 Union juive française pour la paix (UJFP) - ONG

 Mouvement pour une Alternative Non-violente (MAN)

 Comité de Vigilance pour une Paix Réelle au Proche-Orient (CVPR PO)

 Association des Universitaires pour le Respect du Droit International en Palestine

(AURDIP)

 Sciences Citoyennes

 REF - Réseau Euromed France

 BDS France,

 Collectif Judéo Arabe et Citoyen pour la Palestine

 ​​Mouvement International de la Réconciliation-France

 Association Jumelage Palestine France

 The Cimade

 Réseau Sortir du colonialisme

 Mouvement contre le Racisme et pour l'Amité entre les Peuples (MRAP)

 Forum Palestine Citoyenneté

 Le Mouvement de la paix

Germania:

 Jüdische Stimme für gerechten Frieden in Nahost - Germania

 Deutsch-Palästinensische Gesellschaft NRW Süd

 BDS Berlin

 BDS-Gruppe Bonn

 Institut für Palästinakunde e.V.

Irlanda:

 Derry Trades Union Council - Sindacato

 Dublin Council of Trade Unions - Sindacato

 Transport Salaried Staffs' Association of Great Britain and Ireland - Sindacato

 Sinn Féin - Partito politico

 Communist Party of Ireland - Partito politico

 Solidarity - The Left Alternative - Partito politico

 People Before Profit - Partito politico

 Sadaka - ONG

 Center for Global Education - ONG

 Ireland-Palestine Solidarity Campaign - ONG

 Action from Ireland (Afri) - ONG

 Africa Solidarity Center Ireland - ONG

 Sindacato Friends of Palestine - Campagna di sensibilizzazione

 Peoples Movement - Gluaiseacht an Phobail - Campagna di sensibilizzazione

 Peace and Neutrality Alliance - Campagna di sensibilizzazione

 Irish Football Fans vs. Israeli Apartheid - Campagna di sensibilizzazione

 Shannonwatch - Campagna di sensibilizzazione

 Academics for Palestine - Campagna di sensibilizzazione

 Students for Justice in Palestine (Dublin) - Campagna di sensibilizzazione

 United Against Racism - Campagna di sensibilizzazione

Italia:

 New Weapons Research Group - ONG

 Salaam Ragazzi dell'Olivo - Milan Committee - ONG

Network of Peace - network of 60 organizations

 Friends Association of the Palestinian Red Crescent

 Casa Terra

 Culture is Liberty

 Committee "No M346 to Israel" (Varese)

 Women in black (Women in black)

 Disarmament network (ENAAT member)

 Jewish Employment Network (ECO)

 Roman Network of Solidarity with the Palestinian People

 Peace Networks (Monteverde Laboratory)

 WILPF Italia (Women's international league for peace and freedom)

 BDS Italia

 Disarmament network

 Table TerraCorpiTerritori & SpaziUrbani in Non Una Di Meno, Italia

 AssopacePalestina

Lussemburgo:

 The National Federation of Railway Workers, Transport Workers, Officials and Employees of Luxembourg (FNCTTFEL) - Sindacato

 Déi Lénk - Partito politico

 SOS Faim - ONG

 Cercle de Coopération - ONG

 Comité pour une paix juste au Proche-Orient

 Action Solidarité Tiers Monde

Paesi Bassi

 Socialist International

 Kairos Sabeel Nederland - ONG

 Diensten en Onderzoek Centrum Palestine (DocP) (DocP)

 Transnational Institute - think tank

 Nederlands Palestine Komitee

 SAP / Grenzeloos

 EMCEMO

 Women's International League for Peace and Freedom Dutch section

 Vredesbeweging Pais

Scotland:

 SNP Friends of Palestine

 Scottish Campaign for Nuclear Disarmament

 Scottish Friends of Palestine

Spagna:

 Confederación General del Trabajo (CGT), Sindacato

 Comisiones Obreras (CCOO), Sindacato

 Basque Workers Solidarity – ELA (Basque Country), Sindacato

 Confederacion Intersindical Galega – CIG (Galicia), Sindacato

 Intersindical Alternativa de Catalunya (IAC), Sindacato

 Podemos – Partito politico 120. SODePAZ – ONG

 Internazionalistak Auzolanean – social movement

 Unión de Juventudes Comunistas de España

 BDS País Valencià – social movement

 Unadikum- social movemnet

 Paz con Dignidad

 Associació Punt d’Interacció de Collserola

 Centre Delàs d’Estudis per la Pau

 ISM en el Estado Español Slovenia:

 Proja Pro Justice through Action

 Society for Human Rights Humanitas

 Mirovni Institut

Svezia:

 The Palestine Solidarity Association of Sweden

Svizzera:

 Partito communista – Partito politico

 Collectif Urgence Palestine-VD

 Urgence Palestine Nyon La Côte (Suisse)

 BDS Switzerland

 Alternative refugee center

Women and development

Regno Unito

 UNISON – Sindacato

 Abeel-Kairos – ONG

 UK-Palestine Mental Health Network – ONG

 Palestine Solidarity Campaign UK – ONG

 War on Want

 Red Card Israeli Racism campaign

 British Committee for the Universities of Palestine (BRICUP)

 Scientists for Global Responsibility (SGR)

 Jews for Boycotting Israeli Goods (J-BIG)

Norvegia

 LO i Oslo – Sindacato

 Norwegian Union of Municipal and General Employees (Fagforbundet) – Sindacato

 The Association of Norwegians ONGs – ONG

 The Palestine Committee of Norway

 The Norwegian Committee for Academic and Cultural boycott of the state of Israel – (AKULBI)