Comunicati

Le associazioni di lavoratori, donne e agricoltori palestinesi lanciano un appello agli chef internazionali perché annullino la loro partecipazione al festival culinario Round Tables 2018 a Tel Aviv. "È un tentativo di mascherare le gravi violazioni dei diritti umani palestinesi da parte di Israele".

Noi, sottoscritte associazioni di lavoratori, donne e agricoltori, lanciamo un appello agli chef perché annullino la loro partecipazione al festival culinario Round Tables 2018, in programma a Tel Aviv dal 9 al 23 novembre. Si tratta di un tentativo di mascherare le gravi violazioni dei diritti umani dei palestinesi da parte di Israele.

Diversi chef di fama mondiale si sono ritirati dalle precedenti edizioni del festival culinario, sponsorizzato dal Ministero degli Esteri israeliano, dopo aver appreso il programma del festival.

  • Tra i firmatari finalisti, presentatori e giudici di precedenti edizioni di Eurovision, insieme a noti artisti come Brian Eno, The Knife, e Wolf Alice
  • Dall’Italia firmano Moni Ovadia, i Radiodervish, Vauro, gli Assalti Frontali e Jorit
  • Eurovision chiede a Israele di rispettare la libertà di espressione e di movimento come condizione per ospitare il concorso: ministri israeliani respingono la richiesta.

In una lettera aperta pubblicata sul Guardian, oltre 140 artisti da tutta l’Europa e oltre affermano: "Fino a quando i palestinesi non potranno godere della libertà, della giustizia e della parità di diritti per tutti gli esseri umani, non dovrebbero esserci rapporti - come se niente fosse - con lo stato che nega i loro diritti fondamentali".

I firmatari, tra cui Brian Eno, The Knife, Wolf Alice, alcuni finalisti  di Eurovision e il vincitore del 1994, sostengono l'appello di artisti palestinese per il boicottaggio dell'Eurovision 2019, nel caso sia ospitato da Israele.

Tra i firmatari italiani figura il drammaturgo ed intellettuale Moni Ovadia, il noto gruppo di world music Radiodervish, Vauro, gli Assalti Frontali e il Coro partigiano triestino Pinko Tomažič. Ha firmato anche lo street artist napoletano Jorit, di recente arrestato e deportato da Israele per aver creato un murales della diciasettenne palestinese Ahed Tamimi mentre era detenuta nelle carcere israeliane.

Le esibizioni di Nick Cave a Tel Aviv e le sue recenti affermazioni sono un regalo propagandistico  all'apartheid israeliano.

Fuori l'apartheid dal menù

Alla cortese attenzione di:

7132 Silver, Swiss Alps
Chef Sven Wassmer

Andreu Genestra, Mallorca
Chef Andreu Genestra Garcia

Xemei, Barcelona
Chefs Stefano & Max Colombo

L’Air du Temps, Éghezée
Chef Sang Hoon Degeimbre

Maido, Lima
Chef Mitsuharu Tsumura

El Sud 777, Mexico City
Chef Edgar Nuñez

Il Desco, Verona
Chefs Elia & Matteo Rizzo

Ricard Camarena Restaurant, Valencia
Chef Ricard Camarena

Little Social, London
Chef Jason Atherton, Head-chef Cary Docherty

Aniar, Galway
Chef JP McMahon, restaurateur Drigin Gaffey

The Elephant, Torquay
Chef Simon Hulstone

Loch Bay, Stein, Isle of Skye
Chefs Michael and Laurence Smith

Kadeau, Copenhagen
Chef Nicolai Nørregaard

Pok Pok, New York
Chef Andy Ricker

Noi sottoscritti gruppi della società civile, vi scriviamo in merito alla vostra prevista partecipazione all’evento culinario Round Tables Tour che si terrà a Tel Aviv dal 29 ottobre al 17 novembre, 2017. Vi invitiamo a riconsiderare la vostra partecipazione a questa iniziativa volta a utilizzare l’alta cucina per mascherare la negazione da parte di Israele dei diritti fondamentali dei palestinesi.

Ricordando l'uso dell'arte da parte del musicista per parlare apertamente contro l'ingiustizia, i palestinesi chiedono a Nick Cave di annullare i concerti in Israele.

Caro Nick Cave,

Ti stiamo scrivendo dalla Palestina per chiederti di annullare i tuoi concerti in Israele nel prossimo novembre. Speriamo che tu prenderai in considerazione la nostra richiesta per un boicottaggio culturale con una mente aperta, e un cuore aperto.

Unisciti a noi per una conversazione dal vivo, di un'ora, sul boicottaggio culturale di Israele con uno dei più grandi musicisti di oggi.

Sabato 15 luglio 2017

17 UTC [Ore 19 italiane]

La Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele (PACBI) è entusiasta di ospitare una conversazine con Roger Waters sul suo sostegno al boicottaggio culturale di Israele e dei diritti dei palestinesi.

Unisciti alla nostra campagna che esorta i Radiohead a cancellare il loro concerto in Israele e a rispettare la linea rossa palestinese

Il gruppo rock britannico Radiohead intende esibirsi per l’apartheid israeliana con un concerto a Tel Aviv il 19 luglio 2017. Accettando di esibirsi in Israele, Radiohead contribuisce a creare la falsa idea che Israele sia un paese normale come qualsiasi altro e aiuta Israele a nascondere la sua oppressione nei confronti Palestinesi.

I Palestinesi sollecitano i Radiohead a cancellare il loro concerto del 19 luglio in Israele e ad accogliere le linee del boicottaggio culturale.

Firma la petizione: https://actionsprout.io/AFAD07

Cancellate gli spettacoli di Roy Assaf Dance!

All’attenzione di:

Manuela Kustermann - direttore artistico Teatro Vascello, Roma

Marco Ciuti - direttore amministrativo e organizzativo, Teatro Vascello, Roma

Ruggero Sintoni, Claudio Casadio, Lorenzo Bazzocchi e Claudio Angelini - direttori artistici, Teatro Diego Fabbri, Forlì

 

Gentili Signori/e,

Siamo cittadini israeliani, attivi contro le politiche di razzismo, occupazione e apartheid del nostro governo. Abbiamo saputo che la compagnia di danza israeliana Roy Assaf Dance dovrebbe esibirsi al Teatro Vascello di Roma (12 e13/11) e al Teatro Diego Fabbri di Forlì (15/11).

Lettera aperta: Cancellate lo spettacolo di Roy Assaf Dance!

All’attenzione di:

 Manuela Kustermann - direttore artistico Teatro Vascello, Roma

Marco Ciuti - direttore amministrativo e organizzativo, Teatro Vascello, Roma

 Ruggero Sintoni, Claudio Casadio, Lorenzo Bazzocchi e Claudio Angelini - direttori artistici, Teatro Diego Fabbri, Forlì

 Gentili Signori,

 Abbiamo appreso che nel quadro della tournée in Italia la compagnia di danza israeliana Roy Assaf Dance presenterà lo spettacolo che include le performance Six Years Later e The Hill al Teatro Vascello di Roma (12 e13/11) e al Teatro Diego Fabbri di Forlì (15/11).

  

Questa compagnia di danza si esibisce con il contributo dell'Ufficio Culturale dell’Ambasciata israeliana. Quindi partecipa di fatto alla campagna di marketing denominata Brand Israel che ha lo scopo esplicito di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale dalle continue violazioni dei diritti umani da parte del Governo Israeliano.[i] Il governo israeliano finanzia eventi culturali all’estero e sostiene le tournée di artisti che si prestano ad essere un suo strumento di propaganda, nel tentativo di migliorare l’immagine del paese di fronte all’opinione pubblica internazionale. Arye Mekel del Ministero degli affari esteri israeliano nel 2009 ha chiarito gli obiettivi di Brand Israel: “Manderemo ovunque i più noti scrittori e romanzieri, compagnie teatrali, mostre. In questo modo sarà mostrato il volto più grazioso di Israele, così che non siamo più pensati solo in un contesto di guerra”.[ii] Già nel 2005 Nissim Ben-Sheetrit del Ministero degli Esteri israeliano affermava: "Consideriamo la cultura come uno strumento hasbara (di propaganda) di primo ordine e non facciamo differenza tra propaganda e cultura".[iii]

D’altra parte il governo israeliano mette in prigione artisti palestinesi come il clown Abu Sakha[iv] o la poetessa Dareen Tatour[v] e taglia i finanziamenti a quegli artisti israeliani che rifiutano di esibirsi nelle colonie[vi],

La compagnia Roy Assaf Dance si presta a giocare un ruolo di ambasciatrice culturale di un governo che continua a violare i diritti umani e la legalità internazionale, imponendo a milioni di palestinesi un regime di occupazione militare e di apartheid e macchiandosi di delitti contro l’umanità con l’uccisione e il ferimento indiscriminati di migliaia di civili, come nei ripetuti attacchi alla Striscia di Gaza sotto assedio[vii].

Non ci può essere spazio per un uso propagandistico della cultura, mascherato da una presunta apoliticità e neutralità. Quando gli artisti israeliani si pongono al servizio dell'oppressione del popolo palestinese e si fanno complici, della pulizia etnica, dell'apartheid e di un'occupazione militare che si protrae da decenni in dispregio di innumerevoli risoluzioni dell'ONU, la loro arte non può essere considerata “neutrale” e vanno boicottati.

Ispirate dall'esperienza contro l'apartheid in Sudafrica, oltre 170 organizzazioni della società civile palestinese hanno lanciato il movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) verso Israele[viii] come mezzo di lotta efficace e nonviolento per sostenere la resistenza del popolo palestinese che rivendica il diritto di vivere in libertà sulla propria terra. In questo ambito, la Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI)[ix] condanna fortemente questo uso strumentale e cinico della cultura e dell’arte e il finanziamento da parte del governo israeliano di eventi culturali a fini di propaganda e fa appello alla comunità internazionale invitandola al boicottaggio di tutti gli operatori culturali che mantengono rapporti istituzionali con il governo israeliano. Vorremmo precisare che la campagna di boicottaggio culturale verso Israele, sulla base delle linee guida stabilite dalla PACBI[x], non è contro gli artisti israeliani in quanto tali, ma è rivolta alle istituzioni israeliane e ai meccanismi attraverso cui gli artisti diventano strumenti della propaganda di regime.

L’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, che insieme a Mandela fu tra gli artefici della lotta contro il regime razzista in Sud Africa, rivolgendosi a chi si dichiarava neutrale rispetto al conflitto che contrapponeva la minoranza bianca alla maggioranza nera in quel paese, disse: “Se siete neutrali in situazioni di ingiustizia, avete scelto la parte dell’oppressore”. Oggi Desmond Tutu, forte sostenitore della Campagna BDS, ribadisce gli stessi argomenti a proposito della situazione in Palestina.

Invitiamo gli organizzatori degli spettacoli di Roy Assaf Dance a non essere neutrali e quindi complici, ma ad assumere pubblicamente la responsabilità politica e intellettuale che compete ad ogni soggetto operante nella sfera della cultura.

Pertanto chiediamo al Teatro Vascello di Roma e al Teatro Diego Fabbri di Forlì di cancellare gli spettacoli della Roy Assaf Dance e di rompere le relazioni con l’Ambasciata di Israele in Italia e le altre istituzioni israeliane non accettando finanziamenti diretti o indiretti.

 Libertà, giustizia e uguaglianza per le/i Palestinesi.

 

Cordiali saluti,

BDS Italia

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[i]              Popper, Nathaniel. "Israel Aims To Improve Its Public Image".

[vii]             L’operazione “Margine Protettivo” nel 2014 ha provocato più di 2.200 morti e 11.100 feriti (oltre il 70% civili) tra la popolazione di Gaza. I profughi sono circa 520.000, le case completamente distrutte 17.200, quelle danneggiate gravemente 37.650. (https://en.wikipedia.org/wiki/2014_Israel–Gaza_conflict ; https://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Margine_di_protezione )

[viii]            http://bdsitalia.org/index.php