Comunicati

Come prova che il licenziamento di Salaita si sia trasformato in una catastrofe che non accenna a fermarsi per l’Università dell’Illinois, l’American Studies Association (ASA), la più antica organizzazioni di studiosi devote allo studio interdisciplinare della cultura e della storia americana, ha pubblicato un comunicato direttamente dal proprio Comitato Esecutivo in cui la decisione dell’amministrazione della UIUC di non procedure con la nomina a membro di Facoltà di Salaita viene definite come “un assalto de facto contro il Programma di Studio Indiani Americana alla UIUC” che pone un “pericoloso precedente.”

Ecco il comunicato completo:

La Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele (PACBI) vi invita a cancellare la vostra collaborazione [1] con l’Università Ebraica nel programma intitolato “Ancient Greek Drama: Influences and Contemporary Approaches,” a causa della profonda complicità dell’università con l’occupazione e la violazione dei diritti dell’uomo da parte di Israele, e a rifiutare qualsiasi forma di sostegno da parte dell’Ambasciata di Israele ad Atene, in particolar modo alla luce dei gravi crimini di guerra e contro l’umanità commessi da Israele contro I palestinesi di Gaza. 

Nella sua ultima aggressione a Gaza, Israele ha ucciso più di 2.168 palestinesi e ferito più di 10.895 persone, per la maggior parte civili. [2] I colpi d’artiglieria e i missili “intelligenti” israeliani forniti dagli Stati Uniti non hanno risparmiato ospedali, ambulanze, personale di soccorso, moschee, chiese e rifugi per persone con bisogni speciali.

“Domani non c’è scuola a Gaza, non hanno più neanche un bambino.” – Un nuovo slogan razzista israeliano [1] che sbeffeggia i più dei 400 bambini palestinesi assassinate da Israele durante il suo attuale massacro a Gaza. [2]

Palestina occupata – 5 Agosto 2014: La Federazione Palestinese dei Sindacati dei Professori e dei Dipendenti Universitari (PFUUPE) e la Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele (PACBI) condannano fermamente i bombardamenti israeliani sull'Università Islamica di Gaza, [3] la sua distruzione parziale o totale di decine e decine di scuole, tra cui alcune gestite dalle Nazioni Unite e designate come rifugi umanitari, e la sua uccisione di più di quattrocento bambini, soprattutto in età scolare, tra gli altri civili palestinesi, durante il massacro in corso a Gaza. [4]

"Se in situazioni estreme di violazione dei diritti umani e dei principi della morale... l’università si rifiuta di criticare e schierarsi, essa collabora con il sistema di oppressione." Tanya Reinhardt , linguista israeliana

Questo opuscolo spiega che cos’è e che cosa non è il boicottaggio delle università israeliane. In esso chiariamo perché chi intende promuovere la giustizia in Israele/Palestina utilizza sempre più la tattica del boicottaggio nel suo lavoro. Descriviamo brevemente come Israele tratta i palestinesi e il ruolo svolto dal mondo accademico israeliano, concentrandoci sugli attacchi israeliani alla libertà accademica palestinese. Esaminiamo inoltre le ragioni contro il boicottaggio e concludiamo precisando come il boicottaggio possa essere attuato in pratica dagli accademici in Irlanda.

Crediamo che il boicottaggio accademico delle università israeliane sia un modo efficace, morale e proporzionato per promuovere la pace e la giustizia in Israele/Palestina. Come il movimento antiapartheid si concentrò in Sudafrica sul boicottaggio sportivo come elemento chiave della intera campagna di boicottaggio, campagna che era centrale per promuovere la trasformazione pacifica del Sudafrica in un paese democratico, così anche la campagna internazionale di solidarietà con la Palestina, tra cui gli Academics for Palestine (AFP), considera il boicottaggio accademico e culturale come un mezzo fondamentale per spingere Israele a trasformarsi in uno Stato che concederà ai palestinesi i loro diritti civili, umani e nazionali.

Il recente successo per il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) nel dissuadere accademici di spicco dal partecipare a conferenze in Israele, è un notevole passo in avanti nel sottrarre rispettabilità accademica alle istituzioni israeliane e nel persuadere nuovi docenti ad astenersi dal collaborare con l’occupazione israeliana e il regime di apartheid.

Due conferenze previste per il giugno 2014 – la Conferenza sulla Storia Orale all’Università Ebraica di Gerusalemme (7-9 giugno) e il Seminario in Studi su Cinema e Televisione all’Università di Tel Aviv (8-11 giugno) – hanno perso i loro previsti relatori principali. In entrambi i casi, relatori internazionali si sono rifiutati di pronunciare i loro discorsi di apertura, e la conferenza all’Università di Tel Aviv ha perso altresì una delle relatrici nella sessione plenaria. Gli organizzatori di entrambi gli eventi sono stati costretti a ripiegare su relatori israeliani, e la maggior parte dei contributi ai due forum provengono ora da istituzioni locali. Il supposto carattere internazionale delle conferenze è ormai evidentemente una farsa; gli accademici israeliani, che mancano di sostenere i diritti civili dei loro colleghi palestinesi, sono sempre più isolati.

Comunicato del Consiglio Nazionale dell’Associazione per gli Studi Americani

I membri dell’Associazione per gli Studi Americani (ASA) hanno approvato la partecipazione dell’associazione al boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane. Nella votazione che ha visto 1.252 partecipanti, il numero più grande nella storia dell'organizzazione, il 66,05% ha votato a favore della risoluzione, mentre il 30,5% ha votato contro e il 3,43% si è astenuto. La votazione è stata una risposta all'annuncio del 4 dicembre del Consiglio Nazionale dell’ASA che ha aderito al boicottaggio accademico e, con un'azione senza precedenti al fine di garantire un processo democratico, ha chiesto ai propri soci di esprimersi. Si invita a consultare il sito web dell’ASA per  la visione  dei documenti correlati.

Un anno fa, è stato chiesto al Comitato Esecutivo dell’ASA di prendere in considerazione una risoluzione del Caucus Accademico e per l’Attivismo dell'associazione. Il Comitato Esecutivo ha poi trasmesso la risoluzione al Consiglio nazionale e, dopo un periodo di lunghe e attente riflessioni, il Consiglio ha votato all'unanimità per l’elaborazione di una versione rivista della risoluzione raccomandando ai membri di appoggiarla.

La risoluzione esprime solidarietà con gli studiosi e gli studenti privati della loro libertà accademica ed auspica che la libertà venga estesa a tutti, compresi i palestinesi. L'approvazione da parte dell’ASA del boicottaggio accademico è motivata  da un contesto che vede gli Stati Uniti fornire ad Israele  sostegno militare e altre forme di supporto; dalla violazione di Israele del diritto internazionale e delle risoluzioni delle Nazioni Unite; dall'impatto documentato che l'occupazione israeliana ha su studiosi e studenti palestinesi; dall’estensione con cui le istituzioni accademiche israeliane sono parte delle politiche governative che violano i diritti umani; e, infine, dal sostegno della maggioranza dei membri dell’ASA a una tale risoluzione.

Comunicato della Campagna per il boicottaggio della Conferenza sulla storia orale all'Università Ebraica di Gerusalemme

Siamo lieti di annunciare che la “Conferenza internazionale sulla storia orale” prevista per giugno 2014 e organizzata dall’Università Ebraica di Gerusalemme ha subito due forti colpi con la cancellazione dei due principali relatori internazionali: Alessandro Portelli (Italia) e Mary Marshall Clark (USA). Il vantarsi dell’università di ospitare "la prima conferenza di storia orale internazionale" era già infondato, ma lo è ancora meno oggi.

Con nostra grande delusione apprendiamo che Portelli, nonostante abbia annullato il suo discorso di apertura, intende ancora partecipare alla conferenza e ad un workshop. Tuttavia, Portelli non è più un relatore di spicco, e all’Università Ebraica è stata negata la possibilità di usare il suo nome per coprire la sua profonda complicità nelle violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani.

Accogliamo invece con favore che la Clark si è completamente ritirata della dalla conferenza, e questo è stato accolto con elogi e sostegno da parte di accademici preoccupati per l'uso cinico che Israele fa di figure internazionali per coprire il suo regime di occupazione e di apartheid.

Cari colleghi:

il Dipartimento di Comunicazione e Giornalismo dell'Università Ebraica di Gerusalemme ha recentemente annunciato l'apertura di una cattedra per ricerca e insegnamento a partire da Luglio 2014. Le candidature si sono chiuse il 30 Settembre 2013.

Noi, firmatari della presente, ci appelliamo alla comunità accademica internazionale affinchè questa mostri un coscienzioso rispetto del boicottaggio accademico di Israele, rifiutando di candidarsi alla posizione aperta all'Università Ebraica di Gerusalemme.

A nome dell'associazione dei filippini americani a delle organizzazioni partner sotto elencate, elogiamo la risoluzione dell'Associazione di Studi Asiatici Americani (AAAS) in cui si dichiara il sostegno all'appello della società civile palestinese per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni per porre fine all'occupazione israeliana. Fondata nel 1979, l'AAAS porta avanti l'insegnamento e la ricerca relativi agli studi asiatici americani nell'educazione superiore, così come altre metodologie di apprendimento finalizzate alla promozione di una migliore comprensione e di un avvicinamento dei legami tra i vari componenti dell'associazione e di altri gruppi etnici.

Il mese scorso, più di 150 accademici, inclusi 50 docenti di storia orale di tutto il mondo, hanno lanciato una campagna per persuadere la comunità degli storici a non partecipare il prossimo Giugno alla Conferenza Internazionale di Storia Orale, organizzata dal Dipartimento di Storia Orale dell'Avraham Institute of Contepmorary Jews, dell'Università Ebraica di Gerusalemme, e a mettere pressione ai relatori più importanti affinchè cancellino la loro partecipazione. [1] Noi del PACBI pensiamo sia importante evidenziare questa campagna per il suo ruolo all'avanguardia nel mobilizzare un così vasto gruppo di professori accademici e nella costruzione di netowrks tali da riuscire a cancellare un evento universitario.