LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

Viene riportato il caso contro Breaking the Silence, che pubblica le testimonianze anonime di soldati israeliani. 

Un’organizzazione israeliana di alto profilo a favore dei diritti umani che pubblica le testimonianze anonime di militari nei territori palestinesi sta affrontando, in ciò che viene visto come un banco di prova fondamentale per la società civile, un giudice che minaccia di chiudere la sua attività.

di Ofer Neiman

L'élite accademica di Israele è mobilitata a favore del progetto nazionale ed è ben compensata dal regime.

Quando i suoi membri gridano cose come "fascismo", è doveroso che questa critica la rivolgano anche verso se stessi.

Il Professor Nati Linial, del dipartimento di informatica dell'Università Ebraica, ha recentemente ricevuto il prestigioso Premio Rothschild. Nel suo discorso alla Knesset in occasione della cerimonia per la premiazione  Linial ha scelto di parlare di fascismo, piuttosto che di argomenti scientifici. La scelta di impegnarsi sul versante della realtà politica è lodevole, ma la scarsa cura dell'oratore sui più fondamentali temi politici merita una revisione critica.

Doppio uso e abuso dei risultati delle ricerche nel caso di finanziamenti dell'UE a imprese israeliane del settore militare e della sicurezza 

"È solo riconoscendo il diritto dell'etica che si può raggiungere l'eccellenza nella ricerca"

(Commisione UE, Horizon 2020)

Sulla base di un'informazione raccolta da ECCP [il Coordinamento Europeo dei Comitati e delle Associazioni per la Palestina. Ndtr.], "Stop the Wall" [Stop al muro, coordinamento di associazioni palestinesi contro la costruzione del muro. Ndtr.] ha predisposto un'analisi a proposito dell' uso duplice, scorretto e in malafede dei risultati della ricerca nel caso del finanziamento dell'UE alle imprese israeliane del settore militare e della sicurezza.

Due partiti politici olandesi chiedono sanzioni contro Israele per le sue continue violazioni dei diritti dei palestinesi

Nel suo congresso nazionale tenutosi il 16 aprile il partito liberale D66 - abbreviazione di Democratici 66 - ha invitato i suoi legislatori a premere sull’Unione europea perchè chieda a Israele di fermare la costruzione di insediamenti sui territori occupati e di porre fine ad altre violazioni dei diritti umani. La risoluzione del D66 - adottata da una maggioranza del 75 per cento - afferma che se Israele non ascolta le richieste, l'accordo di associazione UE-Israele "potrebbe essere (parzialmente) sospeso."

D66 attualmente detiene 12 dei 150 seggi della camera bassa del Parlamento olandese e 10 su 75 al Senato. Esso detiene anche quattro dei 26 seggi olandesi al Parlamento europeo.

Inoltre un secondo partito politico olandese - il partito di Sinistra Verde - ha approvato una mozione in cui ribadiva la sua richiesta di sospensione dell'accordo di associazione UE-Israele. La mozione aveva lo scopo di sottolineare la sua posizione già resa ufficiale chiedendo la sospensione e sottolineando che « le violazioni di Israele ... sono progressivamente aumentate in quantità e gravità .. »

Si è tenuta oggi ad Al Bireh (Ramallah) la quinta conferenza del movimento Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni che con i suoi successi ha innescato dure reazioni da parte israeliana. Parla uno dei suoi leader, Mustafa Barghouti 

Si è tenuta oggi a Ramallah la quinta conferenza del movimento Bds – Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni. A 11 anni dal suo lancio, nel 2005, con l’appello della società civile palestinese al resto delle opinioni pubbliche mondiali, il Bds sta archiviando significativi successi. Da qui la dura risposta delle autorità israeliane che rispondono accusando il Bds di antisemitismo.

In un video la risposta di uno dei suoi leader, Mustafa Barghouti, che spiega gli obiettivi della campagna:

video di Michele Giorgio, sottotitoli in italiano di Invicta Palestina

Fonte: Nena News

Brevi resoconti degli incontri con Angela Davis a Roma e a Bologna. 

ROMA

Angela Davis ha tenuto una conferenza all’Università Roma Tre il 14 marzo dal titolo “Il significato della supremazia bianca oggi”.

L’incontro si è tenuto nell’aula magna (300 posti) strapiena con persone in piedi e sedute per terra. Il suo ingresso è stato un momento da rock star, con applausi, standing ovation e urla entusiaste.

Il suo discorso è stato molto ampio, toccando i nessi tra capitalismo e razzismo, i sistemi di oppressione e il razzismo strutturale, l’industria della carcerizzazione e la violenza dello stato, e la necessità di unire le lotte. Ha parlato più volte della Palestina e dei movimenti antirazzisti negli USA che riconoscono il razzismo inerente nel colonialismo di insediamento di Israele. Ha parlato del sostegno dei movimenti antirazzisti alla campagna per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele e ha detto che oggi in questi movimenti la Palestina gioca il ruolo centrale che il Sudafrica giocò negli anni 80.

Angela Davis ha anche sollevato il caso Pappe, in cui la stessa Roma Tre aveva negato gli spazi l’anno scorso allo storico israeliano, chiedendo al pubblico, “Ho capito che ci sono stati dei problemi con questa università per una conferenza con Ilan Pappe, è così?” Alla quale il pubblico ha gridato, “Sì!” Ha poi detto che gli spazi per il dibattito devono essere garantiti.

Toccherà agli attivisti far valere questo suo appello.

BOLOGNA

Angela Davis è stata protagonista di due appuntamenti organizzati dall'Università di Bologna.

Il 15 marzo, alle 17, in Aula V della Scuola di Lettere e Beni Culturali in Via Zamboni n. 38, ha dialogato con gli studenti in un incontro dal titolo "Academic research and activism: a dialogue with graduate students". L'aula era stracolma di attivisti dei collettivi studenteschi e di vari movimenti, incluso quelli LGBTQ e di solidarietà con i migranti e con la Palestina/BDS. Angela ha risposto direttamente alle domande poste dal pubblico. Un docente firmatario dell'appello Stop Technion ha posto una domanda sul boicottaggio accademico e sulle restrizioni imposte dalle autorità accademiche di alcune università agli eventi della IAW 2016, su pressione dell'ambasciata israeliana e dei gruppi filo-israeliani. Ovviamente Angela ha esplicitato il suo sostegno al boicottaggio accademico e condannato le restrizioni. Angela ha chiesto quale fosse la situazione del movimento di boicottaggio accademico nelle università italiane e ha incoraggiato gli attivisti a sviluppare un lavoro costante per coinvolgere i docenti e gli studenti ricordando l'esperienza nelle università USA dove sono stati ottenuti successi significativi con l'adesione al BDS di importanti associazioni di accademici e ricercatori, grazie anche all'impegno di gruppi ebraici per i diritti dei palestinesi, come Jewish Voice for Peace, e alla capacità di collegarsi con altre lotte, come quella contro il razzismo (Black Lives Matter). Un tema centrale negli interventi di Angela nel corso dell'incontro è stato quello della necessità di costruire alleanze ed allargare consenso e partecipazione nelle lotte.

Il 16 marzo, alle 16.30, nell'aula Prodi del Dipartimento Storia Culture Civiltà, ha pronunciato la Lectio magistralis "The Meaning of White Supremacy Today". Anche in questo caso aula strapiena con collegamento in streaming con altre due aule del dipartimento altrettanto sitipate di gente. Nel corso della lezione la lotta per i diritti dei palestinesi è stata citata numerose volte. La registrazione dell'incontro è disponibile a questo link: https://www.radioradicale.it/scheda/469835/the-meaning-of-white-supremacy-today

Gli Universalisti Unitari per la Giustizia nel Medio Oriente (UUJME) hanno accolto con favore la recente decisione dell'Associazione Universalista Unitaria (UUA) [associazione di movimenti religiosi negli Stati Uniti. Ndtr.] di disinvestire da una serie di compagnie coinvolte nelle violazioni dei diritti umani e nel degrado ambientale.

La compagnia israeliana di cosmetici Ahava sarebbe sul punto di trasferire i propri impianti di produzione dalla West Bank al territorio israeliano compreso nei confini precedenti al 1967.

Negli ultimi anni, la compagnia era stata presa di mira dalla campagna pro-palestinese di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) a causa della posizione della sua fabbrica nell’insediamento illegale di Mitzpeh Shalem.

G4S, il gigante britannico della sicurezza privata, ha annunciato l’intenzione di vendere la sua intera attività in Israele entro i prossimi 12/24 mesi. La notizia è stata accolta favorevolmente dagli attivisti palestinesi al boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS), per i quali G4S è stato un obiettivo da lunga data.

La decisione di lasciare Israele, è stato rivelato nel report dell’intero esercizio pubblicato Mercoledì della società, quando la società ha registrato un calo del 40 per cento al lordo delle imposte.

La società ha detto che i suoi piani per uscire da Israele facevano parte di un “programma di gestione continua del portafoglio” progettato per “migliorare in modo efficace il nostro obiettivo strategico.” Il business con Israele impiega 8.000 persone, con un fatturato di £ 100 milioni.

Secondo il Financial Times, G4S “si sta togliendo da attività che possano danneggiare la sua reputazione, tra cui tutte le proprie attività in Israele”, notando che gli attivisti per i diritti umani e gli attivisti BDS “hanno più volte attaccato il lavoro di G4S in [Israele].”

L'Ahava spostarà il suo impianto all'interno della Linea Verde

di Richard Silverstein

Una lotta ingaggiata da anni dal movimento BDS contro l'impresa israeliana di cosmetici Ahava si è conclusa con una vittoria per gli attivisti contro l'occupazione. Dopo che siti di notizie economiche hanno recentemente riportato che una compagnia cinese aveva iniziato colloqui per comprare l'impresa, questa ha annunciato oggi di aver intenzione di spostare il proprio impianto da Mitzpeh Shalem, in Cisgiordania, al kibbutz Ein Gedi, che si trova presso l'impianto originale, ma all'interno della Linea Verde. La costruzione della nuova fabbrica di Ahava richiederà due anni.

Benché il titolo in prima pagina di Yediot Achronot descriva falsamente l'annuncio dell'impresa come una ammissione che è stata "sconfitta dall'odio", ciò è chiaramente falso. Si è trattato senza dubbio solo di una questione di affari.  Probabilmente i nuovi proprietari della ditta cinese, che hanno acquistato l'impresa lo scorso settembre per 75 milioni di dollari, non volevano avere la seccatura di continue proteste in giro per il mondo e vedere infangato il proprio nome. Vorrebbero piuttosto comprare un prodotto con un notevole potenziale e sviluppare i propri affari senza intralci. Gli attuali proprietari israeliani preferirebbero di gran lunga incassare i proventi del loro investimento piuttosto che difendere il principio che gli ebrei hanno diritto ad ogni palmo della terra di Israele. Il denaro ha sconfitto il "principio". In questo caso, il denaro era nel giusto, il principio era sbagliato.