G4S, il gigante britannico della sicurezza privata, ha annunciato l’intenzione di vendere la sua intera attività in Israele entro i prossimi 12/24 mesi. La notizia è stata accolta favorevolmente dagli attivisti palestinesi al boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS), per i quali G4S è stato un obiettivo da lunga data.
La decisione di lasciare Israele, è stato rivelato nel report dell’intero esercizio pubblicato Mercoledì della società, quando la società ha registrato un calo del 40 per cento al lordo delle imposte.
La società ha detto che i suoi piani per uscire da Israele facevano parte di un “programma di gestione continua del portafoglio” progettato per “migliorare in modo efficace il nostro obiettivo strategico.” Il business con Israele impiega 8.000 persone, con un fatturato di £ 100 milioni.
Secondo il Financial Times, G4S “si sta togliendo da attività che possano danneggiare la sua reputazione, tra cui tutte le proprie attività in Israele”, notando che gli attivisti per i diritti umani e gli attivisti BDS “hanno più volte attaccato il lavoro di G4S in [Israele].”
G4S fornisce attrezzature e servizi nelle prigioni israeliane e nei centri di detenzione, in cui migliaia di prigionieri palestinesi vengono torturati e detenuti – tra i quali molti senza accusa né processo. Israele viola anche il diritto internazionale imprigionando i palestinesi al di fuori del territorio occupato.
La società ha anche contratti con le autorità israeliane per fornire attrezzature e servizi per posti di blocco nella Cisgiordania occupata e che fanno parte del muro dell’apartheid considerato illegale
Nel 2012, gruppi palestinesi “hanno sostenuto una campagna che riteneva G4S responsabile per il suo ruolo nelle carceri di Israele”, da allora, la campagna ha inflitto danni economici crescenti e danneggiato anche le pubbliche relazioni della società. Gli attivisti dicono che G4S da allora ha perso contratti del valore di milioni di dollari in tutto il mondo, con commesse perse tra le imprese private, università, sindacati e organismi delle Nazioni Unite.
Nel 2014, la Bill Gates Foundation ha ceduto la sua quota $ 170 milioni nella società in seguito alle proteste internazionali. Nel Regno Unito, almeno cinque associazioni studentesche hanno votato per annullare i contratti con G4S, e gli studenti hanno fatto pressioni con successo per non rinnovare i contratti con la società in altre due università.
La United Methodist Church, la più grande chiesa protestante negli Stati Uniti, ha disinvestito da G4S dopo che la campagna ha portato la questione al voto. Proprio di recente, come riportato da Middle East Monitor, G4S ha perso un importante contratto in Colombia e un contratto con l’UNICEF in Giordania, in entrambi i casi a seguito delle campagne di attivisti BDS.
In risposta alla notizia del ritiro da Israele programmato da G4S , Mahmoud Nawajaa portavoce del Palestinian BDS National Committee, ha confrontato la pressione avvertita da Israele col boicottaggio dell’Apartheid in Sud Africa, e ha dichiarato che il BDS “sta facendo in modo che alcune delle più grandi multinazionali del mondo si rendessero conto che approfittare dell’apartheid e del colonialismo israeliano è un cattivo business.”
Ha aggiunto: "a causa del rischio elevato che comporta, i gestori di fondi di investimento sono sempre più consapevoli che la loro responsabilità fiduciaria li obbliga a disinvestire da banche israeliane e società coinvolte nelle gravi violazioni dei diritti umani da parte di Israele, come G4S e HP. Stiamo cominciando a notare un effetto domino".
Nawajaa ha detto che il BNC (ndt. Palestinian BDS National Committee) è grato “a tutti gli attivisti di base che in tutto il mondo si sono dedicati e stanno lavorando in solidarietà con i palestinesi in cerca di libertà, giustizia e uguaglianza”, ma ha osservato che il boicottaggio di G4S “rimarrà tra le priorità del movimento BDS finché effettivamente si lasceranno alle spalle il regime israeliano di occupazione, colonialismo e di apartheid”.
La cautela è fondata; G4S ha annunciato nel 2013 che avrebbe dismesso il suo ruolo negli insediamenti israeliani illegali, nei posti di blocco e nelle prigioni israeliane entro il 2015, ma non dicono come concluderanno il rapporto. Nel 2014, G4S ha annunciato che “non intendeva rinnovare” il suo contratto con il Servizio carcerario israeliano alla scadenza del 2017, ma tale decisione è ancora da attuare.
Inoltre, Nawajaa ha affermato che a causa di coinvolgimento di G4S nel “business dell’incarcerazione razzista di massa” in paesi come Sud Africa, Regno Unito e Stati Uniti d’America, il BNC è “determinato a lavorare a stretto contatto con i partner per costringere G4S a rendere conto della sua partecipazione agli abusi sui diritti umani”.
Negli ultimi otto mesi, le multinazionali francesi Veolia, Orange e CRH, la più grande società irlandese, sono tutti usciti dal mercato israeliano. Nel mese di gennaio, la United Methodist Church ha disinvestito da cinque banche israeliane su una “lista nera” a causa della loro complicità nella violazione dei diritti umani, compreso il finanziamento delle colonie israeliane illegali.
Nawajaa ha detto che Israele non sarà in grado di “fermare la crescita impressionante del BDS”, nonostante i suoi sforzi “per diffamare e delegittimare il nostro movimento non violento, anche con leggi anti-democratiche in Europa e negli Stati Uniti volti a mettere a tacere il dissenso e reprimere la nostra libertà di parola”.
“Crediamo fortemente che il nostro approccio etico e la giusta causa prevarranno, come dimostrato dagli ultimi annunci G4.
Fonte: Middle East Monitor
Traduzione di Invictapalestina