La visita di sei giorni nei Territori occupati, organizzata per avviare una collaborazione accademica tra l’ Università di Johannesburg e l’Università di Birzeit, sarebbe stata negata da Tel Aviv per la presa di posizione del governo sudafricano contro la politica israeliana
di Rosa Schiano
Era atteso a Ramallah per una visita nei Territori Palestinesi Blade Nzimande, ministro dell’istruzione sudafricano nonché segretario del partito comunista del paese, il SACP, molto radicato nella società e componente con l’Africa National Congress (ANC), e il sidacato COSATU dell’alleanza tripartitica che governa il paese.
Ma le autorità israeliane avrebbero preso la decisione di negare il visto in risposta della presa di posizione del governo sudafricano contro la politica israeliana. Esprimendo la propria indignazione, Nzimande ha riferito di essere stato informato della decisione dall’ambasciata israeliana che ha mandato indietro la sua domanda senza spiegazioni e senza alcuna comunicazione scritta.
Durante la visita di sei giorni in Cisgiordania, che sarebbe dovuta durata fino al 29 aprile, il Ministro Blade Nzimande avrebbe dovuto incontrare Khawla Shaksheer, Ministro dell’istruzione palestinese e discutere la realizzazione di una collaborazione accademica tra l’ Università di Johannesburg e l’Università di Birzeit, il prosieguo di un accordo firmato quando il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha visitato il Sud Africa a novembre dello scorso anno. Il Ministro avrebbe inoltre dovuto partecipare al lancio del Centro per gli Studi Sudafricani all’Università di Birzeit. Allo stesso modo, un Centro per gli Studi del Medio Oriente avrebbe dovuto essere inaugurato all’Università di Johannesburg.
Khaye Nkwanyana, portavoce di Nzimande, ha riferito che la negazione del visto e quindi della visita che era stata programmata rappresenta un atto contro lo stesso governo sudafricano e che, come riportato da news24.com, la mossa israeliana ha creato “un serio problema diplomatico”. In risposta alla decisione di Tel Aviv, Nzimande avrebbe fatto appello alle università sudafricane affinché rivedessero e interrompessero i propri rapporti con le istituzioni accademiche israeliane fino a quando Israele non deciderà di adempiere ai propri doveri previsti dal diritto internazionale riconoscendo i confini del 1967. “Il governo israeliano sta cercando in tutti i modi di nascondere le proprie atrocità contro il popolo palestinese, e di ridurre il numero di persone che possono vedere cosa succede sul campo” ha detto Nzimande a South Africa’s Independent Media martedì, aggiungendo che “Israele cerca di sopprimere la libertà accademica, questo non puo essere tollerato”.
Il ministro degli Esteri israeliano Lieberman ha confermato che Blade Nzimande non ha ricevuto il permesso di andare a Ramallah attraverso Israele. Venerdì, in un post sulla sua pagina facebook, il ministro israeliano ha scritto che il governo del Sudafrica e il suo partito comunista “dovrebbero smettere di predicare e di attaccare Israele, che è una gloriosa democrazia” e di pensare sostanzialmente ai propri affari, facendo riferimento alle recenti proteste contro gli immigrati e accusando il Sudafrica di rimanere un paese con problemi di razzismo e violenza.
Non si è fatta attendere la risposta del ministro degli Esteri palestinese Riyad al-Malki, che, in un comunicato rilasciato all’agenzia palestinese Wafa, ha condannato la mossa israeliana, aggiungendo che “la politica israeliana non riuscirà a isolare i palestinesi. Li incoraggerà a lottare maggiormente per la fine dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi”.
Negli scorsi anni il governo sudafricano ha intensificato la pressione su Israele. Nel 2012 l’ANC ha aderito all’appello palestinese per il BDS ed il governo ha inoltre deciso che i prodotti provenienti dagli insediamenti nella Cisgiordania occupata, illegali secondo il diritto internazionale, devono riportare sulla etichetta la provenienza di origine “Israele-territori occupati”. Il sito electronicintifada.net ricorda che, discutendo con lo storico israeliano Ilan Pappe e l’attivista politico Farid Esack noto per la sua opposizione all’apartheid, Nzimande disse “Siamo indignati come Partito Comunista Sudafricano e governo in particolare per la continua campagna aggressiva messa in atto dallo Stato di Israele contro il popolo palestinese che viene chiaramente massacrato per il crimine di chiedere l’autodeterminazione e il ritorno alla propria terra.” Nel frattempo, un’ampia coalizione sudafricana per la Palestina, che unisce partiti politici, sindacati, gruppi di solidarietà, organismi studenteschi e organizzazioni religiose, continua a sostenere il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni. Tra i successi ottenuti dalla coalizione, la fine dei contratti da parte di venti aziende sudafricane con G4S, azienda impegnata nella fornitura di sistemi di sicurezza per checkpoint e carceri israeliane.
Le autorità israeliane hanno spesso negato visti a rappresentati istituzionali di altri paesi e perfino di organismi internazionali come le Nazioni Unite che secondo lo stato ebraico hanno assunto posizioni contrarie alla propria politica. A gennaio, Rashida Manjoo, inviato speciale ONU sulla violenza contro le donne, le sue cause e conseguenze, ha riferito che Israele le aveva negato il visto di ingresso. Nel mese di novembre, le autorità di Tel Aviv avevano vietato al ministro degli esteri colombiano Maria Angela Holguin di visitare la Cisgiordania e di incontrare il ministro degli esteri palestinese Riyad Al-Maliki fino a quando non avrebbe deciso di incontrare ugualmente il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman.
Fonte: Nena News