Comunicati

Conferenza stampa
venerdi' 18 febbraio h 11,00
Cimade, 28 rue du Fb Boutonnet Montpellier

coalitionPorto di Sète : Un procedimento legale svela le violazioni della legge e la frode commessa dalla società Agrexco-Carmel

Dall'ottobre del 2010, l'Agrexco sbarca frutta e verdura sulle banchine del porto di Sète trasportate da navi che vi approdano con frequenza settimanale.

Da quando è stato dato l'annuncio della scelta di questa società del porto di Sète come scalo di destinazione da parte del Consiglio Regionale della Languedoc Roussillon, la Coaltion contre Agrexco (Coalizione contro l'Agrexco, ndt) si è opposta a questo progetto in quanto questa società, per il 50% di proprietà dello Stato d'Israele , è il principale esportatore di prodotti agricoli provenienti dalle colonie illegalmente costruite nei Territori Palestinesi. La colonizzazione e lo sfruttamento delle terre occupate sono riconosciute come crimini di guerra nel diritto internazionale così come in quello penale francese (Legge n° 2010-930 del 9 agosto 2010).

Il Palestinian Agricultural Relief Committee (PARC) ribadisce il suo impegno per il diritto umanitario internazionale e dei regolamenti palestinesi

parc30 gennaio 2011 - La società israeliana Agrexco ha recentemente organizzato un tour in Europa per diversi agricoltori palestinesi dalla Striscia di Gaza. Lo scopo dichiarato di questa visita è stato quello di introdurre gli standard del mercato europeo ai produttori palestinesi poiché Agrexco ha contribuito ad esportare una quantità limitata di fragole e fiori per i mercati europei. Durante il tour Agrexco ha cercato di sfruttare la partecipazione dei contadini palestinesi e usarli per minare tutte le campagne della società civile che chiedono il boicottaggio dei prodotti Agrexco a causa delle sue violazioni dell'accordo di trattamento preferenziale per i prodotti israeliani esportati in Europa. L'esportazione da parte dell'Agrexco di prodotti provenienti dagli insediamenti, che non sono prodotti all'interno dei confini di Israele, è in violazione di leggi e regolamenti europei. È importante notare che il PARC pubblica questa dichiarazione di chiarimento perché il suo nome è stato usato più di una volta.

Coop Italia chiude il confronto con la Coalizione italiana contro Agrexco in corso da alcuni mesi e conferma la sua intenzione di continuare la vendita di prodotti illegali provenienti dalle colonie israeliane nei territori palestinesi occupati e di portare avanti i rapporti commerciali con Agrexco.

In una lettera datata 09/12/2010 Coop Italia ha comunicato a Stop Agrexco che “ritiene conclusa la fase di confronto […], come pure l’attività tesa ad una maggiore trasparenza dell’informazione possibile in merito ai prodotti da essa commercializzati, essendo la sua missione ben diversa da quella di un ente incaricato alla valutazione politico sociale delle scelte commerciali.” Come a dire che i principi stabiliti nel Codice Etico dell’azienda e gli standard di responsabilità sociale valgono fino a un certo punto e cedono il passo alle priorità degli affari con Israele (che vanno ben oltre la frutta in vendita nei supermercati) e alle pressioni delle lobby israeliane.

Questo è il modo in cui Coop Italia risponde alle richieste di rispetto della legalità internazionale e dei diritti dei consumatori che sono al centro del confronto con Stop Agrexco. Coop Italia chiude la porta in faccia agli oltre 4,000 firmatari (in maggioranza soci) della petizione “NO ai prodotti illegali nella mia COOP” che chiede all’azienda di sospendere la commercializzazione dei prodotti provenienti dalle colonie israeliane e di interrompere i rapporti commerciali con aziende che, come Agrexco, traggono profitti dal regime di occupazione illegale dei territori palestinesi.

Palestina occupata, 22 dicembre 2010- Noi, sottoscritte organizzazioni della società civile palestinese, tra cui sindacati degli agricoltori, organizzazioni agricole e comitati popolari, ribadiamo l'appello del Comitato Nazionale palestinese BDS (BNC) per il boicottaggio totale di Carmel Agrexco a causa della sua complicità nella commercializzazione di prodotti provenienti da insediamenti israeliani coloniali e illegali e in altre violazioni israeliane del diritto internazionale e dei diritti umani. Uniti con la Coalizione contro Carmel-Agrexco in Francia e in tutta Europa, esprimiamo il nostro forte sostegno per l'azione legale contro Carmel-Agrexco intrapresa da organizzazioni della società civile francese dinanzi al Tribunale commerciale di Creteil.

Carmel Agrexco, la società esportatrice in parte proprietà dello Stato di Israele, viola il diritto internazionale. Agrexco commercializza dal 60 al 70% dei prodotti agricoli coltivati negli insediamenti illegali israeliani nei territori palestinesi occupati e svolge un ruolo chiave nello sviluppo su scala industriale dell'agro-business israeliano. Trae beneficio dagli insediamenti illegali e coloniali di Israele e dal furto della terra palestinese e delle risorse idriche dei territori palestinesi occupati (OPT) in violazione della IV Convenzione di Ginevra e costituisce un incentivo economico per la prosecuzione del regime illegale israeliano di occupazione, apartheid e colonialismo sul popolo palestinese. Nell'ambito del quadro giuridico ed etico di responsabilità sociale, le imprese sono responsabili per tutte le propire attività commerciali che possono violare i diritti umani, del lavoro e delle norme ambientali. Inoltre desideriamo sottolineare che esperti del diritto internazionale di fama mondiale, nonché la Corte Internazionale di Giustizia, nella sua vertenza del 2004 sul muro illegale di Israele nei Territori Occupati, hanno affermato che gli Stati hanno un obbligo giuridico di non favorire i rapporti commerciali che contribuiscono al mantenimento della situazione illegale creata da Israele. Ciò include gli affari con Carmel Agrexco.

20 e 21 novembre 2010 – Modena
c/o CGIL Modena, piazza Cittadella, 36

Nonostante sia nata appena un anno fa, la Coalizione Italiana contro l'Agrexco, il principale esportatore di prodotti agricoli israeliani e delle colonie illegalmente costruite nei territori palestinesi occupati, ha già conosciuto un periodo di piena attività.

Nei mesi scorsi in molte città sono state effettuate azioni di sensibilizzazione sul boicottaggio dei prodotti dell'Agrexco insieme ad azioni di pressione (iniziative nei supermercati, mail bombing, raccolta di firme) che sono servite ad aprire un confronto con COOP Italia e a rafforzare il sostegno alle nostre richieste. Inoltre le iniziative hanno fatto conoscere la campagna e i suoi obiettivi: le notizie sulle nostre iniziative sono state riportate dai giornali nazionali e internazionali, compresa la stampa israeliana.

La campagna Stop Agrexco, coordinata con campagne simili in altri paesi europei, fa parte del crescente movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) lanciato dalla società civile palestinese nel 2005 che oggi vede l'adesione di associazioni, ONG, sindacati e chiese in tutto il mondo, incluso Israele. Il BDS rappresenta una strategia nonviolenta per far sì che l'occupazione abbia un reale costo per Israele, sia in termini economici che d'immagine, in modo da indurre il governo israeliano a rispettare il diritto internazionale e i diritti umani. Offre un modo concreto per dimostrare la solidarietà attiva verso la popolazione palestinese.

Per valutare le attività intraprese finora, condividere idee ed esperienze e per programmare iniziative future, la Coalizione Italiana contro l'Agrexco invita tutti gli aderenti e sostenitori della campagna ad un incontro nazionale il 20-21 novembre a Modena.

08/10/2010 - Il Coordinamento Campagna BDS di Bologna sarà presente davanti al supermercato Coop di via Massarenti sabato 9 ottobre dalle 10:30 alle 12:30 per la raccolta di firme lanciata dalla Coalizione Stop Agrexco per chiedere a Coop Italia di non commercializzare i prodotti provenienti dalle colonie israeliane e di interrompere i rapporti con quelle aziende che, come Agrexco (il maggiore esportatore israeliano di prodotti agricoli), traggono profitti dal regime di occupazione illegale dei territori palestinesi. L’iniziativa a carattere nazionale, avrà luogo anche in altre città.

Finora sono state raccolte oltre 2.500 firme e le adesioni crescono sempre più. Le firme raccolte in tutta Italia saranno consegnate a Coop Italia all’inizio della prossima settimana, speriamo nel corso di un’incontro urgente richiesto dalla Coalizione Stop Agrexco all’azienda. In occasione della consegna delle firme si terrà una conferenza stampa che sarà annunciata nei prossimi giorni.

Il 30 giugno 2010 una delegazione della Coalizione italiana contro l'Agrexco ha incontrato nuovamente i rappresentanti di Coop Italia per riprendere il confronto, iniziato nella riunione del 6 maggio, sulla richiesta di non commercializzare i prodotti dell'azienda israeliana Agrexco, avanzata da soci, consumatori e cittadini attivi nelle associazioni di solidarietà con il popolo palestinese o semplicemente sensibili al riconoscimento dei suoi diritti.

La decisione di sospendere gli approvvigionamenti di merci prodotte nei territori occupati presa da Coop Italia dopo il primo incontro, in attesa di individuare misure volte a rispettare i regolamenti sulla tracciabilità dei prodotti e il diritto dei consumatori di non acquistare prodotti illegali, era stata accolta come un primo passo nella giusta direzione ed è stata apprezzata da un vasto arco di forze che in vari paesi, compreso Israele, si battono contro l'occupazione della Palestina e per il riconoscimento dei diritti umani. Tuttavia questa scelta di Coop Italia finalizzata al semplice rispetto della legalità ha scatenato in Italia una vasta campagna mediatica e politica in cui sono state usate accuse ignobili di razzismo ed anti-semitismo.

28 maggio 2010

Il 18 Maggio 2010, a seguito di una campagna della società civile promossa dalla coalizione STOP AGREXCO a cui aderiscono più di 50 associazioni nazionali e locali, sindacati e partiti politici, due importanti catene italiane di supermercati, COOP e Conad, hanno dichiarato la sospensione della vendita dei prodotti provenienti dalle colonie israeliane nei territori palestinesi occupati. Questi prodotti sono prevalentemente commercializzati dalla società israeliana Agrexco che ha riconosciuto durante un procedimento penale in Inghilterra nel novembre 2006, che il 70% di tutti i prodotti agricoli provenienti dalle colonie sono da essa distribuiti in Europa con il marchio Carmel. La decisione di COOP e Conad è stata presa nel rispetto della legalità internazionale e del diritto dei consumatori a non comprare merci prodotte illegalmente. Infatti,

  • Le colonie israeliane sono state ripetutamente definite illegali nelle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU n°446, 452, 465, 471 e 476;
  • Lo sfruttamento delle risorse naturali di un popolo sotto occupazione1, come praticato da Agrexco e da altre compagnie israeliane che traggono profitto da questa situazione, è un crimine di guerra riconosciuto dalla IV convenzione di Ginevra, parte III, art. 49: 12-8-1949;
  • La Corte di Giustizia Europea in data 25.02.2010 ha incontestabilmente dichiarato che tali prodotti non possono beneficiare dell' accordo sugli scambi e la cooperazione tra Europa ed Israele firmato nel 1995, che consente ad Israele di esportare i propri prodotti in Europa ad un regime fiscale agevolato;
  • L'articolo 2 dell'accordo CEE-Israele prevede che le agevolazioni doganali decadano laddove sia riscontrata una palese violazione dei Diritti Umani, come quella posta in essere dal Governo Israeliano nei confronti della popolazione Palestinese attraverso la confisca illegittima delle loro terre per la costruzione degli insediamenti israeliani e la costruzione del Muro di segregazione, condannata dalla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia nel 2004.

La scelta di COOP e Conad ha scatenato in Italia una vasta campagna mediatica e politica che ha usato accuse ignobili di razzismo ed anti-semitismo volta a discreditare le incontestabili ragioni che stavano alla base delle misure adottate da tali aziende.

Un importante risultato della campagna di Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro l'apartheid israeliano

22 maggio 2010 - A seguito della campagna di pressione della coalizione italiana contro la Carmel-Agrexco, due importanti catene italiane di supermercati, COOP e Nordiconad, hanno dichiarato la sospensione della vendita dei prodotti Agrexco, principale esportatore di prodotti agricoli da Israele e dalle colonie israeliane illegali nei Territori Palestinesi Occupati. Nordiconad è il gruppo cooperativo con funzione di centro di acquisto e distribuzione di CONAD che opera in nord Italia. Il direttore di Nordiconad, dott. Covili, ha dichiarato che dalla fine di aprile ogni prodotto riconducibile ad Agrexco non è più nei loro supermercati. COOP Italia nella persona del Dott. Zucchi, direttore qualità di COOP Italia, ha invece affermato che esiste un problema di tracciabilità commerciale, ovvero che il consumatore non è in grado di verificare se il prodotto in questione provenga o meno dai territori occupati. Pertanto COOP Italia ha deciso di "sospendere l'approvvigionamento di prodotti provenienti dai territori occupati".

La campagna di pressione sulle aziende della grande distribuzione ha preso il via a gennaio di quest anno dopo un incontro nazionale della coalizione Stop Agrexco a Savona, dove arrivano le navi container di Agrexco per la distribuzione in Italia. Viene coordinata a livello europeo con movimenti analoghi, inclusa la Coalition Contre Agrexco in Francia, che riunisce più di 90 associazioni nell'obbiettivo comune di opporsi all'insediamento della ditta israeliana al porto di Sete (Languedoc-Roussillon). In Italia, clienti e soci Coop e associazioni attive nella campagna hanno iniziato a inviare lettere di protesta alle riviste dei consumatori Coop per chiedere di ritirare dalla vendita le merci prodotte nelle colonie dei territori occupati. Questa iniziativa è stata estesa anche a CONAD. La campagna è culminata il 30 marzo, quando in occasione della giornata della Giornata della Terra Palestinese e del BDS Day, manifestazioni, sit in e azioni informative si sono coordinate nei supermercati di varie città italiane. Dopo queste azioni è iniziata una corrispondenza con le dirigenze di COOP e CONAD, a cui sono seguiti contatti diretti e incontri con rappresentanti della Coalizione italiana Stop Agrexco. Negli incontri i rappresentanti di Stop Agrexco hanno documentato ulteriormente in maniera puntuale la denuncia della commercializzazione illegale di prodotti provenienti dalle colonie e della situazione di violazione della legalità internazionale e dei diritti umani in Palestina che caratterizza la produzione di quelle merci

Il risultato ottenuto grazie alle pressioni messe in campo da consumatori responsabili, soci e attivisti è senza dubbio positivo. Tuttavia gli attivisti e le attiviste di Stop Agrexco continueranno a vigilare se alle dichiarazioni seguiranno i fatti, e invitano tutti e tutte a partecipare a questa lotta per il rispetto del diritto internazionale, e la libertà e l'autodeterminazione del popolo palestinese.

Savona, Domenica 31 gennaio 2010

Ieri sera in sala Rossa del Comune di Savona si è svolto un incontro pubblico sul tema della violazione dei diritti umani nei confronti del popolo palestinese, organizzato dalla Coalizione italiana contro l’Agrexco, a cui hanno partecipato l'ex vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini, il coordinatore nazionale di Transarms Carlo Tombola, l’operatrice di Un ponte per… Martina Pignatti e l’esponente francese della Coalizione Contro l’Agrexco Christophe Perrin, assieme a delegazioni provenienti da diverse città italiane e francesi. La conferenza ha avuto lo scopo, tra l’altro, di illustrare al numeroso pubblico presente le finalità della campagna attiva dall’ottobre del 2009 contro l’azienda israeliana Agrexco L.t.d. che è il principale esportatore di prodotti agricoli da Israele e dagli insediamenti israeliani illegali nei territori occupati. La campagna si inserisce in quella più ampia di BDS: Boicottaggio Disinvestimenti Sanzioni nei confronti di Israele. La scelta di Savona per il convegno è stata determinata dal fatto che il teminal di Vado accoglie le merci che Agrexco trasporta e da qui esse vengono distribuite in tutta Europa. Savona quindi è sembrato il territorio più adatto a polarizzare un intenso movimento, una testa di ponte per coordinare le iniziative del BDS e conseguentemente dei comitati “Stop Agrexco” di tutta Italia.