Il 30 giugno 2010 una delegazione della Coalizione italiana contro l'Agrexco ha incontrato nuovamente i rappresentanti di Coop Italia per riprendere il confronto, iniziato nella riunione del 6 maggio, sulla richiesta di non commercializzare i prodotti dell'azienda israeliana Agrexco, avanzata da soci, consumatori e cittadini attivi nelle associazioni di solidarietà con il popolo palestinese o semplicemente sensibili al riconoscimento dei suoi diritti.
La decisione di sospendere gli approvvigionamenti di merci prodotte nei territori occupati presa da Coop Italia dopo il primo incontro, in attesa di individuare misure volte a rispettare i regolamenti sulla tracciabilità dei prodotti e il diritto dei consumatori di non acquistare prodotti illegali, era stata accolta come un primo passo nella giusta direzione ed è stata apprezzata da un vasto arco di forze che in vari paesi, compreso Israele, si battono contro l'occupazione della Palestina e per il riconoscimento dei diritti umani. Tuttavia questa scelta di Coop Italia finalizzata al semplice rispetto della legalità ha scatenato in Italia una vasta campagna mediatica e politica in cui sono state usate accuse ignobili di razzismo ed anti-semitismo.
In seguito Coop Italia ha mutato il suo atteggiamento, tornando indietro rispetto agli impegni presi e dimostrando minore disponibilità ad un confronto aperto per arrivare a soluzioni che vadano inequivocabilmente nella direzione del rispetto delle legalità internazionali e dei diritti dei consumatori.
Nell'incontro del 30 giugno i rappresentanti di COOP Italia hanno dichiarato che l'azienda non intende recedere dalla commercializzazione di prodotti provenienti dai territori palestinesi occupati illegalmente dal governo e da coloni Israeliani adducendo a giustificazione le norme sul libero commercio che vietano la discriminazione sulla base del paese di origine dei prodotti. Inoltre Coop Italia ha reso noto che in seguito ad un accordo con Agrexco sarà in grado di controllare, attraverso la documentazione fornita dall'azienda israeliana, l'origine reale delle merci importate che permetterà un'etichettura differenziata riguardo alla provenienza da Israele o dalle colonie, evitando nel secondo caso l'indicazione "Made in Israel" che risulta essere illegale.
Le soluzioni proposte da Coop Italia non sono soddisfacenti dal nostro punto di vista. Sembra improbabile che si riesca a risolvere la questione dell'etichettatura differenziata senza cadere nel ridicolo di definizioni improbabili riguardo ai territori di origine delle merci che sono sotto occupazione militare. Ma la questione di fondo è che non può essere considerata legittima la commercializzazione di merci prodotte in un regime di occupazione militare, anche se l'origine è etichettata "correttamente". Infatti, le colonie israeliane sono state ripetutamente definite illegali nelle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU n°446, 452, 465, 471 e 476 e lo sfruttamento delle risorse naturali di un popolo sotto occupazione, come praticato da Agrexco e da altre compagnie israeliane, è riconosciuto come crimine di guerra dalla IV Convenzione di Ginevra, parte III, art. 49: 12-8-1949. Ci pare che questo comportamento in qualche modo configuri una distanza fra la dirigenza Coop nei confronti della sensibilità sociale e politica espressa dai propri soci che hanno sostenuto l'azienda anche nel momento in cui si è trovata in difficoltà. Ci viene da chiederci quanto questo potrebbe porre un interrogativo sul rispetto da parte di costoro di quella storia che dovrebbe segnare la differenza fra Coop e una qualunque altra azienda della grande distribuzione.
Riteniamo quindi sostanzialmente negativo il risultato dell'incontro, considerando anche che non è stato rispettato finora l'impegno espresso da COOP nella lettera del 18/05/10 di dare la possibilità alla Campagna Stop Agrexco di esporre a clienti e soci COOP le proprie motivazioni, attraverso i canali comunicativi aziendali (giornale "Consumatori" e/o sito web).
Nonostante questo quadro difficile, la riunione si è conclusa con l'impegno a un incontro entro settembre per verificare la soluzione proposta da COOP in merito all'etichettatura e ottenere informazioni dettagliate sui prodotti in questione.
Nel frattempo la Coalizione italiana contro l'Agrexco, in coordinamento con gli altri gruppi attivi nella Campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni verso Israele, che, è bene ricordare, è un'iniziativa della società civile internazionale, e con le associazioni dei consumatori, valuterà le azioni di risposta alle posizioni di Coop Italia che verranno ritenute più opportune, non escluse azioni giudiziarie.
Coalizione Stop Agrexco Italia