Risorse

L’occupazione militare illegale dei territori palestinesi messa in atto da 75 anni da Israele si basa su un’oppressione coloniale e un regime di apartheid sempre più pesanti, come denunciano sia l’ONU, sia organizzazioni per i diritti umani internazionali come Amnesty International e Human Rights Watch, sia associazioni israeliane, come B’tselem.

Sono oltre 100 le risoluzioni ONU sistematicamente ignorate da Israele. L’ultimo atto di questa politica è lo sterminio attuato a Gaza e qualificato come probabile genocidio dalla Corte Internazionale di Giustizia, costato finora più di 40mila morti, oltre 90mila feriti e circa 20mila dispersi (ma alcune autorevoli stime valutano il numero delle vittime in circa 186mila); molte migliaia sono poi i prigionieri deportati, della cui sorte si sa poco o nulla; oltre 500 gli operatori sanitari uccisi e la maggior parte degli ospedali distrutti o non in grado di funzionare.

In Cisgiordania coloni armati e protetti dall’esercito continuano indisturbati a uccidere, derubare e torturare i palestinesi, creando nuove colonie illegali. Qui, sono oltre 9.500 i palestinesi arrestati illegalmente e sottoposti a torture accertate.

La multinazionale farmaceutica israeliana TEVA è il più grande produttore mondiale di farmaci generici. Sostiene il governo israeliano con le sue imposte e gode dei benefici di un mercato vincolato, dato che tutta l’economia palestinese è in mano a Israele; dall’inizio del massacro a Gaza ha dichiarato la sua totale solidarietà al governo israeliano, organizza e promuove programmi di sostegno psicologico per la popolazione israeliana e dona farmaci, attrezzature e materiali all’esercito.

Come Sanitari per Gaza e BDS Italia ti proponiamo di reagire a questa violenza con un gesto pacifico, per non essere complice silenzioso dell’oppressione che da molti decenni viene inflitta ai palestinesi nella loro terra.

PER ADERIRE ALLA CAMPAGNA:

- RIFIUTA di acquistare i farmaci di TEVA e delle aziende controllate DOROM, CEPHALON e RATIOPHARM
- CHIEDI al tuo medico e al farmacista, quando sia possibile (come quasi sempre), di SOSTITUIRE IL MEDICINALE TEVA CON ALTRI EQUIVALENTI

- INVIA un messaggio a TEVA, per manifestare la tua adesione alla campagna di boicottaggio. Questa testimonianza di dissenso giungerà all’azienda e, tramite essa, al governo israeliano, sulle cui future decisioni potrebbe incidere molto. Si chiede che l’azienda smetta di sostenere e partecipare alla politica di genocidio e di annessione illegale di Israele ai danni dei palestinesi.

Se sei interessata/o ad approfondire l’argomento, vai a questo dossier

La campagna internazionale per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS), richiesta della società civile palestinese sin dal 2005, è lo strumento con cui migliaia di associazioni in tutto il mondo contribuiscono alla resistenza pacifica del popolo palestinese.

Sanitari per Gaza è una rete nazionale di lavoratori del settore sanitario, che si propone di informare e sensibilizzare, condannare e chiedere sanzioni in primis per gli attacchi alle strutture e al personale sanitario a Gaza; inoltre mantiene un database di medici e infermieri disponibili per missioni umanitarie

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FIRMA LA CARTOLINA PER TEVA:

Scrivi a TEVA: Stop alle complicità con i crimini di Israele

Spett.le Teva Italia S.r.l.,

vi informo che come cittadino/a ho aderito alla campagna di boicottaggio dei prodotti Teva lanciata da Sanitari per Gaza e BDS Italia (sezione italiana della campagna internazionale Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni contro Israele), e ho intenzione di non acquistare più farmaci Teva, Rathiopharm, Cephalon o Dorom. Di questo informerò medici, farmacisti e conoscenti. Questo perché ritengo che la vostra impresa sia di fatto complice delle politiche israeliane nei confronti del popolo palestinese. Queste politiche sono state definite dalla stessa Corte Internazionale di Giustizia illegali per quanto riguarda l’annessione di fatto dei territori palestinesi (parere del 19 luglio 2024); e responsabili plausibilmente di genocidio (ordine del 26 gennaio 2024 e seguenti). Ritengo Teva complice perché: - trae benefici economici dal mercato vincolato legato all’occupazione militare illegale dei territori palestinesi, contribuendo alla distruzione della loro economia - finanzia i governi israeliani responsabili di politiche di apartheid, annessioni illegali e genocidio - sostiene psicologicamente la popolazione israeliana e materialmente l’esercito israeliano, così praticando politiche discriminatorie dal punto di vista sanitario. Questi comportamenti ci sembrano in totale contraddizione con quanto proclamato nel vostro codice etico, dove affermate: “Ci prendiamo cura del benessere dei pazienti, dei caregivers e delle comunità. Le nostre famiglie possono essere estremamente orgogliose della differenza che facciamo nella vita delle persone di tutto il mondo. (…) Sosteniamo e rispettiamo la tutela dei diritti (…) e ci impegniamo a non essere complici di abusi”. Tutto questo, evidentemente, non vale per i Palestinesi.

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Dear Teva Italia S.r.l.,

I inform you that I have joined the boycott campaign against Teva products launched by Sanitari per Gaza and BDS Italia (Italian section of the international campaign Boycott Divestment Sanctions), and I intend to stop buying Teva, Rathiopharm, Cephalon or Dorom drugs. I will inform doctors, pharmacists and acquaintances about this. This is because I believe that your company is in fact complicit in Israeli policies towards the Palestinian people. These policies have been defined by the International Court of Justice as illegal with regard to the de facto annexation of the Palestinian territories (opinion of July 19, 2024); and plausibly responsible for genocide (order of January 26, 2024, and subsequent). I consider Teva complicit because: - it benefits economically from the captive market linked to the illegal military occupation of the Palestinian territories, contributing to the destruction of palestinian economy; - finances the Israeli governments responsible for policies of apartheid, illegal annexation and genocide; - psychologically supports the Israeli population and materially supports the Israeli military, therefore practicing discriminatory health policies. These behaviors seem to us to completely contradict what is claimed in your code of ethics, where you state, “We care for the well-being of patients, caregivers and communities. Our families can be extremely proud of the difference we make in the lives of people around the world. (...) We support and respect the protection of rights (...) and are committed to not being complicit in abuse.” All this clearly does not apply to the Palestinians!

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 * BDS Italia spedirà a questo indirizzo aggiornamenti sulla campagna di boicottaggio contro TEVA

 

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2 luglio 2024

LETTERA APERTA AGLI ORDINI DELLE PROFESSIONI SANITARIE

da parte della Rete Nazionale Sanitari per Gaza

Scriviamo questa lettera, come operatori sanitari e come cittadini, dopo essere stati messi al corrente dell’evacuazione forzata in corso allo European Gaza Hospital, in quanto potenziale obiettivo militare.

Negli ultimi nove mesi abbiamo assistito al massacro quotidiano di civili palestinesi, soprattutto donne e bambini, per il continuo bombardamento da parte dell’esercito israeliano. Gli attacchi non hanno risparmiato gli ospedali, i pazienti, il personale sanitario e i convogli di pazienti, in evidente violazione della Quarta Convenzione di Ginevra (articoli 18, 19, 20 e 21).


Tutti i trentasei ospedali di Gaza sono stati bombardati, e al momento 17 di essi sono solo parzialmente funzionanti, con 19 non funzionanti (dati WHO, aggiornati al 6 giugno 2024). Circa 500 operatori sanitari sono stati uccisi dal 7 ottobre (dati aggiornati al 16 maggio 2024 del Ministero della Salute di Gaza, confermati dall’ONU).


Quello che è in atto a Gaza non è effetto di danni collaterali: è un attacco sistematico e intenzionale contro i diritti alla salute e alla sopravvivenza di un’intera popolazione, una popolazione che viene così, una volta di più, deumanizzata.


L’attacco genocidario di Israele contro i bambini e i civili di Gaza è brutale, inumano e illegale. Secondo i dati di Philippe Lazzarini, Commissario Generale dell’UNRWA, sono stati uccisi più bambini a Gaza negli ultimi 8 mesi (15780) che in tutto il mondo tra 2019 e 2022. Un report di Save the Children del giugno 2024 ha evidenziato come, oltre ai più di 15000 bambini uccisi a Gaza, altri 21000 sono dispersi, di cui 4000 probabilmente rimasti sotto le macerie, sepolti in fosse comuni o bruciati vivi.
La Corte Internazionale di Giustizia ha denunciato il “reale e imminente rischio” di genocidio ai danni dei palestinesi a Gaza, e ha ordinato a Israele di mettere fine immediatamente alla sua offensiva militare: lo Stato di Israele ha ignorato questi ordini.

Dopo il brutale assalto israeliano contro Rafah sotto gli occhi del mondo, a prendersi cura delle vittime è lo European Gaza Hospital. In questo ospedale hanno trovato rifugio più di 20000 bambini, soprattutto orfani, mutilati, rimasti ciechi o feriti gravemente. Non si deve inoltre dimenticare lo stato di grave malnutrizione cui sono sottoposti, dovuta alla scelta di Israele di usare la fame come arma genocidaria (avendo bloccato l’entrata di cibo, acqua e dispositivi sanitari a Gaza).

In questa situazione, i nostri colleghi a Gaza sono attualmente costretti dalle truppe israeliane a evacuare i pazienti dall’EGH al Nasser Hospital, obbligandoli a un percorso di 6 km su strade non sicure e in assenza di corridoi umanitari. Non è ovviamente possibile evacuare dall’ospedale pazienti con ferite gravi (ad esempio ferite addominali aperte, amputazioni, arti fratturati, …).
Essendo uno degli ultimi ospedali parzialmente funzionanti a Gaza, un attacco contro l’EGH significherebbe “sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale” (articolo II della Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio).

L’Italia ha aderito alla Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio: per questo motivo, il nostro paese è tenuto a spendersi per la prevenzione del genocidio e il rispetto della Convenzione stessa (nonché del diritto internazionale).

Il diritto internazionale obbliga alla protezione di ospedali e civili, e non può più essere calpestato. Questa brutalità, questi trattamenti inumani e crudeli di civili e bambini devono finire ora.

Da mesi ormai esprimiamo la richiesta di un cessate il fuoco immediato e permanente e dell’instaurazione di corridoi umanitari, per permettere ai colleghi l’assistenza ai feriti, ai malati cronici e oncologici, alle donne in gravidanza, ai neonati a rischio.
Gli attacchi agli ospedali devono finire subito, e si deve puntare al pieno ripristino delle strutture sanitarie, delle forniture di cibo, acqua, elettricità, dispositivi medicali e medicinali.


La protezione delle strutture e del personale sanitario è conditio sine qua non per la protezione della vita e della salute umana, che per noi è e deve essere sacra e centrale. Confidiamo che i primi a farsi carico di quanto accaduto e che sta ancora accadendo in Palestina, supportando e facendo propria ufficialmente questa nostra richiesta, siano proprio gli Ordini Professionali che rappresentano le categorie di noi operatori sanitari, gli Organismi Accademici e delle Aziende Sanitarie, in virtù dei principi ispiratori che ci legano al Giuramento di Ippocrate, nonché al più universale obbligo etico di “restare umani”.

Rete Nazionale Sanitari per Gaza