Boicottaggio sportivo
L’UEFA ha deciso di non accettare la candidatura di Gerusalemme per il torneo Euro 2020 a settembre
Israele è stato avvertito dal presidente dell’UEFA Michel Platini della possibilità di una sospensione da tutte le attività di FIFA e UEFA (l’organo di governo del calcio europeo).
Secondo quanto riferito dal sito di notizie israeliano Ynet, il presidente della Federazione Calcio Palestinese Jibril Rajoub sta spingendo per la sospensione di Israele per il modo in cui tratta gli atleti di Gaza, di cui limita la libertà di movimento in violazione degli accordi internazionali.
Platini ha detto a Luzon che “questa volta è una cosa seria” e che diversi paesi si schiererebbero con i palestinesi contro Israele “anche se avesse ragione”.
Gisha, una ONG israeliana che si occupa della libertà di movimento dei palestinesi ha dichiarato che “Israele ha capito che senza concreti motivi di sicurezza non può vietare agli atleti di partecipare a un evento così importante”.
In settembre, la UEFA ha deciso di respingere l’offerta di Gerusalemme di ospitare il torneo Euro 2020 per “ragioni tecniche”, ma gli attivisti filo-palestinesi hanno celebrato questo rifiuto come una vittoria.
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È stata lanciata a livello internazionale una vasta campagna per chiedere alla FIFA di espellere Israele, finché pratichi l’apartheid, la pulizia etnica, l'uccisione di persone, la distruzione di stadi di calcio palestinesi, la persecuzioni e anche l'assassinio di calciatori palestinesi.
La FIFA si riunirà al Congresso annuale a Zurigo il 28 e 29 maggio. È davvero importante ricordare ai delegati che i loro regolamenti vietano il razzismo e l'apartheid, e che attraverso la partecipazione di Israele nelle competizioni internazionali, favoriscono l'occupazione, la colonizzazione e tutti i crimini di guerra commessi da Israele contro il popolo palestinese.
Come per il Sud Africa dell'apartheid, che è stato escluso dalla FIFA nel 1976, non dobbiamo permettere che Israele di nascondere i suoi crimini e dare un'immagine normale di un paese democratico, conferendogli l'onore di partecipare a campionati sportivi internazionali.
Anche la Federcalcio Palestinese ha presentato una mozione per l’esclusione di Israele.
È quindi importante che siamo in tante e tanti ad inviare il messaggio di seguito ai membri della FIFA in modo che sappiano che milioni di persone in tutto il mondo vogliono che il CALCIO resti LIBERO e non macchiato da razzismo e crimini. Dobbiamo essere in tante e tanti anche a partecipare alle mobilitazioni a Zurigo, durante il congresso FIFA il 28-29 maggio, per chiedere l’espulsione di Israele e a sostenere la mozione palestinese.
Si prega di inviare la lettera agli idirizzi: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Le adesioni collettive vanno inviate a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Caro Presidente Blatter, cari Delegati,
Il 16 Giugno 1976, milioni di uomini e donne della maggioranza nera del paese, così come gli altri gruppi etnici oppressi in Sud Africa, accoglievano con gioia la decisione della FIFA, riunita al congresso di Montreal, che avrebbe contribuito al disfacimento e al collasso del vergognoso sistema dell'apartheid.
Con 9 voti contro uno, infatti, la direzione della FIFA decise l'espulsione del Sud Africa dall’ organizzazione, mettendo fine cosi, a 15 anni di attese e interminabili rinvii causati da Sir Stanley Rous, duranti i quali l'apartheid e divenuta sempre più brutale, uccidendo migliaia di persone, tra cui molti bambini.
Eppure personalità sudafricane come Nelson Mandela, l'arcivescovo e premio Nobel Desmond Tutu, cosi come l'ex ministro Ronnie Kasrils, che avevano affrontato apertamente i sopprusi di quel regime, hanno ritenuto l'apartheid israeliana peggiore dell'apartheid in Sud Africa. Israele è colpevole di crimini ancor più gravi di quelli perpetuati durante l’apartheid sudafricana.
Leggi: Fermiamo il razzismo nel calcio: Israele fuori dalla FIFA! Tutt* a Zurigo 28-29 maggio!
di Shireen Ahmed e Dave Zirin
In un momento in cui leader mondiali e sbruffoni televisivi via cavo sbraitano per una punizione collettiva di arabi e musulmani, nella Striscia di Gaza questa settimana vi è una scena di gioia collettiva. Questo perché la squadra nazionale di calcio palestinese è approdata nello storico campo di Newcastle in Australia per giocare nella Coppa d'Asia, il primo grande torneo internazionale per il quale si siano qualificati nei loro ottantasei anni di esistenza. Come il giornalista di calcio James Montague ha detto, "per la Palestina, una squadra riconosciuta dalla FIFA, organo di governo mondiale del calcio, dal 1998 ma non ancora come un paese a pieno titolo dalle Nazioni Unite, la loro apparizione significava più di qualsiasi progresso sul campo. ... I Palestinesi, per una volta, inizieranno come uguali a quelli intorno a loro."
Chiamare questa una storia di Cenerentola avrebbe senso solo se si sceglie di rendere la storia di Cenerentola profondamente più straziante persino delle più febbrili visioni dei fratelli Grimm o di Steven Sondheim. E nessuno in questo racconto confonderebbe Sepp Blatter con qualsiasi tipo di madrina magica.
Il calcio palestinese ha combattuto una battaglia indescrivibile persino per competere su un palcoscenico internazionale. Vivono sotto l'occupazione, hanno avuto le loro strutture di allenamento distrutte, hanno fatto fronte alla detenzione di giocatori, alla morte di compagni di squadra e all’impossibilità di muoversi liberamente attraverso i checkpoint militarizzati israeliani al fine di allenarsi e competere nelle partite. Ciò ha portato ad una campagna internazionale con calciatori di spicco che chiedevano alla FIFA di espellere Israele dalla sua associazione o almeno di impedire che ospitasse tornei sanzionati dalla FIFA. Hanno anche dovuto assumersi l'onere di avere allenatori, mentori e potenziali giocatori uccisi durante la guerra e il blocco in corso a Gaza. Questo è il motivo per cui la squadra di calcio palestinese è affettuosamente conosciuta come "Al-Fedayi," che significa "colui che sacrifica la vita per il bene della patria", e gli "Strivers" in Inglese. Impegno e sacrificio sono stati entrambi componenti necessarie per rendere questa apparizione in Coppa d'Asia una realtà.
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La FIFA può prendere l'iniziativa e imporre sanzioni a Israele per il suo sabotaggio del calcio palestinese
di Rich Wiles
Non c'è voluto molto tempo, lunedì scorso, ai campioni in carica della Nazionale giapponese per segnare il primo gol contro la squadra palestinese, per la prima volta in assoluto arrivata in finale nella Coppa d'Asia di calcio e sconfiggerla con un 4-0. A metà partita durante il gioco, i commentatori sul canale satellitare Eurosport hanno accennato al "lento sviluppo" della squadra palestinese nel corso degli anni dalla sua fondazione. Nessun contesto è stato offerto per capire come questo possa essere successo, cosa che invece occorreva fare.
La squadra nazionale palestinese è stata riconosciuta dalla FIFA, organo di governo mondiale del calcio, nel 1998, in seguito alla creazione dell'Autorità Palestinese con gli accordi di Oslo. La FIFA con questa mossa è stata rivoluzionaria; 17 anni dopo, le Nazioni Unite non hanno ancora pienamente riconosciuto la Palestina. La storia del calcio in Palestina, tuttavia, risale a molto tempo più addietro.
Nel 1934, una squadra della Palestina Mandataria ha partecipato alle gare di qualificazione della Coppa del Mondo. Quella squadra, però, era un prodotto dell''Associazione Football Eretz Israele' (EIFA) - una delle molte armi che il movimento sionista usò per ottenere il controllo della Palestina. L'iscrizione per partecipare alla Coppa del Mondo della FIFA richiedeva il rispetto di regole necessarie a far sì che le squadre nazionali rappresentassero tutti gli abitanti di un paese, il che era una sfida per l'organismo sionista in Palestina, dato che allora solo tra 12-17 % dei suoi abitanti erano ebrei. L'EIFA si coprì le spalle assicurando che un arabo-palestinese aveva partecipato alla riunione della commissione d'apertura e l'adesione alla FIFA è stata poi accordata nel 1929. Nessun arabo-palestinese ha mai più fatto parte della commissione o giocato nella squadra "nazionale".
Leggi: Il calcio mondiale dovrebbe penalizzare Israele per l'attacco al gioco palestinese
SEGNA UN GOL PER LA PALESTINA!
Tifiamo per la Palestina alla Coppa d’Asia! E chiediamo la sospensione di Israele dalla FIFA!
Oggi 9 gennaio iniziano in Australia, con la Asian Cup, le finali della Confederazione Asiatica del Calcio. È la prima volta che si è qualificata la Palestina, un risultato straordinario ottenuto con tanta grinta e dignità da una squadra costretta a lottare in campo e fuori contro l’occupazione, l’oppressione e l’apartheid israeliane.
A Melbourne si sta organizzando il festival “Segna un gol per la Palestina” per sostenere la squadra, anche con presenza alle partite, e far conoscere lo sport sotto occupazione.
Tifiamo anche noi per la Palestina! E chiediamo la sospensione di Israele dalla FIFA!
Le partite con la nazionale palestinese sono in programma per lunedì 12, venerdì 16 e martedì 20 gennaio.
Usiamo questa occasione per organizzare iniziative di sensibilizzazione sulla campagna Cartellino Rosso all’Apartheid Israeliana e raccogliere firme sulla petizione internazionale (che già conta oltre 18.000 firme) per chiedere la sospensione di Israele dalla FIFA. Utilizza i poster "Se potessi vedere il loro sport nazionale" per diffondere la petizione.
Leggi: Coppa d'Asia: Tifiamo per la Palestina! E chiediamo la sospensione di Israele dalla FIFA!
All'attenzione del Comitato Esecutivo FIFA
Per conoscenza Signor Platini, Presidente della UEFA
Oggetto: Dar credibilità all’antirazzismo della FIFA
Gentile Comitato esecutivo FIFA,
fidando nella coerenza della massima istituzione mondiale del calcio, Ve scriviamo questa lettera.
Ci uniamo alla condanna espressa dal Presidente della FIFA Blatter (1) e dal Presidente dell’ Asian Football Conference (AFC) Salman Bin Ebrahim Al Khalifa dell’ennesima aggressione israeliana contro il calcio palestinese, verificatasi lunedì 24 novembre mattina con l’incursione dell’esercito israeliano nella sede della Direzione della Federazione Palestinese di Calcio (PFA) e con la sua perquisizione.
Sottolineiamo, con il Presidente della Confederazione Asiatica, che questa aggressione costituisce “un pericoloso precedente che richiede alla famiglia internazionale dello sport di sollevarsi insieme e sostenere la resistenza della PFA alle sistematiche violazioni delle autorità israeliane.”(2)
L’episodio avviene a circa un mese dalla gravissima decisione razzista assunta dalla lega giovanile dell’Israel Football Association (IFA) nell’area di Shomoron separando, a seguito di pressioni di famiglie e squadre ebree, le 12 squadre di ragazzi ebrei dalle 13 di ragazzi palestinesi e rafforzamento ulteriormente i pregiudizi che i Palestinesi cittadini d’Israele devono sopportare. (3)
Gentile Federazione Italiana Giuoco Calcio,
poniamo alla vostra attenzione fatti che gravemente nuocciono allo sport del calcio ed offendono i suoi valori, chiedendovi di formularne una chiara dichiarazione di biasimo.
Ci uniamo alla condanna espressa dal Presidente della FIFA Blatter (1) e dal Presidente dell’AFC Shaikh Salman dell’ennesima aggressione israeliana contro il calcio palestinese, verificatasi lunedì 24 novembre mattina con l’incursione dell’esercito israeliano nella sede della Direzione della Federazione Palestinese di Calcio (PFA) e con la sua perquisizione.
Leggi: Lettera alla Federcalcio: Ennesima aggressione israeliana contro il calcio palestinese
Proteste l'Anp. Per la Fifa episodio inammissibile
Suscita proteste nei Territori e all'estero la perquisizione del quartier generale dell'Associazione calcio palestinese (Pfa) avvenuta lunedi', secondo i media palestinesi. Militari israeliani giunti a bordo di tre jeep, viene precisato, sono entrati negli uffici di a-Ram (a nord di Gerusalemme), hanno richiesto agli impiegati i documenti di identificazione e hanno perquisito i locali.
''Un episodio intollerabile ed inaccettabile'', ha subito commentato il presidente della FIFA Sepp Blatter. La perquisizione è stata condannata anche dal presidente dell'Asian Football Association, Salman Bin Ibrahim Al Khalifa: e' un "pericoloso precedente" ha avvertito, invitando le associazioni sportive internazionali a sostenere la Pfa. Un portavoce dell'esercito d'Israele, raggiunto telefonicamente dall'Ansa, non ha voluto fare commenti. A gennaio la nazionale di calcio palestinese parteciperà, per la prima volta nella sua storia, ad una competizione calcistica internazionale, la Coppa d'Asia.
Fonte: Ansa
L'Unione delle Federazioni Calcistiche Europee (UEFA) ha respinto il tentativo israeliano di ospitare i giochi durante i Campionati Europei 2020. La decisione arriva a seguito di una campagna di squadre sportive palestinesi e gruppi di attivisti in tutta Europa.
La Federcalcio Israeliana si era offerta di ospitare i giochi a Gerusalemme, come parte del torneo UEFA 2020 che si svolgerà in 13 città, ma la UEFA ha annunciato Venerdì che Gerusalemme non era una degli aggiudicatari. Israele è stato uno dei soli 6 paesi a non aggiudicarsi il diritto di ospitare i giochi.
75 squadre di calcio ed ONG palestinesi hanno scritto al presidente della UEFA Michel Platini, sostenendo che tenere le partite di UEFA 2020 a Gerusalemme equivarrebbe a "premiare" Israele per il suo massacro di più di 2.100 palestinesi, tra cui oltre 500 bambini, durante il suo recente assalto di 52 giorni su Gaza.
Egr. Michel Platini e membri del comitato esecutivo UEFA,
Noi sottoscritte organizzazioni della società civile palestinese e istituzioni nazionali, chiediamo alla UEFA di escludere dal processo di selezione la proposta della Federcalcio israeliana (IFA) di ospitare a Gerusalemme il torneo UEFA 2020. Lanciamo questo appello a causa dei recenti crimini di guerra di Israele contro il popolo di Gaza, la continua occupazione e le persistenti violazioni dei diritti umani contro i palestinesi, anche nel campo dello sport.