Comunicati

A Luigi Gubitosi, in qualità di Direttore Generale Rai,

A Fabrizio Piscopo, in qualità di Amministratore Delegato di Rai Pubblicità,

apprendiamo con stupore e profondo disappunto le notizie che ancora una volta la RAI intende rendersi complice dell’illegale occupazione israeliana dei Territori Palestinesi.

Secondo quanto riportato, i prodotti SodaStream, commercializzati in Italia da SodaStream Italia, saranno oggetto, per il mese di agosto 2015, di pubblicità sui canali Rai.

SodaStream è un’azienda che opera in palese violazione dei diritti umani e del diritto internazionale, e che trae profitto dal regime coloniale israeliano di apartheid e di occupazione a discapito del popolo palestinese.

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Pubblichiamo di seguito la corrispondenza intercorsa tra BDS Italia e Esselunga, che commercializza e promuove i prodotti della Sodastream.

►Firmate la petizione: Togli il premio SODASTREAM dal tuo catalogo premi fidaty 

Spettabile
Esselunga S.p.A.
Alla c.a. del Dott. Carlo Salza
Via Giambologna, 1
20096 Limito di Pioltello (MI)

RACCOMANDATA A.R.

Milano, 12 gennaio 2015

Oggetto: Richiesta di incontro

Egregio dottor Salza,

siamo un gruppo di attivisti attenti al rispetto dei diritti umani.

Ci stupisce enormemente constatare che nel nuovo catalogo premi Fìdaty, Esselunga ha deciso di inserire il gasatore Play di Sodastream. Sponsorizzare e commercializzare i prodotti di questa azienda rende Esselunga complice dell’illegale occupazione israeliana dei Territori palestinesi.

SodaStream è un’azienda che opera in palese violazione dei diritti umani e del diritto internazionale e che trae profitto da un regime di apartheid e di occupazione a discapito del popolo palestinese.

Il principale sito produttivo della Sodastream si trova a Ma’ale Adumim, una tra le più grandi colonie israeliane costruite illegalmente nei Territori palestinesi occupati. In questo contesto, SodaStream beneficia di terra e risorse idriche confiscate ai proprietari palestinesi, di forza lavoro palestinese sfruttata, di sgravi fiscali e di norme sul lavoro e sulla protezione dell’ambiente che non vengono applicate.

Comunicato del Comitato nazionale palestinese per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni,

SodaStream ha annunciato oggi che intende trasferire altrove la sua fabbrica principale sita un in insediamento israeliano illegale.

In risposta alla notizia, Rafeef Ziadah, una dei portavoce del Comitato nazionale palestinese per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni, l'ampia coalizione di organizzazioni della società civile palestinese che lavora per sostenere il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), ha affermato:

L’annuncio di Sodastream di oggi dimostra che la campagna per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) è sempre più in grado di chiamare a rispondere le aziende incriminate delle loro responsabilità nella partecipazione all’apartheid e al colonialismo israeliani.

Le campagne di pressione messe in atto da BDS hanno costretto i rivenditori di tutta Europa e del Nord America a cessare le vendite di SodaStream e il valore delle azioni della società è precipitato negli ultimi mesi  a seguito del danno di immagine crescente arrecato al marchio SodaStream dal nostro movimento.

All’attenzione dell’Ing. Aldo Sutter
Amministratore Delegato
Sutter Industries S.p.A.

Oggetto: Lettera aperta sulla promozione di Sodastream

Gentile Ing. Sutter,

abbiamo recentemente appreso che la Sutter Industries S.p.A. ha avviato il concorso “VINCI SODASTREAM CON I PRODOTTI EMULSIO” che prevede per premi dei prodotti della Sodastream, la società israeliana che produce macchine per l’acqua gasata dal rubinetto.

Quale Stop Sodastream Italia, che partecipa alla campagna internazionale contro Sodastream, ci sentiamo in dovere di informarvi che abbinare i vostri prodotti, che reputate “rispettosi dell’ambiente e della persona”, alla Sodastream non può che danneggiare la vostra immagine e minare il vostro impegno per l’ambiente. Mentre Sodastream si autopromuove come un’azienda ambientalista e socialmente responsabile, in realtà è una società che opera in palese violazione dei diritti umani e del diritto internazionale.

Il principale sito produttivo della Sodastream si trova a Ma’ale Adumim, una tra le più grandi colonie israeliane costruite illegalmente nei Territori palestinesi occupati. In questo contesto, SodaStream beneficia di terra e risorse idriche confiscate ai proprietari palestinesi, di forza lavoro palestinese sfruttata, di sgravi fiscali e di norme sul lavoro e sulla protezione dell’ambiente che non vengono applicate.[1]

Il Comitato Nazionale Palestinese per il BDS (BNC), la più grande coalizione della società civile palestinese, alla guida del movimento globale per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni per i diritti dei palestinesi, ha dato un severo avvertimento a Starbucks : se le notizie circa la sua intenzione di acquistare una partecipazione in SodaStream si rivelassero veritiere, sarebbe considerata complice delle violazioni di Israele del diritto internazionale e dovrebbe, quindi, affrontare sia boicottaggi popolari che la possibilità di azioni legali.

SodaStream è una società israeliana la cui fabbrica si trova a Maale Adumim, un insediamento illegale nel territorio palestinese occupato (TPO) e, come tale, è profondamente complice di violazioni israeliane del diritto internazionale. Gli insediamenti sono illegali secondo il diritto internazionale e rappresentano già di per sé un crimine di guerra. [1]

Alti funzionari delle Nazioni Unite e organizzazioni per i diritti umani, tra cui Oxfam, hanno condannato le industrie con base nelle colonie in quanto traggono profitti dall'occupazione israeliana e e si rendono complici nella negazione dei diritti dei palestinesi.

Per la Giornata della Terra, 22 aprile, le organizzazioni impegnate per i diritti dei palestinesi celebrano la decisione dell’Earth Day Network di porre fine alla partnership con Sodastream, ditta israeliana il cui principale stabilimento di produzione si trova in una colonia israeliana costruita illegalmente nei Territori palestinesi occupati.

All'inizio di aprile, Sodastream, che promuove le sue macchine per l’acqua gasata come un’alternativa ecologica alle bevande in bottiglia, ha lanciato una campagna, "Secret Continent",[1] per sensibilizzare il pubblico sull’isola di rifiuti di plastica nel Pacifico. Sulla stampa si riportava la notizia che la campagna era condotta insieme all’Earth Day Network (EDN), organizzazione che promuove ogni anno la Giornata della Terra e che lavora con più di 22.000 soci in 192 paesi, Italia compresa, per ampliare, diversificare e mobilitare il movimento ambientalista. 

In tutto il mondo, migliaia di persone hanno contattato l’EDN per opporsi alla partnership con Sodastream, denunciando la complicità della società con l’occupazione militare israeliana, compresa la distruzione che le colonie israeliane hanno causato all'ambiente palestinese.[2]

In risposta, il 20 aprile il logo di EDN è stato rimosso dal sito web della campagna Secret Continent eSodastream non figura più nell’elenco degli sponsor sul sito dell’EDN.[3]

L'8 aprile, la società israeliana Sodastream, che ha una fabbrica in una colonia, ha lanciata una campagna di “sensibilizzazione” sull’isola di plastica dell’Oceano Pacifico. La campagna è stata creata in collaborazione con l’Earth Day Network, organizzazione che collabora con oltre 22.000 partner in 192 paesi nel mondo per “ampliare, diversificare e mobilitare il movimento ambientalista”.

In vista dell’Earth Day, la Giornata per la Terra, che si celebra in tutto il mondo il 22 aprile, invia una email all’Earth Day Network per dire NO al greenwashing dell’occupazione israeliana!

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Cara Oxfam Italia,

vi scriviamo come campagna Stop Sodastream in merito ad una questione che riguarda la vostra organizzazione a livello internazionale.

L’attrice statunitense Scarlett Johansson, ambasciatrice Oxfam dal 2007, ha di recente firmato un contratto per diventare la nuova “ambasciatrice globale” per la ditta israeliana Sodastream.

Come ben sapete questa azienda è al centro di un boicottaggio internazionale poiché trae profitto dall’occupazione dei Territori Palestinesi e dal regime di apartheid imposto da Israele in quanto la sua principale fabbrica è a Ma’aleh Adumim, uno degli insediamenti israeliani in territorio palestinese occupato che sono illegali secondo il diritto internazionale.

Già nel 2012 vi avevamo scritto perché un'altra “ambasciatrice” per Sodastream, Paola Maugeri, era stata coinvolta in una vostra campagna. In quell’occasione, avete dimostrato grande coerenza con la politica di ferma condanna di Oxfam per quanto riguarda gli insediamenti israeliani, rimuovendo il video promozionale realizzato con Maugeri e comunicandole i motivi di questa scelta.

A Roma, sabato 7 dicembre, in occasione della giornata nazionale “Boicotta Sodastream”, una ventina di attiviste e attivisti della campagna per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele (BDS) hanno fatto un’azione di boicottaggio contro la vendita dei prodotti “Sodastream” presso un negozio Expert. Sodastream è una società israeliana che produce gasatori per l’acqua di rubinetto in un impianto industriale situato in una colonia nei Territori palestinesi occupati.

In due, dentro il negozio, hanno inscenato l’acquisto di prodotti Sodastream, mentre il terzo, facendo la parte del consumatore informato, davanti alla cassa e al negoziante, spiega che comprare Sodastream vuol dire sostenere l'occupazione e l'apartheid israeliane imposte sulla popolazione palestinese. La messa in scena si è conclusa con l’ingresso nel negozio di tutte le attiviste e gli attivisti, che, muniti di cappello natalizio, volantini e adesivi, hanno intonato più volte una versione romana anti-Sodastream di Jingle Bells: “Sodastream, Sodastream. Noi non la compriam. Acqua gasata da terra rubata. Non ce la beviam. Sodastream, Sodastream. È da boicottà. Palestina libera! Damose da fà!”

Sabato 7 dicembre 2013 in tante città italiane (Firenze, Pisa, Roma, Milano, Trieste, Follonica) si svolgerà la giornata nazionale contro Sodastream, ditta israeliana produttrice di gasatori per l’acqua che trae profitti dall’occupazione israeliana.

Mentre Israele continua a negare l’accesso all’acqua al popolo palestinese, la campagna per il boicottaggio di Sodastream si sta intensificando in tutto il mondo. Con la giornata italiana, sono cinque i paesi ad organizzare giornate nazionali contro Sodastream negli ultimi mesi: Gran Bretagna, Canada e Francia, e prossimamente negli USA.

Sodastream sta dedicando una buona parte del suo budget pubblicitario europeo proprio all’Italia e punta sul periodo natalizio per vendere i suoi prodotti.

E con l’acquisto della romagnola CEM Industries, ora Sodastream Professional, la ditta complice della violazione dei diritti umani dei palestinesi cerca nuovi clienti tra bar e ristoranti italiani.

Ma non basta. Sodastream Professional sta infiltrando anche le case dell’acqua comunali. Però, a Trieste il Comune ha detto NO a Sodastream, assicurando che non sarà presente nelle case dell’acqua e ritirando il prodotto dai premi per la raccolta differenziata.

Non lasciare che Sodastream contamini l’acqua con l’Apartheid israeliana! Partecipa alla giornata nazionale per il boicottaggio di Sodastream.