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La fabbrica si trasferisce a Deserto del Negev israeliano, ma Daniel Birnbaum dice che la campagna BDS ha fatto male solo alle centinaia di dipendenti palestinesi.

L'amministratore delegato di SodaStream ha accusato i critici di antisemitismo e di danneggiare gli interessi dei lavoratori palestinesi che sostengono di proteggere la sua azienda in quanto chiude la sua fabbrica in Cisgiordania e si trasferisce nel Deserto del Negev di Israele.

SodaStream, che vende distributori di bevande gassate per casa, è stata presa di mira dalle proteste internazionali. Citando ragioni finanziarie, SodaStream ha annunciato nel 2014 che stava chiudendo la fabbrica in Cisgiordania. Il movimento di  Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) ha detto che la sua pressione era causa della decisione.

Nel nuovo stabilimento del Negev che andrà a sostituire l'impianto in Cisgiordania che chiuderà in due settimane, Daniel Birnbaum ha detto che il movimento di boicottaggio ha avuto solo un effetto "marginale" sulla propria attività. L'ha accusato è di diffondere bugie ed ha detto che ai dipendenti palestinesi sono stati dati paghe e benefici di gran lunga superiori a qualsiasi altra cosa che potevano trovare in Cisgiordania.

Nella sua testimonianza scritta presentata al Congresso USA in un’udienza sull’impatto della campagna BDS, l’amministratore delegato della Sodastream, Daniel Birnbaum, ha rivelato una grande vittoria della campagna di boicottaggio in Italia.

In una mail del 23 settembre 2014, indirizzato alla dirigenza Sodastream in Israele, il manager di Sodastream Professional, filiale italiana che realizza macchine industriali per l’acqua gasata, si lamenta della rinuncia “ufficiale” di Adriatica Acque a lavorare con Sodastream “a causa del BDS e della reazione del Comune di Trieste”.

L'amministratore delegato parla di contratti persi per 70 case dell’acqua per un valore di milioni di Euro.

Testimonianza scritta, Sodastream al Congresso USA

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Fonte: Congresso USA

LE PLUS. Sono 110 i fumettisti che hanno firmato una lettera con cui si chiede al direttore del Festival di Angoulême di rompere i legami della manifestazione con la società israeliana SodaStream. A causa di una fabbrica costruita nei territori occupati sostengono che  il Festival non deve essere coinvolto "nella politica dello Stato di Israele." Per il comitato dei fumettisti, Ethan Heitner (New York) e Dror Wa (Parigi) reagiscono. 

di Ethan Heitner / Dror Wa

Mentre inizia il 42° Festival Internazionale del fumetto di Angoulême, la lettera aperta che abbiamo inviato al suo direttore per chiedere di abbandonare tutti i legami con la società israeliana SodaStream ha raccolto più di 110 firme, tra cui quelle di 14 artisti che hanno ricevuto premi ad Angoulême e di 7 vincitori del Grand Prix.

Le firme continuano ad arrivare da fumettisti indignati dal disprezzo che  Franck Bondoux mostra nei loro confronti. Infatti, molti di loro non si sono preoccupati di firmare questa lettera, pensando che quella dell'anno scorso sarebbe servita da avvertimento, quando il signor Bondoux poteva ancora giocare d'ingenuità. 

Sodastream continua a essere sponsor del Festival Internazionale del fumetto di  Angoulême

Quest'anno, non possono accettare che il fumetto venga utilizzato consapevolmente per passare una mano di bianco sui crimini della colonizzazione e sulla complicità con i crimini di guerra, né ad Angoulême, né altrove. 

Aggiornamento 29 gennaio: Le firme sono arrivate a 110! Vedi l'elenco completo. 

Il seguente comunicato stampa è stato pubblicato il 21 gennaio 2015

Lewis Trondheim (creatore della mascotte di Angoulême), Jacques Tardi, Jaime Hernandez, Alison Bechdel, Warren Ellis, Dylan Horrocks, Kate Beaton, Eleanor Davis, Ben Katchor, Jeet Heer, e Palestine Comics Festival riprendono e ampliano una lettera inviata nel 2014 al festival di Angoulême

Più di 80 tra disegnatori e altri lavoratori dell’industria del fumetto, tra cui coloristi, scrittori, critici e curatori, provenienti da oltre 20 paesi, hanno firmato una lettera aperta pubblicata il 21 gennaio 2015 e indirizzata a Franck Bondoux, direttore del Festival Internazionale del Fumetto di Angoulême, che inizia in Francia il 29 gennaio.

La lettera, che ne segue un’altra pubblicata nel 2014, lo invita a recidere i legami tra il Festival e Sodastream, un’azienda israeliana complice dell’occupazione della terra palestinese. Tra gli autori della lettera ci sono 10 vincitori del festival di Angoulême, due vincitori del “Genius Grant” della Fondazione MacArthur, molti vincitori dei premi Eisner e Ignatz, e un vignettista palestinese in precedenza incarcerato per il suo lavoro dall’esercito israeliano.

Gli organizzatori della lettera hanno anche rilasciato una dichiarazione riguardo all’uccisione a Parigi questo mese dei fumettisti Wolinski, Cabu, Honoré, Tignous e Charb, tra molti altri. “Questi orribili atti di violenza costringono gli artisti di tutto il mondo ad agire urgentemente per un mondo dove la dignità, la libertà e l’uguaglianza di tutte le persone siano rispettate e promosse”, hanno detto il disegnatore Ethan Heitner e lo sceneggiatore Dror Warschawski, organizzatori della lettera aperta. “Noi affermiamo che il movimento di boicottaggio palestinese è un passo importante verso questa visione, e sollecitiamo altri a unirsi a noi”.

Le sale della mensa dell’Università di Harvard sono l’ultimo campo di battaglia nel dibattito sugli insediamenti israeliani.

Nel cuore della disputa ci sono le macchine distributrici di acqua vendute dalla compagnia israeliana Sodastream, la cui più importante fabbrica è situata in Cisgiordania. La ditta costruttrice del sistema casalingo di gasatori per l’acqua non è nuova alle controversie. Gli attivisti contrari agli insediamenti hanno subito attaccato la compagnia quando hanno saputo dei suoi piani di partecipare al Super Bowl (campionato di football americano) reclutando l’attrice Scarlett Johansson in gennaio.

La reazione aveva spinto la Oxfam a condannare pubblicamente la Sodastream costringendo la Johansson a porre fine alla sua collaborazione di otto anni come ambasciatrice dell’associazione benefica. Dopo i numerosi appelli al boicottaggio le vendite della compagnia e i prezzi delle azioni hanno subito un tracollo.

I servizi della mensa dell’Università di Harvard hanno rimosso le etichette dalle loro macchine Sodastream e hanno deciso di sostituirle con macchine prodotte negli Stati Uniti in aprile, dopo che membri del Comitato di solidarietà con la Palestina dell’Università di Harvard e della Società Islamica di Harvard si erano detti offesi da quelle macchine.

La catena di grandi magazzini Macy’s ha cessato lo stoccaggio di prodotti del marchio SodaStream provenienti dagli insediamenti israeliani, secondo il Wall Street Journal. Macy’s è stato presa di mira lo scorso anno da attivisti filo-palestinesi, che hanno chiesto a Macy’se ad altre grandi catene di cessare la vendita del sistema di carbonatazione domestica SodaStream e altri prodotti del marchio a causa del ruolo della società nell’ occupazione militare della Palestina.

Questa notizia giunge all’indomani del crollo dei prezzi delle azioni della società SodaStream, che all'inizio di questo mese ha annunciato i risultati preliminari del quarto trimestre. Sono previsti nel trimestre 125 milioni di dollari di ricavo e un utile operativo di $ 8,5 milioni. Queste somme sono  ben al di sotto dei 154.400.000 $ di entrate e dei 17,6 milioni di dollari in proventi operativi, attesi dagli analisti. Nel terzo trimestre dello scorso anno, il fatturato della società ammontava a circa la stessa somma, ma l’utile operativo di 18 milioni di dollari risultava più del doppio di quello che gli analisti si aspettano per quest'anno. Quest’anno, infatti, stando agli ultimi aggiornamenti, le azioni Sodastream sono scese del 45%.

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - New York, 07 ott - Wall Street e' tutt'altro che frizzante per SodaStream. L'azienda israeliana di gasatori d'acqua e' in picchiata di quasi il 20,5% sul Nasdaq, con azioni a poco meno di 22 dollari. La societa' ha rilasciato stime sotto le aspettative per il terzo trimestre: il produttore prevede ricavi per 125 milioni di dollari, al di sotto dei 154 milioni previsti dagli analisti e dei 145 milioni messi a segno nello stesso periodo dell'anno scorso. Il ribasso fa seguito a vendite "deludenti" e spinte all'ingiu' dal calo nei consumi di bevande gassate negli Stati Uniti.

Dopo i picchi di fine anni '90, la maggiore educazione su rischi di diabete e obesita' ha portato a una drastica riduzione della domanda e delle calorie impiegate nelle bibite. L'amministratore delegato Daniel Birnbaum ha spiegato che l'azienda potrebbe riposizionarsi su prodotti piu' "naturali", strizzando l'occhio alle linee per benessere e salute gia' studiate da altri colossi del beverage come Coca Cola.

Il mercato, per ora, resta scettico. Le azioni sono calate del 44% dall'inizio dell'anno, dopo un rally del 10% che aveva accompagnato i risultati oltre le aspettative nel trimestre chiuso a giugno: ricavi su del 6,6% a 141,2 milioni, contro i circa 140 previsti da alcuni analisti.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Dopo le azioni di Lione e Parigi, è stata la volta di Tolosa, per chiedere lo stop della collaborazione tra France Télévisions e SodaStream.

Questo Mercoledì 17 Settembre, 40 attivisti BDS si sono presentati davanti alla sede di alle ore 11:30, scandendo slogan come "Israele assassino, France 3 complice" e "SodaStream produce colonie, non lo vogliamo." Un funzionario sindacale di France Télévisions Sud si è unito a noi nel denunciare la promozione dell’emittente pubblica per il marchio coinvolto nella colonizzazione della Palestina.

Al personale si richiedono turni di lavoro di 12 ore, che la  società dichiara essere del tutto regolamentari.

Di Tali Heruti-Sover

La SodaStream, l’azienda israeliana produttrice di gasatori domestici, è stata accusata di sfruttamento lavorativo del personale femminile beduino, ma la compagnia, famosa per la testimonial Sacarlett Johansson, sostiene di non far altro che attenersi ai contratti di lavoro.

Nel nuovo stabilimento della SodaStream nel Negev, le operaie della linea di produzione, molte delle quali sono madri e beduine, sono state obbligate a lavorare dalle 7 del mattino alle 19, come dichiarano i dipendenti.

Il contratto firmato dai nuovi assunti, che è stato ottenuto da The Marker, stabilisce la giornata lavorativa di 9 ore e mezza, comprese le pause imposte dalla legge.

Domenica 31 Agosto, la Coalizione Contro l’Apartheid Israeliana (CAIA) si è riunita per condividere la propria esperienza con alcuni membri della comunità di Toronto riguardo l’attuale campagna di boicottaggio di SodaStream, compagnia di produzione di apparecchi per bevande gasate il cui principale impianto di fabbricazione si trova a Ma’ale Adumim, una colonia israeliana illegale nella Cisgiordania occupata.

Come parte della campagna internazionale di boicottaggio di SodaStream, CAIA ha lanciato la propria campagna ad Ottobre 2013, chiedendo all’azienda di elettrodomestici “BedBath and Beyond” di smettere di commercializzare I prodotti SodaStream.