Nell'annunciare il successo della vendita aIsraele degli M-346 e dei loro sistemi operativi, il ministero italiano della difesa tace però su un particolare. Il ministero della difesa israeliano pagherà solo una parte minore del prezzo totale. Il grosso, circa 600 milioni, sarà anticipato da un consorzio finanziario formato dal gruppo bancario italiano Unicredit e da un fondo pensione collegato, che investiranno insieme 400 milioni, e dalla banca israeliana Hapoalim, che investirà 200 milioni. Il ministero italiano della difesa annuncia quindi che «le forze armate italiane, dal canto loro, potranno utilizzare un sistema satellitare ottico ad alta risoluzione per l'osservazione della Terra denominato Optsat-3000, realizzato in Israele».
Dà quindi l'impressione che questo satellite sia stato messo da Israelegentilmente a disposizione dell'Italia. In realtà, essa lo acquista attraverso Telespazio dalle Israel Aerospace Industries, pagandolo oltre 200 milioni di dollari, cui si aggiungeranno gli ingenti costi per la messa in orbita e il controllo del satellite. Questo, da una quota di 600 km, servirà non a una generica «osservazione della Terra», ma a individuare in lontani teatri bellici gli obiettivi da colpire, con immagini di 50 cm ad alta risoluzione. Col solito tono vago, il ministero della difesa comunica infine «la fornitura di sottosistemi standard Nato di comunicazione per due aerei destinati all'Aeronautica militare». Parla così della frusta e non del cavallo: gli aerei sono due Gulfstream 550, jet di lusso per executive made in Usa, che le Israel Aerospace Industries trasformano in sofisticatissimi aerei da guerra. Dotati delle più avanzate apparecchiature elettroniche e collegati a sei stazioni terrestri, questi G-550 modificati, capaci di volare a 12mila metri di quota con un raggio d'azione di 7mila km, sono la punta di lancia di un sistema di comando e controllo per l'attacco in distanti teatri bellici. L'Italia acquista daIsraele questo sistema di comando per le guerre di aggressione al modico prezzo di 750 milioni di dollari che, aggiunti a quello del satellite militare, portano la spesa a oltre un miliardo. Ovviamente con denaro pubblico. «Una potente iniezione di fiducia» a coloro che credono nel valore della guerra.
Fonte: il manifesto