Dopo che l'articolo de ilfattoquotidiano.it ha rivelato che l'Italia è il primo fornitore europeo di armamenti per l'esercito di Netanyahu, i grillini propongono una mozione per dare un freno ad un export da 470 milioni di euro

Fermare la vendita di armi dall’Italia verso Israele. E’ la mozione proposta dal Movimento 5 Stelle, a prima firma Paolo Bernini, dopo che ilfattoquotidiano.it ha rivelato che l’Italia è il primo fornitore europeo di armi destinate all’esercito di Gerusalemme. Anzi, da solo l’export italiano quasi eguaglia quello di Germania, Francia e Regno Unito. Un giro di affari di 470 milioni di euro, secondo i dati dell’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza e Difesa, pari a oltre il 41% degli armamenti regolarmente esportati dell’Unione verso Israele.

La proposta dei 5 Stelle è di bloccare questo commercio per 5 anni, “periodo entro il quale, se non si verificheranno altre operazioni militari e violazioni di diritti civili” contro il popolo palestinese, verrà ripristinata la vendita degli armamenti italiani. Il Movimento 5 Stelle giustifica la mozione elencando i crimini di guerra che Israele ha commesso durante il conflitto pluridecennale con Gaza. “Una escalation di violenza rappresentata da bombardamenti ai danni dei civili“, fino ad arrivare al recente bombardamento sugli ospedali di Gaza, “proibito dalla Quarta convenzione di Ginevra“, continuano i 5 Stelle. Secondo i grillini, l’Europa si deve comportare con Israele come si è comportata con la guerra civile siriana iniziata nel 2011, ovvero rafforzando l’embargo miliare, di cui l’Italia è particolarmente responsabile essendo il primo esportatore.

Fonte: Il Fatto Quotidiano