Noi, i sottoscritti accademici, giornalisti e intellettuali palestinesi e arabi, dichiariamo con la presente le nostre opinioni sulla definizione di antisemitismo da parte dell'International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) e sul modo in cui questa definizione è stata applicata, interpretata e utilizzata in diversi paesi d'Europa e Nord America.

Negli ultimi anni, la lotta contro l'antisemitismo è stata sempre più strumentalizzata dal governo israeliano e dai suoi sostenitori nel tentativo di delegittimare la causa palestinese e mettere a tacere i difensori dei diritti palestinesi. Sviare la necessaria lotta contro l'antisemitismo in funzione di un tale programma minaccia di svilire questa lotta e quindi di screditarla e indebolirla.

L'antisemitismo deve essere smascherato e combattuto. Indipendentemente da qualsiasi pretesto, nessuna espressione di odio per gli ebrei in quanto ebrei dovrebbe essere tollerata in nessuna parte del mondo. L'antisemitismo si manifesta in numerose generalizzazioni e stereotipi sugli ebrei, relative al potere e al denaro in particolare, insieme a teorie del complotto e negazione dell'Olocausto. Consideriamo legittima e necessaria la lotta contro tali atteggiamenti. Crediamo anche che le lezioni che ci vengono dall'Olocausto, così come da altri genocidi dei tempi moderni, debbano far parte dell'educazione delle nuove generazioni contro ogni forma di odio e pregiudizio razziale.

La lotta contro l'antisemitismo, tuttavia, deve essere affrontata in termini di principi, per evitare di vanificare il suo scopo. Attraverso gli "esempi" che fornisce, la definizione IHRA confonde giudaismo con sionismo, presupponendo che tutti gli ebrei siano sionisti e che lo stato di Israele nella sua realtà attuale incarni l'autodeterminazione di tutti gli ebrei. Siamo profondamente in disaccordo con questo. La lotta contro l'antisemitismo non deve essere trasformata in uno stratagemma per delegittimare la lotta contro l'oppressione dei palestinesi, la negazione dei loro diritti e la continua occupazione della loro terra. Consideriamo i seguenti principi fondamentali a tale riguardo:

1. La lotta all'antisemitismo deve essere condotta nel quadro del diritto internazionale e dei diritti umani. Dovrebbe essere parte integrante della lotta contro tutte le forme di razzismo e xenofobia, compresa l'islamofobia e il razzismo anti-arabo e anti-palestinese. Lo scopo di questa lotta è garantire libertà ed emancipazione a tutti i gruppi oppressi. È profondamente distorto, se orientato alla difesa di uno stato oppressivo e predatore.

2. Esiste un'enorme differenza tra una condizione in cui gli ebrei vengono individuati, oppressi e soppressi come minoranza da regimi o gruppi antisemiti e una condizione in cui l'autodeterminazione della popolazione ebraica in Palestina / Israele è stata messa in atto nella forma di uno stato etnico esclusivista e territorialmente espansionista. Così come esiste attualmente, lo stato di Israele si basa sullo sradicamento della stragrande maggioranza dei nativi - quella che palestinesi e arabi chiamano Nakba - e sul sottomettere quei nativi che vivono ancora nel territorio della Palestina storica come cittadini di seconda classe o persone sotto occupazione, negando loro il diritto all'autodeterminazione.

3. La definizione IHRA di antisemitismo e le relative misure legali adottate in diversi paesi sono state impiegate principalmente contro gruppi di sinistra e per i diritti umani che sostengono i diritti dei palestinesi e la campagna Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), accantonando la minaccia molto reale per gli ebrei, proveniente dalla dai movimenti nazionalisti bianchi di destra in Europa e negli Stati Uniti. La rappresentazione della campagna BDS come antisemita è una grossolana distorsione di quello che è fondamentalmente un mezzo legittimo di lotta non violenta per i diritti dei palestinesi.

4. L'affermazione della definizione IHRA secondo cui un esempio di antisemitismo è "Negare al popolo ebraico il diritto all'autodeterminazione, ad esempio affermando che l'esistenza di uno Stato di Israele è un'impresa razzista" è piuttosto strana. Non si preoccupa di riconoscere che, in base al diritto internazionale, l'attuale stato di Israele è una potenza occupante da oltre mezzo secolo, come riconosciuto dai governi dei paesi in cui viene confermata la definizione IHRA. Non si preoccupa di considerare se questo diritto includa il diritto di creare una maggioranza ebraica attraverso la pulizia etnica e se debba essere bilanciato con i diritti del popolo palestinese. Inoltre, la definizione IHRA potenzialmente scarta come antisemite tutte le visioni non sioniste del futuro dello stato israeliano, come la difesa di uno stato binazionale o democratico laico che rappresenti tutti i suoi cittadini allo stesso modo. Un autentico sostegno al principio del diritto del popolo all'autodeterminazione non può escludere la nazione palestinese, né nessun altro.

5. Crediamo che nessun diritto all'autodeterminazione dovrebbe includere il diritto di sradicare un altro popolo e impedire loro di tornare nella loro terra, o qualsiasi altro mezzo per garantire una maggioranza demografica all'interno dello stato. La richiesta dei palestinesi del diritto al ritorno nella terra da cui loro stessi, i loro genitori e nonni sono stati espulsi non può essere interpretata come antisemita. Il fatto che una simile richiesta crei ansie tra gli israeliani non prova che sia ingiusta, né che sia antisemita. È un diritto riconosciuto dal diritto internazionale come rappresentato nella risoluzione 194 del 1948 dell'assemblea generale delle Nazioni Unite.

6. Lanciare l'accusa di antisemitismo contro chiunque consideri razzista l'attuale stato di Israele, nonostante l'effettiva discriminazione istituzionale e costituzionale su cui si basa, equivale a garantire a Israele l'impunità assoluta. Israele può così deportare i suoi cittadini palestinesi, o revocarne la cittadinanza o negare loro il diritto di voto, ed essere comunque immune dall'accusa di razzismo. La definizione dell'IHRA e il modo in cui è stata impiegata proibiscono qualsiasi discussione sullo stato israeliano in quanto basato sulla discriminazione etnico-religiosa. In tal modo viola la giustizia elementare e le norme fondamentali dei diritti umani e del diritto internazionale.

7. Crediamo che la giustizia richieda il pieno sostegno del diritto dei palestinesi all'autodeterminazione, compresa la richiesta di porre fine all'occupazione internazionalmente riconosciuta dei loro territori, alla mancanza di uno stato e alla privazione dei rifugiati palestinesi. La soppressione dei diritti dei palestinesi nella definizione dell'IHRA rivela un atteggiamento di sostegno ai privilegi anziché ai diritti degli ebrei in Palestina, e la supremazia ebraica sui palestinesi anziché la sicurezza degli ebrei. Crediamo che valori e diritti umani siano indivisibili e che la lotta all'antisemitismo debba andare di pari passo con la lotta per la dignità, l'uguaglianza e l'emancipazione in nome di tutti i popoli e gruppi oppressi.


Samir Abdallah
Filmmaker, Paris, France
Nadia Abu El-Haj
Ann Olin Whitney Professor of Anthropology, Columbia University, USA
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Abdullah Baabood
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Mohammed Berrada
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Michel Khleifi
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Rachid Koreichi
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Rabab El-Mahdi
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Ziad Majed
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Mazen Masri
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Dina Matar
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Hassan Nafaa
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Nadine Naber
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Issam Nassar
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Sari Nusseibeh
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Emeritus Professor of History, Loyola Marymount University, USA
Omar Al-Qattan
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Nadim N Rouhana
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Ahmad Sa’adi
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Rasha Salti
Independent Curator, Writer, Researcher of Art and Film, Germany-Lebanon
Elias Sanbar
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Leila Shahid
Writer, Beirut, Lebanon
Nadera Shalhoub-Kevorkian
Lawrence D Biele Chair in Law, Hebrew University, State of Israel
Anton Shammas
Professor of Comparative Literature, University of Michigan, Ann Arbor, USA
Yara Sharif
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Hanan Al-Shaykh
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Raja Shehadeh
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Gilbert Sinoué
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Mayssoun Sukarieh
Senior Lecturer in Development Studies, King’s College London, UK
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Nimer Sultany
Reader in Public Law, SOAS, University of London, UK
Jad Tabet
Architect and Writer, Beirut, Lebanon
Jihan El-Tahri
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Wassyla Tamzali
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Dominique Vidal
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Haytham El-Wardany
Writer, Egypt-Germany
Said Zeedani
Emeritus Associate Professor of Philosophy, Al-Quds University, Palestine
Rafeef Ziadah
Lecturer in Comparative Politics of the Middle East, SOAS, University of London, UK
Raef Zreik
Minerva Humanities Centre, Tel-Aviv University, State of Israel
Elia Zureik
Professor Emeritus, Queen’s University, Canada

Fonte: The Guardian

Traduzione di Alessandra Mecozzi